INTRA I SASS - ALPINISMO - LETTERATURA - CINEMA - EVENTI - INCONTRI - STORIA...

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bullet nota 58/04 del 15-04-04
 ALPINISMO  15 aprile 2004.
Americhe: riapriamo le news scremando le notizie d'alpinismo riportate sulla rete. Da climbing.com apprendiamo della bella via nuova di Ben Gilmore e Kevin Mahoney sulla parete Est del Moose's Tooth, il celebre "dente d'alce" di granito situato nell'Alaska Range e salito per la prima volta da Est nel 1981 dalla cordata Bridwell-Stump. Il nuovo itinerario segue inizialmente la via dei primi salitori, per proseguire diritti con notevoli difficoltà di ghiaccio, misto e artificiale. Tre giorni di salita e discesa nel freddo marzo dell'Alaska. Sempre le stesse pagine ci informano che il protagonista di un'altra prima salita sul Moose'sTooth, Steve House, che in compagnia degli stessi Gilmore e Mahoney aprì nel settembre del 2000 un itinerario prevalentemente di ghiaccio, ha portato a termine l'ambita terza salita della parete Nord della North Twin nelle Canadian Rockies. Compagno di House nella terza ascensione in trent'anni della leggendaria parete, percorsa per la prima volta nel 1974 dalla cordata Lowe/Jones e la seconda volta nel 1985 per un nuovo itinerario dalla cordata Blanchard/Cheesmond, il fuoriclasse sloveno Marko Prezelj. Per evitare le scariche di sassi, caratteristica pericolosa di questa parete, i due hanno scelto di percorrerla nei primi giorni di aprile, con la roccia ancora rappresa nel ghiaccio. Ci sono voluti quattro giorni di ascensione per superare i 1300 metri di parete nel settore compreso tra le due storiche vie precedenti. Momenti di paura, vicini al disastro (near-disaster), quando durante il terzo bivacco House ha perso lo scafo dello scarpone di plastica. Prezelj si è inventato un difficile traverso di 4 lunghezze per arrivare alla spalla sinistra della parete, da dove con altre 10 lunghezze ha raggiunto la cima seguito da un House zoppicante e con un rampone agganciato in qualche modo alla scarpetta interna dello scarpone destro. Lungo il traverso, con un rampone solo, aveva rischiato di sfracellarsi a causa di un lungo imprevisto pendolo terminato con una delle due corde ridotta a brandelli. Dalla cima 14 miglia da fare a piedi su terreno glaciale aspettava i due alpinisti prima di raggiungere la strada, preclusa la possibilità di raggiungere gli sci alla base della parete. Chiudiamo sottolineando la breve news apparsa la settimana scorsa su go-mountain che ci porta all'estremo opposto delle Americhe, in Patagonia, dove Elio Orlandi, Luca Fava e Horacio Codo hanno salito lo spigolo destro del pilastro Est del Fitz Roy. Otto giorni in parete per una grande avventura di cui aspettiamo di leggere i dettagli.

 
bullet nota 57/04 del 08-04-04
 INTRAISASS  8 aprile 2004.
Recensioni letterarie: prima di avventurarci nella cronaca della stagione extraeuropea appena cominciata, prendiamo un po' di fiato per inabissarci. Durante le vacanze pasquali diventeremo speleologi e leggeremo L'ombra del tempo di Andrea Gobetti. Ad introdurcelo Natalino Russo, lo speleologo campano apprezzato autore di Mohole, nonché fresco di stampa con il suo primo libri di racconti: Fratture. Dentro e fuori di noi.
Buona Pasqua e arrivederci a metà della prossima settimana...
 

L’ombra del tempo

Natalino Russo: «Non è vero che le grotte sono buie. Chi lo afferma ne è convinto per quel lumicino che gli speleologi portano sul casco. Dopo le Radici del cielo e la Frontiera da immaginare, lo scrittore di Matraia marca un nuovo confine e, con la solita sorprendente abilità, narra una evoluzione naturale. Nell'ombra del tempo passa una giovinezza, con giorni scanzonati di spedizioni messicane, e passa una maturità conquistata a suon di bevute, di pianti interiori e meno interiori, di fatiche immense e immense scoperte mute ipogee. Il mondo delle grotte tiene per sé tutte le grida, le gioie, i lutti. Portarli al sole è un'abilità non di speleologo né di narratore, ma delle due teste insieme...»

L'OMBRA DEL TEMPO

 

bullet nota 56/04 del 06-04-04
 RASSEGNA STAMPA  6 aprile 2004.
Himalaya: è tempo di partenza per le spedizioni himalayane. Frotte di alpinisti stanno per arrivare a Kathmandu per proseguire verso gli Ottomila. Poche novità degne di nota. Jean Christophe Lafaille continua la sua corsa senza ossigeno e in solitudine sui poderosi fianchi del Makalu. I russi di Alexander Odintsov ritornano sulla parete Nord dello Jannu dopo il coraggioso dietrofront dell'anno scorso. Gli italiani di Agostino Da Polenza partono dopodomani per osservare il K2 dall'Everest. Ricerche lungi-miranti. I friulani rappresentati dall'indomita Nives Meroi si apprestano ad affrontare il Lhotse accompagnati dallo scrittore/alpinista Erri De Luca. Leggiamo il solipsistico DALL'APPENNINO ALL'HIMALAYA (Il Mattino). Da segnalare tuttavia la delicata situazione della capitale nepalese in questi primi giorni di aprile. Nepal clashes leave 140 injured si legge sulle BBC News. Scioperi generali e guerriglia per le strade si stanno intensificando giorno dopo giorno. Sembra che il popolo del Nepal non ne possa più dell'attuale monarca e a gran voce richiede la riabilitazione del parlamento, licenziato illegittimamente nel 2002. Blocchi stradali alla periferia di Kathmandu rallentano, a volte impediscono, la partenza verso le grandi montagne.
Alpi Neozelandesi: leggiamo con curiosità letteraria il breve articolo apparso nei giorni scorsi sul Mail & Guardian: Lord of the Rings lures climbers to death. Si apprende che l'aver girato sulle montagne neozelandesi gli esterni del Signore degli Anelli, la celebre saga di Tolkjen, potrebbe aver provocato un notevole incremento delle frequenze di turisti stranieri in cerca di facili avventure. A mettere i freni su questa ambigua "promessa di avventura" è il New Zealand Mountain Safety Council dopo la recente morte di un giovane ventiduenne australiano, la decima vittima in 4 mesi nell'area del Mount Cook.


 
bullet nota 55/04 del 05-04-04
 INTRAISASS  5 aprile 2004.
Redazione: prima di annunciarvi, nei prossimi giorni, uno straordinario risultato raggiunto dalla nostra redazione dopo 4 anni di duro lavoro al progetto culturale intraisass, pubblichiamo la foto di chiusura del secondo volume. Lo scatto è di Alessandro Pianalto, il giovane fotografo attualmente in primo piano sulla pagina I FOTOGRAFI di intraisass. Ricordiamo che intraisass2 è ancora disponibile mediante una semplice e-mail alla nostra redazione (v. modalità) o passando direttamente in libreria.

 
bullet nota 54/04 del 02-04-04
 EDITORIA  2 aprile 2004.
Europa
: è in arrivo UP 2003, il nuovo annuario di alpinismo (e non solo) curato da Maurizio Oviglia ed Erik Svab. Un "in bocca al lupo" ai curatori della nuova coraggiosa iniziativa editoriale per i tipi della Versante Sud. Dettagli su www.up-climbing.com. Naturalmente le prime copie sono già disponibili nella nostra nuova libreria: LA CASA DI GIOVANNI. In futuro una recensione di approfondimento.



WWW.UP-CLIMBING.COM

UP 2003 - Annuario europeo di alpinismo
EDIZIONI VERSANTE SUD.
«In questo volume, curato da due importanti alpinisti italiani, Maurizio Oviglia ed Erik Svab, sono presentate tutte le realizzazioni di rilievo, in Europa, relative all'anno 2003 e suddivise per specialità (Bouldering, Falesia, Alpinismo, Ghiaccio). L'annuario vero e proprio è introdotto da una serie di articoli riguardanti vari aspetti significativi dell'alpinismo, per dare al lettore una visione d'insieme sulle cose successe l'anno passato ma anche sulle tendenze future. Sono inoltre presenti una sezione dedicata ai materiali tecnici e una ricca selezione di nuove e recenti realizzazioni, vie lunghe su roccia, su ghiaccio e falesie in Italia (speriamo nella prossima edizione di poter ampliare anche questo capitolo a tutto il territorio europeo). Infine una sezione è stata dedicata ai media, strumenti essenziali per muoversi all'interno del mondo alpinistico. E' segnalata una selezione di riviste europee e un ricco elenco commentato di siti internet».

Trento: riportiamo il breve comunicato stampa sul 33° PREMIO ITAS: «Sono 64 le opere iscritte alla 33° edizione del Premio ITAS del Libro di montagna, il più antico premio letterario italiano riservato ad opere che raccontano la montagna ed i suoi valori culturali attraverso la letteratura e la saggistica. Le opere iscritte al Premio saranno esaminate dalla giuria presieduta dallo scrittore Mario Rigoni Stern e composta anche da Ulderico Bernardi docente universitario e scrittore, Alberto Papuzzi giornalista e alpinista, Gino Tomasi Direttore emerito del Museo tridentino di scienze naturali e scrittore, Eugenio Turri Docente universitario e scrittore, Joseph Zoderer scrittore, Luciana Povoli segretaria. E dopo 17 di collaborazione e di vera amicizia con l'ITAS, il giornalista Emanuele Cassarà ha chiesto di lasciare l'incarico di giurato del Premio ITAS del Libro di montagna. Comunicando la sua decisione il giornalista e scrittore ha augurato ogni successo e fortuna al Premio. Con malincuore l'ITAS ha accolto la decisione di Emanuele Cassarà con il quale però si ripromette una sempre proficua vicinanza. La Giuria del Premio si riunirà prossimamente per deliberare l'assegnazione del Cardo d'Oro (dotato dell'importo di 5.200 Euro) e dei due Cardi d'Argento (ciascuno dotato di 2.600 Euro). La cerimonia di consegna del 33° Premio ITAS si svolgerà come da tradizione in occasione della settimana del Filmfestival internazionale montagna esplorazione “Città di Trento”, il giorno martedì 4 maggio ad ore 18 al Castello del Buonconsiglio di Trento. Le opere inviate per il Premio saranno affidate alla Biblioteca della Montagna Sat dove è stato costituito il “Fondo Premio ITAS del libro di montagna”» (Marco Benedetti - Ufficio Stampa Filmfestival della Montagna).

 

bullet nota 53/04 del 01-04-04
 ESCURSIONISMO CACUMINALE  1 aprile 2004.
Milano: interessante per linguaggio :-[...]-: e contenuti il comunicato emesso dall'ufficio stampa del CAI in merito agl'incombenti trekking in partenza per il K2: «Fatti e non parole: lo chiedono a gran voce i Soci della più grande associazione di “montanismo” italiana, gli oltre trecentomila Soci del Cai, che testa e zaino sulle spalle si rivolgono ai cugini della grande famiglia ambientalista. Strumentali e prive di riscontri scientificamente provati le accuse rivolte ai trekkers del Club Alpino Italiano che dopo 50 anni dalla conquista italiana della vetta del K2, intendono celebrare “la montagna degli Italiani” con un trekking all'insegna della conoscenza etnografica, naturalistica e della tutela dell'ambiente. Fuori luogo, di nome e di fatto, i rimbrotti... [...] A fronte di tanto impegno programmatico, progettuale e organizzativo per garantire il minor impatto ambientale ed anzi migliorare le condizioni di partenza, il Cai rispedisce al mittente le accuse di “inquinamento” ritenute semplicistiche e pregiudiziali, rivoltegli da un gruppo eterogeneo che comprende, tra gli altri, anche coloro che stanno organizzando parallelamente negli stessi luoghi e negli stessi mesi dei trekking K2 Cai, numerose e impattanti spedizioni alpinistiche in grande stile, che andranno come da programma a toccare ambiti di frontiera culminali o cacuminali ad alta o altissima quota (fino alla cima stessa del K2), dagli equilibri ecologici quanto mai delicati» - leggiamo nel comunicato stampa "I SOCI DEL CAI SUL BALTORO A RAGION VEDUTA" del Club Alpino Italiano. Una postilla letteraria: chi tra noi, comuni mortali ghiotti di letteratura, arriverebbe a cogliere il sottile passaggio tra culminale e cacuminale. Bisognerebbe forse essere esperti di montanismo - una nuova forma di alpinismo import/export anglosassone - o antichi retori. Certo, si voglia anche far derivare il sostantivo cacume, latino <cacumen> da cui l'eccelso e letterario cacuminale, dall'antichissima radice indoerupea <ak>, ‘cima', per il nostro udito cacume prende vie d'associazione direttamente collegate a quei segni e profumi organici che spesso si trovano non proprio al culmine delle nostre uscite outdoor, nella eccelsa e immacolata vetta, ma nei pressi, fuori dalla porta del nostro soggiorno, il luogo dove non ci mostriamo. I greci la/lo chiamavano <Kakós> (‘cattivo'). I paleoveneti <caca>. Gli italiani moderni non sta a noi dirlo.
 ALPINISMO  1 aprile 2004.
Lecco: per cambiare aria leggiamo l'intervista di Giorgio Spreafico a un mito dell'alpinismo contemporaneo, Andrej Stremfelj: Stremfelj, voce del verbo scalare. Il fuoriclasse racconta a Lecco la sua famiglia-cordata e la leggendaria scuola slovena oggi in crisi di ricambio (La Provincia di Lecco).

 
bullet nota 52/04 del 31-03-04
 INTRAISASS  31 marzo 2004.
Notturna al Musinè - Un sentiero luminoso di Renato Fassino.
«Nel libro Musinè Magico di Giuditta Dembech si legge di enormi quantità di energia che fuoriescono proprio da questa cima, primo baluardo roccioso ad ovest di Torino. Questo punto energetico, unitamente a pochi altri sulla terra, fungerebbe da antenna per giganteschi fiumi energetici. Vi si legge inoltre che salire sulla cima del Musinè all'alba permette di assorbire il picco massimo di questa energia, detta “sincronica”, emessa vero il cielo... Non ho mai potuto verificare la presenza di un siffatto fenomeno, ma posso garantire che il cammino verso la cima accompagnato dal tramutarsi della notte in giorno, è un'esperienza che rigenera le “batterie” per un bel po' di tempo...» - leggiamo il racconto del nostro nuovo autore piemontese, artista sperimentatore e amante della luce. Nuova entrata nella sezione SPECIAL- ALPINISMO ANTE LITTERAM.


 
bullet nota 51/04 del 29-03-04
 CULTURA  29 marzo 2004.
Trento: «Sono 58, documentari e fiction, le opere provenienti da 21 paesi, in concorso al 52° Filmfestival internazionale montagna esplorazione avventura “Città di Trento” la più antica rassegna cinematografica mondiale dedicata al cinema di alpinismo, avventura, esplorazione, in programma a Trento dall'1 al 9 maggio 2004. Nel cartellone delle opere in concorso per l'assegnazione delle Genziane d'Oro e d'argento e del Premio del pubblico, riservato alle opere di fiction, diverse anteprime per l'Italia: a cominciare dall'atteso Touching the void, tratto dal best sellers “La Morte sospesa” di Joe Simpson, e da Deep blu” un affascinante film sulla vita nelle profondità del mare che la Luky Red porterà a Trento in anteprima dopo Himalaya e “Le peuple migrateur, vincitori entrambi del "Gran Premio Città di Trento". Altri 17 documentari figurano nelle  sei  sezioni speciali della rassegna  cinematografica....» - leggiamo nel nuovo comunicato stampa del Filmfestival.
 ALPINISMO  29 marzo 2004.
Roma: pompa magna, politica e religione, in perfetta ri-ambientazione celebrativa per il gruppo di alpinisti in partenza per Karakoram e Himalaya, si legge su ADN Kronos: K2 2004, dal Papa e da Ciampi la squadra degli alpinisti. «In verità vi dico, fratelli alpinisti, una bella croce sulla vetta del K2 ci potrebbe anche stare. Basta che a portarla non sia Mike Bongiorno... Sapete, l'ultima volta al Polo Nord, ha fatto un po' di fatica, estrema, il nostro testimonial. Abbiamo dovuto sceneggiare tutto. Non è il caso questa volta. Dobbiamo mostrare al mondo di che pasta è fatto l'italiano moderno. Non solo superficie, superficie. Profondità, profondità questa volta. Profondità? Profondità di visioni. Tasche! Profondità di tasche! Ops... Volevo dire TASK: compito, lavoro, dovere, incombenza, mansione. Studiate bene l'inglese, italiani, sempre. Avanti...» - [tratto da Improvvisazioni alpinistiche, Giovanni Acer, vol.1 2004].
Canada: Raphael Slawinski ritorna a far parlare di sé su climbing.com e della parete Nord del Mount Temple (v. nota 44/04) dove è ritornato per un secondo itinerario invernale, questa volta accompagnato da Valery Babanov, recentemente trasferitosi in Canada. Al primo approccio con le montagne della sua nuova residenza, l'alpinista russo porta a casa la prima salita invernale e probabilmente la seconda integrale della Sphinx Face, una difficile linea del 1988 aperta da Ward Robinson e Rob Orvig. Un bivacco e M6 drytooling sulle sezioni di V+/A2. Salita e discesa per lo stesso percorso a causa delle pericolose condizioni nevose della montagna.

 
bullet nota 50/04 del 25-03-04
 INTRAISASS  25 marzo 2004.
Parole Verticali: in un periodo di assestamento della nostra redazione, causa aggiornamento nuova libreria, ritorniamo a leggere Lawrence Ferlinghetti in uno dei passi memorabili di Strade sterrate per posti sperduti: «So passing strange mountains...». Una visita al grande poeta americano su www.citylights.com, il sito della sua libreria/casa editrice a San Francisco.

 
bullet nota 49/04 del 23-03-04
 CULTURA  23 marzo 2004.
Rovereto: a un mese dalla chiusura di uno degli eventi più importanti che il mondo culturale della montagna ricordi, vi presentiamo la recensione Montagna. Arte, scienza, mito da Dürer a Warhol, la straordinaria mostra ospitata presso il Mart di Rovereto fino al 18 aprile. A parlarcene la nostra esperta d'arte, l'udinese Melania Lunazzi.
 

Cézanne - Mont Sainte Victoire

MART - ROVERETO fino al 18 aprile
Melania Lunazzi: «Preparatevi per un lungo viaggio, anzi, per un'ascensione. A voi la scelta di condurla fino in fondo e di confrontarvi anche con i passaggi più difficili, di resistere ai momenti di stanchezza e di concedervi una sosta o di cercare delle scorciatoie più confacenti al vostro allenamento. Visitare questa mostra sarà proprio come andare in montagna. Sta a voi sublimare la fatica anche in godimento spirituale. Non sono pochi sei secoli di pittura e arte e con essi circa 400 opere di 143 artisti e 32 scienziati, che potete centellinare attraverso 38 sale...»
Montagna. Arte, scienza, mito da Dürer a Warhol

 POLITICA  23 marzo 2004.
Nepal: sembra non finire più l'estenuante guerra civile cominciata nel 1996 dai ribelli maoisti. Ad aggravare la situazione nel 2001 l'insediamento impopolare e violento del re Gyanendra. Ad agosto dell'anno scorso si erano aperti dei colloqui di pace che dopo tre incontri inconcludenti, anche per differenti richieste dei ribelli, hanno portato agli scontri durissimi di questi giorni. A Beni, nel distretto di Myagdi, 300 chilometri a nord-ovest di Kathmandu, non distante dalla strada che porta all'Annapurna e al Dhaulagiri, l'esercito governativo si è scontrato con i ribelli dando vita alla battaglia più sanguinosa da quando è cominciata la guerriglia: si parla di 130 morti tra i ribelli. In un primo momento molti quotidiani hanno riportato la notizia di 500 deceduti. Comunque sia, la situazione è grave. Ancora una volta a parlare sono le armi, e non le idee, le teste, le persone, che hanno generato il conflitto. Leggiamo Nepal fighting leaves '130 dead' (BBC News).

 

bullet nota 48/04 del 19-03-04
 ALPINISMO e DISAGIO  19 marzo 2004.
Padova: importante e alternativo appuntamento in programma questa sera presso la Sala Modigliani in Via Scrovegni – Zona Fiera – Dipartimenti Universitari. La Sezione CAI di Padova ha chiamato Angelo Pozzi a illustrare ALPITEAM «SCUOLA DI ALPINISMO LOMBARDA» Il silenzio dentro – La cultura della montagna: corso di alpinismo per i giovani inseriti nella comunità Arca di Como, comunità che si occupa di disagio giovanile, in particolare tossicodipendenze. Un modo per trasmettere agli allievi non solo nozioni tecniche, ma sottolineare l'importanza della trasmissione dei valori, delle conoscenze, delle sensazioni che l'ambiente alpino comunica. Appuntamento alle ore 21:00.
Castione della Presolana: per meglio capire la specificità dell'azione terapeutica della montagna invitiamo i nostri lettori a leggere il reportage scritto dalla nostra corrispondente Paola Lugo a riassunto della giornata La montagna che cura del 6 marzo scorso: «Pochi elementi del paesaggio sono carichi di simboli come la montagna: nell'immaginario collettivo le cime innevate e i verdi pascoli rappresentano non solo un'oasi di benessere, agli antipodi delle città venefiche portatrici di stress e malattie, ma anche un luogo di meditazione e di crescita interiore. Per approfondire il legame che lega la Montagna alla salute fisica, ma anche spirituale e psichica, dell'uomo moderno...».

 
bullet nota 47/04 del 18-03-04
 ALPINISMO EXTRAEUROPEO  18 marzo 2004.
Pakistan: aggiorniamo la lista delle spedizioni dirette in Pakistan, rittoccando la nostra riga sui progetti italiani (v. nota 45/04). Una spedizione di esperti alpinisti partirà infatti dall'Italia alla volta delle valli del Saltoro e del Kondus, zone di confine contese durante il conflitto Pakistan-India per il Kashmir e recentemente aperte al pubblico. Il gruppo di alpinisti, finora composto da Luca Maspes, Maurizio Giordani ed Ezio Marlier, si confronterà con roccia, ghiaccio e cime vergini di grande impegno e bellezza. Sempre restando su alpinismo esplorativo ad alto livello tecnico ci è segnalata in partenza una spedizione slovena che tenterà in stile alpino la parete Est del K6, il versante opposto a quello in cui andranno House e compagni. Tre gli alpinisti, di cui vi daremo in seguito notizie.

 
bullet nota 46/04 del 17-03-04
 CASO K2  17 marzo 2004.
Made in Italy: mentre al Teatro Donizetti di Bergamo si è chiusa con successo la serata dedicata ai protagonisti del progetto "K2 2004 - 50 anni dopo", con l'annuncio che il «riconoscimento agli italiani illustri nel mondo della fondazione Marzio Tremaglia verrà assegnato per l'anno 2004 ad Achille Compagnoni e Lino Lacedelli» (montagna.org), l'Ufficio Stampa del CAI promulga il seguente comunicato: IL CAI RIBADISCE IL SUO CONTRIBUTO PER LA VERITA' - La nomina di tre saggi per un giudizio storico sulla prima salita al K2. Questo l'inizio: «Una lettera scritta da 25 persone tra cui giornalisti, storici, economisti e docenti universitari in cui si chiedeva in dicembre al Club Alpino Italiano l'avvio di una ricerca storiografica sulle sofferte vicende della conquista del K2 nel 1954 e sui casi intercorsi in quei difficili giorni a Walter Bonatti, ha indotto il Consiglio centrale del CAI ad affidare a tre saggi l'incarico di esprimere un giudizio storico sull'evento e sui suoi protagonisti». Insomma, siamo giunti a ciò che nel prossimo capitolo di Alpinismo e storia d'Italia sarà ricordato come la «Lettera ai tre saggi». Con tutto il rispetto per i tre luminari (specie l'insuperato Fosco Maraini), magari coinvolti loro malgrado, a noi sembra che questo sommovimento intellettuale - d'insensata misura rispetto all'oggetto dibattuto - stia prendendo le sembianze di una farsa, di una rappresentazione tragicomica che per l'ambiguità del caso si potrebbe intitolare, soprassedendo alla particolarità del luogo e parafrasando un altro celebre titolo, «Ambizione - Storia di un caso» (il K è 2, am-bi-guo, per gli italiani si è diviso in 2, bi-fronte, la ragione probabilmente non sta né qua né là, Lacedelli-Compagnoni hanno commesso l'errore di raccontare poco, Bonatti di fare troppo. L'ambizione, non quella sana poiché si è giocato a dadi con la vita di alcune persone, ha guidato tutto e tutti). Già, a noi sembra che l'universalità del K2 italiano stia proprio in questo. La rappresentazione perfetta di quella disposizione dell'animo, una volta assai collettiva, ora più individuale, chiamata ambizione.
 PERSONAGGI  17 marzo 2004.
Ferrara: evento straordinario questa sera in una città di grandi tradizioni letterarie. Mauro Corona scenderà in pianura per presentare il suo ultimo libro, Nel legno e nella pietra, presso la Sala Estense nella bellissima Piazza Municipale. Appuntamento alle ore 18:00 per tutti gli amici ferraresi.
Lecco: un articolo di Giorgio Spreafico su La Provincia di Lecco ci informa sulla degenza ospedaliera di Mario Manica (v. nota 37/04 ) Leggiamo Tappa in ospedale per l'accademico trentino. Dopo il dramma in Venezuela Manica ricomincia da Lecco.


 
bullet nota 45/04 del 16-03-04
 ALPINISMO EXTRAEUROPEO  16 marzo 2004.
Pakistan: comincia a prendere forma definitiva la lista ufficiale delle spedizioni che saranno impegnate la prossima estate sulle grandi montagne pakistane. In testa alle cime più gettonate, letteralmente, considerando i gettoni/soldoni che gli alpinisti dovranno pagare per i permessi, nonostante i ciclici sconti, il Gasherbrum II, con 12 spedizioni pronte ad affrontarlo, molte delle quali con la possibilità di riporre tracce anche sul vicino Gasherbrum I. A ruota segue il celeberrimo e quest'anno celebrato K2. 10 gruppi o grupponi si daranno la mano [...] sul versante pakistano (su quello cinese non è ancora dato di sapere il numero ufficiale). Tre di questi italiani o semi (in verità uno è svizzero-italiano guidato da Karl Kobler). Non male come frequentazione anche il Broad Peak con 8 spedizioni (tra le quali quella degli amici vicentini guidati da Giampaolo Casarotto). Parte di queste condividono il permesso con il K2. In fondo alla classifica degli 8000 pakistani, come abitudine, troviamo il Nanga Parbat, visitato quest'anno da colombiani, sloveni e austriaci. Pochi i progetti degni di nota. Specie da parte italiana (fuori dal coro una spedizione esplorativa nell'Hindu Kush che tenterà nuovi 6000 non ancora catalogati nel catasto pakistano e quindi, in teoria, non per/seguibili a priori con le royalty e con le nostre "indagini" giornalistiche). Da segnalare la spedizione sloveno/americana guidata da Steven House che tenterà il Kapura Peak (6544 m) per poi spostarsi sul Nanga Parbat, K6 e K7, e in Charakusa Valley (seguite il link per sognare un po'). Un spedizione giapponese sarà invece impegnata sul Puparish I (6824 m) e una polacca sul Kunyang Kish (7400 m). Infine, due gruppi di alpinisti, spagnoli e australiani, saranno ai piedi dello Spantik (7027 m). A fare cosa, lo scopriremo in futuro.
 ARTE  16 marzo 2004.
Milano: «La mia arte? È come una passeggiata» - A Milano la nuova esposizione racconta il fascino di lavori realizzati nel e con il paesaggio. L'ispirazione nasce anche dai disegni degli uomini primitivi (Corriere della Sera). Singolare esposizione dell'artista contemporaneo inglese Richard Long e del pittore indiano Jivya Mashe al PAC, via Palestro 14, di Milano, fino al 6 giugno.

 
bullet nota 44/04 del 12-03-04
 ALPINISMO  12 marzo 2004.
Canada: mentre molte piccozze si consumano all'ombra delle grotte canadesi, apprendiamo da climbing.com che prima della fine di febbraio Ben Firth e Raphael Slawinski sono riusciti a mettere in pratica le tecniche di dry-tooling sulle grandi montagne rocciose canadesi, le Canadies Rockies, per risolvere uno degli itinerari più volte tentato durante la stagione invernale, la Greenwood-Locke Route sulla parete Nord del Mount Temple. Per risolvere i 1200 metri dell'ambito itinerario, con difficoltà classiche non elevate (V+, A1), quelle che meglio ricevono le condizioni invernali, Fith e Slawinski hanno impiegato tre giorni, con un bivacco in parete e uno durante la discesa. I due alpinisti, scesi dalla montagna, non hanno nascosto il loro entusiasmo per aver completamente salito la parete utilizzando le moderne tecniche di drytooling, tecniche che hanno permesso di risolvere un itinerario sempre fallito e che possono trovare dunque il loro giusto compimento sulle grandi pareti in stile alpino. Scoperta, d'altra parte, dell'acqua calda. Scozzesi docet.
Antartide: sempre su climbing.com si legge della recente realizzazione della cordata americana Josh Helling e Mike Libecki in una remota zona meridionale del continente antartico, nella Queen Maud Land, caratterizzata da un'emersione spettacolare di pareti di granito. I due alpinisti, dopo aver passato due settimane a circumnavigare la zona con gli sci, hanno scelto la triangolare parete Ovest del Monte Fenris, 600 metri di roccia affrontati con tecniche di bigwall (14 lunghezze di corda per 16 giorni di arrampicata appoggiandosi a 5 posti di bivacco su portaledge; difficoltà di A4, con tratti di arrampicata libera superiori al VI e salibili solo con le scarpette, nonostante il freddo polare).

 
bullet nota 43/04 del 11-03-04
 STORIE  11 marzo 2004.
Horror: «Due uomini, giovani, immobili ai piedi di una parete. Stesi. Legati a una corda. Uno morto, certamente. L'altro messo male. Respira ancora. Le parti del corpo non coperte da vestiti, tumefatte. Sconvolte da un centinaio di punture. D'insetti. Api o calabroni. Non posso dire altro...» - poche righe, un messaggio del primo soccorritore, forse l'inizio di un racconto di genere horror-climbing. Invece non lo è. Una libera traduzione di un fatto accaduto qualche giorno fa in Arizona: Swarm suspected in death of Camelback climber (azcentral.com).

 
bullet nota 42/04 del 10-03-04
 CULTURA  10 marzo 2004.
Trento: comincia a delinearsi la fisionomia della nuova edizione del FILMFESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA MONTAGNA “CITTA' DI TRENTO”. «Dal 2 al 9 maggio a Trento, "Città alpina dell'anno 2004", il 52° Filmfestival internazionale della montagna esplorazione avventura "Città di Trento", la più antica rassegna cinematografica mondiale dedicata al cinema di alpinismo, avventura, esplorazione, renderà omaggio al K2 e alla figura del romanziere Jules Verne...». Se per la "montagna degli italiani" già si sapeva, davvero un'intrigante sorpresa l'omaggio a Julius Verne. Quasi a dire "tutti a mare", 20mila leghe sotto i mari dopo gli 8mila metri nazionalpopolari. Leggiamo il comunicato culturale.

 
bullet nota 41/04 del 09-03-04
 INTRAISASS  9 marzo 2004.
Recensioni letterarie: in arrivo la recensione di uno dei libri più belli e importanti che abbiamo letto negli ultimi anni. A presentarlo alla sempre più vasta platea di intraisass (febbraio ha registrato nuovi record weblogs con punte di 670 visitatori unici-1835 pagine-12401 files-17630 hits/giornata + la presenza costante da più di un anno nei TOP 30 dell'autorevole classifica shinystat di letteratura italiana. Sottolineiamo letteratura italiana, non solo alpinismo, specificando che Shinystat è il più importante gestore di statistiche in Italia e che noi facciamo monitorare appena 2+1 pagine delle 477 dell'intero sito: la COPERTINA, la prima ALTRE INTRANEWS + la pagina della LIBRERIA, quest'ultima come escamotage a cui rimandiamo i visitatori della classifica nell'ultimo mese)... a presentare, dicevamo, Il mio mondo verticale, il bellunese Flavio Faoro.

 
Flavio Faoro: «...Diciamolo subito, è un bel libro, uno di quei libri che quando li hai iniziati sei contento di aver ancora centinaia di pagine lì davanti, che ti aspettano. E' bello perché racconta la storia per noi misteriosa di questo alpinismo polacco, fatto, prima di tutto, di grande impegno e fatica per il superamento non delle difficoltà in parete o sulle cime, ma dei problemi economici, burocratici, di trasporto. Un assillo costante, queste difficoltà, che attraversa tutto il libro, lasciandoci stupiti per la forza di volontà e la determinazione con cui questi alpinisti riuscivano a partire da casa per raggiungere non solo l'Himalaya o le Ande, ma anche le Alpi...»

Il mio mondo verticale di Jerzy Kukuczka

 

bullet nota 40/04 del 08-03-04
 FESTA DELLA DONNA  8 marzo 2004.
Parole Verticali: la verticalità è donna nella scrittura della più grande poetessa contemporanea italiana, Alda Merini, alla quale dedichiamo la rubrica di poesia di oggi, 8 marzo. Leggiamo Perché mi dici cose fuggenti - quasi a sottolineare i giorni difficili che sta passando la poetessa milanese. Molti amici e ammiratori si stanno dando da fare in http://www.aldamerini.splinder.it/. Altre notizie su www.aldamerini.com.

 
bullet nota 39/04 del 05-03-04
 INTRAISASS  5 marzo 2004.
Piove - Una scrittura segreta di Eros Pedrini.
Con un presagio di ciò che potrebbe aspettarci nei giorni a venire, un'altra piccola perla di letteratura si aggiunge alla sezione SPECIAL- ALPINISMO ANTE LITTERAM. L'autore bresciano ci porta alla scoperta di una scrittura segreta rimasta imprigionata non solo tra gli archivi pubblicazione della nostra redazione, da qualche mese sottosopra, ma pure tra le pagine di una memoria. Quale - sarà compito del lettore scoprire.
 CONTESTO BOULDER  5 marzo 2004.
Vicenza: accattivante corollario alpinistico ed extra-alpinistico al raduno BLOC THE TIME presso la nuova palestra Vertical Time in via Zamenhof 697 (Vicenza Est, vicino alla Coldiretti) gestita dalla guida alpina Michele Guerrini. Prima e dopo il meeting di boulder in programma per domenica 7 marzo (inizio ore 10:00, finali ore 17:00) due interessanti corollari: sabato 6 marzo Pietro Dal Prà (l'altra guida alpina di Vicenza, residente a Cortina) presenta «Con la testa tra le nuvole», ore 21, presso il salone del Palazzo del Monte di Pietà, in Contrà Del Monte 13, Vicenza; infine, domenica sera, a chiusura del raduno, grande festa all'Osteria La Quercia, in via San Rocco 25 a Villabalzana: musica dal vivo con «The oldies: nonsolobeatles».


 
bullet nota 38/04 del 03-03-04
 APPUNTAMENTI CULTURALI  3 marzo 2004.
Castione della Presolana: in questo principio di marzo ricco di iniziative culturali segnaliamo l'importante giornata di sabato 6 marzo organizzata dalla Cooperativa bergamasca Sport e Cultura presso il Palazzetto dei Convegni - Bratto - Castione della Presolana. LA MONTAGNA CHE CURA montagna e salute, progetto curato dall'infaticabile prof. Davide Torri, prevede l'inizio della giornata-studio alle ore 9:30 con l'intervento di importanti relatori che si alterneranno nell'esporre i seguenti argomenti: LA MONTAGNA CHE CURA LO SPIRITO/LA MENTE/IL DISAGIO/IL CORPO. La chiusura dei lavori è prevista per le 17:30 con il CONCERTO LA MUSICA DELLA MONTAGNA CHE CURA. Corollario alla conferenza proiezioni di film, videointerviste, una mostra fotografica e un'esposizione di libri (curata dalla nostra redazione). Saranno presenti medici, guide alpine, alpinisti, responsabili di progetti pilota, educatori, amministratori che racconteranno la loro esperienza. Un programma dettagliato nel comunicato culturale.
RAI 3: altro appuntamento da non perdere, venerdì 5 marzo ore 18:15, la proiezione in anteprima nazionale del documentario UOMINI E SASSI all'interno del programma Geo&Geo. Per la regia di Gino Cammarota, 40 minuti di poesia, natura e verticalità con la partecipazione straordinaria di Ivan Guerini (v. ritratto), l'incomparabile Val di Mello e un melat. La storia di una valle attraverso gli occhi e le tracce di un contadino e di un esploratore verticale.
Critical MASS: ricordate i recenti divieti sullo sci? Questa sera a Foppolo (BG) ore 21:30, presso il Piazzale degli Alberghi ci sarà Full Moon Climb, «per dire che le piste da sci non sono "la montagna"» e tante altre cose. >> www.freerider.it/critical.htm << L'uso sovversivo del freeride.


 
bullet nota 37/04 del 02-03-04
 ALPINISMO EXTRAEUROPEO  2 marzo 2004.
Mario Manica: c'è chi l'ha saputo attraverso il passaparola tra amici, c'è chi l'ha appreso dai quotidiani locali. L'alpinista accademico di Rovereto, Mario Manica, grande esperto di esplorazione alpinistica, mentre era impegnato sulle pareti dell'Acopan, Venezuela, insieme con i compagni Manrico Dell'Agnola e Giorgio Menghitti, ha fatto un notevole volo. Fratture ad entrambe le gambe, soccorso rocambolesco in zone selvagge, ricovero a Caracas (Brasile) e rientro previsto a giorni in Italia. Alcuni dettagli su Vola in parete, si frattura le gambe (L'Adige). Da parte nostra l'augurio di pronta e completa guarigione per ritornare sulle grandi pareti inesplorate tanto care all'alpinista roveretano.
Simone Moro: dopo la spedizione invernale sullo Shisha Pangma l'alpinista bergamasco continua la sua strada verso obiettivi ambiziosi, obiettivi che si avvicinano sempre più al grande alpinismo, all'esplorazione su grandi montagne in stile alpino. L'attenzione di Simone Moro si sposterà stavolta sulla mirabile parete Nord del Baruntse (7126 m), 2000 metri di ghiaccio e roccia verticali mai affrontati da nessun scalatore nonostante la sua intrigante/inquietante presenza di fronte alla conosciuta e molto frequentata parete Sud del Lhotse. Compagni di avventura saranno Denis Urubko, l'alpinista kazako con cui si "accoppiò" nel 1999 nel tentativo traversata Everest-Lhotse, e la guida alpina bergamasca Bruno Tassi, il Camos. Subito dopo Simone e Denis andranno «a tentare la parete Nord dell'Annapurna (8091 m, l'ottomila meno salito e con il più alto numero di insuccessi) lungo la Via dei francesi (in blu nella foto, rossa quella dei polacchi). C'è anche la possibilità e la volontà di tentare qualcosa di nuovo su quella parete ma vogliamo prima arrivare al campo base ed osservare attentamente di persona, i pericoli oggettivi di questo gigante che, ahimè, ha più morti che salitori in vetta...». Per ulteriori informazioni www.simonemoro.com.
Esplorazione economica: proseguendo sul tema dominante della nota di oggi leggiamo su Repubblica.it - Affari e Finanza, L'evento mediatico della riconquista del K2. Per celebrare il cinquantenario una nuova spedizione ricca di merchandising, sponsor, pubblicità, memorabilia di ogni tipo. Da sottolineare il prefisso RI (conquista) che compare più o meno consapevolmente nel titolo dell'articolo di Gabriele Di Matteo. In verità si tratta di una vera e propria ri-conquista, dove l'aspetto esplorativo c'è. Eccome se C'E', si apprende nell'articolo. In un modo o nell'altro never stop exploring.


 
bullet nota 36/04 del 01-03-04
 APPUNTAMENTI CULTURALI  1 marzo 2004.
Le Tracce: inizia domani martedì 2 marzo presso la sala conferenze del Ristorante Tamburello di Castelfranco Veneto il ciclo di serate a tema I magici mondi della natura organizzato dal Gruppo Naturalistico Le Tracce. In prima serata, ore 20:30, «Gli ungulati: camoscio, capriolo, cervo e stambecco» relatori Davide Berton e Franco Miotto. Ecco il programma.

 
bullet nota 35/04 del 27-02-04
 INTRAISASS  27 febbraio 2004.
Recensioni letterarie: continuiamo le nostre incursioni nell'alpinismo invernale (altre news e intervista a Rossano Libera su go-mountain) presentandovi una trilogia di libri per ricordare Piero Rossi, l'alpinista e intellettuale bellunese scomparso nel 1983. L'anello di congiunzione sono le due vignette tratte da Alpinismo acrobatico dedicate all'alpinismo invernale, nonché le nostre precedenti pagine dedicate a Franco Miotto e Riccardo Bee, i due alpinisti più vicini al "vate" bellunese e protagonisti di grandi ascensioni nella stagione fredda.
 
Marco Conte: «Ricordare in modo appropriato l'anniversario della scomparsa di un personaggio importante del mondo della cultura, specie se di un autore legato in qualche modo all'universo della montagna, non è sempre cosa facile: espressioni retoriche ed inutili discorsi celebrativi sono spesso in agguato, uniti talvolta ad un'anacronistica celebrazione del “bel tempo che fu”. Per un intellettuale della statura di Piero Rossi, alpinista ed autore bellunese mancato prematuramente nel gennaio del 1983, il pericolo era appunto questo: erigere per i posteri un bel monumento di parole vuote per poter meglio dimenticare quanto di buono ci ha veramente lasciato questo singolare "alpinista della nuova Europa", secondo una recente ed indovinata definizione dell'ex presidente generale del CAI Roberto De Martin. Non questa è stata tuttavia la strada scelta dalla Nuovi Sentieri Editrice di Belluno di Bepi Pellegrinon, che nel ventesimo anniversario della morte di Piero Rossi ha scelto di dare alle stampe una serie di distinte ed eleganti pubblicazioni, tutte ugualmente utili per riscoprire il pensiero ancora perfettamente attuale di questo “vate” dell'alpinismo e del pensiero ecologista».

Ricordando Piero Rossi

 

bullet nota 34/04 del 26-02-04
 ALPINISMO INVERNALE  26 febbraio 2004.
Inverno Russo: riprendendo la nota 22/04 andiamo a vedere i risultati delle due spedizioni che sapevamo in parete. Sul Monte Aksu (5350 m) la squadra guidata da Zaharov e Belezin è ri-uscita a uscire dalla verticale parete Nord alle ore 12 del 24 febbraio, tracciando un itinerario di notevole bellezza e difficoltà: 36 lunghezze di corda su una parete compatta e spesso incrostata di neve (per farvi un'idea non esitate a entrare nel reportage di Mountain.Ru)! Diversa sorte invece per il team russo impegnato sul Monte Shkhara (5068 m), le Grandes Jorasses del Caucaso. Il maltempo non ha permesso di proseguire obbligando gli alpinisti alla rinuncia definitiva.
Progetto Alpino: non si può non accennare al progetto alpino presentato in questi giorni dalla collaudata cordata Patrick Berhault e Philippe Magnin, progetto che dovrebbe partire sul limitare dell'inverno, ai primi di marzo: 82 4000 per 82 giorni, un viaggio attraverso le grandi montagne delle Alpi. Scontato il commento di molti: c'è chi non li fa in una vita, c'è chi li fa in una stagione. Full immersion VS Full desperation.
 
Fotografi: è giunto il momento di lasciare spazio a uno dei nostri maggiori collaboratori in fatto di fotografia (le foto del sito della libreria e l'attuale sfondo di Parole Verticali sono opera sua). Alessandro Pianalto, giovanissimo e promettente fotografo vicentino, ci regala per la nostra copertina uno scatto recente sulle Piccole Dolomiti, ingolfate di neve e a rischio di improvvise cadute... gergali.

 

bullet nota 33/04 del 25-02-04
 VARIE  25 febbraio 2004.
Alpinismo invernale: probabile errata corrige da inserire nella nota precedente. Fabio Palma ci segnala che Hiroshima è probabilmente «stata ripetuta due anni fa da una cordata svizzera (mandata là da Pedeferri...). Da controllare, ma quasi certo». Mettiamo subito in moto i nostri ricercatori...
Alpinismo e solidarietà: «Terza serata giovedì per l'iniziativa «Alpinismo e solidarietà», organizzata dalla Sat di Riva in collaborazione con il Circolo Culturale «Zanelli», le Guide Alpine di Arco e l'associazione «Serenella». Ospite d'eccezione l'alpinista Giuliano Bressan, 55 anni, istruttore della scuola centrale di alpinismo, presidente della commissione centrale materiali e tecniche del Cai. Bressan ha al suo attivo oltre a più di 900 salite su tutto l'arco alpino, svariate spedizioni alpinistiche in America del Sud, Stati Uniti e Africa. Giovedì, all'auditorium delle scuole medie Scipio Sighele (ore 20:45), presenterà alcuni trekking in Algeria, Giordania, Egitto e Mali. L'iniziativa mira anche a raccogliere fondi per il sostegno ai ragazzi di strada in Argentina» - si legge su L'Adige per presentare l'incontro di domani sera, Montagne e deserti. Visitate il sito Alpinismo & Solidarietà.

 
bullet nota 32/04 del 23-02-04
 ALPINISMO INVERNALE  23 febbraio 2004.
Pizzo Badile: era da sabato mattina che seguivamo con apprensione e curiosità l'avventura dell'«esperto alpinista lombardo» - così la stampa locale lo tratteggiava e alcuni di "questi" sono tra i nostri migliori amici - dato per scomparso dopo una salita sul Pizzo Badile. Chi conosce la storia dell'alpinismo invernale delle Alpi Centrali e in particolar modo del versante settentrionale del Badile sa quanto può essere "intrigante" una voce del genere. Bene, la vicenda si è conclusa. Già le pagine dei quotidiani di ieri ne davano notizia: Tre notti a oltre 3000 metri: è sano e salvo (La Provincia di Sondrio). In somma: «il forte valtellinese Rossano Libera ha portato a termine una delle più belle invernali solitarie di questo inverno, sulla parete Ovest del Pizzo Badile (Masino-Bregaglia) lungo la RINGO STAR, magica via dell'indimenticato Tarcisio Fazzini. Bloccato in cima dal tempo brutto è sceso ieri al Rifugio Giannetti in compagnia di amici del soccorso alpino. Rossano, insieme al fratello Valentino, sono nomi conosciuti sulle montagne valtellinesi, autori di itinerari di altissima difficoltà sulle pareti più inaccessibili della Val Codera e dell'irripetuta Hiroshima sulla Est dello stesso Badile» (la fonte è uno di quegli amici sempre in prima linea quando si tratta di queste avventure).
Lagorai: all'inizio dell'inverno avevamo avuto notizia di una impegnativa nuova salita sul Colbricon da parte dei ferraresi, sempre in attività. Stavamo preparando una pagina extra, poi black out dei computer. Qualcosa abbiamo recuperato. In tempi di festività natalizie, il 27 dicembre Michele Scuccimarra e Michele Ghelli hanno aperto sulla Spalla Est del Colbricon Il Gioco dell'Ocra, 250 metri, 9 tiri, TD (diff.max VI-). Sulle condizioni invernali delle fessure abbiamo controllato noi stessi le mani degli apritori, qualche giorno dopo. Per il momento ecco una foto.
Piccole Dolomiti: bella linea aperta sul versante Nord di Cima Mosca il 14 febbraio 2004 da parte di Tarcisio Bellò, Giuliano Dani e Daniele Geremia. Il vajo Filo d'Arianna presenta una scalata di misto valutata ED+ dai primi salitori che hanno superato inizialmente «una fessura estrema e repulsiva di M6+. L'arrampicata, oltre alle difficoltà elevate, offre poche possibilità di protezione. Cinque tiri di corda che, con diversi passaggi impegnativi, conducono dopo circa trecento metri di scalata quasi in vetta a Cima Mosca» (foto della via).
 REDAZIONE  23 febbraio 2004.
SottoSopra: la redazione è un po' sottosopra. Senza attingere al nostro "spaventoso" database di e-mails (per cortesia limitate le congratulazioni) siamo felici di annunciare a tutti quelli che continuavano a scriverci a riguardo, l'arrivo di un nuovo pargolo. Chi passa oggi per la redazione/libreria sarà accolto da un fiocco azzurro.

 
bullet nota 31/04 del 20-02-04
 ALPINISMO  20 febbraio 2004.
Mosca: mentre molte nazioni fanno tabula rasa di risorse e uomini impegnandoli in obiettivi all'apparenza importanti, creando più o meno responsabilmente ostruzionismi per l'alpinismo del futuro (ovviamente il nostro punto di vista è quello prospettico della storia dell'alpinismo e dell'esplorazione, non quello della gloria di un momento, di un governo, di un'associazione, di un ente astratto), ancora una volta i russi mettono la testa avanti. Nella giornata di oggi è in programma la presentazione ufficiale della Russian Everest Expedition Central North Wall (primavera 2004). I nomi della squadra che tenterà di aprire una via nuova nel cuore della parete Nord dell'Everest, avete letto bene, la parete Nord dell'Everest, tra il Great (Norton) Couloir e il Canalone Hornbein, saranno resi noti nella conferenza stampa che si sta svolgendo in queste ore (dettagli e foto della parete seguendo questo link). Sicuramente nel team guidato dal veterano Victor Kozlov compariranno i più forti alpinisti russi (i criteri di selezione nazionale in Russia, una vera selezione naturale, sono molto diversi dai clientelismi centroeuropei: in Italia, da 50 anni a questa parte, ne sappiamo qualcosa), buona parte dei quali protagonisti di una delle ultime grandi imprese dell'alpinismo himalayano, la salita del Lhotse Central, maggio 2001 (v. nota 135/01 e csq.), l'ultima cima di 8000 metri che restava da scalare. L'arrivo della spedizione a Kathmandu è prevista per il 25 febbraio. Insomma, 50 anni dopo, un'impresa degna di un Ardito Desio. Punto.

 
bullet nota 30/04 del 19-02-04
 INTRAISASS  19 febbraio 2004.
Recensioni letterarie: seguendo l'onda femminile delle ultime recensioni e cogliendo l'occasione della presentazione che ci sarà sabato 21 febbraio alle ore 18:00 presso la Libreria dell'Angelo, in via Cattaneo 29, a Lecco, dove interverranno Riccardo Castellani, traduttore del volume, e l'editore Bruno Quaresima, abbiamo il piacere di presentarvi la recensione del libro Abito in Paradiso di Chantal Mauduit. A un anno dalla pubblicazione di J'abite au paradis per conto della Jc Lattès francese, non possiamo non applaudire ancora una volta la casa editrice Versante Sud per avere portato alla luce uno dei pochi libri d'alpinismo e personaggi che ci hanno lasciato un segno profondo nella memoria. Siamo molto legati al ricordo di Chantal Mauduit, specie qui a Vicenza, dove nel 1998 alcuni alpinisti tornarono dal Dhaulagiri testimoni della morte della scalatrice francese. Recuperarono la sua minuscola tenda d'alta quota dove c'era scritto «Datemi un alito di vita e io andrò, ospite delle altezze». Quella stessa tenda fu issata in uno dei posti più splendidi e inaccessibili che può scoprire lo sguardo di un alpinista, in un colle a 5600 metri nell'Hindu Raj pakistano, tra ghiaccio e roccia che ricordano le montagne di casa di Chantal, il Monte Bianco. Alle spalle di Michele Romio ed Enrico Peruffo (spedizione Chiantar 2000), uno sguardo sul Colle Chantal (foto di Mirco Scarso), un corridoio di luce tra due alte, bellissime, montagne.
 

Paola Lugo: «Ammetto che l'ho letto perché è di un'alpinista (donna). Ammetto che l'ho letto perché è di un'alpinista (donna) che viaggiava con lo zaino pieno di libri, e scriveva poesie sulle pareti della sua tenda. E perché amava la birra, il rock e le feste danzanti ad alta quota. Se vi sono libri che trasmettono una straripante voglia di vivere, Abito in Paradiso, è uno di quelli. Scomparsa a trentaquattro anni sul Dhaulagiri insieme con l'amico Ang Thsering, Chantal Mauduit ha lasciato scritti indimenticabili, lettere, racconti, brevi ricordi di salite e di incontri, dove le imprese che costellano il suo impressionante curriculum (6 ottomila raggiunti senza ossigeno e spesso in solitaria, le grandi pareti delle Alpi e della Patagonia, le discese in parapendio...) sono principalmente tappe di crescita personale, momenti di una ricerca mistica a cui ha dedicato tutta la vita. Raccontare la scrittura di Chantal Mauduit è impossibile: come dichiara Nives Meroi nella splendida prefazione all'edizione italiana, qualsiasi sintesi non potrebbe che impoverire un linguaggio tutto interiore, che lascia ai margini il racconto dei fatti, per perdersi nell'interiorità, e riportare sulla pagina unicamente la passione e la gioia del viaggio e della scoperta...» - Abito in Paradiso

 

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nota 29/04 del 17-02-04
 ALPINISMO  17 febbraio 2004.
Grigne: siamo riusciti, per il momento, a strappare solo qualche conciso particolare sulla recentissima realizzazione del quartetto Lorenzo Festorazzi, Francesco Galperti, Franco Melesi e Ivo Ferrari. Le due cordate sono riuscite a tirare fuori una linea molto difficile sulla parete Nord del Pizzo della Pieve, concatenando una decina di tiri di corda per 400 metri di misto, dove condizioni effimere e pericolose, ghiaccio, roccia vetrata delicata, alta difficoltà hanno portato i protagonisti a dare una valutazione complessiva di ED. A detta dei locals Festorazzi e Galperti, SUERTE, così si chiama la «linea magica» scovata negli ultimi propizi fine settimana di febbraio, rappresenta una delle massime realizzazioni di misto sulle Grigne. Perciò Buena Suerte ai ripetitori.
 INTRAISASS  17 febbraio 2004.
Redazione: informiamo i nostri lettori che sono state consegnate una decina di copie di intraisass2 alla Libreria Hoepli di Milano. Nel resto della Lombardia in pochi altri punti (v. scroller in basso a destra) potete trovare il nostro ultimo lavoro cartaceo. Stiamo ancora puntando a una distribuzione alternativa, via internet o direttamente nella nostra nuova libreria (visitate il sito ...in continua evoluzione: presto comparirà una galleria degli amici/personaggi che ci hanno già visitato o ci visiteranno...).

 

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nota 28/04 del 16-02-04
 RASSEGNA STAMPA  16 febbraio 2004.
Scalatore: anche lui, a modo suo, scalava le montagne: ''Addio all'ultimo grande scalatore'' (Jean Marie Leblanc su Adnkronos). Le ultime ore di Marco Pantani raccontate da Marco Imarisio sul Corriere della Sera, una pagina di letteratura che si vorrebbe non vera.
Armadi sudtirolesi: cosa lega la mummia del Similaun, Ötzi, Günther Messner, il parroco della chiesa di Santo Spirito in Merano e la storia di un anziano albergatore, sempre di Merano? Leggiamo Ossi e morti, l'armadio sudtirolese (L'Adige).
K2: è ancora presto per seguire da vicino la straordinaria, colossale, nazionale, scientifica, tecnologica spedizione del Cinquantenario (anche perché diventa ogni giorno più difficile districarsi dai comunicati stampa ad essa collegati). Per il momento ci affidiamo alla stampa generalista, naturalmente molto ingenua in fatto di obiettivi. Così saranno misurate le vette del mondo - si legge su Panorama.it, dove si sottolinea che «Primo scopo sarà "prendere le misure" per valutare la reale altezza delle due vette, finora stimata di 8846 e 8611 metri». Una ricerca davvero innovativa, tanto quanto la chiusura dell'articolo: «La scalata al K2 verrà tentata contemporaneamente lungo 2 sentieri: lo Sperone degli Abruzzi sul versante pachistano e lo Spigolo nord in territorio cinese». Proprietà o improprietà del linguaggio, quei 2 sentieri potrebbero nascondere sensi occulti o giustificazioni geniali per il tanto celebrato new national trip.

 

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nota 27/04 del 13-02-04
 DIRITTI UMANI  13 febbraio 2004.
Tenzin Rimpoche: ricordate la vicenda del lama Tenzin Deleg Rinpoche e del suo allievo Lobsang Dhondup (v. nota 197/02) arrestati e condannati a morte senza prove certe? Purtroppo siamo giunti a un tragico epilogo: «Lobsang Dhondup è stato ucciso il 26 gennaio 2003, appena terminato il processo d'appello. Tenzin Delek Rimpoche potrebbe essere ucciso fra poche settimane nel caso in cui i due anni di sospensione della sentenza fossero calcolati a partire dal momento dell'arresto» - si legge nella lettera "Salviamo la vita di Tenzin Rimpoche" si chiede l'aiuto di tutti coloro che hanno a cuore il rispetto dei diritti umani. Una voce si alza dagli altopiani del Tibet. Un dossier in lingua italiana si trova sul sito dell'Associazione Italia Tibet alla pagina http://www.italiatibet.org/tenzin. Cosa si può fare? Cliccate qui (PDF).
 INTERNET  13 febbraio 2004.
Musei etnografici: tra le molte segnalazioni di spazi web che giungono in redazione vi proponiamo l'importante sito del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all'Adige (Trento) fondato nel 1968 da Giuseppe Šebesta negli antichi locali della Prepositura Agostiniana. «Etnografo e saggista, operatore e regista, pittore, favolista e narratore, creatore di pupi animati, Giuseppe Šebesta è l'autore del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele (1968), del Museo degli Usi e Costumi della Gente di Romagna di Santarcangelo (1971) e del Museo etnografico degli Zattieri del Piave di Codissago di Castellavazzo (2001), e può quindi essere considerato uno dei padri della moderna museografia etnografica italiana». Per conoscere da vicino una delle figure di spicco della cultura trentina e l'importante museo di San Michele all'Adige una visita virtuale può essere un buon inizio. Da oggi tra i selezionati link di intraisass.
Parole Verticali: I am sitting in a cell with a view of evil parallels, waiting thunder to splinter me into a thousand me's - le drammatiche parole dal carcere in una poesia di Bob Kaufman.

 

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nota 26/04 del 12-02-04
 ALPINISMO  12 febbraio 2004.
Mick Fowler: avete qualche dubbio su cosa sia l'alpinismo oggi, o cosa fu ieri o cosa sarà domani? Non perdetevi l'intervista di Giorgio Spreafico a Fowler: Mick, dilettante per scelta? (La Provincia di Lecco).

 

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nota 25/04 del 11-02-04
 AMBIENTE  11 febbraio 2004.
Colle della Maddalena: 15 febbraio 2004: fermiamo le motoslitte! si legge nel comunicato stampa (formato PDF) congiunto di Mountain Wilderness Italia e Cipra Italia, sempre in prima linea contro l'uso sconsiderato di mezzi a motore in ambienti selvaggi. «Ritrovo alle ore 9:00 presso il Colle della Maddalena (raggiungibile risalendo la Statale 21, lungo la Valle Stura di Demonte, km 65 da Cuneo). Ore 9:30 partenza per una facile escursione con sci (Monte Ventasuso) o racchette da neve (Colle di Roburent). Ore 13:30 secondo appuntamento al Colle della Maddalena (per chi rientra dall'escursione ma anche per chi non vi ha potuto prender parte) e conclusione della manifestazione con una passeggiata sui pianori del Colle» - dettagli nel comunicato stampa.

 

bullet nota 24/04 del 10-02-04
 INTRAISASS  10 febbraio 2004.
La valanga del Cimone di Raffaele Galli, un racconto testimonianza. Non ci sono parole migliori di quelle dell'autore per introdurre questa nuova storia vera. Così ci scrive in una sua lettera: «Gentile redazione, ho sentito il bisogno di scrivere quello che mi è accaduto sul Monte Cimone il 4 gennaio di quest'anno, dove uno scialpinista è finito dentro una valanga che lui stesso ha provocato, sotto gli occhi della moglie che sciava con lui. Io e il mio amico Fabrizio eravamo lì a poche decine di metri e siamo intervenuti nell'autosoccorso. E' stata un'esperienza traumatica, dalla quale tuttora non ne sono venuto a capo. Penso che sia lo stesso anche per il mio amico [...] Di solito non scrivo, anzi per essere preciso non ho mai scritto nulla delle mie esperienze "alpinistiche", nemmeno il diario. Questa volta però non sono riuscito a farne a meno. Ho cercato di far uscire quello che avevo vissuto, senza mettere o togliere niente, e ho voluto farlo subito, prima che mi dimenticassi i dettagli». Quando la realtà non ha s/piegazioni, si sente il bisogno di raccontarla. Raccontare, leggere, condividere.
Leggiamo La valanga del Cimone.


 
bullet nota 23/04 del 09-02-04
 ALPINISMO  9 febbraio 2004.
Parigi: assegnato il Piolet d'Or 2003 a Valery Babanov e Yuri Koshelenko per la salita al Nuptse East (v. nota 179/03 e precedenti).
USA: dalle Russie ci spostiamo nelle Americhe per parlare di alpinismo invernale ad altissimo livello. Il celebre Grand Traverse, le sette cime principali dei Tetons, ha ricevuto dopo diversi tentativi invernali la prima salita integrale. A contendersela due cordate partite a un'ora di distanza una dall'altra, per poi procedere insieme nella prima difficile parte della salita e lasciarsi infine nell'ultima. Renny Jackson e Hans Johnstone hanno impiegato 4 giorni (fermandosi uno per riposare e asciugare il materiale), Stephen Koch e Mark Newcomb una giornata in meno per concludere il più ambito concatenamento alpino degli Stati Uniti aperto nel 1963 e recentemente ripetuto in estate in appena 6 ore e 40 minuti da Rolando Garibotti. Significativo il commento finale di Mark Newcomb, forte alpinista americano ultimamente protagonista delle nostre cronache per la prima salita al Sepu Kangri (v. nota 167/02): «E' stato piuttosto impegnativo rispetto ad altre salite che ho fatto sulle Alpi e tecnicamente più difficile della Cassin al McKinley» (dettagli su Jackson Hole News).
Redazione: parlando di Nord America vi segnaliamo che ci sono rientrate in libreria 5 copie dell'ormai introvabile Oltre i venti del Nord - Le nuove frontiere dell'alpinismo, opera prima e unica di Renato Casarotto. Venite a trovarci, anche virtualmente (v. foto libreria). Domani per intraisass.it in arrivo La valanga del Cimone di Raffaele Galli, un racconto testimonianza.


 
bullet nota 22/04 del 06-02-04
 ALPINISMO  6 febbraio 2004.
Inverno Russo: sempre più attive le squadre di alpinisti russi impegnate sulle difficili montagne della Russia asiatica in cerca di prime salite invernali su itinerari particolarmente prestigiosi per la loro storia dell'alpinismo, da noi ancora poco conosciuta. Da segnalare due tentativi in corso e uno terminato positivamente da un lato, tragicamente dall'altro. Il primo tentativo vede un team proveniente dalla regione di Krasnoyarsk (la ricchissima, in quanto a risorse naturali, regione centrosiberiana) impegnato sulla verticale parete Nord del Monte Aksu (5350 m), nella catena del Pamiro-Alai. Il campo base è stato installato in questi giorni, non distante dalla parete, sulla quale si ha l'ambizioso progetto di aprire una via diretta in condizioni invernali. Una squadra mista invece proveniente dal Saratov (la regione dove atterrò il cosmonauta Cagarin dopo aver compiuto la prima orbita attorno alla Terra, sulle campagne dell'omonimo capoluogo attraversato dal Volga) e dal Dagestan (la regione confinante con la Cecenia e spesso sulle cronache per analoghi problemi di indipendenza e guerriglia islamica) è già da qualche giorno in parete sullo spettacolare versante occidentale del Monte Shkhara (5068 m), poderosa montagna paragonabile a una Grandes Jorasses adagiata nel cuore misterioso della regione caucasica del Bezengi. L'attacco è in classico stile himalayano, mediante posizionamento di corde fisse, considerate anche l'alta difficoltà della via che si cercherà di ripetere (la via Razumov, un 6B, non sappiamo se della scala russa o francese, la prima comunque molto più dilatata della seconda). Di queste ore è infine la notizia del successo della squadra guidata dallo "snowleopardato", permetteteci il neologismo, Nikolay Chervonenko sul Peak Lenin (7134 m). Il primo di febbraio, dopo aver passato una difficile notte a 6000 metri, un gruppo di alpinisti, tra cui i popolari Denis Urubko e Gia Tortladze, ha raggiunto la cima lungo la via Arkin. Purtroppo durante la discesa l'alpinista Daniyar Mynzhysarov si è perso. L'indomani le ricerche dei compagni si sono concluse a quota 6200, dove è stato ritrovato il corpo martoriato dell'alpinista, deceduto per trauma cerebrale. La spedizione fa parte del progetto Snow Leopard in Winter, ovverosia la salita invernale di tutti i 7000 metri dell'area ex-URSS. Fotografie e dettagli su Mountain.Ru.

 
bullet nota 21/04 del 05-02-04
 CINEMA  5 febbraio 2004.
Vicenza: questa sera alle ore 21 presso il Cinema Teatro San Marco «GRANDE SERATA DI MONTAGNA TRA PASSATO E PRESENTE dal Filmfestival Città di Trento». Saranno proiettate tre pellicole che si sono contraddistinte nella lunga storia della rassegna trentina:
CIMES ET MERVEILLES (Cime e meraviglie) di Samivel (Francia 1951) Gran Premio 1952 - 55’ - LA PARETE (Die wand) di Lothar Brandler (Germania 1973) Gran Premio e Gran Premio del pubblico - 28’ - JUNG STIRBT, WEN DIE GOTTER LIEBEN (Giovane muore chi è amato dagli Dei) di Malte Roeper (Germania 2002) - 42’ - Interverrà Augusto Golin, il nuovo direttore organizzativo del Filmfestival Città di Trento. Leggiamo Cime tempestose e... meravigliose dal Filmfestival Trento su Il Giornale di Vicenza.
 RASSEGNA STAMPA  5 febbraio 2004.
Incidenti: mentre si salutano gli amici caduti nei giorni scorsi sulle montagne della Valtellina e del vicentino - Soave: L'alpinista conquista i cuori «Un amico e un esempio»: commozione ai funerali dello scalatore caduto (L'Arena); Recoaro: La montagna piange Thomas. Il giovane vittima di un incidente nel vaio Battisti ha donato le cornee (Il Giornale di Vicenza) - c'è chi indaga sull'accaduto - VALTELLINA: Tradito da una lastra di ghiaccio. Sole e aria calda possono aver provocato un cedimento repentino (L'Arena) - chi parla di fatalità - VAJO BATTISTI:«Una mini-lastra di ghiaccio ha ucciso Thomas: fatalità» (Il Giornale di Vicenza) - e chi ne discute - Fino a che punto è fatalità? (Il volo dell'aquila).
Storie trentine: «Lunedì 2 febbraio 2004: digiti borntowalk.com e il Mountaineering & Outdoor Magazine ti informa che ha vinto la Spagna al 51° Filmfestival di Trento». Peccato che il 51° festival sia finito nel maggio 2003, e che la mostra di Crespan e le altre notizie siano tutte "ferme" a quella data. Da allora, più nulla...» - leggiamo nell'articolo apparso ieri sulla pagina della cultura de L'Adige. Vi ricordate del Borntowalk Award?


 
bullet nota 20/04 del 04-02-04
 ALPINISMO FEMMINILE  4 febbraio 2004.
Recensioni letterarie: che differenza c'è tra l'alpinismo femminile e quello maschile? Difficile a dirsi. Considerando la passione ci verrebbe da dire nessuna. O meglio... un misero apostrofo. Come dire... basta aggiungere un apostrofo a un alpinista per cambiare totalmente l'imago mundis. Un'alpinista! Per meglio addentrarci nell'universo femminile abbiamo pensato di proporre contemporaneamente due recensioni scritte da mani femminili. Paola Lugo ci presenterà L'altra metà del cielo, Maddalena Schiavo (alla quale diamo il benvenuto tra le nostre collaboratrici) ci introdurrà a Corde ribelli. Noi invece ci ritiriamo non dimenticandoci le parole di Romano Pascutto e la citazione di Maurice Herzog incollata nell'angolo più nascosto del nostro ripostiglio di materiale alpinistico. La leggiamo sempre prima di rientrare definitivamente (da e per dove lo lasciamo alla vostra immaginazione):
«Si sa che il pericolo maggiore per un alpinista è sua moglie»
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Probabilmente ha torto. Probabil...mente.
 

«In attesa che la “montagna di libri” pubblicati per l'anniversario della salita al K2 da parte degli italiani Lacedelli e Compagnoni ci sommerga, può essere utile, per difenderci meglio dalle valanghe di rievocazioni celebrative e di antiche polemiche, ripararsi dietro la lettura di una storia diversa dell'alpinismo himalayano. La storia che i padroni di casa, tibetani e nepalesi, uomini e donne, stanno scrivendo sulle pareti delle “loro” montagne...» - L'altra metà del cielo

corde ribelli

«Questo libro affronta il rapporto “inconsueto” del mondo femminile con la montagna, un rapporto che proprio perché poco “appariscente” nel numero, ma non in grandezza, è ancora difficile da capire e conoscere.
Pensare che la mente e il fisico femminile non siano adatti e preparati per l'avventura, la grande avventura della montagna, è il primo dei pregiudizi che affiora in chi, come la maggior parte delle donne, non conosce molto della propria storia: sia della propria storia comune, sia...»
- Corde ribelli

 

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nota 19/04 del 03-02-04
 PAROLE VERTICALI  3 febbraio 2004.
Aneme de puìna: l'epilogo di ieri, un prologo per domani, quando parleremo di donne e alpinis-mi/ti. Leggiamo le «Anime di ricotta» in Parole Verticali del grande poeta veneto Romano Pascutto. In calce la traduzione.

 

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nota 18/04 del 02-02-04
 INCIDENTI  2 febbraio 2004.
Alpinisti veneti: non abbiamo parole per congedare gli amici che ci hanno lasciato sabato in due gravissimi incidenti. Questa è la cronaca apparsa su Il Giornale di Vicenza di ieri: Scivolano per 500 metri. Morto alpinista. Sepolti da una valanga di neve. Il ferito ha chiesto aiuto col cellulare. L'incidente sul vajo Battisti, a cima Zevola - Muore a Recoaro sotto una valanga - «Eravamo quasi arrivati in vetta. Sono vivo solo per un miracolo» - Cascata di ghiaccio fatale per due alpinisti veronesi.

 

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nota 17/04 del 31-01-04
 INCONTRI  31 gennaio 2004.
Castelfranco Veneto: «Lunedì 2 Febbraio ore 20:00, presso il ristorante
Tamburello di Castelfranco Veneto ci sarà la consegna del riconoscimento "Una vetta per la vita" giunto quest'anno alla terza edizione. Promosso dalle associazioni Tamburello Cultura e dal Gruppo Naturalistico “Le Tracce” di Castelfranco Veneto, il riconoscimento di anno in anno vuole andare a segnalare e premiare una persona che si sia particolarmente distinta nel corso della vita nel campo dell'arte, della cultura o della montagna. Un premio che cerca di individuare e valorizzare persone che abbiano un grande amore per la montagna e che nel corso della loro vita siano riusciti a lasciare una qualche traccia del loro lavoro e impegno. Dopo il compositore e violinista Giusto Pio nel 2002 e il famoso alpinista Fausto De Stefani nel 2003, l'edizione 2004 va ad un altro alpinista che ha molto a che fare con la Patagonia e con il Cerro Torre. Oltre al premiato, vogliamo tenere in incognita il nome per fargli una sorpresa, saranno presenti molti ospiti nel campo dell'arte, della cultura e della montagna. La serata di Gala apre la settimana dedicata al Radicchio castellano che si terrà presso il Ristorante Tamburello di Castelfranco Veneto dal 2 all'8 febbraio 2004. Nell'occasione sarà anche presentato intraisass2, la raccolta di letteratura, alpinismo e arti visive curata da Alberto Peruffo. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0423/487101».


 

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nota 16/04 del 30-01-04
 INTRAISASS  30 gennaio 2004.
Redazione: pur con tutte le difese del caso (a cosa servono le difese quando i produttori di esse sono gli stessi produttori delle armi che ci offendono...), i nostri computer sono stati infettati da virus. D'altra parte la nostra redazione ha un database di posta elettronica "alpinistica" (e non solo) tra i più nutriti d'Italia, punto di riferimento per molte redazioni cartacee. I nostri indirizzi di posta sono fin troppo condivisi, con le conseguenze del caso. Il caso al quadrato ci ha messo fuori servizio. In questi giorni di emergenza informatica, perciò, cercheremo di mettere un po' di pezze al nostro sistema informatico, operazione che ci farà slittare le pubblicazioni in programma e la posta. Nel frattempo per chi passa dalla nostre parti, venite a trovarci in libreria (di cui a giorni pubblicheremo le prime fotografie): abbiamo in anteprima 10 copie del nuovo prezioso libro IL MIO MONDO VERTICALE di Jerzy Kukuczka, appena uscito dalle stampe per conto delle edizioni Versante Sud.

 

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nota 15/04 del 28-01-04
 INTRAISASS  28 gennaio 2004.
Ritratti d'alpinismo: in attesa che Carlo Caccia e Piera Biliato ci regalino un altro dei loro ritratti d'alpinismo (a breve si dovrebbe giungere alla pubblicazione del numero 7) l'alpinista Ivo Ferrari, persona poliedrica in fatto di espressività (non disdegna scolpire il legno o prendere la matita tra le mani), ci dona il ritratto di «...una persona che ha influenzato molto il mio modo di andar per monti». E anche noi, specie dopo aver assistito alla proiezione di diapositive storiche da parte di Franco Miotto, non possiamo non ricordare Riccardo Bee: «Sono passati 21 anni da quel tragico inverno, numerosissime vie sono state tracciate e molti problemi risolti, ma baste entrare in Valle di San Lucano o camminare per la selvaggia Val del Piero, che l'occhio attento non può non vedere i capolavori di Riccardo Bee...vie del passato per l'alpinismo del futuro!» - entra nel ritratto extra di intraisass.
Postilla storiografica: provate a cercare Riccardo Bee e Franco Miotto nella Storia dell'alpinismo di Gian Piero Motti ed Enrico Camanni, Vivalda 1994.
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 STORIA DELL'ALPINISMO  26 gennaio 2004.
Günther Messner: il richiamo DAL silenzio del fratello di Reinhold Messner: Messner, risolto il giallo - L'osso ritrovato sul Nanga Parbat è del fratello Günther - «Questo dimostra che non lo abbandonai sotto la cima» (L'Adige).

 

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nota 14/04 del 27-01-04
 SCI-ALPINISMO  27 gennaio 2004.
Criminalizzazione: leggiamo il comunicato culturale diffuso in questi giorni dalla SAT e dal Collegio delle Guide Alpine del Trentino Contro la criminalizzazione dello scialpinismo: «La SAT e il Collegio delle Guide Alpine del Trentino hanno seguito finora con attenzione lo straripare di notizie che i mass-media hanno fornito sull'argomento delle attività sulla neve e dei rischi ad esse connessi; a ciò aggiungiamo la lettura d'alcune discutibili ordinanze in cui si “proibisce lo scialpinismo e lo sci fuoripista su tutto il territorio comunale”. Anzitutto respingono con forza la gratuita ed assolutamente ingiustificata criminalizzazione dello scialpinismo, praticato da moltissimi satini, da innumerevoli soci del CAI o equivalenti Club di tutto il mondo, un certo numero accompagnati dalle Guide. Il percorrere la montagna nella sua veste invernale con gli sci e pelli di foca è nato agli inizi del 20° secolo anzitutto per la necessità di muoversi delle genti dell'alpe fra un maso e l'altro per i più elementari problemi di sopravvivenza; tant'è vero che una legge di Francesco Giuseppe...».
Parole Verticali: nel Giorno della Memoria leggiamo la celebre poesia posta in epigrafe di «Se questo è un uomo» di Primo Levi.

 

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nota 13/04 del 26-01-04
 INTRAISASS  26 gennaio 2004.
Recensioni letterarie: prendendo spunto dalla nostra nota 10/04 presentiamo, a qualche mese dall'uscita, l'ultimo libro di Joe Simpson, Il richiamo del silenzio. Così ce ne parla Mauro Mazzetti in un passo della sua recensione: «Eppure, prima di abbandonare la visione “estrema” che ha finora connotato la sua attività, l'autore vuole emettere il suo canto del cigno: quale spartito migliore della parete Nord dell'Eiger? In compagnia di un amico fidato, peraltro arruolato con fine astuzia e con sottile opportunismo, Simpson tenta la salita. Dapprima la montagna li respinge, psicologicamente sovrastante e repulsiva, poi la scalata può avere inizio per davvero, dopo tentennamenti e ripensamenti, dopo dietrofront ed attese...».
 STORIA DELL'ALPINISMO  26 gennaio 2004.
Günther Messner: il richiamo DAL silenzio del fratello di Reinhold Messner: Messner, risolto il giallo - L'osso ritrovato sul Nanga Parbat è del fratello Günther - «Questo dimostra che non lo abbandonai sotto la cima» (L'Adige).

 

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nota 12/04 del 23-01-04
 ANNIVERSARIO  23 gennaio 2004.
Guido Rossa: ricorre domani il venticinquesimo anniversario dell'uccisione dell'operaio sindacalista e alpinista Guido Rossa. Per ricordare un momento importante nella storia d'Italia e una delle rare figure di alpinista «impegnato nel sociale, specie se parliamo dell'ambiente alpinistico italiano degli anni Sessanta» abbiamo ripescato dalla rete un vecchio articolo scritto da Luigi Casanova per Questo Trentino: Guido Rossa al Filmfestival di Trento.

 

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nota 11/04 del 22-01-04
 LUTTO  22 gennaio 2004.
Alpinismo: è arrivata sui media italiani la notizia della morte di Mirko Minuzzo, l'alpinista valdostano (di famiglia vicentina, proveniente dalle colline di Vallonara, Marostica) che insieme con Rinaldo Carrel raggiunse la vetta dell'Everest il 5 maggio del 1973: Morto Minuzzo, Primo Alpinista Italiano Sull'Everest. Minuzzo è ricordato dagli alpinisti italiani non solo per essere stato il primo italiano a calcare le nevi del tetto del mondo (Spedizione Monzino, v. foto su circolopolare.com), ma anche per alcune vie dolomitiche aperte durante la stagione dell'artificialismo totale, quando si salivano le pareti a goccia d'acqua mediante largo uso di chiodi a pressione e ad espansione. Ricordiamo tra i suoi itinerari, aperti in compagnia del fedele Enrico Mauro, la via diretta sulla Parete Sud-Sudovest della Torre Venezia e la «Camillotto Pellesier» sul settore sinistro della Parete Nord della Cima Grande di Lavaredo (recentemente rispolverata da Mauro Bubu Bole).

 

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nota 10/04 del 21-01-04
 PALCOSCENICO  21 gennaio 2004.
Cinema: A climbing movie for mountaineers di Bruce Barcott (NYT) s'intitola l'interessante articolo comparso ieri sull'International Herald Tribune. Inizia così: «Tempo fa domandai ad un amico che scala montagne per vivere quali fossero i suoi film d'alpinismo preferiti. Esitò. "MAN, sono tutti così orribili", disse. "E' più facile darti una lista che parte dal brutto giù giù fino al più brutto". Quando le pellicole incontrano la montagna, pessimo cinema risulta. Consideriamo "Vertical Limit" che fa apparire l'alpinismo così ottuso [noioso, smorto] da aggiungere nitroglicerina al mix... O "Cliffhanger" di Sylvester Stallone... O l'adattamento per la televisione di "Into Thin Air", talmente inguardabile che gli alpinisti del Soccorso erano probabilmente più numerosi dell'audience... L'eccezione rimane "Assassinio sull'Eiger" con Clint Eastwood... L'azione è così reale... Gli attori non recitarono, arrampicarono... Ci sono voluti altri trent'anni per farne un altro di simile. "Touching the Void" di Kevin MacDonald...» - e via a spiegare i retroscena del film che racconta l'avventura di Joe Simpson e Simon Yates sulla Siula Grande, recente vincitore del Gran Premio al Kendal Mountain Film Festival (v. nota 189/03). Un articolo dunque stimolante per gli amanti del cinema - anche se sulla "verosimiglianza alpinistica" delle scene di "Assasinio sull'Eiger" c'è molto da dire e ci fa assai dubitare sui criteri di verosimiglianza e realtà radicati nell'immaginario collettivo di buona parte del pubblico americano - articolo che ci dà spunto per introdurvi due articoli de L'Adige, brevi stralci di argomenti che hanno l'indubbia capacità di rivelarci quanto l'alpinismo sia un palcoscenico - a volte guardabile, a volte inguardabile - più sulle reali pareti di una montagna (di neve, di ghiaccio, di pietra... e di carta) che sulle pubbliche e asettiche (di bugie e maldicenze conto terzi) sale di un cinematografo: Il «re degli ottomila» propone una commissione di storici sulla vicenda della spedizione del 1954. Messner: «E' Walter l'eroe del K2» - «Lo capisco, lassù senza tendina ha conosciuto l'inferno»; Il K2 della discordia infinita. Bonatti non verrà alla celebrazione al Filmfestival di Trento. In cerca di verità, tanti nuovi libri: compreso quello di Bizzaro di Fabrizio Torchio.

 

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nota 09/04 del 20-01-04
 RASSEGNA STAMPA  20 gennaio 2004.
Incidenti: il tragico fine settimana in Grigna nelle pagine del Corriere della Sera e de La Provincia di Lecco: L'AMICO «Ho urlato: aggrappati» Il drammatico racconto di uno dei superstiti: «Conoscevamo il percorso, ci ha traditi la nebbia» - La tragedia poteva essere ancora più terribile: i soccorritori ne salvano due in difficoltà, uno è di Nibionno.
Alpinista di Calco muore in Grignetta
. Un cenno sulla Grigna e sulle valanghe che hanno flagellato l'Europa orientale sulle pagine de L'Adige Bufera di neve. Europa dell'Est: 9 morti.
Imprudenze:
«Nicolosi. Salvataggio in extremis ieri sull'Etna: un bambino di quattro anni in crisi ipotermica è stato soccorso e rianimato da una pattuglia dei carabinieri in servizio nell'area del Rifugio Sapienza...» narra invece l'articolo Etna, bimbo assiderato salvato dai Cc (La Sicilia) sulle gesta di una madre s/ventata e di altri alpinisti poco vulcanici.

 

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nota 08/04 del 19-01-04
 ALPINISMO  19 gennaio 2004.
Shisha Pangma: nel freddo inverno himalayano la vetta dello Shisha Pangma resta ancora viola, non violata, inviolata (in verità gli Accademici della Crusca vorrebbero rintracciare il «violare» nel vis latino, "forza esercitata contro qualcuno"... ma per noi alpinisti il viola è il colore della lontananza su montagne alte e fredde, irraggiungibili... ricordate Il Cammino di ghiaccio - Viaggio nelle montagne viola di Pietro Jona, il masterpiece di intraisass1). Simone e Piotr sono usciti dalla Parete Sud, tanto quanto per poter fotografare il viola della cresta finale, avvolta in un gelo primordiale, ai limiti per ogni forma di vita. Dettagli qui di seguito ».
 CULTURA  19 gennaio 2004.
Trento: «Roberto Bombarda, consigliere delegato alla direzione organizzativa del Filmfestival della Montagna Esplorazione Avventura "Città di Trento" , ha presentato oggi [16/01] al Consiglio direttivo le dimissioni dall'incarico. Le dimissioni di Bombarda, che aveva assunto la direzione organizzativa della 51° edizione nel dicembre 2002 (ma consigliere del Filmfestival dal 1996), si sono rese necessarie per incompatibilità con il suo nuovo ruolo di Consigliere provinciale - regionale, essendo il Filmfestival un'associazione finanziata anche dalla Provincia Autonoma di Trento» - nel comunicato stampa di Marco Benedetti.

 

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nota 07/04 del 16-01-04
 ALPINISMO  16 gennaio 2004.
Shisha Pangma: chiudiamo questa settimana restando incollati all'avventura di Simone Moro in Himalaya, impegnato d'inverno per sbucare sulla «cresta dei pascoli», lo Shisha Pangma, dalla parete Sud. Le condizioni della bella montagna tibetana, conosciuta anche come Gosainthan, il «luogo dei santi o del dio», specie d'inverno potremmo suggerire noi, e l'ottima forma degli alpinisti fanno ben sperare per un esito positivo dell'ascensione, ascensione che entrerebbe a spada tratta negli annali dell'himalaysmo invernale, a quarant'anni giusti dalla prima ascensione da parte della spedizione cinese Hsiu King. Su quest'ultima molte sono le curiosità storiche. Accenniamo brevemente all'imponente numero di partecipanti, 195 tra alpinisti, scienziati e ausiliari, e alle poche notizie conosciute sul giorno della cima, un lontano maggio del 1964: «La mattina del 2 maggio dieci alpinisti, in tre cordate, raggiunsero la vetta, deponendovi anche un busto di Mao Tse Tung siglato con le loro firme. L'impresa volle essere, intenzionalmente, un "poscritto celebrativo" alla festa dei lavoratori: un'impresa sportiva, scientifica e politica, di cui mancano ancora relazioni ampie e accessibili» (I 14 8000, Antologia di Mario Fantin, Nordpress). Il tentativo di Simone e compagni è previsto per domani. Il link da seguire con attenzione è il seguente ».

 

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nota 06/04 del 15-01-04
 ALPINISMO  15 gennaio 2004.
Personaggi: molti lo conoscevano come un milionario, pochi come l'ex-marito di Diana Ross, altri come un alpinista tenace e appassionato. Questa è la notizia battuta dall'ANSA nella giornata di ieri: Sudafrica: morto in incidente montagna armatore Arne Naess. La morte di Arne Naess, 66 anni, leader della prima spedizione norvegese all'Everest nel 1985 (lui stesso arrivò sulla cima) lascia nel lutto i suoi sette figli e le sue donne, nonché gli amici alpinisti che gli sono stati compagni nelle molte avventure in giro per il mondo. DIANA ROSS HUBBY DIES IN PEAK PLUNGE (Daily Record). Un giornalista d'altri tempi direbbe «è morto sul campo», mentre scendeva da una scalata solitaria su una desolata montagna a 50 miglia nord di Cape Town, Sudafrica.

 

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nota 05/04 del 13-01-04
 INTRAISASS  13 gennaio 2004.
Mohole- Oltre la linea di Natalino Russo. Nuova entrata nella sezione SPECIAL - ALPINISMO ANTE LITTERAM. C'è poco da dire e molto da leggere nel presentarvi il terzo racconto (Mohole - Il buio e la luce; Mohole a lezione di arrampicata) che ha come protagonista Mohole: «Impossibile che una linea sia infinita, che la regolare successione di punti che le danno vita continui in modo indeterminato, da una parte e dall'altra, senza incontrare mai una qualche interruzione, o una perturbazione, una devianza. In questi pensieri era immerso, Mohole, nel suo appartamento, un sabato pomeriggio caliginoso di luglio, mentre fuori la città si avviluppava intorno alle urgenze di sempre...» - nel freddo inverno della pianura ritorniamo a frequentare la delicata e incisiva scrittura dell'autore campano. Oltre la linea delle città, delle pianure, ci sono le montagne. E non solo.

 

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nota 04/04 del 12-01-04
 INTRAISASS  12 gennaio 2004.
Recensioni letterarie: finalmente, con una recensione analitica, il nostro recensore Mauro Mazzetti ci porta alla scoperta di uno dei libri del momento, La notte del Cervino di Enrico Camanni. Questa è la chiusura: «La storia, minimale e minimalista, ambientata non a caso in una cittadina come Ivrea, suggerisce piuttosto aperture concettuali filtrate dalla normale evoluzione (o involuzione?) che i personaggi vivono – e forse subiscono, aperture meno rigide rispetto ad un passato duro e puro. Dopo la lettura dell'ultima pagina resta un gusto strano in bocca, tangibile per davvero e non frutto di alchimie letterarie. E' il gusto semplice e vincente di una storia verosimile, e non importa che sia vera; è il gusto di una provincia che ha attraversato rivoluzioni copernicane nel campo dei rapporti umani prima ancora che delle costruzioni ideologiche; è il gusto infine del dolce rammarico leopardiano, corretto dalla fatica quotidiana del “mestiere di vivere”». Leggiamo la nuova recensione letteraria di intraisass.

 

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nota 03/04 del 09-01-04
 CULTURA  9 gennaio 2004.
Matriarcato e Montagna: «Parlare di matriarcato e montagna ai non addetti ai lavori (ovvero alla stragrande maggioranza delle persone) provoca una serie di reazioni stupite, divertite e palesamente provocatorie. Da parte di amici alpinisti la reazione più benevola è: “matriar che ?” fino al meno condiscendente “Ah no, almeno in montagna queste menate lasciale da parte”. Le amiche storiche e femministe, purtroppo quasi sempre chiuse nelle biblioteche e sommerse dai libri, con un sorriso di larvato interesse mi rispondono che preferiscono il mare e odiano il freddo, chi si occupa di economia, sentendo parlare di economia identitaria, scuote il capo e ripropone, con dati alla mano, la schiacciante monocultura dello sci. Eppure donne, montagna, sviluppo sostenibile del territorio alpino, sono in realtà temi strettamente connessi: a Trento, durante il convegno “Matriarcato e montagna” organizzato dal Centro di ecologia alpina, storici e storiche, antropologi e antropologhe, economiste, alpiniste, agronome e operatrici turistiche hanno messo in comune diversi saperi e diversi approcci per rivendicare la fondamentale importanza che le donne rivestono nello sviluppo e nella conservazione delle comunità di montagna...» - con un incipit provocatorio inizia il reportage della nostra inviata Paola Lugo al V Convegno Internazionale "Matriarcato e Montagna: la montagna è donna" svoltosi a Sardagna (TN) il 13-14 dicembre dell'anno appena trascorso. Nel riassunto dell'importante convegno sottolineati gli interventi di Patricija Verbole, Paola Peira e Ilde Marchetti. Entra nella pagina special di intraisass.
Vicenza: il prossimo appuntamento per la tradizionale rassegna i Martedì del Cai di Vicenza prevede l'arrivo il 13 febbraio di Luisa Mandrino e Franco Miotto per presentare La forza della natura. Come sempre ci si trova all'Auditorium Canneti, Levà degli Angeli, alle ore 20:45.


 

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nota 02/04 del 08-01-04
 INTRAISASS  8 gennaio 2004.
Redazione: breve nota con incenso. Ma perché non trarre giovamento dopo tanto lavoro? Avete mai visto nel nostro sito una rassegna stampa autoreferente o, classicamente, lo spazio «dicono di noi»? Per tagliare corto, lieta sorpresa nell'apprendere questa mattina che il Libro Imperdibile di Gennaio 2004 nella ricca rubrica di RECENSIONI LIBRI DI MONTAGNA di Alpinia.net è: Intraisass numero 2!

 

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nota 01/04 del 07-01-04
 INTRAISASS  7 gennaio 2004.
Redazione: riapriamo gli aggiornamenti di intraisass.it con un leggero restyling della nostra copertina. Nel riquadro immagini un mix a riassunto (e in progress) dei nostri lavori cartacei, intraisass1 e intraisass2, + la loro presentazione nelle Stanze di intraisass (per i dettagli prime foto v. nota 186/02). In calce alla pagina nuovo sfondo per la rubrica Parole Verticali: un'immagine inedita di Manilio Prignano al pianoforte durante la presentazione di intraisass1, 16 maggio 2002. Le Parole Verticali, tratte dai Canti Orfici, sono invece quelle nate tra i luoghi misteriosi dell'Appennino Tosco-Romagnolo ad opera del poeta Dino Campana. A tal riguardo vi invitiamo calorosamente alla lettura del preziosissimo libro di Giovanni Cenacchi, i Monti Orfici di Dino Campana, libro già recensito nelle nostre recensioni letterarie e che finalmente siamo riusciti a rendere disponibile anche nella nostra nuova libreria. Su quest'onda, molte le novità previste per i giorni a seguire, a partire da nuovi racconti e testimonianze letterarie. Naturalmente la nostra mole di lavoro è aumentata considerevolmente dopo l'apertura de La Casa di Giovanni. Meglio sopravvivere su più fronti che morire infossati su uno solo. Tanto per non fossilizzarsi e mantenere inalterate le instabilità delle nostre intelligenze. Il sito intraisass.it continuerà dunque il sentiero verticale cominciato quattro anni fa tentando di concentrarsi ancora di più sulle tre priorità che lo hanno reso un punto di riferimento per molti amici e lettori: l'alpinismo (ovverosia l'alpinismo esplorativo sulle Alpi e in giro per il mondo), la letteratura (i racconti di alpinismo e la letteratura verticale nella sua più ampia accezione), le arti visive (la fotografia, la pittura, la cinematografia). Concentrarsi significa tagliare dal centro ciò che non ci riguarda. Ci serve quindi l'aiuto di tutti i nostri amici e lettori per continuare a sfornare il comune pane quotidiano.
 ALPINISMO  7 gennaio 2004.
Sudamerica: la prima notizia di alpinismo extraeuropeo vede come protagonista Tomaz Humar, questa volta non più solo ma accompagnato da Ales Kozelj. I due hanno aperto un itinerario di grande impegno e difficoltà sulla parete Sud dell'Aconcagua. Secondo le scarne parole di Tomaz su www.humar.com, cinque giorni di ascensione durante la settimana prima di Natale per tracciare il più difficile itinerario che solca ora il celebre versante meridionale della montagna. Lo sviluppo è di circa 2500 metri e lo scalatore sloveno afferma di potere annoverare quest'ultima ascensione tra le più difficili di quelle da lui compiute.
Alpi Orientali: davvero uno sconcerto aprire le pagine dei quotidiani questa mattina. Non sapremo cosa dire e da dove cominciare. Riportiamo un solo emblematico articolo da Alto Adige: Valanghe, una tragedia continua.



 

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