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 Comunicati stampa

1 Aprile 2004
CAI – Ufficio Stampa
Pier Giorgio Oliveti

 

50° Anniversario del K2
I SOCI DEL CAI SUL BALTORO A RAGION VEDUTA
 

Milano, 30 marzo 2004 - Fatti e non parole: lo chiedono a gran voce i Soci della più grande associazione di “montanismo” italiana, gli oltre trecentomila Soci del Cai, che testa e zaino sulle spalle si rivolgono ai cugini della grande famiglia ambientalista.  Strumentali e prive di riscontri scientificamente provati le accuse rivolte ai trekkers del Club Alpino Italiano che dopo 50 anni dalla conquista italiana della vetta del K2, intendono celebrare “la montagna degli Italiani”  con un trekking all’insegna della conoscenza etnografica, naturalistica e della tutela dell’ambiente.

 

Fuori luogo, di nome e di fatto, i rimbrotti fatti circolare in questi giorni da due delle associazioni ambientaliste e da una parte(minoritaria) del mondo alpinistico, per stigmatizzare l’entusiasmo, la passione civile, i comportamenti del tutto rispettosi dell’ambiente di alcune centinaia di escursionisti e alpinisti del Cai che si stanno iscrivendo ai trekking celebrativi del Cinquantenario del K2 organizzati per la prossima estate in Pakistan.  <<In relazione alle segnalazioni ed agli attacchi del mondo ambientalista relativamente all’iniziativa Cai K2 2004 ed al trekking proposto ai soci, - ha affermato Gabriele Bianchi, Presidente Generale del Cai - si deve rilevare che il Cai ha intrapreso già dal luglio 2003 una serie di iniziative atte a valutare gli aspetti ambientali sia complessivi sia di dettaglio dei trekking nel Baltoro >>. A questo scopo – fanno sapere al Cai - è stato formato un apposito team di ricerca(coordinato da Alberto Ghedina/Osservatorio per l’Ambiente del Cai, a.ghedina@rolmail.net ) che sta eseguendo studi specifici su tutti gli aspetti ambientali del trek, quelli “del prima”, - ovvero com’è lo status quo ambientale oggi nel Baltoro dopo decenni di “indisturbate” e talvolta gravemente inquinanti spedizioni alpinistiche in alta quota ? - , quelli del “durante” - sugli impatti del transito dei cinque-ottocento escursionisti del Cai -, ed infine quelli del  “post-trekking”. A questo riguardo il Club alpino ha incaricato due entità specializzate,  il gruppo di ricerca del professor Riccardo Beltramo del Dipartimento di Scienze Merceologiche dell’Università di Torino(riccardo.beltramo@unito.it ;http://web.econ.unito.it), specializzato nelle tematiche della gestione ambientale in alta quota e dell’ecoturismo (ad esempio l’equipe di Beltramo ha portato alla certificazione ambientale della Capanna Margherita al Monte Rosa), e la società ‘Montana’ di Milano, che lavora da anni sulla progettazione ambientale e sugli interventi di bonifica in alta quota (ad esempio, ha eseguito la bonifica del versante Nord dell’Everest, sino al Campo base avanzato a 6400 m).

 

Le attività di ricerca e valutazione ambientale stanno esaminando tutti gli aspetti del trekking. In particolare:

-          la situazione ambientale dell’area in considerazione dei dati sulla frequentazione degli anni passati;

-          l’analisi della  “capacità di sopportazione”(carrying capacity) dei diversi ambiti toccati;

-          la progettazione sostenibile dei campi del trek Cai K2 2004(gestione rifiuti, approvvigionamento energetico, tecnologie solari, pianificazione di audit ambientali periodici nei vari posti tappa);

-          l’ elaborazione di un vero e proprio  Protocollo Ambientale del Trekking Cai, in collaborazione col Ministero dell’Ambiente del Governo Italiano e il corrispondente ministero del Pakistan.

<< Il Protocollo Ambientale – precisano i tecnici della società ‘Montana’ - consiste in una serie di procedure operative e gestionali dei vari campi tappa e nell’adozione di specifiche prassi ed attrezzature di gestione dei campi stessi>>. Ad esempio, al campo base Concordia, il luogo dove i trekkers si tratterranno per più tempo, sarà garantita la possibilità di ricaricare tutti gli accumulatori (dai cellulari alle pile per PC ecc.) con energia da pannelli fotovoltaici. Inoltre il Protocollo Ambientale sarà un vero è proprio elenco di istruzioni che i soci Cai partecipanti si impegneranno ad osservare durante il loro soggiorno sul Baltoro. In particolare, tutti i rifiuti prodotti nei campi Cai saranno opportunamente raccolti, trasportati a valle e totalmente smaltiti in siti idonei. Inoltre il Protocollo ha previsto in collaborazione con le autorità locali, una bonifica generale di tutta l’area del Baltoro frequentata dai trekking, con la rimozione dei rifiuti pre-esistenti ed il successivo smaltimento con modalità appropriate. Al termine dei trekking Cai gli stessi operatori addetti alla bonifica verificheranno le condizioni ambientali dei diversi siti. Per quanto riguarda il tema “deforestazione”, principale e legittima preoccupazione di alcuni ambientalisti, consiste nel rischio fisiologico legato prevalentemente all’utilizzo di alberi ed arbusti da parte dei portatori locali per il riscaldamento nei posti tappa. A questo proposito sono in corso da parte del Cai attività di studio e di valutazione sull’impatto ambientale di questa prassi, peraltro proibita per legge dal governo pakistano, alla ricerca di soluzioni alternative e in un’ottica di mitigazione degli impatti. Sono inoltre stati intrapresi scambi di tipo informativo su questa tematica con l’MGPO (Mountain and Glacier Protection Organization), un’organizzazione locale che da anni lavora nel Baltoro per la tutela ambientale. Un altro dei temi caldi è quello delle deiezioni umane (portatori e trekkers) lungo il percorso. A questo proposito il Protocollo Ambientale prevede che tutti i campi Cai siano dotati di apposite toilette a secco opportunamente ubicate e gestite in modo da non generare impatto sulle componenti idriche. Per ciò che riguarda le deiezioni dei portatori locali, nell’ambito del Protocollo Ambientale  si stanno studiando le migliori soluzioni in un’ottica di mitigazione. Si sottolinea inoltre che la logistica stessa dei trekking Cai, che prevede l’installazione di campi fissi nelle varie tappe, è stata progettata al fine di ridurre il più possibile il numero dei portatori stessi.

 

A fronte di tanto impegno programmatico, progettuale e organizzativo per garantire il minor impatto ambientale ed anzi migliorare le condizioni di partenza, il Cai rispedisce al mittente le accuse di “inquinamento” ritenute semplicistiche e pregiudiziali, rivoltegli da un gruppo eterogeneo che comprende, tra gli altri, anche coloro che stanno organizzando parallelamente negli stessi luoghi e negli stessi mesi dei trekking K2 Cai, numerose e impattanti spedizioni alpinistiche in grande stile, che andranno come da programma a  toccare ambiti di frontiera culminali o cacuminali ad alta o altissima quota (fino alla cima stessa del K2), dagli equilibri ecologici quanto mai delicati.

30 marzo 2004
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Ufficio Stampa Club Alpino Italiano
Responsabile: Pier Giorgio Oliveti
Tel 02.205723242 fax 02.205723201
e-mail: ufficio.stampa@cai.it
Tel 02.70004735 fax 02.741922
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