Milano, 30 marzo 2004
- Fatti e non parole: lo chiedono a gran voce i Soci della più grande
associazione di “montanismo” italiana, gli oltre trecentomila Soci del
Cai, che testa e zaino sulle spalle si rivolgono ai cugini della grande
famiglia ambientalista. Strumentali e prive di riscontri scientificamente
provati le accuse rivolte ai trekkers del Club Alpino Italiano che dopo 50
anni dalla conquista italiana della vetta del K2, intendono celebrare “la
montagna degli Italiani” con un trekking all’insegna della conoscenza
etnografica, naturalistica e della tutela dell’ambiente.
Fuori luogo, di nome e di fatto, i rimbrotti
fatti circolare in questi giorni da due delle associazioni ambientaliste e
da una parte(minoritaria) del mondo alpinistico, per stigmatizzare
l’entusiasmo, la passione civile, i comportamenti del tutto rispettosi
dell’ambiente di alcune centinaia di escursionisti e alpinisti del Cai che
si stanno iscrivendo ai trekking celebrativi del Cinquantenario del K2
organizzati per la prossima estate in Pakistan. <<In relazione alle
segnalazioni ed agli attacchi del mondo ambientalista relativamente
all’iniziativa Cai K2 2004 ed al trekking proposto ai soci, - ha affermato
Gabriele Bianchi, Presidente Generale del Cai - si deve rilevare che il
Cai ha intrapreso già dal luglio 2003 una serie di iniziative atte a
valutare gli aspetti ambientali sia complessivi sia di dettaglio dei
trekking nel Baltoro >>. A questo scopo – fanno sapere al Cai - è stato
formato un apposito team di ricerca(coordinato da Alberto
Ghedina/Osservatorio per l’Ambiente del Cai,
a.ghedina@rolmail.net ) che sta
eseguendo studi specifici su tutti gli aspetti ambientali del trek, quelli
“del prima”, - ovvero com’è lo status quo ambientale oggi nel Baltoro dopo
decenni di “indisturbate” e talvolta gravemente inquinanti spedizioni
alpinistiche in alta quota ? - , quelli del “durante” - sugli impatti del
transito dei cinque-ottocento escursionisti del Cai -, ed infine quelli
del “post-trekking”. A questo riguardo il Club alpino ha incaricato due
entità specializzate, il gruppo di ricerca del professor Riccardo
Beltramo del Dipartimento di Scienze Merceologiche dell’Università di
Torino(riccardo.beltramo@unito.it
;http://web.econ.unito.it), specializzato nelle tematiche
della gestione ambientale in alta quota e dell’ecoturismo (ad esempio
l’equipe di Beltramo ha portato alla certificazione ambientale della
Capanna Margherita al Monte Rosa), e la società ‘Montana’ di Milano, che
lavora da anni sulla progettazione ambientale e sugli interventi di
bonifica in alta quota (ad esempio, ha eseguito la bonifica del versante
Nord dell’Everest, sino al Campo base avanzato a 6400 m).
Le attività di ricerca e valutazione
ambientale stanno esaminando tutti gli aspetti del trekking. In
particolare:
-
la situazione ambientale dell’area in
considerazione dei dati sulla frequentazione degli anni passati;
-
l’analisi della “capacità di
sopportazione”(carrying capacity) dei diversi ambiti toccati;
-
la progettazione sostenibile dei
campi del trek Cai K2 2004(gestione rifiuti, approvvigionamento
energetico, tecnologie solari, pianificazione di audit ambientali
periodici nei vari posti tappa);
-
l’ elaborazione di un vero e proprio
Protocollo Ambientale del Trekking Cai, in collaborazione col Ministero
dell’Ambiente del Governo Italiano e il corrispondente ministero del
Pakistan.
<< Il Protocollo Ambientale – precisano i
tecnici della società ‘Montana’ - consiste in una serie di procedure
operative e gestionali dei vari campi tappa e nell’adozione di specifiche
prassi ed attrezzature di gestione dei campi stessi>>. Ad esempio, al
campo base Concordia, il luogo dove i trekkers si tratterranno per più
tempo, sarà garantita la possibilità di ricaricare tutti gli accumulatori
(dai cellulari alle pile per PC ecc.) con energia da pannelli fotovoltaici.
Inoltre il Protocollo Ambientale sarà un vero è proprio elenco di
istruzioni che i soci Cai partecipanti si impegneranno ad osservare
durante il loro soggiorno sul Baltoro. In particolare, tutti i rifiuti
prodotti nei campi Cai saranno opportunamente raccolti, trasportati a
valle e totalmente smaltiti in siti idonei. Inoltre il Protocollo ha
previsto in collaborazione con le autorità locali, una bonifica generale
di tutta l’area del Baltoro frequentata dai trekking, con la rimozione
dei rifiuti pre-esistenti ed il successivo smaltimento con modalità
appropriate. Al termine dei trekking Cai gli stessi operatori addetti alla
bonifica verificheranno le condizioni ambientali dei diversi siti. Per
quanto riguarda il tema “deforestazione”, principale e legittima
preoccupazione di alcuni ambientalisti, consiste nel rischio fisiologico
legato prevalentemente all’utilizzo di alberi ed arbusti da parte dei
portatori locali per il riscaldamento nei posti tappa. A questo proposito
sono in corso da parte del Cai attività di studio e di valutazione
sull’impatto ambientale di questa prassi, peraltro proibita per legge
dal governo pakistano, alla ricerca di soluzioni alternative e in
un’ottica di mitigazione degli impatti. Sono inoltre stati intrapresi
scambi di tipo informativo su questa tematica con l’MGPO (Mountain and
Glacier Protection Organization), un’organizzazione locale che da anni
lavora nel Baltoro per la tutela ambientale. Un altro dei temi caldi è
quello delle deiezioni umane (portatori e trekkers) lungo il percorso. A
questo proposito il Protocollo Ambientale prevede che tutti i campi Cai
siano dotati di apposite toilette a secco opportunamente ubicate e gestite
in modo da non generare impatto sulle componenti idriche. Per ciò che
riguarda le deiezioni dei portatori locali, nell’ambito del Protocollo
Ambientale si stanno studiando le migliori soluzioni in un’ottica di
mitigazione. Si sottolinea inoltre che la logistica stessa dei trekking
Cai, che prevede l’installazione di campi fissi nelle varie tappe, è stata
progettata al fine di ridurre il più possibile il numero dei portatori
stessi.
A fronte di tanto impegno programmatico,
progettuale e organizzativo per garantire il minor impatto ambientale ed
anzi migliorare le condizioni di partenza, il Cai rispedisce al mittente
le accuse di “inquinamento” ritenute semplicistiche e pregiudiziali,
rivoltegli da un gruppo eterogeneo che comprende, tra gli altri, anche
coloro che stanno organizzando parallelamente negli stessi luoghi e negli
stessi mesi dei trekking K2 Cai, numerose e impattanti spedizioni
alpinistiche in grande stile, che andranno come da programma a toccare
ambiti di frontiera culminali o cacuminali ad alta o altissima quota (fino
alla cima stessa del K2), dagli equilibri ecologici quanto mai delicati.