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la recensione letteraria di intra i sass |
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Titolo: La notte del Cervino |
La notte del Cervino recensione di Mauro Mazzetti |
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Di discussioni, di caroselli, di eroi Lo
hanno già detto e scritto in molti: il libro di Camanni tratta della
montagna in modo indiretto, perché l'alpinismo occhieggia sullo sfondo di
vicende storiche e personali che con corda e moschettoni hanno poco da
spartire. Cosa aggiungere di diverso?
Quindi, cominciamo col dire che questo è un vero e proprio racconto di
alpinismo, e già fin dal titolo: che diamine, il Cervino è un monte o no,
anzi, non è il monte per definizione? E poi: nello scorrere le pagine, la
microstoria alpinistica si insinua pian piano tra le pieghe del racconto,
quasi con noncuranza, buttando lì frammenti e tasselli che si ricompongono
man mano che la trama si sviluppa. Formuliamo però una riflessione di tipo diverso. La vicenda di Aldo Moro, che riveste nel libro un ruolo significativo, offre l'opportunità impertinente ed iconoclasta di utilizzare l'espressione “convergenze parallele”. Questa formula, nata per altri e differenti scopi, bene si conforma anche al nostro libro: Chiara si ritrova infatti all'interno di storie distinte ancorché collegate (ne saremo certi e coscienti solo alla fine), che come differenti sentieri verticali portano tutte alla stessa meta, ossia in cima alla stessa montagna. A
cercare analogie con altre opere letterarie, si evidenziano poi
similitudini con il racconto di Calvino Se una notte d'inverno un
viaggiatore, laddove l'unione dei titoli dei singoli capitoli forma il
testo dell'epilogo della storia. La
storia, minimale e minimalista, ambientata non a caso in una cittadina
come Ivrea, suggerisce piuttosto aperture concettuali filtrate dalla
normale evoluzione (o involuzione?) che i personaggi vivono – e forse
subiscono, aperture meno rigide rispetto ad un passato duro e puro. |
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Mauro Mazzetti |
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copertina
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