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la recensione letteraria di intra i sass |
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Titolo: La
forza della natura |
La forza della natura recensione di Marco Conte |
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L'Uomo dei viàz, Frankenstein, la Primula Rossa dell'alpinismo: in quanti
modi è stato chiamato negli ultimi quarant'anni lo scalatore bellunese
Franco Miotto? Quanti di questi appellativi nascono da una diretta
conoscenza della persona in carne ed ossa, e quali al contrario sono
frutto di storie e narrazioni che talvolta sfumano nel campo del racconto
e della fantasia? Esiste un particolare ben definito che non può fare a
meno di colpire l'osservatore quando si decide di ripercorrere le fasi
principali della vita e del curriculum alpinistico di Franco Miotto: tale
elemento può essere senza dubbio individuato nell'atmosfera leggendaria
che circonda in primo luogo la sua attività di cacciatore solitario e
fuorilegge nel gruppo della Schiara, e che in seguito ha finito per
condizionare anche le sue ineguagliabili imprese verticali sui monti di
Belluno. Mi auguro che i lettori di queste righe non fraintendano il mio pensiero: ricorrendo alla definizione "atmosfera leggendaria" non intendo certamente porre in dubbio la veridicità e l'autenticità delle avventure del rocciatore bellunese sulle pareti del Burèl, del Col Nudo, del monte Pizzocco e dello Spiz di Lagunàz. Ci mancherebbe altro, quegli indimenticabili capitoli della storia della “scuola bellunese” sono indelebilmente impressi nella memoria collettiva in virtù delle relazioni dello stesso Miotto e dei suoi compagni di cordata, tra i quali si annoverano Riccardo Bee, Benito Saviane, Stefano Gava, perfino un giovanissimo Mauro Corona. L'opera di Franco è stata inoltre supportata e commentata da illustri divulgatori della cultura alpinistica, uno per tutti il compianto ex presidente della sezione bellunese del CAI Piero Rossi. Il concetto che intendo sottolineare è invece un altro: risulterebbe difficile comprendere fino in fondo la ‘persona’ Franco Miotto se non si tenesse conto del modo in cui egli è stato descritto e considerato nei racconti dei suoi compaesani, dei colleghi alpinisti, dei pochi cacciatori e bracconieri che come lui si spingevano oltre il fronte del bosco per inseguire i camosci fino a giungere sui più arditi dirupi. Non si stupiscano dunque i lettori se nel 2002, giunto alla soglia dei settant'anni di età, Miotto sia oggi diventato il protagonista di un libro che è ben più di una semplice biografia, ed assume invece in molti passaggi i contorni di un vero e proprio romanzo. La forza della natura, scritto da Luisa Mandrino ed inserito da CDA-Vivalda nella collana “Le Tracce”, si presenta nel panorama editoriale della letteratura di montagna come un'opera originale e controcorrente, come sottolineato anche nell'introduzione a firma della direttrice della collana Mirella Tenderini: «Non è facile raccontare una vita eccezionale senza cadere nella retorica. La scelta di scrivere un romanzo ha permesso all'autrice di scongiurare quel pericolo, e non importa se poi tutto quello che racconta è rigorosamente vero». Fin dalle prime righe del libro salta all'occhio la particolare forma narrativa scelta da Luisa Mandrino: l'intreccio del racconto si snoda infatti utilizzando lo stratagemma della seconda persona singolare, quasi ad imitare un ‘flusso di coscienza’ che corre sul filo della memoria del protagonista. Tutte le fasi salienti dell'avventurosa vita di Franco Miotto vengono ripercorse, intercalate da frequenti ‘flashback’ e cambi di orizzonte temporale: la giovinezza a Cortina d'Ampezzo, il viaggio in Spagna con un commilitone a bordo di una Lambretta, il trasferimento a Castion nei pressi di Belluno, le battute di caccia al camoscio nell'inaccessibile Val di Piero, ed in seguito il battesimo della roccia, ed il primo incontro rivelatore con il giovane ingegnere Riccardo Bee. Franco Miotto come leggenda, dunque, lo stesso Miotto
che prima di cimentarsi a quarant'anni suonati nella sfida alle pareti più
mozzafiato del gruppo della Schiara possedeva già la fama di imprendibile
bracconiere, di esperto camminatore lungo cenge e viàz che solo lui
riusciva a scoprire. «Riccardo Bee aveva sentito parlare di Franco Miotto»,
si racconta nella prima parte del testo: «Cose, storie, avventure, folate
entusiastiche, brevi risposte beffarde, ma sicuramente la metà - diceva
tra sé - erano inventate». La forza della natura è stato recentemente presentato in anteprima assoluta a Belluno nel corso della rassegna sulla montagna “Oltre le Vette”, davanti ad una numerosa platea di spettatori ed amici alpinisti: «Sono nato e mi sono sempre comportato come un anarchico», ha spiegato Miotto parlando della sua vita, «sono stato da sempre poco rispettoso dei confini, anche se nella mia attività ho sempre tenuto presenti determinati principi».
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Marco Conte
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copertina
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