A cinquant’anni
dalla grande impresa italiana
IL CAI RIBADISCE IL SUO CONTRIBUTO
PER LA VERITA’
La nomina di tre saggi per un giudizio storico sulla
prima salita al K2
Milano, 16
marzo 2004 - Una lettera scritta da 25 persone tra cui giornalisti,
storici, economisti e docenti universitari in cui si chiedeva in dicembre
al Club Alpino Italiano l’avvio di una ricerca storiografica sulle
sofferte vicende della conquista del K2 nel 1954 e sui casi intercorsi in
quei difficili giorni a Walter Bonatti, ha indotto il Consiglio centrale
del CAI ad affidare a tre saggi l’incarico di esprimere un giudizio
storico sull’evento e sui suoi protagonisti.
Agli studiosi Fosco Maraini, socio onorario del CAI, esploratore ed
etnologo, Luigi Zanzi alpinista e metodologo della storia, e Alberto
Monticone storico e personaggio autorevole della cultura italiana, è stato
perciò chiesto di offrire un’appropriata documentazione in risposta
all’appello i cui firmatari ritengono ormai destituita di credibilità la
ricostruzione ufficiale delle ultime fasi dell’ascensione, consegnata alla
storia dal capospedizione Ardito Desio con il libro “La conquista del K2,
seconda cima del mondo” edito dalla Garzanti, anche in seguito alla
circostanziate contestazioni di Walter Bonatti.
A ogni buon conto, in una lettera ai tre saggi, il Consiglio centrale
rileva che “nel 1994, in occasione del quarantesimo, il CAI ha affrontato
la questione e definitivamente assegnato a Bonatti il ruolo che gli spetta
raggiungendo un punto d’intesa irremovibile, sancito dal pieno
riconoscimento reciproco delle conclusioni maturate”. La lettura dei testi
allora pubblicati sulla Rivista sarebbe secondo il CAI di per sé
sufficiente a esprimere una trasparente e serena convinzione a tale
proposito. Nella lettera ai tre saggi viene ribadito che il Club Alpino,
“pur ritenendo di aver affrontato con scrupolosa e sensibile attenzione la
complessa questione e aver avviato nel 1994 la revisione storica della
spedizione raggiungendo quello che considera, ancor oggi, un convincente
ed esauriente punto di conclusione, non intende per questo sottrarsi a
nuovi dibattiti”.
16 gennaio
2004
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