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Mercoledì 4 Febbraio 2004
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SOAVE. Tutto il paese
alle esequie di Francesco Masnovo, morto con un compagno di scalata
nella Valtellina
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L’alpinista conquista i
cuori
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«Un amico e un esempio»:
commozione ai funerali dello scalatore caduto
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Soave. Tutto
il paese si è stretto attorno ai familiari ai funerali di Francesco
Masnovo, 40 anni, l’alpinista morto assieme al compagno di cordata
Guido Mastrostefano, anconetano che lavorava alla Glaxo di Verona.
«Quando arrampicavamo insieme eri sempre davanti per guidarmi e fare
strada; io da solo avrei desistito tante volte. Ora dacci il
coraggio di andare avanti e di non rimanere aggrappati alla parete».
La voce di don Andrea Gaino, ex curato del paese ma soprattutto
amico e compagno di scalate di Francesco Masnovo, vibrava ieri
pomeriggio nel pronunciare queste parole. In una chiesa, quella di
San Lorenzo Martire, incapace di contenere tutti quelli che hanno
voluto stringersi attorno alla moglie Rosita Filippi e alle figlie,
le piccole Ilaria ed Elisa, ha scelto di essere lui a celebrare la
messa di addio a Francesco, l’alpinista quarantenne morto
tragicamente sabato pomeriggio in Valtellina. Con don Gaino
sull’altare c’erano anche il parroco don Luigi Cottarelli, don
Tiberio Adami, don Carlo Castagnedi e, accanto ai sacerdoti della
parrocchia, l’amico don Mauro Bozzola. All’impegno di quest’ultimo
sacedote in Georgia, dov’è missionario, la famiglia di Francesco
Masnovo ha voluto donare quanto è stato raccolto fuori e dentro la
chiesa. Ad accogliere la salma dello scalatore sul
sagrato c’erano gli alpini che lo hanno accompagnato e vegliato per
tutta la Messa. È stato lo zio Pietro a portare sull’altare la
sciabola dello scomparso, tenente del corpo durante il servizio
militare, con la fascia azzurra da ufficiale e il cappello da
alpino; sono stati adagiati assieme a una corda da alpinista sul
feretro, tra le gerbere. Tutt’intorno gli scout, a salutare il loro
istruttore di roccia e a stringersi alle compagne di avventure
Ilaria ed Elisa, guide nel gruppo; anche alcuni dei chierichetti in
servizio all’altare portavano sulla tonaca il fazzolettone da scout.
«Solo chi ha provato un amore profondo sa cos’è la felicità e solo
chi ha assaporato questa esperienza può affrontare un momento come
questo», ha detto don Andrea parafrasando il Vangelo di Luca e
correndo con lo sguardo verso Rosita. «Signore», si è levata la
preghiera del sacerdote, «le mani tue e quelle di Francesco tendono
la stessa corda e piano piano stai recuperando anche noi». L’addio
di ieri era a Francesco, ma c’è stato un pensiero anche per l’altra
vittima della sciagura, Guido Mastrostefano, il compagno anconetano
dell’ultima ascesa. Il saluto dei compagni di classe di Ilaria
ed Elisa, quello del coro del paese unito a quello dello sci club e
degli scout, e poi le parole degli alpini soavesi, quelle delle
maestre vicine ad Agnese, la mamma di Francesco: un coro di voci
commosse per l’addio ma anche per fare coraggio alla famiglia. E
ancora voci, quelle che si sono levate intonando il canto
Signore delle cime , strozzando le lacrime in gola: «Dio
del cielo, un nostro amico hai chiesto alla montagna. Noi ti
preghiamo: su nel Paradiso, lascialo andare, lascialo andare per le
tue montagne». Paola Dalli
Cani
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