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Martedì 3 Febbraio 2004
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Recoaro. Sopralluogo
degli esperti nel vaio Battisti: oggi i funerali della
vittima
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«Una mini-lastra di
ghiaccio ha ucciso Thomas: fatalità»
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di Luigi Centomo
Una tragica fatalità che ha dell’incredibile.
Questa è la prima valutazione del gruppo di esperti che ieri, di
primo pomeriggio, è salito sul vaio Battisti dove ha perso la vita
Thomas Peghin di 26 anni, precipitato lungo il pendio che stava
salendo con l’amico Moreno Camposilvan di 28 anni, che ha riportato
ferite guaribili in 40 giorni. Ambedue residenti nel centro
termale e appassionati di montagna, avevano affrontato la salita
perfettamente equipaggiati ed avevano quasi concluso il ripido
tragitto, ma a una trentina di metri dalla sommità la neve ha ceduto
sotto i loro piedi. Dopo la disgrazia, ieri nel primo pomeriggio
il capo stazione del soccorso alpino Recoaro-Valdagno, Daniele
Nicolini, con il suo vice e aspirante guida alpina, Paolo Dani, la
guida alpina Paolo Asnicar e lo specialista del Centro Valanghe di
Arabba, la guida alpina Nicola Sartori, sono saliti lungo il vaio
dell’Acqua fino alla sommità del vicino vaio Battisti, dove sabato
mattina era avvenuta la disgrazia. Il sopralluogo aveva lo scopo
di trovare delle risposte al drammatico quesito di come poteva
essere accaduto un evento così tragico e verificare l’entità delle
cause che hanno provocato quella che da tutti è stata definita una
valanga. «La nostra ispezione - ha riferito la guida alpina
Paolo Asnicar- ha messo in luce una situazione incredibile, che
trova spiegazione solo nella fatalità perché la condizione generale
del vaio non era tale da suscitare allarme o manifestare condizioni
di pericolosità da esserne sconsigliato l’accesso. La lastra di
ghiaccio che ha ceduto innescando lo scivolamento dei due alpinisti
lungo il vaio, è stata di modeste entità e anche la massa nevosa che
poteva essere classificata come valanga non ha avuto ai nostri occhi
la rilevanza che si poteva presupporre». Elementi che delineano
una condizione buona per l’escursione sul vaio con ramponi e
piccozza. Thomas Peghin e Moreno Camposilvan, oltre ad essere
appassionati erano anche conoscitori della zona e, ciò che di solito
difetta in analoghe circostanze, erano perfettamente equipaggiati,
con tanto di casco. I tecnici che ieri hanno fatto il
sopralluogo hanno osservato che lungo il ripido pendio ci sono degli
accumuli di neve e qualche crepa di assestamento, ma tutto sommato
nulla di così pericoloso. «Probabilmente - ha concluso Asnicar -
sono scivolati su uno strato duro e nel veloce scivolamento verso il
basso sono andati a urtare sui sassi. Per Thomas purtroppo non c’è
stato nulla da fare. Erano partiti da Recoaro alle 5.30 del mattino
con l’obiettivo di raggiungere la Gazza e salire i quasi 500 metri
del vaio Battisti. Così è stato e l’escursione ormai era terminata,
mancavano meno di 50 metri alla meta, lungo il fianco del Monte
Zevola. D’improvviso il cedimento della neve e la rovinosa caduta
fino quasi al punto di partenza. Alle 10.30 sono scattati i
soccorsi, chiamati proprio da Moreno con il cellulare. Sono
intervenuti il Suem, il Soccorso alpino, i carabinieri coordinati
dal maresciallo Giacomo Bonincontri, i Vigili del Fuoco di Trento e
l’elicottero. Per Thomas non c’è stato nulla da fare, mentre Moreno,
nel letto dell’ospedale S. Lorenzo, ha la desolazione negli occhi e
nel cuore, come i genitori dello sfortunato amico, Tommaso e Vanda,
la sorella Azzurra e la fidanzata Elisa. Oggi pomeriggio alle 15, la
chiesa arcipretale di Recoaro Terme accoglierà Thomas per l’ultimo
saluto. Le esequie saranno celebrate dall’arciprete don Francesco
Piubello.
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