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 la recensione letteraria di intra i sass 

Titolo: Nel legno e nella pietra
Autore: Mauro Corona

Pagg. 276
€  16,00
Editore: Mondadori, Milano 2003

 

Nel legno e nella pietra recensione di Mauro Mazzetti

“Contro il logorio della vita moderna”: e giù a bere l'amaro al carciofo per superare tensione e stress, come in una famosa pubblicità degli anni Settanta.
Non penso che Corona abbia fatto tesoro di questo suadente invito un po' peloso; credo piuttosto che il suo equilibrio interiore abbia fatto i conti con l'oste (e chiedo scusa per il becero gioco di parole...).

Comunque sia, stiamo ai fatti, torniamo seri e partiamo dall'inizio, tenendo presente che di Mauro Corona si potrebbe scrivere per pagine e pagine e contemporaneamente limitarsi a quattro righe sintetiche. In entrambi i casi centreremmo il bersaglio e lo falliremmo grossolanamente. Non è un personaggio agevole da inquadrare, proprio per la sua apparente facilità di identificazione.

Mi ci sono comunque messo di impegno, dividendo e catalogando i tanti Corona che appaiono all'esterno e dall'esterno: abbiamo così il Corona-alpinista, il Corona-scultore, il Corona-scrittore, il Corona-filosofo, il Corona-montanaro, il Corona-reduce Vajont, persino il Corona-attore e chissà quale altro Corona (Corona-folletto, Corona-bevitore, Corona-cacciatore, Corona-sognatore, Corona-bracconiere, Corona-naturalista, Corona-astronomo, Corona-figlio-padre-nipote, Corona-amico, Corona-falegname, Corona-muratore, Corona-maschilista, Corona-femminista, Corona-affabulatore, Corona-giocatore, Corona-poeta, eccetera eccetera).

Di tutti questi, in maniera volutamente provocatoria, non ne salverò nessuno, perché nessuna etichetta si presta ad inquadrare il personaggio, che è personaggio per sua colpa o per suo merito (il risultato non cambia). Io a Corona gli farei l'esame del DNA, in barba alla ormai troppo sbandierata privacy: non mi stupirebbe che il referto evidenziasse “caratteri genetici unici e non riscontrabili in altri soggetti umani, con tracce importanti di insofferenza all'ordine precostituito e con una marcata tendenza al rispetto dei soli valori umani essenziali”.

Ma cambiamo ancora l'approccio e ripartiamo da capo, sperando questa volta di non sbagliare.

Allora mi sdraio in una radura, chiudo gli occhi, mi rilasso e aspetto. Non so se e quando succederà qualcosa, forse non avrò fortuna o forse sì: non importa, bisogna aspettare e lasciarsi andare ad ascoltare voci e suoni non umani ma di questo mondo. Forse mi aiuteranno “gli spiriti dell'aria”, per dirla con Diemberger, oppure le presenze che vivono negli alberi, o forse ancora i profumi del bosco. Bisogna spogliarsi di convenzioni e di convenienze, di dogmi e di regole, di abitudini e di consuetudini: occorre neutralizzare la razionalità spinta all'eccesso, l'arida logica che tutto spiega ma che nulla comprende. Forse, ma sottolineo forse, solo dopo essermi liberato dalle scorie e dagli orpelli “civili”, cioè della presunta civiltà, potrò sintonizzarmi con la natura, riscoprire tempi, ritmi e sequenze che si muovono liberi dentro di me, ma che faccio fatica a riconoscere, ingabbiato nella vita di tutti i giorni.

Ecco, questo modo di pensare mi piace di più, per provare a capire qualcosa di Corona. Mi risulta più facile, stimolato dalla lettura dei brevi ma intensi capitoli del libro, rimettere assieme molti pezzi del rompicapo-Corona. Più che ideare e costruire storie, Corona se ne libera dopo averle ingerite e digerite, mettendole a disposizione del lettore.
Riesco finalmente a dare corpo a pensieri non più sfuggenti, se guardo le immagini di Corona che conduce per mano una ragazzina alla scoperta delle forme segrete e misteriose custodite dentro i tronchi d'albero.
In Vertical miles, video peraltro fiacco e privo di mordente, Corona sintetizza al meglio la sua visione del mondo: “la vita è come una scultura: bisogna togliere”.

Credo che in queste parole ci sia lo spirito dell'uomo-Corona, essenziale ma non riduttivo, concreto e disincantato sognatore di un mondo fatto di uomini e di sentimenti, prima ancora che di pietra e di legno.

Mauro Mazzetti
Genova, giugno 2003


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