INTRA I SASS - ALPINISMO - LETTERATURA - CINEMA - EVENTI - INCONTRI - STORIA...

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altreINTRANEWS 16

 
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nota 111/03 del 25-06-03
 ALPINISMO  25 giugno 2003.
Nanga Parbat: gli aggiornamenti dal Pakistan comunicano importanti novità dal versante Diamir della grande montagna
. Avevamo lasciato gli 8125 metri della cima calcati dal primo gruppo di kazakhi il 17 di giugno (v. note 107/03 e 101/03). Due giorni dopo un secondo gruppo di alpinisti del Kazakhistan raggiunge la vetta, seguito il 21 di giugno dallo spagnolo Iñaki  Ochoa (aggregato alla Kazakhistan International Expedition) e dalla forte austriaca Gerlinde Kaltebrunner (spedizione italo-austriaca capitanata da Renzo Corona). Negli stessi giorni Jean Christophe Lafaille apriva in compagnia di Simone Moro, nonostante i propositi solitari del francese («obligé d'accepter» v. jclafaille.com), un nuovo itinerario sui pendi della Cima Nord che portano al Ghiacciaio Kinshofer, restando più a sinistra della via originale per riprenderla sul ghiacciaio citato alla quota di circa 7000 metri. Quindi una lunga variante più che un nuovo itinerario alla cima principale. Giunti in prossimità del Campo 3 i due alpinisti incontravano l'americano Ed Viesturs, sopraggiunto dalla classica via Kinshofer. Proseguivano insieme l'indomani, il 23 di giugno, per il campo 4 (7500 metri). Simone Moro tornava indietro al Campo Base per perfezionare l'acclimatazione, mentre il francese Lafaille si lasciava alle spalle anche l'americano e raggiungeva la sommità del Nanga Parbat, nonostante  condizioni climatiche avverse. Poco dopo toccherà la cima anche il veterano alpinista americano giunto al suo 12° ottomila.
K2: grande movimento di mass-media e mondo politico-istituzionale per il ritorno degli italiani sul gigante del Karakoram: Ritorno sul K2, 50 anni dopo Ardito Desio intitola il Corriere della Sera. Linguaggio e prospettiva storica immutata per molti, ministro, giornalisti e capi spedizione. Dettagli in arrivo sulla pagina del sito gestito da Agostino Da Polenza, capo spedizione "effettivo" del progetto K2, 1954-2004. Capo spedizione "onorario" è il ministro delle Politiche agricole e forestali Gianni Alemanno.

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nota 110/03 del 24-06-03
 ALPINISMO  24 giugno 2003.
Seven Summits: «
Milano, 23 giugno 2003. Alle 18.00 ora locale del 22 giugno Alberto Magliano ha raggiunto la vetta del Denali (Alaska), diventando il primo alpinista italiano non professionista - e il primo italiano in assoluto dopo Reinhold Messner - ad aver completato l'impresa delle ‘seven summits’, la scalata delle cime (sette, appunto) più alte di ogni continente» - inizia così il comunicato promulgato dall'ufficio stampa dell'alpinista triestino-milanese che ha chiuso nel tardo pomeriggio di domenica il circuito delle Sette Sorelle. Abbiamo seguito con interesse l'evoluzione di questo singolare alpinista sui generis, ex dirigente d'azienda e oggi consulente a Milano, arrivato all'alpinismo nella maturità e mai più ritiratosi dalle ascensioni sulle Alpi e sulle grandi montagne del mondo. Si potrebbe pensare di lui quale pedissequo seguace di una cultura che pone come primo obiettivo la collezione di cime, prerogativa che pervade soprattutto alpinisti americani e dell'estremo Oriente e poco in uso tra noi (v. nota 213/01). Si potrebbe invece attentamente considerare la determinazione, il percorso e l'impegno profusi per raggiungere obiettivi certamente non facili e che un pensiero retorico vorrebbe riservato agli eletti, agli alpinisti professionisti, di nome o di fatto, magari infastiditi che un alpinista fuori dal giro (degli sponsor), in piena autonomia di mezzi, abbia sottratto loro una fetta di celebrità. Tuttavia, a ben vedere, nel sottolineare "il primo alpinista italiano non professionista" bisognerebbe approfondire lo stile e l'autonomia alpinistica (non di mezzi, questa volta) che contraddistinguono le ascensioni di alpinisti "non-professionisti" accompagnati da alpinisti "professionisti". Insomma, potremmo riflettere su molte cose grazie all'imprese di Alberto Magliano, ma non discutere mai la sua profonda passione per l'alpinismo. Per farvene un'idea visitate www.sevensummits.it.

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nota 109/03 del 23-06-03
 INTRAISASS  23 giugno 2003.
Recensioni letterarie: «
...Mi ci sono comunque messo di impegno, dividendo e catalogando i tanti Corona che appaiono all'esterno e dall'esterno: abbiamo così il Corona-alpinista, il Corona-scultore, il Corona-scrittore, il Corona-filosofo, il Corona-montanaro, il Corona-reduce Vajont, persino il Corona-attore e chissà quale altro Corona (Corona-folletto, Corona-bevitore, Corona-cacciatore, Corona-sognatore, Corona-bracconiere, Corona-naturalista, Corona-astronomo, Corona-figlio-padre-nipote, Corona-amico, Corona-falegname, Corona-muratore, Corona-maschilista, Corona-femminista, Corona-affabulatore, Corona-giocatore, Corona-poeta, eccetera eccetera). Di tutti questi, in maniera volutamente provocatoria, non ne salverò nessuno, perché nessuna etichetta si presta ad inquadrare il personaggio, che è personaggio per sua colpa o per suo merito (il risultato non cambia)...» -  estrapoliamo dalla recensione di Mauro Mazzetti dell'ultimo libro di Mauro Corona: Nel legno e nella pietra. Potrebbe aiutarci, nella lettura, le provvidenziali Parole Verticali di Wallace Stevens tratte dal poemetto "L'uomo dalla chitarra azzurra".

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nota 108/03 del 18-06-03
Newsflash: per cause di forza maggiore la redazione chiude e ritornerà operativa lunedì prossimo. Per urgenze resta attivo solo il recapito telefonico 333/2323200.
Nel frattempo vi anticipiamo due novità fuori dell'ordinario.
1. Dell'incontro ovvero dell'incamminarsi verso l'Angelo di Maria Soster: «Non ci si lasci trarre in inganno dal titolo: per Henry Corbin, filosofo ed islamista francese del secolo scorso, che non ha tralasciato di abitare, durante gli anni della sua giovinezza, trascorsi nella Parigi degli anni '30, gli aspetti più irruenti del protestantesimo francese di ispirazione barthiana, parlare della montagna significa parlare dell'incontro...» - inizia il saggio della studiosa di Calvene, attualmente impegnata come tutor nell'ambito del Master in Studi Interculturali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Padova.
2. La seconda novità è qualcosa di assolutamente annunciato e imprevedibile: il PDF della copertina di intraisass2! Non esitate ad esplorarlo! Siamo in stampa! Prossimamente i dettagli.

 INTRAISASS
  18 giugno 2003.
MANASLU metri 8163 - Montagna a caro prezzo
di Mario Corradini. Nuova entrata nella sezione ASIA CENTRALE - RACCONTI DI ALPINISMO. «Sono già trascorsi 11 anni da quell'indimenticabile spedizione, la mia prima presenza in Nepal sulle alte montagne. Rileggendo un mio articolo, pubblicato allora nell'annuario della Sezione SAT di Riva del Garda [...] rivivo, in modo nostalgico, quell'esperienza. Ricordo l'impatto, forte e stupefacente, che ebbi con gli abitanti di Sama Gaon e gli spettacolari tramonti che tingevano di fuoco le candide nevi del dirimpettaio e slanciato Pang Phuchi. Grazie all'amico Wielicki ho provato sensazioni mai avute prima, che si sono radicate nella mia mente a tal punto di diventare il primario richiamo dei miei successivi viaggi...» - l'alpinista trentino ripercorre i momenti gioiosi e drammatici della spedizione del 1992 al Manaslu che vide protagonisti un gruppo internazionale di alpinisti guidati dal polacco Krzysztof Wielicki e annoverava tra le sue fila future promesse dell'alpinismo italiano: Giorgio Passino di Courmayeur, Marco Bianchi di Milano e Christian Kuntner di Prato allo Stelvio. Per conoscere più da vicino il nostro nuovo importante autore, Mario Corradini di Tressille di Pinè, vi invitiamo a visitare la sua pagina web personale dove troverete elencate le sue numerose pubblicazioni, fatta eccezione per l'ultimissima guida Dolomiti di Brenta in uscita in questi giorni per i tipi della Nordpress.
 APPUNTAMENTI  18 giugno 2003.
Lecco: dal 21 al 22 giugno la IV Edizione del Meeting della Montagna - Premio Grignetta d'Oro. Tutti i dettagli dell'importante rassegna lecchese sul sito www.ragnilecco.com.
 INTERNET   18 giugno 2003.
Pale di San Martino: continua la nostra collaborazione con le Aquile di San Martino. In occasione dell'apertura ufficiale (20 giugno) della stagione nei Rifugi vi segnaliamo il sito www.rifugipalesanmartino.it  - spazio web in fase di costruzione da parte della nostra redazione. Per il Rifugio Treviso in Val Canali i lavori sono a buon punto e si potranno scaricare già informazioni e relazioni di vie, mentre per gli altri bisognerà pazientare ancora un po'. Alcune notizie essenziali sono tuttavia riportate, come anche una galleria storica (altre sono in preparazione) sulle Pale, il tempio per eccellenza della roccia dolomitica, come la copertina e le pagine in continua evoluzione cercheranno di dimostrare.
Dolomiti Bellunesi: piccole case editrici sopravvivono. Visitiamo il sito di Rocciaviva, casa editrice specializzata in tutto quanto riguarda la montagna, con particolare attenzione per le Dolomiti.

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nota 107/03 del 17-06-03
 Miscellanea ALPINISMO
  17 giugno 2003.
Nanga Parbat: nelle prime ore di questa mattina il primo gruppo di kazakhi (Denis Urubko, Maxut Zhumayev, Vassily Pivtsov e Dmitry Chumakov) ha raggiunto la cima dopo appena 16 giorni di permanenza ai piedi della grande montagna pakistana. Da sottolineare lo stile: 3000 metri di corde fisse. Anacronistico?
Ande Peruviane: arrivano le prime notizie degli alpinisti austriaci dati per dispersi sullo Jhirishanka: «I cadaveri di due alpinisti austriaci sono stati ritrovati ieri mattina sulle Ande peruviane. Julian Neumayer e Alexander Fidi risultavano dispersi ormai da oltre cinque settimane. Secondo una prima ricostruzione, mentre tentavano di scalare la vetta alta 6000 metri dello Jhirishanka, sarebbero stati sorpresi da una slavina di ghiaccio che li ha sepolti entrambi. In un primo momento, i soccorritori avevano trovato uno zaino e un casco...» (Alto Adige).
Alpi Centrali: Luca Maspes ritorna sull'amato e poco esplorato versante NW del Sasso Nero (v. nota 227/01) in compagnia di Alessandra Gianatti. Salgono una bella torre rocciosa con difficoltà fino al VI+ (aspettiamo dettagli...).
Dolomiti: qualche settimana fa, tra un temporale e l'altro, Ivo Ferrari è riuscito in una delle sue solitarie cavalcate sulle Pale di San Lucano. Questa volta sulla parete Est della Seconda Pala, dove ha concatenato la via Orso Bruno e la via dei Revestoni (entrambe 600 m, con difficoltà fino al V+), itinerari aperti da Conedera & C. negli ultimi anni. Sabato, invece, legato alla sua fedele e determinata compagna, la lecchese Federica Maslowsky, si è portato a casa la prima ripetizione dei Diedri del Silenzio. Gratificante il commento per ambiente e bellezza d'arrampicata. 

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nota 106/03 del 16-06-03
 INTRAISASS
  16 giugno 2003.
Extraeuropeo: tra le spedizioni in partenza che vedono protagonisti alpinisti italiani segnaliamo l'iniziativa "Oxus-Montagne per la pace" organizzata da Mountain Wilderness International e che ha come obiettivo l'ascensione del Monte Noshaq (7492 m), la vetta più alta dell'Hindu Kush afghano. La spedizione vedrà la partecipazione di alpinisti provenienti da diverse nazioni europee, coordinati dal veterano Carlo Alberto Pinelli. Tra gli italiani il romano Giorgio Mallucci e il mantovano Fausto De Stefani, seguiti da una squadra di alpinisti-giornalisti-cineoperatori (Giorgio Gregorio, Enrico Pergolini e Alessandro Ojetti) per conto della Regione Friuli-Venezia Giulia, sostenitrice della Missione di pace. La spedizione partirà il 25 giugno per portare a termine un progetto articolato che va oltre la semplice ascensione della cima: dettagli e approfondimenti nello spazio web messo a disposizione dalla Regione FVG. Ricordiamo che la Valle dell'Oxus vide esploratori alpinisti italiani nel lontano 1963, guidati sempre da Carlo Alberto Pinelli e con la partecipazione straordinaria di Giancarlo Biasin, il grande alpinista veronese scomparso prematuramente (un ricordo dello scalatore nativo d'Illasi nel racconto Su gli ultimi passi di Giancarlo Biasin di Arturo Castagna).
Gasherbrum II: in prossimità di partenza per realizzare il sogno di gettare lo sguardo da ottomila metri anche un gruppo di padovani guidati dall'infaticabile Francesco Cappellari. Con lui Leri Zilio (tra i primissimi autori di intraisass con lo storico Avventure sullo Spiz di Lagunàz), Piero Mioni e Andrea Testa. Partiranno il 22 giugno con obiettivo la bella "Cima Lucente" del Karakoram.


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nota 105/03 del 13-06-03
 INTRAISASS
  13 giugno 2003.
Newsflash: prima defaillance sul Nanga Parbat. Tre alpinisti "stranieri" della Kazakhistan International Expedition (v. nota 101/03) rientrano a casa a seguito di problemi causati dalle alte quote. Uno è lo spagnolo Oscar Gogorza de Carlos affetto da edema cerebrale. Gli altri sono gli italiani Franco Nicolini (con congelamenti agli alluci dei piedi) e Mirco Mezzanotte (che accompagnerà i primi due).
Recensioni storiche: è tempo di Dolomiti. Ripercorriamo le avventure di un grande dolomitista leggendo la recensione storica di Marco Bellini che ci presenta Al di là della verticale, il celebre libro di Georges Livanos: «Non è possibile scrivere una recensione come le altre per questo libro. Sembra una frase fatta, il solito cliché, e invece per Al di là della verticale fare un racconto delle imprese descritte non renderebbe giustizia allo stile dell'autore. Infatti il libro è così spassoso, così divertente e leggero, che il mero elenco delle imprese che vi sono narrate sarebbe come descrivere a parole un quadro di Van Gogh».

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nota 104/03 del 12-06-03
 CULTURA
  12 giugno 2003.
Quotapoesia: «Otto ore di poesia nella natura, in mezzo ai boschi della Val di Sella, sopra Borgo Valsugana (Trento). E' il festival Quotapoesia, che domenica 15 giugno 2003 porterà il meglio dei poeti della zona Dolomitica (Trento, Bolzano, Belluno, Vicenza) insieme a quattro fra i più grandi poeti italiani: Maurizio Cucchi, Stefano Dal Bianco, Giovanna Frene e Giuliano Scabia» - si legge nel comunicato culturale che annuncia la nascita di una nuova manifestazione che riunisce i poeti dell'intera area dolomitica, con quattro lingue rappresentate: italiano, tedesco, ladino e cimbro. Direttore artistico della rassegna di poesia è il trentino (nato a Bolzano da genitori veneti) Gigi Zoppello, giornalista, vice-caporedattore del quotidiano L'Adige, tra le cui pagine si occupa di montagna, arte e cultura. Da vent’anni scrive racconti e poesie ed è fondatore del gruppo "Atletico Poeti", nonché autore di intraisass.it (Jimi Hendrix was here) e tra i protagonisti dell'imminente intraisass2. Nel comunicato culturale la presentazione della manifestazione con il poster e gli interventi di Laura Froner, sindaco di Borgo Valsugana, e di Franco Panizza, presidente del Consiglio Regionale del Trentino Alto Adige. Ad auspicio di successo per la neonata manifestazione dedichiamo due poesie di José Saramago in Parole Verticali.
 RASSEGNA STAMPA  12 giugno 2003.
Campanile del Brabante: «Il 2 settembre 1933, saranno settant'anni il prossimo autunno, una cordata "internazionale" vinceva per la prima volta da nord-est l'impegnativo passaggio chiave del Campanile di Brabante...» inizia l'articolo di Marco Conte Alpinismo eroico sulla Civetta. Quando Tissi e compagni espugnarono il Campanile del Brabante in rete oggi sulla pagina della CULTURA del Corriere delle Alpi.
Everest precoce: Woman on top of the world di Chen Je su China Daily racconta invece la storia di Liang Qun, 34 anni, la prima donna cinese a mettere i piedi sul Mount Qomolangma lo scorso 22 maggio. L'alpinista cinese, da pochi anni accesa dalla passione per l'alpinismo e con scarse esperienze di alta quota, non si è tirata indietro, quand'era esausta, dalla sfida che gli offrivano gli ultimi cento metri della più alta cima delle Terra. Attualmente è ricoverata in ospedale per ambioplia da riflesso di neve (cecità innescata pure dall'ipossia delle alte quote) e con congelamenti a quattro dita delle mani. Nonostante ciò afferma serenamente: «Scalare montagne arricchisce la mia vita e realizza il mio sogno di comunione con la natura». Le auguriamo che sia veramente così.

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nota 103/03 del 11-06-03
 ALPINISMO
  11 giugno 2003.
Karakoram: cominciamo un giro di perlustrazione tra le spedizioni che affronteranno nei prossimi giorni le grandi montagne ai confini del Pakistan. L'ufficio governativo ha rilasciato poco più di 20 permessi, compresi i tre del Nanga Parbat (v. nota 100/03), montagna appartenente all'Himalaya del Punjab e confinante con le pendici del Karakoram e dell'Hindu Kush . Ovviamente la maggior parte delle spedizioni si impegnerà lungo le vie normali, specie sui due Gasherbrum, ottomila metri molto appetibili per chi si avvicina alle altissime quote. Sul K2 (8611 m) opereranno 6 spedizioni tra le quali è da segnalare quella di Aracelli Segarra Roca, l'alpinista spagnola, quest'anno, al terzo tentativo sul K2. Ricordiamo che l'anno scorso la vetta della difficile montagna non si è concessa a nessun piede di alpinista, neppure a quello femminile della tenace e bellissima scalatrice catalana che continua con decisione a portare avanti il suo progetto di raggiungere le tre montagne più alte della Terra, progetto per ora fermo all'Everest (1996). Aracelli per acclimatarsi affronterà prima il Gasherbrum I o Hidden Peak (8068 m) dove incontrerà un'altra donna delle alte quote, la basca Edurne Pasaban che tenterà di portarsi a casa entrambi i Gasherbrum dopo avere recentemente scalato il suo quarto ottomila, il Lhotse (8516 m), qualche decina di giorni fa. L'alpinista basca passerà per i campi base. D'altro spessore invece l'avventura che sono in procinto d'iniziare il gruppo italiano guidato da Romano Benet e dalla moglie Nives Meroi: insieme a Luca Vuerich e Battista Galbiati tenteranno di concatenare le cime del GI e GII lungo la cresta Est, passando per il Junction Peak (7758 m) lungo la via Kukuczka-Kurtyka (v. go-mountain), perfezionando in tal modo la celebre attraversata compiuta da Messner e Kammerlander nel giugno 1984 e che vide per la prima volta degli alpinisti attraversare due ottomila, restando in quota per una settimana senza mai discendere al campo base e senza predisporre depositi di viveri e attrezzature. Il gruppo italiano, se non domo, ha il permesso pure  per scalare il vicino Broad Peak (8047 m). Tra le spedizioni operanti nel bacino dei Gasherbrum, sopra tutte si eleva il progetto di un duo straordinario. L'australiano Athol Whimp e il neozelandese Andrew Lindblade hanno messo gli occhi sulla magnifica parete di luce (il "Muro Lucente") del Gasherbrum IV (7925 m), la parete Ovest, sulla quale si prefiggono di aprire una nuova via in stile alpino. Altrimenti - attenzione all'opzione! - dirotteranno le loro ambizioni sulla ripetizione della Kurtyka-Schauer. Non c'è che dire, una delle vie più importanti della storia dell'alpinismo di tutti i tempi (v. nota 120/02). Da ricordare che il duo ha il suo attivo la quarta ascensione della parete Nord dello Jannu (1997) e la prima ascensione della parete Nord del Thalay Sagar (1998, ascensione premiata con il Piolet d'Or).
Alaska: cambiamo continente e regione montuosa per annunciare la nascita di una nuova cordata italiana che porterà con sé le diverse e numerose esperienze di alpinismo esplorativo fatte in giro per il mondo. Prossimi alla partenza per le Kichatna Mountains, montagne granitiche a sud ovest del McKinley, sono il bellunese Diego Stefani e il roveretano Mario Manica. Obiettivo dei due intraprendenti alpinisti sono una via nuova, stile big-wall, sulle alte pareti del Kitchana Spire o del Middle Triple Peak. La zona, molto selvaggia, è raggiungibile solo con un piccolo aereo da turismo che lascerà gli alpinisti sulle nevi di un grande ghiacciaio, alla base di grandi pareti di granito inesplorate.

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nota 102/03 del 10-06-03
 
FOTOGRAFIA  10 giugno 2003.
Città di Chieri (TO): focalizziamo l'attenzione dei nostri lettori sulla mostra fotografica che sarà inaugurata domani, ore 18:00, presso la Galleria S. Filippo, via Vittorio Emanuele 63, dell'antica Città di Chieri. Venti immagini grande formato (100x36cm) in bianco e nero del fotografo-alpinista Davide Camisasca resteranno esposte fino al 17 giugno regalando ai visitatori scorci ed impressioni di luce sul Monte Rosa: «Le splendide fotografie di Davide Camisasca sul Monte Rosa si prestano a due letture diverse e, perché no?, sovrapponibili. La rinuncia all'uso del colore e la scelta di privilegiare le immagini in bianco e nero suggeriscono un'interpretazione che si affaccia alla dimensione del fantastico e dell'immaginario. O anche solo semplicemente alla storia dell'esplorazione del massiccio. Osservando alcuni degli scatti della mostra, ad esempio, è inevitabile chiedersi quali particolari rimasero impressi sulla retina dei primi esploratori abbarbicati alla balconata della Entdeckungsfels, la Roccia della scoperta...» - ci introduce Roberto Mantovani nell'apposita scheda che abbiamo preparato per la mostra MONTE ROSA - PROFILI DI LUCE. Come per le altre pagine delle Mostre di intraisass, nella scheda troverete un'anticipazione delle opere per tutti i lettori che non potranno andare in Piemonte ad ammirarle dal vivo ma che, nondimeno, potranno darsi da fare per avvicinare, in qualche modo, l'autore. L'esposizione è organizzata dalla locale sezione del CAI, sulla soglia dei 75 anni di vita.

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nota 101/03 del 09-06-03
 ALPINISMO
  9 giugno 2003.
Nanga Parbat: chiusa la stagione per l'arrivo del monsone sulle montagne centro himalayane, si apre la stagione in Karakoram e in altre zone montuose che restano per buona parte dell'estate fuori dall'azione delle grandi piogge. Spostiamo la nostra attenzione sul Nanga Parbat, l'ottomila più a occidente, la Montagna Nuda che celebra quest'anno il cinquantenario della prima salita, la montagna dell'Himalaya del Punjab (regione del Pakistan) a un passo dal Karakoram e a una distanza incommensurabile (per i nostri passi) dall'Himalaya Centrale. Ufficialmente sono quattro le spedizioni date per il momento in avvicinamento o già in opera sulla montagna. Lasciando da parte la spedizione spagnola guidata da David Rosa Manez, ben due spedizioni vedono protagonisti alpinisti italiani. Si tratta di due spedizioni internazionali. La prima di matrice Kazakha, capospedizione Zhunusov Baglan, con alpinisti stranieri del calibro del francese Jean Christophe Lafaille, dell'americano Ed Viesturs e dello spagnolo Iñaki  Ochoa. Tra gli italiani partecipanti alla Kazakhistan International Expedition l'onnipresente Simone Moro (che ritroverà l'amico Denis Urubko) e i trentini Mirco Mezzanotte e Franco Nicolini. Un'altra spedizione internazionale registrata all'Ufficio Spedizioni del governo pakistano vede invece il forte alpinista primierotto Renzo Corona guidare un gruppo italo-austriaco. L'Aquila di San Martino è quindi per il terzo anno consecutivo ai piedi di un ottomila, dopo Makalu 2001 e Manaslu 2002 (vetta per quest'ultimo). Le tre spedizioni citate cercheranno di raggiungere gli 8125 metri della cima affrontando la complessa via normale (via Kinshofer, 1962) sul versante Diamir (ovverosia la parete Occidentale con i suoi 3500 metri di dislivello). La quarta spedizione, che ha tra i protagonisti il redivivo alpinista sloveno Tomaz Humar, annuncia l'ambizioso progetto di aprire una nuova via sul versante Rupal (ovverosia la parete Sud con i suoi 4500 metri di dislivello, tra le più grandi pareti al mondo) e ridiscendere per il versante Diamir, impresa riuscita parzialmente ai fratelli Messner nel 1970: Günther scomparse durante la tragica discesa. L'ultimo successo sulla parete Rupal risale al 1985 quando Kukuczka, Carsolio e compagni aprirono un altro impressionante itinerario mai più ripetuto, il leggendario Sperone dei Polacchi.
 AMBIENTE  9 giugno 2003.
Scorie Nucleari: prima di informarvi su altre interessanti spedizioni in partenza per le grandi montagne del mondo, non solo Karakoram e Himalaya, notizie che seguiranno a breve, vi invitiamo a leggere (o perlomeno a soffermarsi sulle suggestioni del titolo) l'articolo When CIA planted N-devices on Indian peak, la recensione del recente libro «Spies in the Himalayas» del celebre, in patria, alpinista e capitano indiano Mohan Singh Kohli. Si narra dei tempi in cui, anni 60, la CIA si dilettava a "impiantare" dispositivi nucleari sulle cime himalayane per monitorare i test nucleari cinesi. Tra le cime obiettivo il sacro e intoccabile Nanda Devi, sul quale si perse addirittura uno di questi pericolosissimi congegni nucleari, con relative conseguenze di possibili contaminazioni radioattive del fiume Gange. Queste e altre storie di recrudescenze di manie di potere... quasi un invito per gli alpinisti di alzare lo sguardo dagli scarponi per accorgersi dei problemi del mondo o, perlomeno, di non inciampare, per difetto di vista a lunga gittata, su qualche scoria inattesa.

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nota 100/03 del 06-06-03
 INTRAISASS
  6 giugno 2003.
La Galleria di intraisass: con un leggero ritocco grafico - l'aggiunta di una striscia fotografica che documenta la presentazione di intraisass1 (maggio 2002, fotografie di Alessandro Pianalto) - la nostra Galleria ci presenta Mario Crespan, l'illustratore di Carbonera (Treviso) che con i suoi disegni ha incantato molti spettatori dell'ultimo Festival di Trento e che ci sta preparando un'altra grande opera di illustrazione dopo quello sul Gruppo della Civetta: sempre con Luca Visentini è annunciato il nuovo lavoro sulle normali delle Pale di San Martino, aggiornamento di una delle opere fondamentali del primo Visentini. Questa volta Mario Crespan dona alla nostra copertina l'illustrazione - grafite e acquarello monocromo - della Torre dell'Orso. Ricordandovi il testo dell'illustratore trevigiano Il sipario invisibile (dal diario di lavoro di un illustratore di montagne), per meglio comprendere la tecnica e la sensibilità dell'artista abbiamo aggiunto alla classica immagine in formato standard (cliccabile dall'icona) una nuova versione esplora dettaglio. Entrate per scoprire un mondo ai più sconosciuto.
Guide Grigie: restando in ambito Pale di San Martino e prendendo spunto dalla recente uscita di Pale di San Martino Ovest di Lucio De Franceschi, leggiamo l'interessante riflessione di Marco Flamminii Minuto: «Le Guide del CAI – TCI, meglio conosciute fra gli appassionati come "Guide grigie" sono un po' l'icona e il riassunto cartaceo di un certo modo di intendere l'alpinismo. Un'attività indubbiamente legata strettamente ad aspetti soggettivi e per questo poco propensa a definizioni e catalogazioni, ma che non può essere slegata dagli elementi culturali e scientifici che contribuiscono a comporla...» - continua nella pagina extra di intraisass.

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nota 99/03 del 05-06-03
 ALPINISMO
  5 giugno 2003.
Himalaya: dopo il naufragio delle ambizioni sul Nuptse Est, un altro impegnativo progetto fallisce ai piedi di una delle pareti più ambite dell'Himalaya, la parete Nord dello Jannu. Per il secondo anno consecutivo Erhard Loretan e compagni (Ueli Steck, Stefan Siegriest, Frédérick Roux) rinunciano all'ascensione della difficile parete a causa del maltempo. Un diario della spedizione sul sito del forte scalatore svizzero.
 RASSEGNA STAMPA  5 giugno 2003.
Scrittori verticali: intervista incrociata tra Erri De Luca e Mauro Corona Pagine e vette, che bellezza Dialogo fra due autori - e amici - che sono ai primi posti nelle classifiche dei libri più venduti (Avvenire).
Kanchenjunga: qualche dettaglio sull'ultima avventura italiana alla terza montagna della Terra L'alpinista Merelli dedica il «Kangche» ai suoi nipotini (L'Eco di Bergamo).
Guide Alpine: «Siamo noi a fare vivere la montagna» (Corriere delle Alpi) spiega Mario Dibona, presidente delle Guide di Cortina.

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nota 98/03 del 04-06-03
 INTRAISASS
  4 giugno 2003.
Recensione cinematografica: «Pensate ad una bella montagna, diciamo sui quattromila metri come il Gran Paradiso; aggiungete un mappamondo; facciamo che il monte di cui si tratta si trovi in Patagonia e che si chiami San Valentin; incorporate sei giovanotti sudafricani del tutto baldi ed un po' ribaldi; mescolate bene, rimestando con una capace piccozza. Il risultato lo avrete davanti agli occhi: la prima salita sudafricana del picco San Valentin, salita effettuata in piena autonomia e con spirito allegro» - in tempi di imprese pseudo-drammatiche-alpinistiche sulla più alta montagna della Terra vi proponiamo - nella nuova recensione di Mauro Mazzetti - una pellicola e un alpinismo di tutt'altro spessore e dimensione: San Valentin di Nic Good, ovverosia «un sorriso di serenità ed un respiro di libertà».
 RICERCA SCIENTIFICA  4 giugno 2003.
Spiderman: avete problemi a tirare l'8c+ in placca o su strapiombo? Non riuscite a tenere le reglette o vi si ghisano gli avambracci prima del tempo pattuito con i vostri manuali di arrampicata? No problem! La tecnologia futuribile vi dà la soluzione: Presto saremo tanti uomini ragno - Sperimentato un tessuto adesivo che imita le zampette dei gechi (Il Messagero) -  'Gecko tape' has researchers climbing the walls (ABC News).

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nota 97/03 del 03-06-03
 ALPINISMO
  3 giugno 2003.
Extraeuropeo: mentre cominciano ad arrivare le prime spedizioni ai piedi delle grandi montagne del Karakoram (Nanga Barbat, Broad Peak e K2), 23 spedizioni di cui vi daremo dettagli e resoconti strada facendo, per l'Everest è tempo di tirare le somme. Dal punto di vista storico già abbiamo fatto un cenno nella nostra nota 95/03. Ecco invece le statistiche. Quest'anno, senza tenere conto della stagione autunnale (la stagione post-monsone), è già stato ampiamente superato il record di alpinisti in vetta: 239 contro i 182 delle due stagioni del 2001. Dei 239, 159 da Sud e 80 da Nord, tra i quali 7 donne e 1 uno solo, uno solo sottolineiamo, senza bombole d'ossigeno! Un passo indietro che - insieme ad altri - fa sempre più allontanare l'Everest dalla storia dell'alpinismo contemporaneo. Altro record da segnalare, quasi fosse un mattino domenicale sulla cima più alta della terra (per parafrasare la raccolta di poesie del nostro ospite in Parole Verticali), è quello del maggior numero di alpinisti sulla sommità per giornata: 109 del 22 maggio di quest'anno contro gli 88 del 23 maggio 2001.
Lutti: a un anno da un altro cinquantenario che assillerà le nostre menti e i media nazionali, «la conquista del K2, la montagna degli italiani», ci ha lasciato in questi giorni uno dei protagonisti della storica avventura del 1954, il celebre alpinista carnico Cirillo Floreanini. Spunti e ricordi del grande alpinista tolmezzino nel sito della Scuola Carnica di Alpinismo e Scialpinismo CIRILLO FLOREANINI.
Soccorso alpino: querelle tra elicotteri per soccorrere «12 padovani in bermuda a quota 2500 metri...  colti da grandinata improvvisa e sicuramente attrezzati più per prendere il sole a Jesolo»: Soccorso in montagna, «guerra aerea» Il primario del Suem scrive una lettera di protesta ai vigili del fuoco (Corriere delle Alpi).

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nota 96/03 del 30-05-03
 CULTURA
  30 maggio 2003.
Monte Pelmo: prendiamo spunto dall'articolo apparso oggi su Il Gazzettino - Due scalatrici inglesi incantate dal Pelmo di Bortolo De Vido - per segnalarvi la riedizione del libro di AMELIA EDWARDS, «Cime inviolate e valli sconosciute», edito la prima volta nel 1985 dalla Nuovi Sentieri di Belluno, la casa editrice di Bepi Pellegrinon sempre pronta a regalare preziosi libri storici ai lettori di alpinismo.
 POLITICA  30 maggio 2003.
Kathmandu: mutano i rapporti tra Nepal e Tibet dopo la morte di Re Birendra. I cinesi comprano dal Nepal i rifugiati politici - drammatica situazione a Kathmandu: «Nella mattinata del 29 maggio 2003 funzionari dell'Ambasciata Cinese si sono presentati alla prigione di Dilli Bazaar, scortati da poliziotti nepalesi, con il permesso di prendere in custodia i detenuti tibetani e trasportarli al confine di Kodari (ufficialmente chiuso per la SARS). Da qui un bus era pronto per trasportarli in Tibet» - da Tibet News On Line.
 APPUNTAMENTI
  30 maggio 2003.
Rovereto: in occasione dei 50 anni della salita all'Everest, la SAT di Rovereto festeggia l'alpinista Sergio Martini questa sera alle 20.30 presso l'Auditorium del MART. L'alpinista roveretano proietterà diapositive sulla sua esperienza himalayana.
Chieri (Torino): questa sera alle ore 21 Luca Maspes
proietterà tre filmati ("Elettroshock solitario", "Eldorado 2000" e "Oceano Irrazionale") presso la SALA CONCERIA in Via Conceria 2. Sempre a Chieri Davide Camisasca presenterà dall'11 al 17 giugno la mostra fotografica "MONTE ROSA, profili di luce" presso la Galleria S. Filippo in via Vittorio Emanuele 63, mostra che molto probabilmente riusciremo a presentarvi tra le pagine speciali di intra
isass.

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nota 95/03 del 29-05-03
 ALPINISMO
  29 maggio 2003.
Himalaya: è il giorno dell'Everest. Cinquant'anni fa Edmund Hillary e Tenzing Norgay calcarono la cima più alta del pianeta, il CHOMOLUNGMA (madre della valle o dei venti, Tibet) o CHOMOLANGMA (madre dei tori o degli elefanti, Tibet) o SAGARMATHA (Vetta sopra gli Oceani, Nepal) [toponimi tratti da Le vie agli "Ottomila" di Giovanni Rossi, CAAI Annuario 1996]. La montagna è rimasta la stessa mentre la cultura alpinistica è profondamente cambiata. Cronaca e statistiche lo dimostrano. La vetta sopra tutto, la poesia - in tutti i sensi, dalla poiesis greca (produrre e fare da sé, creare) al sogno contemporaneo, disinteressato - poca o niente. Al momento, pure dal punto di vista di storia dell'alpinismo, nessuna salita degna di nota.
Le ultime cronache: Precipita sull'Everest, pilota salvato dai trentini L'elicottero è caduto al campo base. Benedetti e Valentini: «Lo stavamo filmando» (Alto Adige). Siamo ancora in attesa dei dettagli della spedizione vicentina all'Everest che ha visto Mario Vielmo in vetta lungo la via normale tibetana la mattina di lunedì 26 maggio. Per ora riportiamo la cronaca degli ultimi quattro giorni della salita pescata su Il Giornale di Vicenza e il seguente estratto della sua prima comunicazione radio: «E' stata dura, molto dura... L'Everest è una montagna difficile, molto difficile. Siamo partiti che era notte fonda, non è stato facile trovare le tracce di salita. Mi sentivo bene, però, in forze... Certo affrontare il vento poco prima di arrivare in vetta è stato duro... C'erano raffiche veramente forti... Prima di me in vetta è salito uno dei tre alpinisti russi, gli altri sono tornati indietro. [...] In vetta sono rimasto per venti minuti a filmare, un panorama stupendo, ho visto il mondo dall'alto, una cosa meravigliosa. Con l'ossigeno è andato tutto bene, invece ho bevuto troppo poco durante la salita, non avevo una borraccia termica e mi si è ghiacciato tutto.  Nella discesa non ho avuto problemi ma non è stato facile.... Il percorso era davvero difficile, c'erano solo vecchie corde delle quali non ti potevi fidare...» (Il Giornale di Vicenza, Martedì 27 Maggio 2003). Per un approfondimento sull'Everest rinnoviamo l'invito a leggere la nostra recensione storica Everest: gli anni decisivi, di Giovanni Busato, una delle pagine più lette di intraisass.

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nota 94/03 del 28-05-03
 INTRAISASS
  28 maggio 2003.
Non sono preparato a morire Stralci e appunti del protagonista di «Un volo in Valsugana» di Onofrio Baggio. Nuova entrata nella sezione  EUROPA - RACCONTI DI ALPINISMO. Quasi a voler riprendere l'invito della nota di ieri sull'indagine statistica per riportarla su un piano più introspettivo, proponiamo oggi ai nostri lettori una straordinaria testimonianza. L'alpinista in primo piano di Un volo in Valsugana, dopo aversi scoperto protagonista dell'apprezzato racconto di Mauro Moretto, ha contattato la nostra redazione. Diceva di avere messo da parte qualcosa di scritto per fermare sensazioni e impressioni di un volo divenuto in seguito "storico". Ecco così nascere un nuovo e inaspettato autore di intra
isass che regalerà ai nostri lettori Stralci e appunti di un "volo" assolutamente da non perdere: «Le "sensazioni" provate durante la caduta? Saranno molti in seguito a chiedermelo. Qualche giorno dopo questo volo, che alcuni amici hanno definito "storico", ho buttato giù alcuni appunti, di getto, senza preoccuparmi tanto della forma, della logicità; solo un tentativo di dare parola a sensazioni fugaci, profonde e intense...». Un chiaro invito alla lettura e alla riflessione.

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nota 93/03 del 27-05-03
 ALPINISMO
  27 maggio 2003.
Kanchenjunga: si è chiusa positivamente ieri pomeriggio l'odissea di Carlos Pauner recuperato dopo vari tentativi da un elicottero che lo porterà a Kathmandu per ricevere le prime essenziali cure.
Everest: veniamo agli italiani rimasti sui fianchi della grande montagna e di cui si hanno sporadiche notizie. I trentini, a sud, hanno fallito a pochi metri dalla cima si apprende su Everest, per Benedetti salvataggio in extremis Otturatore dell'ossigeno bloccato. Fallisce l'aggancio alla vetta a sessanta metri (Alto Adige). Per i vicentini notizie ancora non confermate annunciano l'arrivo in vetta lungo la cresta Nord del leonicense Mario Vielmo durante la giornata di ieri, giornata che ha visto molte persone arrivare sugli 8848 metri della sommità da sud (addirittura 18 membri della Joint Indo-Nepal Army Everest Massif Expedition). Da segnalare anche il successo di, Sibusiso Vilane, primo alpinista nero africano: SIBUSISO, GUARDACCACCIA DELLO SWAZILAND PRIMO AFRICANO SUL TETTO DEL MONDO (Misna). Ovviamente lo stile di salita, anche se non dichiarato e salvo eccezioni, è per tutti lo stesso. A riguardo leggiamo l'intervista di Edmund Hillary pubblicata oggi su Corriere.it: DAL NOSTRO INVIATO KATMANDU (Nepal) - «Tutti gimmick, ... . Sulla stessa frequenza di pensiero un altro pioniere dell'Everest, Reinhold Messner: Everest per maratoneti «L'alpinismo dei record non ha niente a che fare con il mio e di Hillary» (Alto Adige).
 MATERIALI E TECNICHE  27 maggio 2003.
Indagine statistica: è possibile scaricare in formato word il modulo e la scheda di rivelazione della INDAGINE STATISTICA SULLE TECNICHE DI ASSICURAZIONE: «Quest'iniziativa, promossa dalla Commissione Centrale Materiali e Tecniche del Club Alpino Italiano e dalla Commissione Tecnica del Collegio Nazionale delle Guide Alpine Italiane, è rivolta a tutti gli arrampicatori e alpinisti che, in falesia o in montagna, sono stati coinvolti in una caduta (anche senza conseguenze) come capocordata o come testimoni attivi dell'evento in qualità di assicuratori. Lo scopo è la raccolta di informazioni e dati statisticamente rilevanti e congruenti che - opportunamente analizzati e correlati - consentano di studiare e sperimentare tecniche sempre più efficaci per la progressione in cordata».

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nota 92/03 del 26-05-03
 ALPINISMO
  26 maggio 2003.
Himalaya: avevamo lasciato gli alpinisti italiani al campo base del Kanchenjunga in attesa del rientro dell'alpinista aragonese. Carlos Pauner è rientrato mentre i compagni si davano da fare per organizzare un rientro veloce in elicottero (eccezione divenuta abitudine di molti alpinisti di punta che danno tutto sulla montagna e non hanno poi il tempo o la forza per tornare). Per Pauner, comunque, c'è bisogno di cure immediate per evitare di perdere qualcuna delle dita gravemente congelate, mentre per l'altro alpinista con problemi di congelamento, l'italiano Silvio Mondinelli, le condizioni stanno migliorando di giorno in giorno. Dal Nuptse (7855 m), parete Nord, arrivano notizie della bella salita in stile alpino dei fratelli argentino-americani Benegas, non nuovi a salite del genere su difficili pareti in giro per il mondo. Guillemo e Damien hanno raggiunto la cima il giorno 23 maggio. A pochi passi da lì, sull'Everest, tra il giorno prima e due giorni dopo, molte cose sono successe. Così è capitato che il record di senescenza alpinistica pro gloria nazione sia stato riconfermato dall'alpinista giapponese Yuichiro Miura (70 anni), accompagnato in cima dal figlio, l'onnipresente cameraman e uno stuolo di sherpa (6 per l'esattezza). Il popolo di forti portatori e guide d'alta quota è sempre in prima linea in fatto di record. Già dimenticato il veto dell'anno scorso che invitava a non giocare sulla pelle dei minori, poche ore fa gli 8850 metri dell'Everest hanno visto una giovane Sherpani di 15 anni calcarne la neve (v. Teenager sets Everest climbing record). Neanche il tempo di meditare sui recenti record - dopo il primo uomo con una gamba sola degli anni passati ora abbiamo anche il primo uomo con un braccio solo a toccare la mitica cima, il texano Gary Guller - che lo sherpa Lhakpa Gelu frantuma il record di Pemba Dorjie (v. nota precedente) abbassandolo a 10 ore e 12 minuti (o 56, non ancora ufficiale!!). Che dire? Un accorto frequentatore di newsgroup ha proposto all'incirca un sillogismo del genere: La Di Centa non ha mai fatto alpinismo - La Di Centa ha salito l'Everest - Salire l'Everest è non fare alpinismo. Ovviamente è un sillogismo un po' secco e bislacco, e come tale ha un fondamento di verità. Bisognerebbe infatti vedere i modi e i tempi reali (comprensivi di tutto) del salire le montagne per poterne capire qualcosa di più. Invece chi fa informazione di grossa tiratura taglia di netto oscurando, più o meno consapevolmente, i dettagli. Leggete la La Gazzetta dello Sport, non c'è un passo dove si parli di ossigeno supplementare. Per carità, onore alla campionessa carnica, sui generis ha fatto un'impresa sfuggita a tante altre alpiniste ossigenate più titolate di lei. Ma cosa possiamo dire di chi scrive a riguardo «Sono i 900 metri decisivi. Tutti nell'aria "sottile" degli 8000. Tutti, passo dopo passo, da conquistare». Che ci sia un concetto diverso di aria sub-tile, magari ereditato dalle tecnica sub-acquea? O che sia il tutto sub speciae aeternitatis come diceva il vecchio Spinoza? E chi non dice che un giorno leggeremo sui giornali italiani, sperando nel record di Fabio Meraldi, come quanto è scritto nella chiusura dello straordinario articolo del Business Day - Everest speed climbing record shattered - a proposito del record di Lhakpa Gelu? «Le spedizioni normali possono metterci alcune settimane per raggiungere la cima dell'Everest dal Campo Base», altro che 10 ore e qualche manciata di minuti come il nostro eroe. Che sia amore del dettaglio??

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nota 91/03 del 22-05-03
Newsflash: Manuela Di Centa in vetta all'Everest!
 ALPINISMO
  23 maggio 2003.
Himalaya: continuiamo la nostra cronaca himalayana, con qualche breve divagazione, cominciando con una notizia positiva. Carlos Pauner, l'alpinista aragonese dato per disperso nella nota precedente, è incredibilmente ricomparso ieri a uno dei campi in quota, comunicando con il Campo Base, dopo 48 ore di silenzio assoluto tra le alte quote del Kanchenjunga. In queste ore dovrebbe essere rientrato sano e salvo alla base. Sul Nuptse Est gli altoatesini guidati da Kammerlander si ritirano a causa delle continue nevicate e del fortissimo vento che hanno reso impraticabile e valangoso l'itinerario che avevano attrezzato. Sempre ieri il francese Jean Cristophe Lafaille ha toccato la cima del suo nono Ottomila, il Dhaulagiri (8167 m), ovviamente senza ossigeno supplementare. Restando in tema, veniamo all'Everest. Stime ufficiose - sì, ufficiose!, come fossimo a una gara presieduta da imparziali giudici pronti a scartabellare l'elenco ufficiale - dicono che delle 74 (in aumento...) persone che hanno toccato la cima ieri (già 106 nella stagione, in aumento...) solo una o forse due non si sono pipate l'ossigeno dalle bombole (alpinisti russi). Non vogliamo soffermarci oltre - altro dobbiamo offrirvi con la giornata di oggi - ma chiudiamo interrogandoci sul valore del record di velocità battuto in queste ultime ore da Pemba Dorjie Sherpa. Pensate, ha abbassato di ben 4 ore il record di Babu Chiri: 12 ore e 45 minuti dai 5350 metri del Campo Base agli 8848 metri della cima. Davvero un grande (eccessivo?) salto tra i due record, difficili da valutare perché entrambi gli sherpa hanno utilizzato l'ossigeno supplementare (chi ha pipato di più??). E in queste ore, in questi minuti e preziosissimi secondi, anche l'italiano Fabio Meraldi sta per dire la sua (senza ossigeno supplementare). Certo che ti vien da sorridere nel vedere questi proiettili umani correre leggeri sui grandi ghiacciai, con tuta  e scarpette d'alta quota studiate ad hoc, perfettamente assistiti nel loro obiettivo. Ti viene invece da piangere a leggere e a vedere i reportage delle network americane e cinesi che si contendono la prima ripresa in diretta assoluta sulla vetta della povera madre, oramai minuscola, insultando qualsiasi gusto, anche il più spregiudicato, con parodie che neppure l'angusta televisione italiana manderebbe in onda (non volevamo dirvelo, ma in questi giorni sui fianchi dell'Everest è stata girata una specie di Grande Fratello ad eliminazione!!). Non è tutto ciò riduttivo? Non è volere ridurre l'alpinismo ad una sola e cieca componente? Sia essa la velocità, la cima ad ogni costo, la difficoltà pura d'arrampicata, lo spettacolo, etc. etc. Chi tra noi vorrebbe spacciare queste riduzioni per alpinismo? Nel dubbio - e per cambiare registro - vi rimandiamo alle prossime righe
 INTRAISASS  23 maggio 2003.
Lagorai: cosa mai avrà combinato l'ultimo week-end l'avanguardia della nostra redazione, nonostante lo stracarico di lavoro per l'imminente uscita di intraisass2? Entrate nella pagina extra di intraisass per scoprire il nuovo itinerario aperto sul Colbricon. Niente di estremo (dove sta scritto che "alpinismo" sia solo difficoltà tecnica d'arrampicata??!!), niente di straordinariamente nuovo se non la conferma che la microesplorazione alpinistica (e neppure tanto micro) sulle Alpi è ancora possibile. Quasi fosse la concretizzazione di un ideale, una splendida arrampicata libera con protezioni naturali in ambiente incontaminato, I Diedri del Silenzio potrebbero essere semplicemente un omaggio ad Albert Frederick Mummery (un Mummery Park??!!) o meglio, una proposta e una linea di azione e di pensiero che speriamo di poter continuare e comunicare. E se mai sorgessero nuovi dubbi... ecco subito intervenire a nostra difesa Tito Lucrezio Caro in Parole Verticali.

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nota 90/03 del 22-05-03
 ALPINISMO  22 maggio 2003.
Himalaya: nella giornata di ieri hanno toccato la cima dell'Everest, da Nord, altri 13 alpinisti (cinesi, sudcoreani e americani si legge su Climbers summit Everest close to 50th anniversary). Difficile sbrogliare la matassa, sia quella fisica (in queste ore si parla di un bel mucchio di alpinisti in fila per prendere la scala d'alluminio posta sul secondo gradino, a 8700 metri!), sia quella dell'informazione. Quest'ultima inoltre deve fare i conti con una prospettiva storica che per il momento non registra nulla di significativo sulla montagna più alta del mondo se non semplici valori statistici. In mattinata la cima è stata raggiunta anche da Sud da diversi alpinisti (5 di una spedizione !militare! indonepalese, 4 francesi e un manipolo di giapponesi), mentre da Nord è appena giunta la notizia dell'arrivo in vetta di altri !militari!, questa volta britannici, della Uk Royal Navy expedition, i quali, poveri, si rammaricano di non potere riprendere la vetta perché il loro operatore ufficiale è stato richiamato alle armi in Iraq. Che dire (in margine)? Bisognerà pure che i militari diano sfogo da qualche parte al grande accumulo di potenzialità che essi rappresentano. Meglio qui che sul fronte di guerre inutili... Infine, almeno per il momento, non si parla da nessuna parte di salita senza l'utilizzo di ossigeno supplementare, ovverosia significa che l'Everest, in quanto Everest rarefatto (8850 metri e relativo ossigeno, la sua reale natura), chiamiamolo così dopo l'esperienza di Messner e successori, quest'anno - per così dire - non è ancora stato salito. Ritorniamo dentro agli argini della cronaca per segnalare una notizia preoccupante ancora non confermata nei dettagli. Sembra che l'alpinista aragonese Carlos Pauner, compagno di Silvio Mondinelli, Mario Merelli e Kristian Kuntner non abbia ancora fatto rientro al Campo Base del Kangchenjunga. I quattro alpinisti avevano raggiunto la cima della terza montagna della Terra (8586 m) nel tardo pomeriggio di martedì 20, dopo 17 ore di ascensione. Durante il ritorno al Campo III (7600 m) Carlos si è attardato mentre i compagni (uno dei quali con problemi di congelamento) scendevano veloci, rimanendo a vista, per preparare acqua calda e alimenti per la notte imminente. L'indomani gli italiani sono scesi al Campo Base sperando nel rientro del compagno spagnolo, il quale, per il momento, non ha ancora fatto ritorno (v. Pauner desaparece en el descenso del Kangchenjunga).
 RASSEGNA STAMPA  22 maggio 2003.
Gude CAI-TCI: Pale di San Martino, una guida attesa
Dieci anni di lavoro per il volume della collana "Monti d'Italia" di Cai e Touring. La pubblicazione aggiorna l'edizione del 1935 curata all'epoca da Ettore Castiglioni (Alto Adige).
Rifugi in festa: La festa del Cai in tre rifugi alpini restaurati Per il Settimo Alpini e il Bianchet (Schiara) e il Tissi (Civetta) un'estate da non dimenticare - INCONTRI IN ALTA QUOTA (Corriere delle Alpi).
Film da salvare: L'alpinismo in 10 film da salvare
La proposta dai giornalisti di montagna e da un Festival svizzero - CINEMA: Quali capolavori volete conservare? (Alto Adige).

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nota 89/03 del 21-05-03
 INTRAISASS  21 maggio 2003.
Ritratti d'alpinismo: nel momento dell'assalto delle folle e con qualsiasi mezzo alle celebri vette himalayane, nell'anno del "supergiubileo" dell'Everest a scapito del quasi dimenticato cinquantenario del Nanga Parbat, un omaggio al pioniere dell'alpinismo che noi prediligiamo: Albert Frederick Mummery Dal Grépon al Nanga Parbat by fair means, il nuovo ritratto d'alpinismo di Carlo Caccia e Piera Biliato.  - «Mummery, il grande inglese, uno dei più notevoli alpinisti dei suoi tempi. Non conosceva ancora le enormi dimensioni di questo monte, e attaccò il Nanga Parbat... E' il primo che debbo ragguagliare, cui devo rendere conto. Posso ben guardarlo dritto negli occhi, stare in piedi dinanzi a lui mentre gli annuncio: non ho conquistato il Nanga Parbat servendomi dei mezzi tecnici moderni, ma assolutamente come voi intendevate, by fair means, con mezzi leali, con le mie sole forze». Sono parole di un altro grande, di quell'Hermann Buhl che esattamente cinquant'anni fa, nel 1953, da solo e senza ossigeno, toccò per la prima volta la vetta della "montagna nuda" - estrapoliamo dalla nuova scheda di Appunti artistici di storia dell'alpinismo, ritratto assolutamente da non perdere per tutti gli alpinisti  lontani da facili compromessi e allergici alla retorica e alla metafisica delle vette. Un omaggio a Mummery al quale farà seguito una sorpresa by fair means, dalla nostra redazione, in arrivo prima del finire della settimana. Speriamo...

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nota 88/03 del 20-05-03
Newsflash: subito rettificato dalla Tibetan Mountaineering Association e dall'ambasciata tedesca il numero dei morti sul Cho Oyu: non sono 10, ma una soltanto le vittime dell'incidente sotto riportato. L'alpinista sarebbe stato travolto da una valanga. Nel frattempo le agenzie di stampa hanno battuto la notizia che almeno 7 alpinisti hanno raggiunto questa mattina la vetta dell'Everest. Il francese Philippe Grenier e il giapponese Hiroyuki Okochi più tre sherpa da Sud, due sherpa di una spedizione americana da Nord. Altri alpinisti sono pronti al balzo finale. Pure la cima del Lhotse è stata raggiunta nella giornata di oggi da due alpinisti americani e da due sherpa. Per gli italiani invece buone nuove dal Kangchenjunga dove Silvio Mondinelli, Mario Merelli, Kristian Kuntner e lo spagnolo Carlos Pauner non si sono lasciati scappare la finestra di bel tempo per calcare gli 8586 metri della vetta.
 ALPINISMO  20 maggio 2003.
Himalaya: con l'arrivo della terza decade di maggio ci avviciniamo ai momenti decisivi per le spedizioni impegnate sulle montagne himalayane prima dell'arrivo del monsone. Babanov e Suviga abbandonano il Nuptse Est dopo l'ennesimo tentativo avversato dal maltempo - oggi scade loro il permesso - mentre Kammerlander e compagni riposano al campo base dove a sorpresa è arrivato in visita Reinhold Messner, in zona per la festa del giubileo. Sull'Everest i venti non si placano, anche se nelle prossime 24 ore è prevista una finestra di quiete che potrebbe dare il via libera alle pattuglie di sherpa e militari che stanno ingabbiando la grande Dea, da una parte e dall'altra. Le spedizioni italiane, una a Nord e una a Sud, danno deboli segnali di attività, temporeggiando sul lavoro altrui e contando i danni causati dal forte vento dei giorni scorsi. Tra gli Ottomila raggiunti finora nella stagione premonsonica - oltre a quelli già segnalati nelle nostre note 86/03 e 83/03 - bisogna registrare l'Annapurna (16 maggio, spedizione giapponese della Meji University con 6 alpinisti + 2 sherpa) e il Manaslu (17 maggio, spedizione polacca con Piotr Pustelnik e Krzysztof Tarasewicz). Niente di nuovo o storicamente importante. Infine, per dovere di cronaca e a malincuore, riportiamo la notizia di una grande tragedia avvenuta in queste ultime ore sul Cho Oyu, l'incidente più grave che la storia dell'himalaysmo ricordi negli ultimi trent'anni. Fonti ufficiali comunicano che dieci (10) alpinisti di una spedizione tedesca sono morti lo scorso weekend durante la discesa dalla cima del Cho Oyu. Non si conoscono i dettagli. Scartata l'ipotesi della valanga, si racconta che il gruppo era partito per la vetta nonostante le condizioni proibitive e non abbia più fatto ritorno. Una grande tragedia tra le molte che si leggono in questi giorni sui giornali: Il vento blocca 800 scalatori sull'Everest. Un australiano trovato morto nella tenda (dall'inviato del Corriere della Sera al Campo Base dell'Everest).

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nota 87/03 del 19-05-03
 AMBIENTE  19 maggio 2003.
Colle del Nivolè: «Attesa da anni (forse da decenni) scatterà a metà luglio 2003 la sperimentazione della regolamentazione viaria al Colle del Nivolè, il celebre altipiano del Parco Gran Paradiso, accessibile in auto dal versante piemontese (Ceresole Reale), lungo la strada provinciale che risale una delle zone più suggestive del Parco. Nelle festività comprese fra il 13 luglio e il 17 agosto (in pratica sette giornate) le auto saranno fermate non a Ceresole, come avrebbero voluto in molti, ma alla diga del Serrù: in pratica saranno "pedonalizzati" gli ultimi 6 chilometri di strada, meno di un terzo della "provinciale" per il Nivolè» - scrive Guido Novaria, presidente dell'Associazione Amici del Gran Paradiso-Ceresole Reale e dell'Associazione Giornalisti Italiani della Montagna - allegandoci il primo comunicato ufficiale che l'Ente Parco Gran Paradiso ha fatto diffondere nell'ambito della campagna di promozione dell'evento. «Il Nivolè ha rappresentato da sempre uno dei principali obiettivi delle battaglie di molte associazioni ambientaliste impegnate nella difesa di aree particolarmente "a rischio" dell'arco alpino italiano. Senza dubbio la data del 13 luglio 2003 entrerà nella storia del Nivolè, anche se il 14 luglio... tutto sarà come prima» - conclude Guido Novaria.
 RASSEGNA STAMPA  19 maggio 2003.
Mauro Corona: Franco De Battaglia intervista lo scultore, alpinista e scrittore di Erto: Dal legno e dalla pietra può nascere un libro (Corriere delle Alpi).
Università della montagna: dopo il centro "Bruno Crepaz" al Passo Pordoi, Gabriele Bianchi (presidente generale del CAI) annuncia che in futuro l'Università della Montagna «è destinata a trovare altre sedi sia a Bergamo che in Val Masino»: A Bergamo l'Università della montagna (L'eco di Bergamo).
Slavine in agguato: dalla cima del Ventina, Valmalenco, una Slavina travolge due alpinisti (Corriere della Sera). «Salvati dai soccorritori: grave un istruttore, ferito un giovane».

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nota 86/03 del 16-05-03
 INTRAISASS  16 maggio 2003.
La Galleria di intraisass: «Ecco, riprendo ancora una volta a disegnare le montagne. Qui con le mie matite a illustrare forme riconoscibili di roccia, affinché qualcuno ne impari il nome, o apprenda la via più facile e conveniente per salire in cima. E' una maniera molto singolare per attraversare, esplorare, percorrere e ripercorrere le montagne. La necessità di illustrare condiziona l'approccio artistico, che deve assecondare un preciso intento di studio e di divulgazione. Ma anche in questo modo, e pur affrontando cime viste mille volte, spesso si ripropongono gli attimi preziosi della scoperta. E' la magia dell'osservare, del disegnare: e meno male, allora, che lo stupore e la meraviglia continuano...» - con l'incipit di Il sipario invisibile (dal diario di lavoro di un illustratore di montagne) un altro grande artista entra tra gli autori di intraisass. Mario Crespan, trevigiano di Carbonera, ci fa dono di uno dei preziosissimi disegni che illustrano la guida "Gruppo della Civetta" di cui è coautore con Luca Visentini. Leggeri segni di matite e pennelli, grafite e acquarello monocromo, accompagnati da un testo sulla natura dell'arte che per intensità e verticalità siamo certi lascerà traccia indelebile sulla sensibilità dei nostri lettori. Pan di Zucchero è il primo disegno di una serie che arricchirà la Galleria di intraisass. A breve la nota biografica e lo spazio opere per il nostro nuovo artista.
 ALPINISMO  16 maggio 2003.
Himalaya: mentre sull'Everest un gran numero di alpinisti si sta ammassando a regime alternato sui vari campi della montagna - il ritmo è dettato ancora dai forti venti che le previsioni danno in diminuzione per i primi giorni della settimana prossima - cominciano a leggersi i bollettini delle prime tragedie. Dal Cho Oyu (8201 m) arrivano contemporaneamente notizie di salita e di morte. Un paio di alpinisti raggiunge la cima, in condizioni difficili (negli stessi giorni anche le cime del Makalu e del Lhotse sono state raggiunte da team di alpinisti cinesi e indo-nepalesi), e un gruppo di scalatori australiani resta bloccato al Campo 3 (c. 7500 m) per più giorni in attesa di un miglioramento. La cima è vicina, uno degli alpinisti accusa sintomi di mal di montagna, ma non vuole scendere. Lo coglie la morte: Peak claims elite police commander.

 

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