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Cima: Colbricon, Parete Sud-est
Zona: Lagorai (zona no-spit)
Sviluppo: 450m, diff.max VI, diff.compl. TD, 9 tiri
Primi salitori: Alberto Peruffo, Francesco Pompoli, Michele Scuccimarra
(alt) il 17 Maggio 2003
La via è parzialmente attrezzata. Portare normale dotazione alpinistica,
friend, nut, martello e chiodi (prevalentemente a U, lame sottili e lost
arrow). Le soste sono da rinforzare o non presenti. Necessarie due mezze
corde da 60m.
Attacco: da Malga Ces risalire la pista di P.ta Ces. Puntare alla
base di un pilastro sulla perpendicolare della cima del Colbricon.
Attaccare a sinistra di un evidente diedro, sullo spigolo (ometto). Disl:
700m ca, 1h15' (con impianti aperti, salire fino a p.ta Ces e scendere
leggermente per andare all'attacco (20').
Discesa: dalla cima, scendere per il sentiero fino alla forcella
tra Colbricon e Colbricon SW; da qui sono possibili diverse opzioni:
- scendere in doppia dalla forcella nel canale sud (tre doppie da 60m,
una su spuntone e due su chiodo sulla sinistra orografica del canale,
attrezzate) ritornando in breve alla base della parete (1h)
- scendere per sentiero verso i laghetti di Colbricon e attraverso il p.so
di Colbricon e la val Bonetta ritornare a M.ga Ces senza ritornare alla
base della parete (2h)
- seguire il sentiero in costa fino a f.lla Ceremana e scendere verso
p.ta Ces fino alla base della parete (2h).
A inizio stagione è possibile trovare neve durante la discesa dalla cima
del Colbricon (versante Nord).
Relazione
L1: si sale per spigolo (III, IV) spostandosi nel diedro a
sinistra. Risalirlo (V) fino ad un terrazzino di sosta (1ch). 50m.
L2: si prosegue per diedro fino al suo termine; traversare
qualche metro a sx e proseguire in diedro fino giungere sotto un
evidente tetto che lo chiude (IV, V, V+); 2ch e cordone in sosta. 55m.
L3: traversare qualche metro a sinistra (IV) e risalire per
gradoni circa 15m (IV, IV+, 1ch). Rientrare nel diedro e risalirlo fino
al suo termine (V, V+). Sosta su spuntoni (1 cordone). 55m.
L4: salire per gradoni (IV) puntando ad un evidente fessura con
strozzatura superiore; risalirla (V, V+) e uscire in lieve strapiombo con
passaggio delicato (1ch non affidabile, VI). Proseguire fino ad uno
spuntone e sostare. 50m.
L5: salire per gradoni erbosi con brevi fessure e diedrini (III,IV),
fino ad un comodo terrazzino sulla sinistra dello spigolo. 50m.
L6: proseguire verso sinistra salendo un breve diedro (V, 1 pass
V+), traversare qualche metro a sx e salire per diedro (V-) fino a un
punto di sosta. 35m, 1ch.
L7: salire un diedro (V) fino ad un pilastro; risalirlo
completamente (V-) fino in cresta, molto aerea, traversare verso sx (IV)
fino ad un terrazzino sotto un evidente diedro. (1ch con cordone). 30m
L8: risalire verso sinistra un breve diedrino chiuso da un tetto
(roccia a buchi fantastica!, V), traversare oltre lo spigolo (VI-) ed
entrare nel diedro più evidente. Salirlo con arrampicata sostenuta ed
entusiasmante (V+, passi di VI-, 1 passo di VI, 1 ch) fino a giungere
alla sua fine. Sosta su spuntone, 1 ch. 60m.
L9: proseguire per facili gradoni fino in vetta (II). 60m
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Colbricon? No-Spit zone!

Il discorso potrebbe presentarsi complesso
se non fosse che è nostra volontà superare le vecchie antinomie.
In breve, ognuno faccia le proprie scelte e viva il proprio gioco.
Semplicemente vorremmo che queste pareti rimanessero tali per potere
portare avanti la nostra ricerca anche dove sembrano improteggibili. Una
specie di Mummery Park nel cuore delle Alpi Orientali.
La difficoltà tecnica d'arrampicata non giustifica tutto e non è la difficoltà esclusiva di
ciò che si dovrebbe chiamare alpinismo.
Lo stesso vale per la sicurezza.
Non è neppure questione
di lasciare queste pareti nel silenzio che hanno vissuto per anni e che
il rumore dei perforatori - con le conseguenze prossime o remote -
potrebbe contaminare.
Sarebbe meglio stare
zitti e non divulgare? Non crediamo, considerando i tempi. Questa via è
solo un esempio delle vie tracciate e tracciabili, visibili e
invisibili, che la nostra ricerca ha finora prodotto.
>stiamo preparando una guida<
Insomma, è una questione
di ricerca.
©
Ringraziamo Ivan Guerini per il logo No-Spit tratto dal suo ultimo libro
Val Grande - mondo segreto di rocce e piante
(Alberti Libraio Editore)