INTRA I SASS - ALPINISMO - LETTERATURA - CINEMA - EVENTI - INCONTRI - STORIA...

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altreINTRANEWS 08

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nota 45/02 del 07-03-02
 CULTURA  7 marzo 2002. Caderzone (Trento): importante incontro culturale organizzato dalla Sat di Pinzolo e l'Istituto Comprensivo "Val Rendena" per l'intera giornata di sabato 9 marzo presso il Salone Bertelli, ex fienile delle scuderie della nobile famiglia Lodron di Caderzone. Il titolo della tavola rotonda a cui parteciperanno celebri alpinisti-scrittori è Orizzonti Verticali - La Scuola della Montagna. Ecco in sintesi i relatori e i loro interventi: Franco De Battaglia, "Quando l'uomo incontra la montagna"; Silvia Metzeltin, "Tutti i perché della Montagna"; Mauro Corona, "Se la montagna non parla più"; Ermanno Salvaterra, "L'estremo: in cordata e da soli"; Gino Buscaini, "Spedizioni e avventure: un nuovo stile per l'immaginario"; Eugenio Turri, "Un paesaggio per il futuro"; Serafino Rossini, "Scuola. Quella Montagna che siamo noi". Come bene illustra Giuseppe Ciaghi nel suo articolo La montagna tra mistero e spiritualità, l'incontro "si prefigge di affrontare qualche tema che altri convegni internazionali non trattano... A Caderzone il tema scelto è quello della spiritualità, del mistero, dell'altezza, dello slancio verso il cielo, dell'ignoto... che hanno affascinato da sempre l'uomo (Olimpo, Ararat, Sinai, eremiti, asceti), ed hanno dettato al suo animo, al suo pensiero, emozioni, fantasie, ragionamenti... La conquista della montagna ha sempre avuto per l'uomo grande significato nella ricerca di se stesso".

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nota 44/02 del 06-03-02
 POLITICA  6 marzo 2002. Karimabad : tempo di recessione sulle affascinanti valli del Pakistan settentrionale dove confluiscono le tre più grandi catene montuose, Himalaya, Karokoram e Hindu Kush. "Fears of terrorism are stalking Pakistan's northern peaks like an invisible monster..." inizia con queste parole l'articolo del The Time of India, l'autorevole quotidiano indiano osservatore della politica centro asiatica. "La paura del terrorismo" - o meglio le conseguenze di tale paura - "si sta insinuando silenziosamente nelle montagne del Pakistan settentrionale come un mostro invisibile..." dove vivono le ridenti popolazioni ismaelite celebri per la loro cordialità e la disponibilità nei confronti degli ospiti. Le cifre parlano chiaro, solo 15 spedizioni alpinistiche hanno prenotato i permessi per la prossima estate (tre dei quali già disdetti) contro le 70 spedizioni dell'anno scorso e nonostante lo sforzo del governo rivolto ad abbassare le royalties. Se si pensa che pure i gruppi di trekkers (245 la passata stagione) non hanno ancora confermato le prenotazioni è facile capire la situazione in cui si troveranno le oltre 10.000 famiglie ismaelite che dipendono dal turismo. Eppure, come s'apprende dalle guide locali della Hunza Valley e dai funzionari del ministero del turismo, le aree classiche del turismo alpinistico sono relativamente sicure e mai è capitato un incidente: "...quel che accade in una parte del paese non dovrebbe spaventare la gente, e potrebbe capitare in qualsiasi parte del mondo". In effetti, per chi è abituato a viaggiare nelle zone 'calde' del mondo il pericolo dovuto ai fermenti politici e sociali dei luoghi in cui il viaggio lo porta a transitare non è affatto un suppellettile del proprio bagaglio ma una sana consapevolezza che bisognerebbe sempre rinfrescare con una mirata e rispettosa (delle genti e dei luoghi) preparazione culturale. Anche prima dell'undici settembre. "Così tante persone dipendono dall'alpinismo e dai trekking che non permetteranno che niente e nessuno tocchi il loro pane...". Ce lo auguriamo.

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nota 43/02 del 05-03-02
 INTRA I SASS  5 marzo 2002. La spia sul tetto del mondo
di Sydney Wignall, nuova entrata ne Le recensioni letterarie di Intraisass. "Un'avventura vissuta in prima persona e sulla propria pelle, che prende le mosse dalla volontà di effettuare la prima spedizione gallese in Himalaya e che si trasforma nella storia di una spia per caso, gratuitamente assoldata per un incarico che sembrerebbe banale anche se considerato strategicamente importante...". La recensione di Mauro Mazzetti ci introduce a una delle opere letterarie più celebri dell'esploratore gallese Sydney Wignall, membro della Royal Geographical Society e dell'Himalayan Club. Nei suoi oltre trent'anni di esplorazione, in qualità di archeologo marino ha scoperto due tra le navi ammiraglie dell'Armada spagnola, ha cercato la bara di sir Francis Drake al largo di Panama e portato alla luce diversi galeoni nelle acque britanniche e portoghesi. Alcuni commenti a margine del libro: "Una storia affascinante, una prova di grande coraggio e determinazione" - Dalai Lama; "Un capolavoro dei libri di avventura" - Kirkus Reviews.

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nota 42/02 del 04-03-02
 CULTURA  4 marzo 2002. Seriate (Bergamo): per illustrare uno dei più importanti progetti culturali italiani nell'Anno Internazionale delle Montagne riportiamo il programma dettagliato di Gente di Montagna: "L'iniziativa si svilupperà attraverso un percorso temporale lungo un anno che cercherà di far conoscere aspetti fondamentali per la costruzione di una cultura della montagna e una giusta valutazione delle sue genti. In particolare saranno organizzati una serie di incontri/convegni su tematiche importanti dell'antropologia e dell'etnografia della montagna". La rassegna si svolgerà tra Seriate e Bergamo e ospiterà pure importanti appuntamenti riguardanti la letteratura e la montagna. Programma dettagliato e locandina nel nostro comunicato culturale.
DALLE OROBIE AL TIEN SHAN, conferenza di Mario Curnis: per restare nella sempre attivissima vita culturale bergamasca segnaliamo la serata organizzata dalla Commissione Culturale della Sezione di Bergamo del CAI per giovedì 7 marzo, ore 21, presso il Centro Culturale S. Bartolomeo in Largo Belotti. Ecco una breve presentazione nella nota informativa della Commissione Culturale: "Mario Curnis, alpinista bergamasco che ha superato la soglia dei sessant’anni, vanta un notevole curriculum alpinistico. Egli ha infatti effettuato un'attività di salite classiche sia sulle Alpi che in svariate regioni montagnose del mondo, partecipando ad innumerevoli spedizioni extraeuropee. Ha all'attivo una grandissima serie di salite nelle Dolomiti, nel gruppo dell’Adamello e Presanella, nel gruppo del Bernina, in Bregaglia, nelle Alpi Svizzere e nelle Orobie, aprendo anche alcune vie nuove, talvolta, in invernale. In ambiente extraeuropeo, ha partecipato a spedizioni alpinistiche di notevole rilievo in Patagonia (Scudo del Paine, Cerro Mayo, Torri del Paine), Perù (Alpamayo, Pukajirka). Nel 1973 ha partecipato ad una spedizione nazionale all'Everest, come nel 1975 con Messner, al Lhotse. Nel 1980 ha partecipato ad una spedizione invernale al Makalu, in Nepal. Rappresenta sicuramente uno dei personaggi di spicco dell’alpinismo bergamasco ancora attivo. La Commissione Culturale del CAI di Bergamo ha ritenuto doveroso dedicargli una serata per rivivere alcune delle imprese alpinistiche che Mario Curnis ha realizzato: in passato alcune salite invernali sulle Orobie, e recentemente, l'attraversata delle Orobie in compagnia di Simone Moro e la salita di alcuni settemila sulle montagne del Tien Shan in Asia Centrale".

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nota 41/02 del 01-03-02
 INTRA I SASS  1 marzo 2002. 
Corna Rossa non avrai il mio scalpo di Massimo Anile. Nuova entrata negli SCRITTI LETTERARI della sezione ALPINISMO ANTE LITTERAM di INTRA I SASS. Ritorna tra le pagine letterarie di intraisass uno degli scrittori più apprezzati e stravaganti della nostra rivista. L'autore lombardo, di Rozzano, ci racconta questa volta una strampalata ripetizione di una Detassis in Brenta per opera di tre poco consueti alpinisti. Correte a leggere... è assai raro trovare racconti d'alpinismo di tal genere.

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nota 40/02 del 28-02-02
 MEDICINA E SPORT  28 febbraio 2002. Nashua (New Hampshire, USA): veramente degna di nota l'invenzione scaturita da medici e fisioterapisti specialisti nella riabilitazione da lesioni della colonna vertebrale e che sta piano piano facendo comparsa anche sulla zona addominale di molti alpinisti americani. Non stupitevi perciò se nel prossimo futuro incontrerete sulle montagne del mondo, anche in Italia, escursionisti e alpinisti che al classico e pesantissimo zaino abbineranno una specie di frisbee ovale, leggermente imbottito, collocato all'altezza dell'addome. Ognuno di noi può sperimentare quanto sia importante scaricare il peso dello zaino mediante la classica cintura addominale dello zaino. Ecco, da questa semplice idea, alla portata di tutti, tre intraprendenti medici americani - Ed Kois, Scott Cummings e David Gilmour - hanno pensato di sviluppare e brevettare un dispositivo ergonomico ad hoc, una specie di corsetto (formato da zaino + dispositivo) che faccia partecipare al pesante lavoro di carico a cui sono sottoposte spalle e spina dorsale anche i nostri forti muscoli addominali, spesso trascurati. Attualmente il Back Balancer, così si chiama il nuovo dispositivo, è all'attenzione pure di studi medici all'University of Michigan Spine Center per studiare gli effetti del trasporto di zaini pesanti sui bambini in età scolare. E il dispositivo, applicabile su tutti i tipi di zaino con cintura, sembra funzionare se è pure consigliato per tutti coloro che vogliono trasportare i propri figli sulle spalle, fatica certo non da poco. Un interessante articolo sul Back Balancer, nominato dal Time Magazine tra le "New Inventions for 2000" - è accessibile in questi giorni sulle pagine del The Boston Globe. Altrimenti, ogni informazione e immagine a riguardo, si può leggere e visionare nel sito sopra indirettamente menzionato.

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nota 39/02 del 27-02-02
 INTRA I SASS  27 febbraio 2002. 
Uomini e montagne - Dall'Himalaya alla guerra partigiana sulle Alpi di Harold William Tilman, nuova entrata ne Le recensioni letterarie di Intraisass. "Che personaggio, Harold William Tilman! Nato nel 1898, fu esploratore, alpinista, velista, scrittore. Realizzò straordinari viaggi a piedi, in bicicletta, in barca. Negli anni Trenta fu compagno di Eric Shipton in Africa e in Himalaya e nel 1936, con Odell, conquistò il Nanda Devi (7817 m), la più alta cima raggiunta fino all'epoca degli Ottomila. Durante la guerra fu consigliere militare dell'esercito inglese e venne paracadutato in Albania prima e nel Bellunese poi per collaborare con le formazioni partigiane...", con queste parole Flavio Faoro ci introduce all'interno di uno dei libri che più sta interessando uomini e alpinisti italiani che in montagna hanno vissuto non solo scalate, ma anche la guerra. Cosa meglio di una prospettiva di un occhio straniero sulle nostre vicende per indurre le nostre menti verso nuove riflessioni?

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nota 38/02 del 26-02-02
 ALPINISMO  26
febbraio 2002. Brevi news dal mondo anglosassone, molto attivo in quest'inizio d'anno alpinistico. Sul Cerro Torre il giovane fuoriclasse dell'arrampicata libera Leo Houlding è stato protagonista, la settimana scorsa, di un incidente che gli ha procurato una seria ferita ad un ginocchio. Al momento sta rientrando in Inghilterra. Pochi giorni prima, non molto distante, un altro arrampicatore frenetico, Steve Schneider, portava a termine dopo numerosi tentativi il concatenamento delle tre celebri Torri del Paine. Ecco la terribile sequenza: Torre Nord per la via Monzino in 45 minuti (V, 5.10), Torre Centrale per la via Bonnington-Whillans in 7,5 ore (VI, 5.11 e A1), Torre Sud in 9 ore e mezzo per una via non ancora specificata. Il tutto in una non stop di arrampicata durata 51 ore. Spostandoci in Europa, sul Monte Bianco, con temperature più rigide e clima invernale, Andy Kirkpatrick e Ian Parnell hanno ripetuto in tre settimane (an epic filled three weeks) l'itinerario aperto da Jean Christophe Lafaille sul Petit Dru l'inverno scorso, sempre a febbraio. Considerato tra le vie più difficili delle Alpi, i due alpinisti inglesi hanno dovuto dare fondo a tutte le loro capacità per venire a capo di difficoltà estreme in artificiale con protezioni aleatorie e condizioni della parete che hanno messo a dura prova i materiali (una portaledge distrutta e un sacco da recupero volato giù per trecento metri). L'ascensione è stata filmata dal regista Karen Barber.
Chiudiamo questa veloce carrellata soffermandoci sul ricordo di Michele Cestari, la guida alpina di Orizzonti Trentini, scomparsa tragicamente sul Lagorai: "La sua eredità non deve morire" di Rinaldo Cao su l'Alto Adige.

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nota 37/02 del 25-02-02
 ALPINISMO  25
febbraio 2002. Cervino: con un brevissimo cenno nella nostra nota 21/02 avevamo riportato alla cronaca la salita in solitaria invernale di Lionel Daudet alle Grandes Jorasses. Questa difficile parete Nord doveva essere l'inizio di una trilogia invernale che prevedeva la salita delle altre due grandi Nord delle Alpi, il Cervino e l'Eiger, sempre per itinerari difficili e mai ripetuti, come nel caso di Eldorado alle Jorasses. L'ambizioso concatenamento dell'alpinista francese si è interrotto giovedì scorso sulla gelida parete Nord del Cervino che, dopo averlo intrappolato per 9 giorni, l'ha restituito ai soccorritori allertati dallo stesso Daudet nella mattinata di venerdì. Il brutto tempo inizialmente, temperature estremamente rigide (intorno ai -30 gradi sottozero) e un forte vento (sui 100 km/h) poi, hanno reso lentissima e molto pericolosa la progressione di Lionel. Al nono giorno di disperata permanenza in parete il trentaquattrenne francese ha dovuto desistere e iniziare una rocambolesca discesa: a tentoni, nell'oscurità, è riuscito a raggiungere il rifugio dell'Hörnli ed evitare un ulteriore bivacco che avrebbe avuto conseguenze drammatiche. Ma già il mattino seguente, dopo essersi tolto gli scarponi e aver passato una notte d'inferno, le dita dei piedi apparivano nere e gonfie: chiamato il soccorso mediante il telefono d'emergenza del rifugio, dopo due ore è arrivato l'elicottero che l'ha trasportato all'ospedale di Berna. Lionel Daudet è ora ricoverato con gravi congelamenti alle mani e ai piedi all'ospedale di Grenoble. Per leggere la storia originale andate sulla pagina di Liberation.

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nota 36/02 del 22-02-02
 INTRA I SASS  22 febbraio 2002. 
Pizzo Badile. Parete Nordest - luglio 1958 di Giancarlo Biasin. Presentazione di Arturo Castagna. Nuova entrata negli SCRITTI STORICI della sezione ALPINISMO ANTE LITTERAM di INTRA I SASS. Straordinaria perla storica propostaci dal nostro illustre compagno di cordata, venutoci a trovare in una delle nostre  estemporanee redazioni per tirarci  le orecchie e sollecitare la ripartenza della comune guida alpinistica, in ritardo rispetto al programma di pubblicazione. Più che ascoltare le nostre ovvie giustificazioni, la contemporaneità di intraisass.it e intraisass cartaceo (del quale inizieremo oggi la composizione grafica definitiva) richiede moltissimo lavoro, l'accademico veronese, persona davvero eloquente e piena di risorse, ci ha parlato del nuovo sito della sua sezione, il CAI di San Bonifacio, e di un prezioso racconto d'ascensione del grande alpinista Giancarlo Biasin. Presto detto, letto e meditato, lo proponiamo oggi ai nostri lettori per gentile concessione del CAI Sezione di San Bonifacio (ex Sottosezione "Giancarlo Biasin"), anticipandovi l'efficace e sintetica presentazione di Castagna:
"Voglio proporre quest'articolo di Giancarlo Biasin non solo per il valore storico dello scritto, ma per il conforto e lo stimolo che può dare a tutti gli alpinisti in questa fase di discreta confusione tra alpinismo ed arrampicata sportiva. Tutti tendenzialmente miriamo a migliorarci sotto l'aspetto tecnico, trascurando 'inconsciamente' uno degli aspetti che costituiscono l'essenza dell'alpinismo: la passione e l'ambiente. Ebbene, io credo che tutti gli alpinisti debbano riconoscere all'arrampicata sportiva il merito di un miglioramento tecnico che molto ha giovato all'alpinismo; però, a molti ha anche annebbiato le idee, allontanandoli dalle grandi pareti e privandoli della cosa più importante che l'alpinismo può dare. Ora leggete questo racconto e sicuramente vi farà meditare".
Noi aggiungiamo una breve postilla di carattere editoriale: quale migliore stimolo per il nostro progetto letterario delle parole di Giancarlo Biasin quando, nel pieno dell'azione alpinistica, racconta "...per fortuna, mi ricordo all'improvviso del racconto di Hermann Buhl..."? Ecco rivelatovi uno degli scopi remoti del racconto d'ascensione e la conseguente avventura di chi affronta le grandi pareti senza l'ausilio di una relazione troppo dettagliata.

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nota 35/02 del 21-02-02
 ALPINISMO  21
febbraio 2002. Cerro Aconcagua: quando una quindicina di giorni fa eravamo venuti a conoscenza che un gruppo di alpinisti neozelandesi aveva pranzato sulla cima più alta delle Americhe (6962 metri), la notizia ci aveva incuriosito, nulla più. Mancavano i dettagli e non sapevamo quanto fosse stato esilarante per i protagonisti. Ora che cominciano a girare le foto di Craig Crosse e compagnia vestiti in abito da sera, con tanto di tavolino più tovaglia e sedie, non dubitiamo più sull'ilarità della loro impresa, nonostante che le condizioni dell'alta quota mandassero all'altro mondo un alpinista tedesco e alcuni coreani perdessero dita dei piedi, delle mani e addirittura un occhio. Sembra quasi un dipinto a trama surreale quello che spesso accompagna ogni impresa che ambisce al libro delle estremità umane, il Guinness dei Primati, quasi fossero dimentichi di essere proprio dei primati antropoidei gli uomini che con tanto zelo si adoperano per lasciarvi un segno. O non è che, forse, alle alte quote volteggi clandestino il protossido d'azoto, il cosiddetto gas esilarante, che con il suo effetto anestetico può permettere un delizioso pranzo a base di cozze affumicate, fettuccine all'agnello e un ice-cream di fragole?

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nota 34/02 del 20-02-02
 ALPINISMO  20
febbraio 2002. Incidenti in montagna: sono di questi giorni le notizie della scomparsa di Frank Van Herreweghe mentre tentava di scalare in solitaria la Supercanaleta al Fitz Roy, in Patagonia, sorpreso da una tormenta. L'alpinista belga, residente in Spagna, era stato protagonista l'estate scorsa dell'apertura di Santgraït (A4) al Turnweather nell'Isola di Baffin con la fuoriclasse aid-climber (artificialista) spagnola Silvia Vidal. Nell'altro emisfero, Utah (Stati Uniti), sempre per restare in temi d'incidenti, l'alpinista bergamasco Simone Moro è stato premiato col riconoscimento David A. Sowles Memorial Award dall'American Alpine Club per il salvataggio del giovane Tom Moores sul Lhotse, buona azione che compromise il tentativo di traversata dal Lhotse all'Everest (v. nota 103/01). Non sempre è facile parlare di incidenti in montagna, spesso perché chi ne parla non ne conosce le dinamiche e le complessità ambientali. Cause e conseguenze saranno oggetto dell'incontro Interpretare gli incidenti in montagna organizzato dall'Associazione Italiana Giornalisti di Montagna (AIGM) a Valtournenche il 15 e 16 marzo in collaborazione col comune valdostano e la Commissione centrale medica del CAI (per adesioni e informazioni contattare la segreteria AIGM, Roberta Sighele rsighel@tin.it). Chiudiamo con l'approfondimento sul soccorso in montagna redatto in questi giorni dal nostro amico e autore Marco Flamminii Minuto sulle pagine de L'Espresso online: Gli angeli delle alte quote - le statistiche del Soccorso Alpino ci aiutano a decifrare i pericoli della montagna.

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nota 33/02 del 19-02-02
 CULTURA  19 febbraio 2002. Serate culturali: segnaliamo alcune iniziative culturali di notevole interesse in programma nei prossimi giorni. Il professore-alpinista Franco Brevini sarà venerdì 22 febbraio all'Auditorium della Biblioteca Comunale di Seriate (Bergamo) per parlarci del Grande Nord, territorio di cui è profondo conoscitore grazie ai suoi numerosi viaggi sulle tracce degli esploratori del secolo scorso. Interverranno alla serata due celebri cantanti lapponi con un repertorio di musica joik. Programma e dettaglio sul nostro comunicato culturale. Altra iniziativa culturalmente stimolante è il ciclo di serate organizzate dal CAI di Conegliano (Treviso) intitolato Montagne nel Mondo - Avventure in Rilievo. Dal 15 marzio al 12 aprile saranno presentati diaporami di trekking e salite alpinistiche oltre i confini delle Alpi, in luoghi di particolare interesse dal punto di vista paesaggistico, alpinistico e culturale. Leggete il programma + locandina. Noi, da parte nostra, un piccolo regalo agli amici di Treviso, da sempre terra di appassionati alpinisti, pescato dalla rete mentre compilavamo questa nota: Irene - «signora delle montagne» - la prima scalatrice del Civetta. Un omaggio a Irene Pigatti, la grande alpinista di Colle Umberto protagonista sul finire del secolo XIX.

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nota 32/02 del 18-02-02
 POLITICA  18 febbraio 2002. Nepal: neanche il tempo di chiudere la notizia di venerdì sulle nuove facilitazioni per salire le cime nepalesi, che all'indomani ritorna alla ribalta della cronaca la guerriglia maoista, questa volta con violenza inaudita. E se, ancora una volta, l'informazione specializzata nazionale e internazionale legata al mondo delle alte quote (sia in senso stretto sia in senso lato, considerato gli interessi e i costi delle spedizioni alpinistiche) tace su questi preoccupanti e cruenti fatti, la stampa generica di tutti i quotidiani del mondo riporta oggi la seguente notizia: la guerriglia maoista fa 129 morti in Nepal. Obiettivo dell'attacco sono stati gli uffici governativi della cittadina di Mangalsen, a 450 chilometri da Kathmandu, e il vicino aeroporto di Sanphebaga. I ribelli hanno attaccato una stazione della polizia e una caserma di militari e hanno tenuto in scacco l'esercito fino a ieri mattina, dileguandosi nel frattempo. Conseguenza immediata: l'annunciata proroga dello stato di emergenza (v. nota 27/02) da parte del Primo Ministro Sher Bahadur Deuba sembra ora irrinunciabile. Ricordiamo che i ribelli maoisti controllano quasi una decina dei 70 distretti in cui è suddiviso il Nepal, paese molto povero con 24 milioni di abitanti, specie nella zone rurali occidentali dove, guarda caso - andate a rileggere la nota 31/02 - sono state estinte le tasse di permesso alle cime. La lotta che oppone da più di sei anni il governo ai ribelli che si ispirano al defunto leader cinese Mao Ze Dong, ossia la monarchia costituzionale contro il sistema a partito unico, non è ancora finita. Per approfondimenti sugli ultimi fatti rimandiamo a una pagina nazionale e una internazionale di importanti quotidiani: La Stampa, The Guardian.

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nota 31/02 del 15-02-02
 ALPINISMO  15
febbraio 2002. Nepal: mentre fervono i lavori parlamentari annunciati nella nostra nota 27/02, apprendiamo finalmente dal sito americano everestnews.com i dettagli dell'attesa lista delle 60 cime himalayane a cui il governo nepalese concederà un accesso totalmente o parzialmente libero dalle classiche tasse di permesso, le cosiddette royalties. La lista è divisa in due sezioni: nella prima compaiono 20 cime (3 di 7000 metri) delle regioni meno sviluppate del regno, ad occidente, nelle zone Mahakali e Seti; nella seconda fanno invece bella mostra di sé 40 vette (15 sopra i 7000 metri e alcune prossime agli 8000) poco frequentate nelle zone più conosciute del Nepal (Sagarmatha, Dhaulagiri, Gandaki, Bagmati, Meki, Jangpur, Karnali). Per il primo gruppo non si dovrà pagare nessuna tassa, mentre per il secondo sarà concesso uno sconto del 75%. Tale iniziativa - con scopo primario di incentivare il turismo per sostenere le aree disagiate del regno, in concomitanza con l'Anno Internazionale delle Montagne 2002 e del Golden Jubilee 2003 per il cinquantenario della salita all'Everest (v. note 107/01 e 281100) - avrà validità per tre anni, dal 2002 al 2005, e si potrà estendere a tutte le cime inviolate delle regioni in cui è consentito l'accesso.

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nota 30/02 del 14-02-02
 INTRA I SASS  14 febbraio 2002. 
Brigante per amore! di Giancarlo Guzzardi. Nuova entrata negli SCRITTI STORICI della sezione ALPINISMO ANTE LITTERAM di INTRA I SASS. Nel giorno del santo degli innamorati - nonostante vi presentiamo un brigante - sembra quasi capitare a proposito questo prezioso scritto donatoci dalla guida alpina di Sulmona, abilissimo non solo come accompagnatore sui sentieri delle montagne abruzzesi (v. nota 121/01 e relativo sito), ma anche sui più ottenebrati itinerari della memoria. La storia di Primiano Marcucci, specie nell'inizio del suo peregrinare clandestino tra i monti, è davvero singolare e ci illumina su un fenomeno, il brigantaggio, che "è stato, sin da epoche remote, il frutto di sussulti imprevedibili e incontrollabili di un popolo affamato e diseredato che periodicamente, come un fiume in piena, rompe gli argini e tutto travolge con la sua violenza atavica ed istintiva, salvo poi tornare a sopirsi per subire nuove e più inumane sofferenze".

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nota 29/02 del 13-02-02
 INTRA I SASS  13
febbraio 2002. Una frontiera da immaginare di Andrea Gobetti, nuova entrata ne Le recensioni letterarie di Intraisass. "Oggi ho appreso della fusione tra la CDA e la Vivalda. Speriamo che quest'operazione non faccia perdere la genialità di andare a ristampare certi libri godibili come fumetti ed accattivanti come ragazze bionde..." così inizia l'impetuosa recensione del nostro Alberto Pezzini, quasi per scongiurare un decadimento dell'editoria di montagna di fronte al "più bel libro che ricordi di aver letto da tanto tempo ed in mezzo alla bestiale omogeneizzazione di libri dove tutti scrivono di tutto con stili e registri che posseggono un sapore alla plastica, assolutamente uniforme e piatto".
In verità, con questa recensione cogliamo l'occasione per portare all'attenzione dei nostri lettori il singolarissimo SpeleologoScrittoreAlpinistaArrampicatorenonsportivo che per anni ha tenuto deste le intelligenze del mondo verticale e che ora - salvo qualche rara comparsa tra la superficie delle riviste patinate - sembra essersi permanentemente rifugiato negli abissi della propria  passione. Che altro dire di Andrea Gobetti? Meglio andare a leggere l'autointervista che l'autore ha rilasciato sulle pagine della Rivista della Montagna.

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nota 28/02 del 12-02-02
 PREISTORIA DELL'ALPINISMO  1
2 febbraio 2002. Glascow: straordinari sviluppi della ricerca scientifica ad alta tecnologia intorno alla figura di Ötzi, il nostro antenato dell'età della pietra restituitoci dai ghiacci delle Alpi nel 1991. In uno splendido articolo - per sintesi e immagini - delle BBC News viene mostrato la riproduzione della punta di pietra che costituì l'inserto apicale della freccia che colpì con conseguenze mortali l'Uomo del Similaun, l'uomo venuto dai ghiacci che 5300 anni fa si trovò a passare per la Valle di Ötz, a cavallo del confine italo-austriaco sulle Alpi Centrali. Tramite una tomografia computerizzata a tre dimensioni è stato possibile esaminare e scansionare la spalla sinistra dove la freccia è penetrata incidendo inesorabilmente i tessuti, frantumando la scapola, strappando nervi e vasi sanguigni. Si presume che il cacciatore, dopo esser fuggito dai suoi nemici, con il braccio sinistro oramai paralizzato, sia morto dissanguato. Dalle analisi biologiche emergono che egli era stato gravemente ammalato per alte tre volte negli ultimi mesi della sua vita e che - oltre ad essere artritico - il suo poco allegro intestino ospitava un verme nematode. Di grande interesse sono i dati fisiologici di superficie che ci illustrano, dopo dieci anni di ricerche, come appariva all'occhio esterno il nostro amico montanaro: Ötzi era alto 159 centimetri, aveva 46 anni e una fisionomia a noi familiare. Andate a vedervi il disegno del suo viso riprodotto nell'articolo citato. Non vi ricorda qualcuno? E benché fosse vestito con tre strati d'indumenti, pelli secche di capra e di cervo, scarpe finemente manufatte e un colbacco di orso, mangiasse non solo carne ma anche frumento, ancora molti sono i dubbi da risolvere per capire cosa lo spinse a spingersi ad altitudini elevate nel limitare della sua vita. La stagione era quella buona, tra la primavera e l'estate, poi venne l'inverno che con la neve e le successive glaciazioni ricoprì il corpo del nostro uomo alpino fin quando, un giorno di un'estate post-pluri-millenaria, una coppia d'amici escursionisti s'imbatté nei resti di quel che credettero essere un alpinista o un sciatore contemporaneo, morto da non più di dieci anni.

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nota 27/02 del 11-02-02
 POLITICA  11 febbraio 2002. Nepal: sono iniziati ieri a Kathmandu i lavori parlamentari al termine dei quali il governo nepalese dovrà ratificare la sospensione o l'estensione dello stato si emergenza proclamato il 26 novembre scorso dopo i feroci attacchi dei ribelli maoisti contro le forze governative (v. nota 224/01). Il Primo Ministro Sher Bahadur Deuba cercherà di convincere i due-terzi del Parlamento ad estendere per altri tre mesi lo stato d'emergenza  che verrebbe a cessare automaticamente il 24 di febbraio qualora non si raggiungesse l'intesa di maggioranza, estensione resasi necessaria - secondo il Primo Ministro - specie dopo i rinnovati attentati dei ribelli. Ancora in odore di fumo sono gli esterni dell'aeroporto di Lukla, dove una bomba è stata fatta scoppiare lunedì 4 febbraio senza creare per fortuna né vittime né gravi danni. Cruento attacco contro la polizia invece all'indomani, quando un gruppo non ancora identificato di ribelli ha attaccato le forze dell'ordine della capitale mietendo 16 vittime. Per approfondimenti sulla situazione nel piccolo regno himalayano e l'evoluzione dello scontro maoisti-governo eccovi alcune pagine tratte dalla stampa internazionale: Nepal seeks extension of emergency to fight rebels; Bihar launches offensive against Maoists; Maoist Attack News.

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nota 26/02 del 08-02-02
 INTRA I SASS  8 febbraio 2002. Dopo le 10 riproduzioni digitali dei preziosi quadri della pittrice torinese Silvia Moiraghi, esposti permanentemente nella nostra galleria, nuovi artisti hanno chiesto di poter mostrare le proprie opere
. Nella copertina di oggi presentiamo il lavoro di una pittrice conosciuta nel mondo della montagna più come magistrato e alpinista. Cecilia Carreri, attualmente giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Vicenza, nonché esperta conferenziere per le guide alpine e il CAI sulla responsabilità negli infortuni in montagna, ci rileva la sua passione per la pittura donandoci un quadro che ritrae un tavolo con sedie visti a Huaraz in una sua spedizione all'Alpamayo, sulle Ande. Cogliamo l'occasione per segnalare la serata Montagne di un giudice che Cecilia terrà martedì 12 febbraio presso l'Auditorium Canneti di Vicenza. Infine, sia la Carreri, come autrice di un testo nella sezione Alpinismo Ante Litteram, sia la Moiraghi, con un bellissimo disegno in bianco e nero, faranno parte dell'equipe di autori e artisti che stanno per dare corpo e vita al primo numero cartaceo di intraisass, oramai prossimo alle stampe.

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nota 25/02 del 07-02-02
 ALPINISMO  7
febbraio 2002. Lecco: un grave lutto ha colpito la Comunità montana della Valsassina e il mondo dell'alpinismo italiano in questi primi giorni di febbraio. Roberto Osio, past-president del Club Alpino Accademico Italiano, compagno e guida dei Ragni di Lecco per molti anni, nonché fondatore della citata comunità montana lombarda, è morto in un incidente di lavoro il 4 febbraio. Roberto Osio, classe 1923, stava lavorando nel pomeriggio di lunedì al suo fondo agricolo a Olgiasca (Colico) quando, sceso dal trattore, è stato travolto dal pesante mezzo.

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nota 24/02 del 07-02-02
 
MEDICINA  6 febbario 2002. Milano: sono stati divulgati i risultati dell'importante ricerca di medicina d'alta quota condotta dall'equipe medica dell'Istituto Scientifico universitario San Raffaele di Milano guidata dal dottor Giorgio Cremona. Scopo della ricerca era approfondire le conoscenze sugli effetti dell'alta quota sui polmoni e in particolare rilevare l'incidenza dell'edema polmonare sugli alpinisti esposti a basse concentrazioni di ossigeno. Dei 262 alpinisti monitorati durante un'ascensione campione al Monte Rosa, 40 hanno avuto prova di deterioramento del polmone dovuto ad edema polmonare leggero (34 dei quali senza mostrare sintomi esterni apparenti). E mentre solo uno dei 262 alpinisti è stato evacuato dalla montagna colpito da edema polmonare, dei 197 che non sono stati diagnosticati con liquido nei polmoni (ricordiamo che la causa dell'edema è l'accumulazione di liquido nei polmoni dovuto a una pressione elevata del polmone nelle circostanze di scarsa ossigenazione) tuttavia ben 146 hanno registrato una capacità polmonare modificata, interpretata dai medici come segno di una forma molto leggera di edema polmonare. Se ne deduce quindi che tre su quattro degli alpinisti monitorati hanno sviluppato forme più o meno leggere di edema polmonare, elevando perciò al 75% l'incidenza della particolare patologia d'alta quota sugli individui esposti a condizioni potenzialmente pericolose: altitudine e sforzo. Una conclusione collaterale della ricerca è stata ricavata misurando le dimensioni del polmone e si è riscontrato che gli individui con dimensione del polmone sopra la media sono più protetti da eventuali sviluppi della patologia: il 25% degli alpinisti che hanno mostrato nessun segno di edema avevano il polmone, rispetto alla loro dimensione corporea, normale o sopra la media.
I risultati dettagliati della ricerca pubblicati su The Lancet sono accessibili (previa registrazione free alla celebre rivista medica) nel sito www.thelancet.com. Nozioni di medicina di montagna e sull'edema polmonare in Aspetti medici dell'alta quota di Alessandro Rigobello.

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nota 23/02 del 05-02-02
 INTRA I SASS  5 febbraio 2002. Una vita così di Walter Bonatti, nuova entrata ne Le recensioni letterarie di Intraisass. L'autore genovese Mauro Mazzetti, dopo il suo recente e apprezzato racconto (v. nota 16/02), ci introduce all'ultima fatica letteraria di "un uomo che ha inciso profondamente l'immaginario collettivo ed individuale per circa un trentennio di vita italiana"..."un personaggio scomodo per il 'sistema', blindato e protetto dalle interferenze destabilizzanti di un anarchico per necessità prima ancora che per scelta".


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nota 22/02 del 04-02-02
 CULTURA  4 febbraio 2002. Dolomiti: in occasione dell'Anno internazionale delle Montagne 2002 è stata presentata sabato scorso a Cortina la Summit Charter, la Carta delle Vette per un alpinismo sostenibile, una specie di summa programmatica dei principi e degli ideali di tutti gli alpinisti ed escursionisti rappresentati dall'UIAA, l'Associazione internazionale che riunisce i club alpini di tutto il mondo. Rinviamo all'edificante intervista fatta a Roberto de Martin, l'attuale presidente del Club Arc Alpin, dopo la sua relazione sulla "Carta di Cortina" e alle riflessioni di Cesare Maestri sulla problematica dell'alpinismo e derivati come fonte alternativa di sviluppo nelle zone montane. Intanto, mentre ai tavoli di discussione s'affastellano propositi e pensieri, l'associazione Mountain Wilderness annuncia per domenica 24 febbraio un'azione di protesta di un centinaio di sci-alpinisti contro l'ampliamento dell'area sciabile sulla Regina delle Dolomiti, la Marmolada, recentemente  sempre più vittima d'angherie d'ogni genere, furti di neve in primis.

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nota 21/02 del 30-01-02
 INTRA I SASS 
30 gennaio 2002. Mentre giungono notizie che l'americano Dean Potter ha salito il Cerro Torre di corsa, in solitaria nel tempo di 11 ore, che il francese Lionel Daudet ha ripetuto Eldorado sulla Nord delle Grandes Jorasses, il difficile itinerario che aveva portato alla ribalta per la prima volta il recente vincitore del Piolet d'or, il russo Valery Babanov, mentre un nostro caro e luminoso amico ci ha lasciato senza la possibilità di guardarlo negli occhi, mentre accade tutto ciò noi ci assentiamo fino a lunedì prossimo per sistemare alcune cose che prepareranno la strada all'atteso evento cartaceo. Aggiornamenti, comunicazioni e posta elettronica saranno pertanto sospesi.

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nota 20/02 del 30-01-02
 INTRA I SASS 
30 gennaio 2002. Sulle orme di antiche magie (seconda e ultima parte) di Tullio Simoni e Giuliana Turra. Continua la fiaba illustrata dalla primierotta Giuliana Turra e attraverso cui la guida alpina Tullio Simoni, gestore del Rifugio Treviso in Val Canali, ci accompagna alla scoperta delle celebri bellezze delle Pale di San Martino). Nuova entrata nelle NOVELLE della sezione ALPINISMO ANTE LITTERAM di INTRA I SASS.

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nota 19/02 del 29-01-02
 ALPINISMO  29
gennaio 2002. Chamonix: un altro grande alpinista esperto dei grandi flussi di ghiaccio del Monte Bianco e degli Ecrins se n'è andato travolto dal cedimento di una cascata di ghiaccio. Godefroy Perroux, guida alpina e pioniere del ghiaccio verticale, aveva 45 anni, di cui più di 20 passati a scalare ghiaccio in ogni parte del mondo. Nella mattinata di mercoledì scorso si trovava sul ghiacciaio di Tacconaz, nei pressi di Chamonix, per condurre due clienti su una cascata di ghiaccio a lui familiare. Durante la salita del primo canale, improvvisamente, la sezione di ghiaccio in cui si trovava è ceduta trascinando Godefroy oltre un salto di roccia alto una trentina di metri. Nulla hanno potuto fare gli osservatori del tragico incidente se non chiamare i soccorsi che hanno recuperato l'alpinista dopo due giorni di faticose ricerche. Ricordiamo Perroux nelle sue significative avventure legato alla corda dell'altro grande ghiacciatore francese, Francois Damilano.

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nota 18/02 del 28-01-02
 CULTURA  
28 gennaio 2002. Belluno: iniziano questa mattina a San Pellegrino di Villa Buzzati le cerimonie per ricordare a trent'anni dalla morte Dino Buzzati, il grande artista bellunese, scrittore e pittore, nonché appassionato alpinista, una delle figure più luminose e creative della cultura italiana del Novecento. Chi meglio di Buzzati potrebbe rappresentare lo spirito della nostra rivista dove raccogliamo con non poca fatica e discrezione letteratura, alpinismo e arti visive? Quale persona sensibile alle cose di montagna non ricorda un racconto, un elzeviro, un romanzo o un quadro di Dino Buzzati? E gli alpinisti, chi di voi non è rimasto affascinato dalle pagine scritte con garbo e intelligenza dalla guida alpina Gabriele Franceschini nel suo memorabile libro Vita breve di roccia - In montagna con Dino Buzzati? Una biografia e i programmi internazionali per ricordare l'artista bellunese sono consultabili alla pagina della cultura del Corriere delle Alpi, alcune splendide immagini della sua arte pittorica sono invece visibili nel sito della mostra Parole e Colori allestita a Cernobbio tra la primavera e l'estate scorse.

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nota 17/02 del 25-01-02
 ALPINISMO  25
gennaio 2002. Trentino: con sempre grande interesse seguiamo gli articoli di Marco Benedetti che compaiono nei quotidiani delle Alpi Orientali, articoli spesso dedicati all'alpinismo e ai suoi personaggi. Questa volta, il giornalista trentino, con la consueta obiettività e capacità di sintesi, ci anticipa una delle ricorrenze che caratterizzeranno il 2002: il Cinquantenario del Soccorso Alpino. Ecco le prime illuminanti parole del suo articolo che introducono l'argomento: "Mezzo secolo nel segno della solidarietà, un valore ancora forte tra la gente di montagna, rivolta verso chi affrontando e misurandosi con l'ambiente della montagna ha dovuto chiedere aiuto o si è spinto troppo oltre il proprio limite". Dal 1952, anno in cui Scipio Stenico fondò il corpo in seno alla Società degli Alpinisti Tridentini (per poi confluire nel 1955 nel Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, nato un anno prima sul modello del Soccorso Alpino SAT), al 2002 sono cambiate molte cose e attualmente il Soccorso Alpino del Trentino è strutturato su 35 stazioni presenti sul territorio, 1 stazione di soccorso speleologico, 16 unità cinofile per la ricerca in valanga o di dispersi, 650 operatori tecnici fra cui 10 donne, 40 tecnici di soccorso alpino, 22 tecnici di elisoccorso, 30 istruttori della Scuola di Soccorso Alpino. Per approfondire  la storia del Soccorso Alpino trentino vi invitiamo a leggere oltre all'articolo sopra citato anche la pagina sulle celebrazioni e manifestazioni indette per l'occasione, pagina sempre curata da Marco Benedetti. Una breve storia del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico è consultabile nella pagina ad esso riservato nell'articolato sito del C.A.I., mentre è in fase di ultimazione il sito ufficiale all'indirizzo www.cnsas.it.

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nota 16/02 del 24-01-02
 INTRA I SASS  24 gennaio 2002. JEDAN, DVA, TRI di Mauro Mazzetti (Uno, due, tre: un viaggio tra guerra e passione verticale nella città di Mostar). Nuova entrata nella sezione PAROLE E SENTIERI di INTRA I SASS. L'amico e autore ligure, da anni impegnato per l'accoglienza dei bambini bosniaci, ci regala una perla di letteratura, sensibilità e impegno sociale, una perla che conserveremo con cura nell'archivio letterario di intraisass.

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nota 15/02 del 23-01-02
 ALPINISMO  23
gennaio 2002. Pakistan: sono stati notificati ufficialmente agli inizi di questa settimana gli incentivi per le spedizioni alpinistiche in concomitanza con l'Anno Internazionale delle Montagne e a seguito delle vicende politiche che hanno allontanato molti alpinisti dalle affascinanti montagne pakistane. Tali incentivi, annunciati recentemente dal Ministro Federale del Turismo Col. S.K. Tressler, prevedono la riduzione del 50% delle royalties precedentemente valide per le spedizioni. Ecco nel dettaglio il costo dei permessi:
K2 (8611 m):  US $6.000 e US $3.000 per ogni membro aggiuntivo ai sette del permesso standard;
8001-8500 m: US $4.750 + US $1.000;
7501-8000 m: US $2.000 + US $500;
7001-7500 m: US $1.250 + US $300;
6000-7000 m: US $750 + US $200;
Sotto i 6000 metri non sono necessari permessi in zone di libero accesso (mentre sono necessari, anche per i trekking, nelle zone ad accesso limitato). Al momento attuale pochissime spedizioni hanno confermato la prenotazione dei permessi (meno di cinque, tante quanto le richieste arrivate per il K2 e non ancora confermate: tre dalla Spagna, una dagli Stati Uniti e una dal Canada).

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nota 14/02 del 22-01-02
 INFO + MV'S NEWSLETTER  22 gennaio 2002. Prima di annunciarvi la classica newsletter di Marco Vasta, modello di informazione coraggiosa attenta ai valori delle diversità culturali, permetteteci (malnati noi che non riusciamo a tenere a freno la lingua) una rischiosa divagazione sull'informazione vergognosa. Ci domandiamo, questa volta non in silenzio, ma pubblicamente, perché certe riviste di mountain on line che parlano di alpinismo (o pretendono di parlarne facendo passare per alpinismo ciò che non è alpinismo) e scialacquano info su info sull'Ice World Cup per raccontarci di un manipolo di atleti che spiccozzano su una stalattite di legno e ghiaccio, tacciano di certi argomenti? Perché queste riviste, che presumono di essere la mecca dell'informazione sui generis, non parlano degli amici e forti ghiacciatori Antenhofer e Ties deceduti nel pieno della loro passione? Non basta dimenticarsi e obnubilare alpinisti e imprese straordinarie compiute da persone davvero capaci ma fuori dai circuiti commerciali. Perché mai riportare le gesta di un alpinista nelle news di una rivista se questo non ha sponsor alle spalle da far gola alla gestione commerciale della stessa? Prima il mercato dopo i contenuti, commentava un nostro lungimirante amico. Non basta far intendere pane per polenta e travisare i fatti con cui gli storici compileranno le loro storie. Non basta. Anche la morte è poco interessante, non merita la loro attenzione. La morte, il pericolo, non porta grana, semmai grane. E allora tacciamo di ciò che può turbare i lettori, altrimenti potrebbero scappare. Intanto la montagna è sicura, anzi, noi la renderemo sicura, letteralmente on line, l'attrezzeremo per bene, spitteremo le nostre coscienze, diremo che tutto è solido e bene appigliato, che la polvere dei ripidi pendii tagliati dai nostri irrispettosi pensieri non produce la morte, ma potenza, rigogliosa e sicura potenza. Se così fosse, se veramente si trascurasse ciò che non solo ci trans-cura, ma irreversibilmente ob(s)-cura, primamente il nostro giudizio, noi tutti ci alzeremo in piedi e diremo una sola parola: vergogna. Domani magari sarà diverso, forse si starà preparando un articolo per sottolineare quanto sopra paventato, le nostre parole parranno ingiustificate. Ma troppo spesso non è stato così. Perciò perdonate (per-donare o cum-donare, concedeteci il dono della vostra attenzione) le nostre parole e andate a leggere la sempre interessante e ben curata newsletter di Marco Vasta. E le Parole Verticali
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nota 13/02 del 21-01-02
 INTRA I SASS  21 gennaio 2002. Nuova entrata ne Le recensioni letterarie di Intraisass, da ora disponibili nella nuova pagina archivio. L'amico e autore Flavio Faoro ci invita alla lettura del libro che racconta l'avventurosa vita di uno dei più originali alpinisti del mondo anglosassone, Don Whillans.

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nota 12/02 del 21-01-02
 ALPINISMO  21
gennaio 2002. Alto Adige: la tragica notizia della morte di Patrick Antenhofer e di Urban Ties, i due alpinisti guide alpine deceduti venerdì scorso a causa del collassamento della cascata di Cadino, notizia liquidata con facilità e superficialità dai media nazionale, quasi fosse uno spot pubblicitario ripetibile per la fame di sensazionalismo e di morte a cui oramai sono assuefatti gli spettatori televisivi, questa triste notizia merita riflessione e approfondimenti. Per quest'ultimi rimandiamo alle pagine dell'Alto Adige dove sono comparsi un paio d'articoli: Ultimo saluto agli alpinisti altoatesini - «No, non siamo pazzi suicidi» I rischi del ghiaccio verticale per Berhault e Merlier. Ed è leggendo il primo articolo, soffermandoci sul rispetto, la costernazione e la paura degli amici di Urban e Patrick, che ognuno di noi dovrebbe prendere spunto per una propria personale riflessione, riflessione che deve tenere le nostre coscienze ben lontane dall'assuefarsi alla morte.

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nota 11/02 del 18-01-02
 TREKKING 
18 gennaio 2002. Primiero: tra le iniziative extraeuropee della prossima stagione segnaliamo l'interessante proposta comunicataci dai nostri amici di Primiero, Angela Seracchioli (già nostra autrice) e Narci Simion (tra i protagonisti della spedizione Makalu 2001). Per la primavera 2002 stanno organizzando un trekking al Monte Kailash, l'affascinante montagna sacra del Tibet. Per chi fosse interessato a partecipare alleghiamo la pagina di presentazione. Ricordiamo, per approfondire la storia della grande montagna, il racconto di Alessandro Pellegatta presente tra gli SCRITTI STORICI nella Sezione ALPINISMO ANTE LITTERAM.

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nota 10/02 del 17-01-02
 INTRA I SASS  17 gennaio 2002. Sulle orme di antiche magie di Tullio Simoni e Giuliana Turra (nonostante la neve stenti ad arrivare, mediante le suggestive illustrazioni della primierotta Giuliana Turra, la guida alpina Tullio Simoni, gestore del Rifugio Treviso in Val Canali, ci accompagna alla scoperta di una figura mitologica delle Pale di San Martino). Nuova entrata nelle NOVELLE della sezione ALPINISMO ANTE LITTERAM di INTRA I SASS.

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nota 09/02 del 16-01-02
 CULTURA  16 gennaio 2002. Scozia: singolare iniziativa di "soccorso" nelle montagne scozzesi annunciata in questi primi giorni di gennaio. Afferma Nigel Hawkins, direttore del John Muir Trust: "Questo è un soccorso di montagna con una differenza. Questa volta ad essere soccorso sarà la montagna stessa piuttosto che un alpinista o un escursionista". Traspare infatti dalle sue parole che il sentiero che porta sulla vetta dello Schiehallion - la celebre montagna conica del Perthshire - sia ridotto davvero male e grandi sforzi si stanno facendo per riportarlo a condizioni accettabili: il passaggio di migliaia di persone ha inciso il fianco della montagna lasciando sul terreno una cicatrice di erosione visibile da molto distante. Per approfondire la singolare iniziativa che sta muovendo ingenti somme di denaro tra i fondi ambientalisti della Scozia e per meglio conoscere l'importante associazione dedita a Wild Places for Nature and People che prende il nome dal pioniere della salvaguardia delle bellezze naturali, John Muir (nato a Dunbar nel 1838 e trasferitosi negli Stati Uniti in giovane età per poi trascorrere buona parte della sua vita nella Yosemite Valley), entrate nel sito www.jmt.org.

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nota 08/02 del 15-01-02
 CULTURA   INTRA I SASS  15 gennaio 2002. Belluno: segnaliamo l'inizio delle manifestazioni per l'Anno Internazionale delle Montagne con la mostra fotografica di Fausto De Stefani allestita nell'aula magna dell'Istituto Catullo. Ottanta scatti che raccontano la vita e le fatiche delle popolazioni delle alte quote himalayane. Di notevole interesse l'inconsueto programma di sensibilizzazione per i bambini delle scuole che sarà portato avanti dal celebre alpinista mantovano, conosciuto per aver salito senza troppi clamori tutti i 14 ottomila e apprezzato per la dirittura di pensiero. A nostro giudizio, tra le molteplici serate d'alpinismo a cui abbiamo assistito negli ultimi dieci anni in Italia, quelle che propone Fausto sono le più significative (propriamente, poiché lasciano il segno...) che abbiamo visto. Solo il tono equilibrato della sua voce e l'accurata scelta delle musiche sono indice di profondità di vedute e di esperienza vissuta. Non parliamo delle immagini, immagini di un alpinista che ha sostituito il termine "conquista" con il termine "esperienza". Una presentazione della mostra e delle iniziative sopra citate è consultabile nella pagina della cultura del Corriere delle Alpi: Scatti di una vita in alta quota di Michela Canova.
Restando in tema di arti visive pubblichiamo un nuovo quadro di Silvia Moiraghi che rappresenta una bufera di neve mai vista quest'anno. La nostra Galleria si arricchisce così di un nuovo quadro della pittrice torinese (che sappiamo all'opera anche per Intraisass cartaceo) e presto aprirà le porte anche a nuovi artisti della pittura e della fotografia artistica. 

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nota 07/02 del 14-01-02
 ALPINISMO 
14 gennaio 2002. Trieste: è uscito in questi giorni per la Casa Editrice Nordpress "Il mio sci estremo" di Mauro Rumez, libro che raccoglie gli scritti del grande alpinista e sciatore estremo triestino travolto da una valanga sulle pendici del Grosser Eiskogel, nel Gruppo dell’Ortles, lo scorso inverno. La raccolta è curata da Spiro Dalla Porta Xydias e dalla moglie di Rumez, Manuela. Per ricordare Mauro, importante figura di uomo e alpinista, vi invitiamo a leggere la bella pagina apparsa sul Messaggero Veneto a firma di Luciano Santin, pagina che si chiude con le seguenti parole: "Se n'è andato lasciandoci le sue vie, e il suo modello di uomo con «la montagna dentro», come ha lasciato scritto. Uomo capace di vivere, come ha aggiunto Manuela «senza falsi atteggiamenti, indipendente dalle aspettative altrui, vero e libero»".

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nota 06/02 del 11-01-02
 INTRA I SASS  11 gennaio 2002. Totenkirchl - Specchio di un'evoluzione di Ivo Rabanser (KAISERGEBIRGE: il prolifico alpinista gardenese, apritore di molti itinerari sulle sue Dolomiti, ci accompagna in un viaggio transalpino sulle tracce di Dülfer e nell'evoluzione dell'alpinismo, per meglio capire le successive realizzazioni). Nuova entrata nei racconti d'alpinismo di INTRAISASS - EUROPA. 
Gentili amici, concedeteci una breve riflessione in margine al racconto di Rabanser, uno degli alpinisti contemporanei che meglio sa mettere in discussione le attuali tendenze dell'alpinismo. In un nostro passato scambio epistolare con Ivo parlavamo della visione d'insieme di un itinerario, spesso trascurata da chi pratica o critica certe forme di alpinismo (o deviazioni) senza soffermarsi sull'aspetto creativo di una nuova ascensione, da considerarsi nel suo insieme e non solo nei dettagli, a volte esasperati per la ricerca forzata di una prestazione sportiva (o più correttamente atletica). Noi sappiamo quanto attento è Ivo alla natura della parete, rarissimo è che egli utilizzi il punteruolo che conclude il racconto sopra presentato, ed è proprio a motivo di ciò e dalle riflessioni che possono scaturire nella mente del lettore che riportiamo anche la seguente ed edificante notizia.
Nel novembre 2001, il fortissimo arrampicatore sudtirolese Oswald Celva riesce a liberare la via Tartarin sur les Alpes sulla parete Sud della Gran Piza da Cir nel Gruppo del Puez. Tracciata il 18 luglio 1999, da Ivo Rabanser insieme al fratello Edy ed il trentino Fabio Bertoni, la via sale il settore di parete gialla a sinistra della via De Fransesch, superando nell'ultima lunghezza un notevole strapiombo triangolare. Dislivello 220 metri, difficoltà VII e nelle ultime due lunghezze A1. Questi due tiri, si svolgono su parete gialla e fortemente strapiombante, ma con buchi di varie dimensioni che hanno permesso a Oswald di salire in  libera con difficoltà che ha valutato di 7b (penultima lungezza) e 7a (l' ultima lunghezza). Ed ecco le recenti parole di Ivo: "Mi raccontava ieri Oswald, che il passaggio chiave è in corrispondenza di un chiodo a pressione artigianale (pensa che questo chiodo era di Marino Stenico; l'Annetta, sua moglie, me ne ha dato un mazzo, da usare - solo in caso di necessità - mi ha raccomandato!!), il cui buco è così piccolo che non tutti i moschettoni passano e perciò Oswald ha dovuto prima passare un kevlar". E Rabanser conclude: "Mi fa sempre piacere quando qualcuno riesce ad 'interpretare' una mia via in maniera più pulita".
Perciò noi consideriamo esemplare la parsimonia nell'utilizzo di mezzi artificiali modificanti la natura della parete da parte dell'alpinista gardenese, quasi fossero leggere sbavature - spesso impercettibili - nella grande opera di un maestro. Ciò che invece ci fa preoccupare è il potenziale pericolo dei nuovi strumenti quando finiscono in mano a dei neofiti dell'arte della protezione, arte difficile, non immediata e ancora meno insegnata o coltivata, per poi andare in giro ad assassinare pareti.

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nota 05/02 del 10-01-02
 ALPINISMO  10 gennaio 2002. Chicago (USA)
: che taluni anziani uomini d'affari americani siano stravaganti ed eccentrici, non è una novità, ma questa volta ne abbiamo pescato uno che fa al caso nostro. Dovete sapere che Al Hanna, proprietario di un'attività d'ipoteche bancarie e prossimo alle 72 primavere, si sveglia ogni notte alle una (1 a.m.!), si veste meticolosamente in modo sportivo e nei riguardi della stagione, indossa un bel scafandro di zaino dal peso di circa 30 chilogrammi e s'immerge nell'incerta notte metropolitana a prendere una bella boccata d'aria. Dove va? Se l'uscita di Mr. Hanna si riducesse ad una semplice passeggiata notturna, avremmo usato solo il primo aggettivo (extra-vagantis: vagante fuori), abbiamo invece buone ragioni per credere opportuno anche il secondo (ex-centricum: vedrete che le sue passeggiate sono un po' "fuori centro"). Meta del nostro camminatore solitario è infatti la cima di una piccola collina 'cresciuta' al centro del Chicago's Lincoln Park. Raggiuntane la cima, la ridiscende e ne risolca i fianchi sino all'apice per altre 50 volte, ovviamente a day, ovvero 50 volte al giorno per 5 giorni alla settimana dalle 2 alle 5 del mattino. Dopodiché se ne torna a casa, si toglie gli indumenti e s'inoltra nuovamente nelle soporifere cure del letto per altre due ore prima di andare puntualmente al lavoro. Perché tutto ciò? - molti di voi si chiederanno al pari dei frequentatori notturni (night crazies) del parco che non di rado si avvicinano alla strana figura ornata da un vistoso parallelepipedo sulla schiena che sale e scende un innocuo pendio, quasi fosse un penitente di un contemporaneo girone dantesco. Pure le torce stupite della polizia disturbano sovente il nostro amico scalatore durante l'avvicinarsi al suo sogno. Già, perché nonostante la meta prossima sia la cima della collina metropolitana, la meta remota (il sogno che alberga nel suo animo durante le innumerevoli brevi salite) è nientemeno che l'Everest. Al Hanna si sta preparando - dopo due tentativi quasi riusciti - per diventare l'uomo più vecchio del pianeta a toccare gli 8848 metri della Vetta sopra gli Oceani (il nepalese Sagarmatha), superando per sette anni di anzianità il connazionale Sherman Bull del Connecticut che registrò l'ambito record all'età di 64 anni. Per chi volesse approfondire l'originale personaggio ecco il link al quotidiano statunitense da cui abbiamo tratto la storia, per chi invece volesse scrivere una monografia sugli stravaganti allenamenti degli alpinisti, ci sarebbe da fare. Noi tutti ne sappiamo qualcosa. Aguzzate la vista, cari amici metropolitani.

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nota 04/02 del 09-01-02
 CULTURA  9 gennaio 2002. Trento: è stato promulgato il regolamento del 50° Filmfestival di Trento che si svolgerà dal 26 aprile al 4 maggio. Molte novità per gli autori e cineasti in concorso: nell'Anno Internazionale delle Montagne una nuova Genziana sarà assegnata all'opera che meglio documenterà lo sviluppo sostenibile; inoltre è stato istituito un premio speciale per una sceneggiatura inedita ispirata alla montagna; in concorso anche opere in digitale. Per approfondire i dettagli della partecipazione ai vari concorsi vi invitiamo a leggere il comunicato stampa del Regolamento 2002.

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nota 03/02 del 08-01-02
 ALPINISMO  8 gennaio 2002.
Gruppo del Sassolungo: con molto piacere diamo la notizia di un'altra prima salita invernale compiuta l'altro ieri da uno dei più preparati alpinisti delle nostre montagne che da anni silenziosamente seguiamo e di cui ammiriamo le gesta (v. nota 153/01). Ivo Rabanser, in cordata con Patrick Runggaldier, ha percorso il giorno dell'Epifania la via Goedeke al Campanile di Venere (2987 m), itinerario tracciato lungo lo spigolo Ovest da Richard Goedeke e Jutta Kühlmeyer il 17 luglio 1995. Ma sentiamo le parole di Ivo per capire che la via "oppone difficoltà di V su uno sviluppo di 450 metri; ripetuta pochissime volte, offre un'arrampicata interessante su roccia sostanzialmente sana ma ancora da ripulire, in ambiente grandioso. In parete non si trovano chiodi. Dal Passo Sella siamo risaliti alla Forcella del Sassolungo, da dove abbiamo raggiunto l'attacco. Condizioni ottime nella prima parte, dove lo spigolo è dritto, mentre la lunga frastagliata cresta finale era 'ornata' con cornici nevose, alcune delle quali delicate da passare. Discesa lungo la via normale e rientro al Passo Sella alle ore 17. In seguito siamo andati al Plan de Gralba, per festeggiare... la nascita di Filip, il mio secondogenito". Perciò davvero memorabile la giornata del 6 gennaio per l'alpinista e rinnovato padre Ivo Rabanser. Le nostre felicitazioni. Preannunciamo che Rabanser entrerà presto tra gli autori di intraisass donandoci il racconto di una delle sue avventure verticali; dunque una nuova importante entrata per il nostro spazio letterario dedicato all'alpinismo, spazio che si sta confermando essere il libero punto d'incontro per i giovani alpinisti italiani. Chiudiamo sottolineando che a fine mese dovrebbe uscire la guida del Sassolungo (Guida dei Monti d' Italia CAI-TCI), alla quale Ivo ha lavorato per ben più di otto anni, da dove si potranno finalmente attingere più notizie su questa austera "montagna gotica".

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nota 02/02 del 07-01-02
 ALPINISMO 
 INTRA I SASS  7 gennaio 2002. Inverno 2002: riapriamo gli aggiornamenti delle nostre news con un leggero ritocco grafico all'interno delle pagine archivio del sito. Fate un giro iniziando dalla home page (pagina manifesto) e noterete subito un alleggerimento grafico concentrato sul nuovo logo disegnatoci dal pittore vicentino Maurizio Camposeo.
Ricominciando il consueto lavoro di selezione delle notizie nazionali e internazionali legate all'alpinismo e al suo poliedrico mondo, segnaliamo tre brevi fatti accaduti durante l'interruzione delle news. I primi due riguardano l'alpinismo invernale. Molti di voi forse già sapranno della notevole prima salita in solitaria invernale della via Jori all'Agner da parte di Ivo Ferrari. Comunque sia, ci teniamo sottolineare questa sua ultima impresa, anche perché Ivo è già tra i nostri autori (Cuore solitario) ed è uno dei massimi interpreti dolomitici di ciò che noi definiamo alpinismo. Speriamo in un suo nuovo racconto. Spostandoci in Himalaya da segnalare l'importante tentativo di prima salita invernale alla gigantesca parete Sud del Lhotse da parte di una spedizione guidata dall'esperto scalatore giapponese Osamu Tanabe. La notizia del fallimento della difficilissima ascensione è giunto in questi giorni. Ricordiamo che la Sud del Lhotse è stata considerata per molti anni il plus non ultra dell'alpinismo mondiale, parete che ha visto nel 1989 la morte dell'insuperato himalyasta polacco Jerzy Kukuczka e il trionfo nel 1990 dello sloveno Tomo Cesen (la prima invernale del Lhotse per la normale è opera dell'altro "terribile" polacco - degno erede di Kukuczka - Krzysztof Wielicki, nel dicembre 1988). Per chiudere la triste notizia della morte del figlio di Erhard Loretan.


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nota 01/02 del 04-01-02
 INTRA I SASS  4 gennaio 2002. Il volo dell'aquila (terza e ultima parte) di Paola Arbia (termina in un crescendo di significati il racconto ambientato ai piedi del Monte Vettore). Nuova entrata nelle NOVELLE della sezione ALPINISMO ANTE LITTERAM di INTRA I SASS.

 

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Invitiamo gli alpinisti a comunicare le salite appena fatte 
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