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nota 45/02 del 07-03-02
CULTURA
7
marzo 2002. Caderzone (Trento): importante incontro culturale
organizzato dalla Sat di Pinzolo e l'Istituto Comprensivo
"Val Rendena" per l'intera giornata di sabato 9 marzo presso il
Salone Bertelli, ex fienile delle scuderie della nobile famiglia
Lodron di Caderzone. Il titolo della tavola rotonda a cui
parteciperanno celebri alpinisti-scrittori è Orizzonti Verticali -
La Scuola della Montagna. Ecco in sintesi i relatori e i loro
interventi: Franco De Battaglia, "Quando l'uomo incontra la
montagna"; Silvia Metzeltin, "Tutti i perché della Montagna";
Mauro Corona, "Se la montagna non parla più"; Ermanno
Salvaterra, "L'estremo: in cordata e da soli"; Gino Buscaini,
"Spedizioni e avventure: un nuovo stile per l'immaginario"; Eugenio
Turri, "Un paesaggio per il futuro"; Serafino Rossini,
"Scuola. Quella Montagna che siamo noi". Come bene illustra
Giuseppe Ciaghi nel suo articolo
La montagna tra mistero e spiritualità, l'incontro "si prefigge di
affrontare qualche tema che altri convegni internazionali non
trattano... A Caderzone il tema scelto è quello della spiritualità,
del mistero, dell'altezza, dello slancio verso il cielo,
dell'ignoto... che hanno affascinato da sempre l'uomo (Olimpo, Ararat,
Sinai, eremiti, asceti), ed hanno dettato al suo animo, al suo
pensiero, emozioni, fantasie, ragionamenti... La conquista della
montagna ha sempre avuto per l'uomo grande significato nella ricerca
di se stesso".
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nota 44/02 del 06-03-02
POLITICA
6
marzo 2002. Karimabad : tempo di recessione sulle affascinanti
valli del Pakistan settentrionale dove confluiscono le tre più grandi
catene montuose, Himalaya, Karokoram e Hindu Kush.
"Fears of terrorism are stalking Pakistan's northern peaks like an
invisible monster..." inizia con queste parole l'articolo
del The Time of India, l'autorevole quotidiano indiano
osservatore della politica centro asiatica. "La paura del terrorismo"
- o meglio le conseguenze di tale paura - "si sta insinuando
silenziosamente nelle montagne del Pakistan settentrionale come un
mostro invisibile..." dove vivono le ridenti popolazioni ismaelite
celebri per la loro cordialità e la disponibilità nei confronti degli
ospiti. Le cifre parlano chiaro, solo 15 spedizioni alpinistiche hanno
prenotato i permessi per la prossima estate (tre dei quali già
disdetti) contro le 70 spedizioni dell'anno scorso e nonostante lo
sforzo del governo rivolto ad abbassare le royalties. Se si
pensa che pure i gruppi di trekkers (245 la passata stagione) non
hanno ancora confermato le prenotazioni è facile capire la situazione
in cui si troveranno le oltre 10.000 famiglie ismaelite che dipendono
dal turismo. Eppure, come s'apprende dalle guide locali della Hunza
Valley e dai funzionari del ministero del turismo, le aree
classiche del turismo alpinistico sono relativamente sicure e mai è
capitato un incidente: "...quel che accade in una parte del
paese non dovrebbe spaventare la gente, e potrebbe capitare in
qualsiasi parte del mondo". In effetti, per chi è abituato a viaggiare
nelle zone 'calde' del mondo il pericolo dovuto ai fermenti politici e
sociali dei luoghi in cui il viaggio lo porta a transitare non è
affatto un suppellettile del proprio bagaglio ma una sana
consapevolezza che bisognerebbe sempre rinfrescare con una mirata e
rispettosa (delle genti e dei luoghi) preparazione culturale. Anche
prima dell'undici settembre. "Così tante persone dipendono
dall'alpinismo e dai trekking che non permetteranno che niente e
nessuno tocchi il loro pane...". Ce lo auguriamo.
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nota 43/02 del 05-03-02
INTRA
I SASS 5 marzo 2002. La
spia sul tetto del mondo di
Sydney Wignall, nuova entrata ne Le recensioni letterarie di
Intraisass. "Un'avventura vissuta in prima persona e sulla
propria pelle, che prende le mosse dalla volontà di effettuare la
prima spedizione gallese in Himalaya e che si trasforma nella storia
di una spia per caso, gratuitamente assoldata per un incarico che
sembrerebbe banale anche se considerato strategicamente
importante...". La recensione di Mauro Mazzetti ci introduce a
una delle opere letterarie più celebri dell'esploratore gallese
Sydney Wignall, membro della Royal Geographical Society e
dell'Himalayan Club. Nei suoi oltre trent'anni di esplorazione,
in qualità di archeologo marino ha scoperto due tra le navi ammiraglie
dell'Armada spagnola, ha cercato la bara di sir Francis Drake al largo
di Panama e portato alla luce diversi galeoni nelle acque britanniche
e portoghesi. Alcuni commenti a margine del libro: "Una storia
affascinante, una prova di grande coraggio e determinazione" -
Dalai Lama; "Un capolavoro dei libri di avventura" - Kirkus
Reviews.
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nota 42/02 del 04-03-02
CULTURA
4
marzo 2002. Seriate (Bergamo): per illustrare uno dei più
importanti progetti culturali italiani nell'Anno Internazionale delle
Montagne riportiamo il
programma dettagliato di Gente di Montagna: "L'iniziativa
si svilupperà attraverso un percorso temporale lungo un anno che
cercherà di far conoscere aspetti fondamentali per la costruzione di
una cultura della montagna e una giusta valutazione delle sue genti.
In particolare saranno organizzati una serie di incontri/convegni su
tematiche importanti dell'antropologia e dell'etnografia della
montagna". La rassegna si svolgerà tra Seriate e Bergamo
e ospiterà pure importanti appuntamenti riguardanti la letteratura e
la montagna. Programma dettagliato e locandina nel nostro
comunicato culturale.
DALLE OROBIE AL TIEN SHAN, conferenza di Mario Curnis:
per restare nella sempre attivissima vita culturale bergamasca
segnaliamo la serata organizzata dalla Commissione Culturale della
Sezione di Bergamo del CAI per giovedì 7 marzo, ore 21, presso il
Centro Culturale S. Bartolomeo in Largo Belotti. Ecco una breve
presentazione nella nota informativa della Commissione Culturale:
"Mario Curnis, alpinista bergamasco che ha superato la
soglia dei sessant’anni, vanta un notevole curriculum alpinistico.
Egli ha infatti effettuato un'attività di salite classiche sia sulle
Alpi che in svariate regioni montagnose del mondo, partecipando ad
innumerevoli spedizioni extraeuropee. Ha all'attivo una grandissima
serie di salite nelle Dolomiti, nel gruppo dell’Adamello e Presanella,
nel gruppo del Bernina, in Bregaglia, nelle Alpi Svizzere e nelle
Orobie, aprendo anche alcune vie nuove, talvolta, in invernale. In
ambiente extraeuropeo, ha partecipato a spedizioni alpinistiche di
notevole rilievo in Patagonia (Scudo del Paine, Cerro Mayo, Torri del
Paine), Perù (Alpamayo, Pukajirka). Nel 1973 ha partecipato ad una
spedizione nazionale all'Everest, come nel 1975 con Messner, al Lhotse.
Nel 1980 ha partecipato ad una spedizione invernale al Makalu, in
Nepal. Rappresenta sicuramente uno dei personaggi di spicco
dell’alpinismo bergamasco ancora attivo. La Commissione Culturale del
CAI di Bergamo ha ritenuto doveroso dedicargli una serata per rivivere
alcune delle imprese alpinistiche che Mario Curnis ha realizzato: in
passato alcune salite invernali sulle Orobie, e recentemente,
l'attraversata delle Orobie in compagnia di Simone Moro e la salita di
alcuni settemila sulle montagne del Tien Shan in Asia Centrale".
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nota 41/02 del 01-03-02
INTRA
I SASS 1 marzo 2002. Corna
Rossa non avrai il mio scalpo di
Massimo Anile. Nuova entrata negli
SCRITTI LETTERARI della sezione ALPINISMO ANTE LITTERAM di INTRA I SASS.
Ritorna tra le pagine letterarie di intraisass
uno degli scrittori più apprezzati e stravaganti della nostra rivista.
L'autore lombardo, di Rozzano, ci racconta questa volta una
strampalata ripetizione di una Detassis in Brenta per opera di tre
poco consueti alpinisti. Correte a leggere... è assai raro trovare
racconti d'alpinismo di tal genere.
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nota 40/02 del 28-02-02
MEDICINA E SPORT
28
febbraio 2002. Nashua (New Hampshire, USA): veramente degna di
nota l'invenzione scaturita da medici e fisioterapisti specialisti
nella riabilitazione da lesioni della colonna vertebrale e che sta
piano piano facendo comparsa anche sulla zona addominale di molti
alpinisti americani. Non stupitevi perciò se nel prossimo futuro
incontrerete sulle montagne del mondo, anche in Italia, escursionisti
e alpinisti che al classico e pesantissimo zaino abbineranno una
specie di frisbee ovale, leggermente imbottito, collocato
all'altezza dell'addome. Ognuno di noi può sperimentare quanto sia
importante scaricare il peso dello zaino mediante la classica cintura
addominale dello zaino. Ecco, da questa semplice idea, alla portata di
tutti, tre intraprendenti medici americani - Ed Kois, Scott
Cummings e David Gilmour - hanno pensato di sviluppare e
brevettare un dispositivo ergonomico ad hoc, una specie di corsetto
(formato da zaino + dispositivo) che faccia partecipare al pesante
lavoro di carico a cui sono sottoposte spalle e spina dorsale anche i
nostri forti muscoli addominali, spesso trascurati. Attualmente il
Back Balancer, così si chiama il nuovo dispositivo, è
all'attenzione pure di studi medici all'University of Michigan
Spine Center per studiare gli effetti del trasporto di zaini
pesanti sui bambini in età scolare. E il dispositivo, applicabile su
tutti i tipi di zaino con cintura, sembra funzionare se è pure
consigliato per tutti coloro che vogliono trasportare i propri figli
sulle spalle, fatica certo non da poco. Un interessante articolo sul
Back Balancer, nominato dal Time Magazine tra le
"New Inventions for 2000" - è accessibile in questi giorni sulle
pagine del The Boston Globe. Altrimenti, ogni informazione
e immagine a riguardo, si può leggere e visionare nel
sito sopra indirettamente menzionato.
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nota 39/02 del 27-02-02
INTRA
I SASS
27 febbraio 2002. Uomini
e montagne - Dall'Himalaya alla guerra partigiana sulle Alpi di
Harold William Tilman, nuova entrata ne Le recensioni letterarie di
Intraisass. "Che personaggio, Harold William Tilman! Nato nel
1898, fu esploratore, alpinista, velista, scrittore. Realizzò
straordinari viaggi a piedi, in bicicletta, in barca. Negli anni
Trenta fu compagno di Eric Shipton in Africa e in Himalaya e nel 1936,
con Odell, conquistò il Nanda Devi (7817 m), la più alta cima
raggiunta fino all'epoca degli Ottomila. Durante la guerra fu
consigliere militare dell'esercito inglese e venne paracadutato in
Albania prima e nel Bellunese poi per collaborare con le formazioni
partigiane...", con queste parole Flavio Faoro ci introduce
all'interno di uno dei libri che più sta interessando uomini e
alpinisti italiani che in montagna hanno vissuto non solo scalate, ma
anche la guerra. Cosa meglio di una prospettiva di un occhio straniero
sulle nostre vicende per indurre le nostre menti verso nuove
riflessioni?
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nota 38/02 del 26-02-02
ALPINISMO 26
febbraio 2002. Brevi news dal mondo anglosassone, molto attivo in
quest'inizio d'anno alpinistico. Sul Cerro Torre il giovane
fuoriclasse dell'arrampicata libera Leo Houlding è stato
protagonista, la settimana scorsa, di un incidente che gli ha
procurato una seria ferita ad un
ginocchio. Al momento sta rientrando in Inghilterra. Pochi giorni
prima, non molto distante, un altro arrampicatore frenetico, Steve
Schneider, portava a termine dopo numerosi tentativi il
concatenamento delle tre celebri Torri del Paine. Ecco la
terribile sequenza: Torre Nord per la via Monzino in 45 minuti
(V, 5.10),
Torre Centrale per la via Bonnington-Whillans in 7,5 ore (VI,
5.11 e A1),
Torre Sud in 9 ore e mezzo per una via non ancora specificata. Il
tutto in una non stop di arrampicata durata 51 ore. Spostandoci in
Europa, sul Monte Bianco, con temperature più rigide e clima
invernale, Andy Kirkpatrick e Ian Parnell hanno ripetuto
in tre settimane (an
epic filled three weeks) l'itinerario aperto da Jean
Christophe Lafaille sul Petit Dru l'inverno scorso, sempre
a febbraio.
Considerato tra le vie più difficili delle Alpi, i due alpinisti
inglesi hanno dovuto dare fondo a tutte le loro capacità per venire a
capo di difficoltà estreme in artificiale con protezioni aleatorie e
condizioni della parete che hanno messo a dura prova i materiali (una portaledge distrutta e un sacco da recupero volato giù per trecento
metri). L'ascensione è stata filmata dal regista Karen Barber.
Chiudiamo questa veloce carrellata soffermandoci sul ricordo di
Michele Cestari, la guida alpina di Orizzonti Trentini,
scomparsa tragicamente sul Lagorai:
"La sua eredità non deve morire" di Rinaldo Cao su l'Alto
Adige.
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nota 37/02 del 25-02-02
ALPINISMO 25
febbraio 2002. Cervino: con un brevissimo cenno nella nostra
nota 21/02 avevamo riportato alla cronaca la
salita in solitaria invernale di Lionel Daudet alle Grandes
Jorasses. Questa difficile parete Nord doveva essere l'inizio di
una trilogia invernale che prevedeva la salita delle altre due grandi
Nord delle Alpi, il Cervino e l'Eiger, sempre per
itinerari difficili e mai ripetuti, come nel caso di Eldorado
alle Jorasses. L'ambizioso concatenamento dell'alpinista francese si è
interrotto giovedì scorso sulla gelida parete Nord del
Cervino che, dopo averlo intrappolato per 9 giorni, l'ha
restituito ai soccorritori allertati dallo stesso Daudet nella
mattinata di venerdì. Il brutto tempo inizialmente, temperature
estremamente rigide (intorno ai -30 gradi sottozero) e un forte vento
(sui 100 km/h) poi, hanno reso lentissima e molto pericolosa la
progressione di Lionel. Al nono giorno di disperata permanenza in
parete il trentaquattrenne francese ha dovuto desistere e iniziare una
rocambolesca discesa: a tentoni, nell'oscurità, è riuscito a
raggiungere il rifugio dell'Hörnli ed evitare un ulteriore bivacco che
avrebbe avuto conseguenze drammatiche. Ma già il mattino seguente,
dopo essersi tolto gli scarponi e aver passato una notte d'inferno, le
dita dei piedi apparivano nere e gonfie: chiamato il soccorso mediante
il telefono d'emergenza del rifugio, dopo due ore è arrivato
l'elicottero che l'ha trasportato all'ospedale di Berna. Lionel
Daudet è ora ricoverato con gravi congelamenti alle mani e ai
piedi all'ospedale di Grenoble. Per leggere la storia originale andate
sulla
pagina di Liberation.
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nota 36/02 del 22-02-02
INTRA
I SASS
22 febbraio 2002. Pizzo
Badile. Parete Nordest - luglio 1958 di Giancarlo Biasin.
Presentazione di Arturo Castagna. Nuova entrata negli
SCRITTI STORICI della sezione ALPINISMO ANTE LITTERAM di INTRA I SASS.
Straordinaria perla storica propostaci dal nostro illustre compagno di
cordata, venutoci a trovare in una delle nostre estemporanee
redazioni per tirarci le orecchie e sollecitare la ripartenza
della comune
guida alpinistica, in ritardo rispetto al programma di
pubblicazione. Più che ascoltare le nostre ovvie giustificazioni, la
contemporaneità di intraisass.it e intraisass
cartaceo (del
quale inizieremo oggi la composizione grafica definitiva) richiede
moltissimo lavoro, l'accademico veronese, persona davvero eloquente e
piena di risorse, ci ha parlato del nuovo sito della sua sezione, il
CAI di
San Bonifacio, e di un prezioso racconto d'ascensione del grande
alpinista Giancarlo Biasin. Presto detto, letto e meditato, lo
proponiamo oggi ai nostri lettori per gentile concessione del CAI
Sezione di San Bonifacio (ex Sottosezione "Giancarlo Biasin"),
anticipandovi l'efficace e sintetica presentazione di Castagna:
"Voglio proporre quest'articolo di Giancarlo Biasin non solo per il
valore storico dello scritto, ma per il conforto e lo stimolo che può
dare a tutti gli alpinisti in questa fase di discreta confusione tra
alpinismo ed arrampicata sportiva. Tutti tendenzialmente miriamo a
migliorarci sotto l'aspetto tecnico, trascurando 'inconsciamente' uno
degli aspetti che costituiscono l'essenza dell'alpinismo: la passione
e l'ambiente. Ebbene, io credo che tutti gli alpinisti debbano
riconoscere all'arrampicata sportiva il merito di un miglioramento
tecnico che molto ha giovato all'alpinismo; però, a molti ha anche
annebbiato le idee, allontanandoli dalle grandi pareti e privandoli
della cosa più importante che l'alpinismo può dare. Ora leggete questo
racconto e sicuramente vi farà meditare".
Noi aggiungiamo una breve postilla di carattere editoriale: quale
migliore stimolo per il nostro progetto letterario delle parole di
Giancarlo Biasin quando, nel pieno dell'azione alpinistica, racconta
"...per fortuna, mi ricordo all'improvviso del racconto di Hermann
Buhl..."? Ecco rivelatovi uno degli scopi remoti del racconto
d'ascensione e la conseguente avventura di chi affronta le grandi
pareti senza l'ausilio di una relazione troppo dettagliata.
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nota 35/02 del 21-02-02
ALPINISMO 21
febbraio 2002. Cerro Aconcagua: quando una quindicina di giorni
fa eravamo venuti a conoscenza che un gruppo di alpinisti neozelandesi
aveva pranzato sulla cima più alta delle Americhe (6962 metri), la
notizia ci aveva incuriosito, nulla più. Mancavano i dettagli e
non sapevamo quanto fosse stato esilarante per i protagonisti.
Ora che cominciano a girare le
foto di Craig Crosse e compagnia vestiti in abito da
sera, con tanto di tavolino più tovaglia e sedie, non dubitiamo più
sull'ilarità della loro impresa, nonostante che le condizioni
dell'alta quota mandassero all'altro mondo un alpinista tedesco e
alcuni coreani perdessero dita dei piedi, delle mani e addirittura un
occhio. Sembra quasi un dipinto a trama surreale quello che spesso
accompagna ogni impresa che ambisce al libro delle estremità umane, il
Guinness dei Primati, quasi fossero dimentichi di essere
proprio dei primati antropoidei gli uomini che con tanto zelo
si adoperano per lasciarvi un segno. O non è che, forse, alle alte
quote volteggi clandestino il protossido d'azoto, il cosiddetto gas
esilarante, che con il suo effetto anestetico può permettere un
delizioso pranzo a base di cozze affumicate, fettuccine all'agnello e
un ice-cream di fragole?
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nota 34/02 del 20-02-02
ALPINISMO 20
febbraio 2002. Incidenti in montagna: sono di questi giorni le
notizie della scomparsa di Frank Van Herreweghe mentre tentava
di scalare in solitaria la Supercanaleta al Fitz Roy, in
Patagonia, sorpreso da una tormenta. L'alpinista belga, residente in
Spagna, era stato protagonista l'estate scorsa dell'apertura di
Santgraït (A4) al Turnweather nell'Isola di Baffin
con la fuoriclasse aid-climber (artificialista) spagnola Silvia
Vidal. Nell'altro emisfero, Utah (Stati Uniti), sempre per
restare in temi d'incidenti, l'alpinista bergamasco Simone Moro
è stato premiato col riconoscimento David A. Sowles Memorial Award
dall'American Alpine Club per il salvataggio del giovane Tom
Moores sul Lhotse, buona azione che compromise il
tentativo di traversata dal Lhotse all'Everest (v. nota
103/01). Non
sempre è facile parlare di incidenti in montagna, spesso perché chi ne
parla non ne conosce le dinamiche e le complessità ambientali. Cause e
conseguenze saranno oggetto dell'incontro Interpretare gli
incidenti in montagna organizzato dall'Associazione Italiana
Giornalisti di Montagna (AIGM) a Valtournenche il 15 e 16
marzo in collaborazione col comune valdostano e la Commissione
centrale medica del CAI (per adesioni e informazioni contattare la
segreteria AIGM, Roberta Sighele
rsighel@tin.it). Chiudiamo con
l'approfondimento sul soccorso in montagna redatto in questi giorni
dal nostro amico e autore
Marco Flamminii Minuto sulle pagine de L'Espresso online:
Gli angeli delle alte quote - le statistiche del Soccorso
Alpino ci aiutano a decifrare i pericoli della montagna.
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nota 33/02 del 19-02-02
CULTURA
19
febbraio 2002. Serate culturali: segnaliamo alcune iniziative
culturali di notevole interesse in programma nei prossimi giorni. Il
professore-alpinista Franco Brevini sarà venerdì 22 febbraio
all'Auditorium della Biblioteca Comunale di Seriate (Bergamo)
per parlarci del Grande Nord, territorio di cui è profondo
conoscitore grazie ai suoi numerosi viaggi sulle tracce degli
esploratori del secolo scorso. Interverranno alla serata due celebri
cantanti lapponi con un repertorio di musica joik. Programma e
dettaglio sul nostro
comunicato culturale. Altra iniziativa culturalmente stimolante è
il ciclo di serate organizzate dal CAI di Conegliano (Treviso)
intitolato Montagne nel Mondo - Avventure in Rilievo. Dal 15
marzio al 12 aprile saranno presentati diaporami di trekking e salite
alpinistiche oltre i confini delle Alpi, in luoghi di particolare
interesse dal punto di vista paesaggistico, alpinistico e culturale.
Leggete il programma +
locandina. Noi, da parte nostra, un piccolo regalo agli amici di
Treviso, da sempre terra di appassionati alpinisti, pescato dalla rete
mentre compilavamo questa nota:
Irene - «signora delle montagne» - la prima scalatrice del Civetta.
Un omaggio a Irene Pigatti, la grande alpinista di Colle
Umberto protagonista sul finire del secolo XIX.
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nota 32/02 del 18-02-02
POLITICA
18
febbraio 2002. Nepal: neanche il tempo di chiudere la notizia
di venerdì sulle nuove facilitazioni per salire le cime nepalesi, che
all'indomani ritorna alla ribalta della cronaca la guerriglia maoista,
questa volta con violenza inaudita. E se, ancora una volta,
l'informazione specializzata nazionale e internazionale legata al
mondo delle alte quote (sia in senso stretto sia in senso lato,
considerato gli interessi e i costi delle spedizioni alpinistiche)
tace su questi preoccupanti e cruenti fatti, la stampa generica di
tutti i quotidiani del mondo riporta oggi la seguente notizia: la
guerriglia maoista fa 129 morti in Nepal. Obiettivo dell'attacco sono
stati gli uffici governativi della cittadina di Mangalsen, a
450 chilometri da Kathmandu, e il vicino aeroporto di
Sanphebaga. I ribelli hanno attaccato una stazione della polizia e
una caserma di militari e hanno tenuto in scacco l'esercito fino a
ieri mattina, dileguandosi nel frattempo. Conseguenza immediata:
l'annunciata proroga dello stato di emergenza (v. nota
27/02) da parte del Primo Ministro Sher Bahadur Deuba
sembra ora irrinunciabile. Ricordiamo che i ribelli maoisti
controllano quasi una decina dei 70 distretti in cui è suddiviso il
Nepal, paese molto povero con 24 milioni di abitanti, specie nella
zone rurali occidentali dove, guarda caso - andate a rileggere la nota
31/02 - sono state estinte le tasse di permesso
alle cime. La lotta che oppone da più di sei anni il governo ai
ribelli che si ispirano al defunto leader cinese Mao Ze Dong,
ossia la monarchia costituzionale contro il sistema a partito unico,
non è ancora finita. Per approfondimenti sugli ultimi fatti rimandiamo
a una pagina nazionale e una internazionale di importanti quotidiani:
La Stampa,
The Guardian.
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nota 31/02 del 15-02-02
ALPINISMO 15
febbraio 2002. Nepal: mentre fervono i lavori parlamentari
annunciati nella nostra nota 27/02, apprendiamo
finalmente dal sito americano
everestnews.com
i dettagli dell'attesa
lista delle 60 cime himalayane a cui il governo nepalese concederà
un accesso totalmente o parzialmente libero dalle classiche tasse di
permesso, le cosiddette royalties. La
lista è divisa in due sezioni: nella prima compaiono 20
cime (3 di 7000 metri) delle regioni meno sviluppate del regno, ad
occidente, nelle zone Mahakali e Seti; nella seconda fanno invece
bella mostra di sé 40 vette (15 sopra i 7000 metri e alcune
prossime agli 8000) poco frequentate nelle zone più conosciute del
Nepal (Sagarmatha, Dhaulagiri, Gandaki, Bagmati, Meki, Jangpur,
Karnali). Per il primo gruppo non si dovrà pagare nessuna tassa,
mentre per il secondo sarà concesso uno sconto del 75%. Tale
iniziativa - con scopo primario di incentivare il turismo per
sostenere le aree disagiate del regno, in concomitanza con l'Anno
Internazionale delle Montagne 2002 e del Golden Jubilee 2003
per il cinquantenario della salita all'Everest (v. note
107/01 e
281100) -
avrà validità per tre anni, dal 2002 al 2005, e si potrà estendere a
tutte le cime inviolate delle regioni in cui è consentito l'accesso.
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nota 30/02 del 14-02-02
INTRA
I SASS
14 febbraio 2002. Brigante
per amore! di Giancarlo Guzzardi. Nuova entrata negli
SCRITTI STORICI della sezione ALPINISMO ANTE LITTERAM di INTRA I SASS.
Nel giorno del santo degli innamorati - nonostante vi presentiamo un
brigante - sembra quasi capitare a proposito questo prezioso scritto
donatoci dalla guida alpina di Sulmona, abilissimo non solo
come accompagnatore sui sentieri delle montagne abruzzesi (v. nota
121/01 e
relativo sito),
ma anche sui più ottenebrati itinerari della memoria. La storia di
Primiano Marcucci, specie nell'inizio del suo peregrinare
clandestino tra i monti, è davvero singolare e ci illumina su un
fenomeno, il brigantaggio, che "è stato, sin da epoche remote,
il frutto di sussulti imprevedibili e incontrollabili di un popolo
affamato e diseredato che periodicamente, come un fiume in piena,
rompe gli argini e tutto travolge con la sua violenza atavica ed
istintiva, salvo poi tornare a sopirsi per subire nuove e più inumane
sofferenze".
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nota 29/02 del 13-02-02
INTRA
I SASS 13 febbraio 2002. Una frontiera da
immaginare di Andrea Gobetti, nuova entrata ne Le recensioni letterarie di
Intraisass. "Oggi ho appreso della fusione tra la CDA e la
Vivalda. Speriamo che quest'operazione non faccia perdere la
genialità di andare a ristampare certi libri godibili come fumetti ed
accattivanti come ragazze bionde..." così inizia l'impetuosa
recensione del nostro Alberto Pezzini, quasi per scongiurare un
decadimento dell'editoria di montagna di fronte al "più bel libro che
ricordi di aver letto da tanto tempo ed in mezzo alla bestiale
omogeneizzazione di libri dove tutti scrivono di tutto con stili e
registri che posseggono un sapore alla plastica, assolutamente
uniforme e piatto".
In verità, con questa recensione cogliamo l'occasione per portare
all'attenzione dei nostri lettori il singolarissimo
SpeleologoScrittoreAlpinistaArrampicatorenonsportivo che per anni
ha tenuto deste le intelligenze del mondo verticale e che ora - salvo
qualche rara comparsa tra la superficie delle riviste patinate -
sembra essersi permanentemente rifugiato negli abissi della propria
passione. Che altro dire di Andrea Gobetti? Meglio andare a
leggere l'autointervista
che l'autore ha rilasciato sulle pagine della
Rivista della Montagna.
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nota 28/02 del 12-02-02
PREISTORIA DELL'ALPINISMO
12
febbraio 2002. Glascow: straordinari sviluppi della ricerca
scientifica ad alta tecnologia intorno alla figura di Ötzi, il
nostro antenato dell'età della pietra restituitoci dai ghiacci delle
Alpi nel 1991. In uno splendido
articolo - per sintesi e immagini - delle BBC News viene
mostrato la riproduzione della punta di pietra che costituì
l'inserto apicale della freccia che colpì con conseguenze mortali l'Uomo
del Similaun, l'uomo
venuto dai ghiacci che 5300 anni fa si trovò a passare per la
Valle di Ötz, a cavallo del confine italo-austriaco sulle
Alpi Centrali. Tramite una tomografia computerizzata a tre
dimensioni è stato possibile esaminare e scansionare la spalla
sinistra dove la freccia è penetrata incidendo inesorabilmente i
tessuti, frantumando la scapola, strappando nervi e vasi sanguigni. Si
presume che il cacciatore, dopo esser fuggito dai suoi nemici, con il
braccio sinistro oramai paralizzato, sia morto dissanguato. Dalle
analisi biologiche emergono che egli era stato gravemente ammalato per
alte tre volte negli ultimi mesi della sua vita e che - oltre ad
essere artritico - il suo poco allegro intestino ospitava un verme
nematode. Di grande interesse sono i dati fisiologici di superficie
che ci illustrano, dopo dieci anni di ricerche, come appariva
all'occhio esterno il nostro amico montanaro: Ötzi era alto
159 centimetri, aveva 46 anni e una fisionomia a noi familiare. Andate
a vedervi il disegno del suo viso riprodotto nell'articolo
citato. Non vi ricorda qualcuno? E benché fosse vestito con tre
strati d'indumenti, pelli secche di capra e di cervo, scarpe finemente
manufatte e un colbacco di orso, mangiasse non solo carne ma anche
frumento, ancora molti sono i dubbi da risolvere per capire cosa lo
spinse a spingersi ad altitudini elevate nel limitare della sua vita.
La stagione era quella buona, tra la primavera e l'estate, poi venne
l'inverno che con la neve e le successive glaciazioni ricoprì il corpo
del nostro uomo alpino fin quando, un giorno di un'estate
post-pluri-millenaria, una coppia d'amici escursionisti s'imbatté
nei resti di quel che credettero essere un alpinista o un sciatore
contemporaneo, morto da non più di dieci anni.
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nota 27/02 del 11-02-02
POLITICA
11
febbraio 2002. Nepal: sono iniziati ieri a Kathmandu i
lavori parlamentari al termine dei quali il governo nepalese dovrà
ratificare la sospensione o l'estensione dello stato si emergenza
proclamato il 26 novembre scorso dopo i feroci attacchi dei ribelli
maoisti contro le forze governative (v. nota
224/01). Il Primo
Ministro Sher Bahadur Deuba cercherà di convincere i due-terzi
del Parlamento ad estendere per altri tre mesi lo stato d'emergenza
che verrebbe a cessare automaticamente il 24 di febbraio qualora non
si raggiungesse l'intesa di maggioranza, estensione resasi necessaria
- secondo il Primo Ministro - specie dopo i rinnovati attentati dei
ribelli. Ancora in odore di fumo sono gli esterni dell'aeroporto di
Lukla, dove una bomba è stata fatta scoppiare lunedì 4 febbraio senza
creare per fortuna né vittime né gravi danni. Cruento attacco contro
la polizia invece all'indomani, quando un gruppo non ancora
identificato di ribelli ha attaccato le forze dell'ordine della
capitale mietendo 16 vittime. Per approfondimenti sulla situazione
nel piccolo regno himalayano e l'evoluzione dello scontro maoisti-governo eccovi alcune
pagine tratte dalla stampa internazionale:
Nepal seeks extension of emergency to fight rebels;
Bihar launches offensive against Maoists;
Maoist Attack News.
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nota 26/02 del 08-02-02
INTRA
I SASS 8 febbraio 2002. Dopo
le 10 riproduzioni digitali dei preziosi quadri della pittrice
torinese Silvia Moiraghi, esposti permanentemente nella nostra
galleria, nuovi artisti
hanno chiesto di poter mostrare le proprie opere.
Nella copertina di oggi presentiamo il lavoro di una pittrice
conosciuta nel mondo della montagna più come magistrato e alpinista.
Cecilia Carreri, attualmente giudice per le indagini
preliminari presso il Tribunale di Vicenza, nonché esperta
conferenziere per le guide alpine e il CAI sulla responsabilità negli
infortuni in montagna, ci rileva la sua passione per la pittura
donandoci un quadro che ritrae un tavolo con sedie visti a Huaraz
in una sua spedizione all'Alpamayo, sulle Ande. Cogliamo
l'occasione per segnalare la serata Montagne di un giudice che
Cecilia terrà martedì 12 febbraio presso l'Auditorium Canneti
di Vicenza. Infine, sia la Carreri, come autrice di un testo
nella sezione Alpinismo Ante Litteram, sia la Moiraghi,
con un bellissimo disegno in bianco e nero, faranno parte dell'equipe
di autori e artisti che stanno per dare corpo e vita al primo numero
cartaceo di intraisass,
oramai prossimo alle stampe.
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nota 25/02 del 07-02-02
ALPINISMO 7
febbraio 2002. Lecco: un grave lutto ha colpito la Comunità
montana della Valsassina e il mondo dell'alpinismo italiano in
questi primi giorni di febbraio. Roberto Osio, past-president
del Club Alpino Accademico Italiano, compagno e guida dei
Ragni di Lecco per molti anni, nonché fondatore della citata
comunità montana lombarda, è morto in un incidente di lavoro il 4
febbraio. Roberto Osio, classe 1923, stava lavorando nel
pomeriggio di lunedì al suo fondo agricolo a Olgiasca (Colico) quando,
sceso dal trattore, è stato travolto dal pesante mezzo.
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nota 24/02 del 07-02-02
MEDICINA
6 febbario
2002. Milano: sono stati divulgati i risultati dell'importante
ricerca di medicina d'alta quota condotta dall'equipe medica
dell'Istituto Scientifico universitario San Raffaele di
Milano guidata dal dottor Giorgio Cremona. Scopo della
ricerca era approfondire le conoscenze sugli effetti dell'alta quota
sui polmoni e in particolare rilevare l'incidenza dell'edema polmonare
sugli alpinisti esposti a basse concentrazioni di ossigeno. Dei 262
alpinisti monitorati durante un'ascensione campione al Monte Rosa,
40 hanno avuto prova di deterioramento del polmone dovuto ad edema
polmonare leggero (34 dei quali senza mostrare sintomi esterni
apparenti). E mentre solo uno dei 262 alpinisti è stato evacuato dalla
montagna colpito da edema polmonare, dei 197 che non sono stati
diagnosticati con liquido nei polmoni (ricordiamo che la causa
dell'edema è l'accumulazione di liquido nei polmoni dovuto a una
pressione elevata del polmone nelle circostanze di scarsa
ossigenazione) tuttavia ben 146 hanno registrato una capacità
polmonare modificata, interpretata dai medici come segno di una forma
molto leggera di edema polmonare. Se ne deduce quindi che tre su
quattro degli alpinisti monitorati hanno sviluppato forme più o meno
leggere di edema polmonare, elevando perciò al 75% l'incidenza della
particolare patologia d'alta quota sugli individui esposti a
condizioni potenzialmente pericolose: altitudine e sforzo. Una
conclusione collaterale della ricerca è stata ricavata misurando le
dimensioni del polmone e si è riscontrato che gli individui con
dimensione del polmone sopra la media sono più protetti da eventuali
sviluppi della patologia: il 25% degli alpinisti che hanno mostrato
nessun segno di edema avevano il polmone, rispetto alla loro
dimensione corporea, normale o sopra la media.
I risultati dettagliati della ricerca pubblicati su The Lancet
sono accessibili (previa registrazione free alla celebre rivista
medica) nel sito
www.thelancet.com.
Nozioni di medicina di montagna e sull'edema
polmonare in
Aspetti medici dell'alta quota di Alessandro Rigobello.
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nota 23/02 del 05-02-02
INTRA
I SASS 5 febbraio 2002. Una
vita così di Walter Bonatti, nuova entrata ne Le recensioni letterarie di
Intraisass. L'autore genovese Mauro Mazzetti, dopo il suo
recente e apprezzato racconto (v. nota 16/02), ci
introduce all'ultima fatica letteraria di "un uomo che ha inciso
profondamente l'immaginario collettivo ed individuale per circa un
trentennio di vita italiana"..."un personaggio scomodo per il 'sistema',
blindato e protetto dalle interferenze destabilizzanti di un anarchico
per necessità prima ancora che per scelta".
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nota 22/02 del 04-02-02
CULTURA
4 febbraio
2002. Dolomiti: in occasione dell'Anno internazionale
delle Montagne 2002 è stata presentata sabato scorso a Cortina la
Summit Charter, la Carta delle Vette per un alpinismo
sostenibile, una specie di summa programmatica dei principi e degli
ideali di tutti gli alpinisti ed escursionisti rappresentati
dall'UIAA, l'Associazione internazionale che riunisce i club
alpini di tutto il mondo. Rinviamo all'edificante
intervista fatta a Roberto de Martin, l'attuale presidente
del Club Arc Alpin, dopo la sua relazione sulla "Carta di
Cortina" e alle
riflessioni di Cesare Maestri sulla problematica
dell'alpinismo e derivati come fonte alternativa di sviluppo nelle
zone montane. Intanto, mentre ai tavoli di discussione s'affastellano
propositi e pensieri, l'associazione Mountain Wilderness
annuncia per domenica 24 febbraio un'azione
di protesta di un centinaio di sci-alpinisti contro l'ampliamento
dell'area sciabile sulla Regina delle Dolomiti, la Marmolada,
recentemente sempre più vittima d'angherie d'ogni genere, furti
di neve in primis.
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nota 21/02 del 30-01-02
INTRA
I SASS
30 gennaio 2002.
Mentre giungono notizie che l'americano Dean Potter ha salito
il Cerro Torre di corsa, in solitaria nel tempo di 11 ore, che
il francese Lionel Daudet ha ripetuto Eldorado sulla
Nord delle Grandes Jorasses, il difficile itinerario che
aveva portato alla ribalta per la prima volta il recente vincitore del
Piolet d'or, il russo Valery Babanov, mentre un nostro
caro e luminoso amico ci ha lasciato senza la possibilità di guardarlo
negli occhi, mentre accade tutto ciò noi ci assentiamo fino a lunedì
prossimo per sistemare alcune cose che prepareranno la strada
all'atteso evento cartaceo. Aggiornamenti, comunicazioni e posta
elettronica saranno pertanto sospesi.
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nota 20/02 del 30-01-02
INTRA
I SASS
30 gennaio 2002. Sulle
orme di antiche magie (seconda e ultima parte) di Tullio Simoni e Giuliana
Turra. Continua la fiaba illustrata dalla primierotta Giuliana Turra
e attraverso cui la guida alpina
Tullio Simoni, gestore del Rifugio Treviso in Val
Canali, ci accompagna alla scoperta delle celebri bellezze
delle Pale di San Martino). Nuova entrata nelle NOVELLE
della sezione ALPINISMO ANTE LITTERAM di INTRA I SASS.
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nota 19/02 del 29-01-02
ALPINISMO 29 gennaio 2002.
Chamonix: un altro grande alpinista esperto dei grandi flussi
di ghiaccio del Monte Bianco e degli Ecrins se n'è
andato travolto dal cedimento di una cascata di ghiaccio. Godefroy
Perroux, guida alpina e pioniere del ghiaccio verticale, aveva 45
anni, di cui più di 20 passati a scalare ghiaccio in ogni parte del
mondo. Nella mattinata di mercoledì scorso si trovava sul ghiacciaio
di Tacconaz, nei pressi di Chamonix, per condurre due
clienti su una cascata di ghiaccio a lui familiare. Durante la salita
del primo canale, improvvisamente, la sezione di ghiaccio in cui si
trovava è ceduta trascinando Godefroy oltre un salto di roccia
alto una trentina di metri. Nulla hanno potuto fare gli osservatori
del tragico incidente se non chiamare i soccorsi che hanno recuperato
l'alpinista dopo due giorni di faticose ricerche. Ricordiamo
Perroux nelle sue significative avventure legato alla corda
dell'altro grande ghiacciatore francese, Francois Damilano.
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nota 18/02 del 28-01-02
CULTURA
28 gennaio
2002. Belluno: iniziano questa mattina a San Pellegrino di
Villa Buzzati le cerimonie per ricordare a trent'anni dalla morte
Dino Buzzati, il grande artista bellunese, scrittore e pittore,
nonché appassionato alpinista, una delle figure più luminose e
creative della cultura italiana del Novecento. Chi meglio di Buzzati
potrebbe rappresentare lo spirito della nostra rivista dove
raccogliamo con non poca fatica e discrezione letteratura, alpinismo e
arti visive? Quale persona sensibile alle cose di montagna non ricorda
un racconto, un elzeviro, un romanzo o un quadro di Dino Buzzati? E
gli alpinisti, chi di voi non è rimasto affascinato dalle pagine
scritte con garbo e intelligenza dalla guida alpina Gabriele
Franceschini nel suo memorabile libro Vita breve di roccia - In
montagna con Dino Buzzati? Una biografia e i programmi
internazionali per ricordare l'artista bellunese sono consultabili alla
pagina della
cultura del Corriere delle Alpi, alcune splendide immagini
della sua arte pittorica sono invece visibili nel
sito della
mostra Parole e Colori allestita a Cernobbio tra la
primavera e l'estate scorse.
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nota 17/02 del 25-01-02
ALPINISMO 25 gennaio 2002.
Trentino: con sempre grande interesse seguiamo gli articoli di
Marco Benedetti che compaiono nei quotidiani delle Alpi
Orientali, articoli spesso dedicati all'alpinismo e ai suoi
personaggi. Questa volta, il giornalista trentino, con la consueta
obiettività e capacità di sintesi, ci anticipa una delle ricorrenze
che caratterizzeranno il 2002: il Cinquantenario del Soccorso
Alpino. Ecco le prime illuminanti parole del suo
articolo che introducono l'argomento: "Mezzo secolo nel segno
della solidarietà, un valore ancora forte tra la gente di montagna,
rivolta verso chi affrontando e misurandosi con l'ambiente della
montagna ha dovuto chiedere aiuto o si è spinto troppo oltre il
proprio limite". Dal 1952, anno in cui Scipio Stenico fondò il
corpo in seno alla
Società degli
Alpinisti Tridentini (per poi confluire nel 1955 nel Corpo
Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, nato un anno prima sul
modello del Soccorso Alpino SAT), al 2002 sono cambiate molte
cose e attualmente il Soccorso Alpino del Trentino è
strutturato su 35 stazioni presenti sul territorio, 1 stazione di
soccorso speleologico, 16 unità cinofile per la ricerca in valanga o
di dispersi, 650 operatori tecnici fra cui 10 donne, 40 tecnici di
soccorso alpino, 22 tecnici di elisoccorso, 30 istruttori della Scuola
di Soccorso Alpino. Per approfondire la storia del Soccorso
Alpino trentino vi invitiamo a leggere oltre all'articolo
sopra citato anche la pagina sulle
celebrazioni e manifestazioni indette per l'occasione, pagina
sempre curata da Marco Benedetti. Una breve storia del Corpo
Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico è consultabile nella
pagina ad esso riservato nell'articolato
sito del C.A.I., mentre è in fase di ultimazione il sito
ufficiale all'indirizzo
www.cnsas.it.
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nota 16/02 del 24-01-02
INTRA
I SASS 24 gennaio 2002. JEDAN,
DVA, TRI di Mauro Mazzetti
(Uno, due, tre: un viaggio tra guerra e passione verticale
nella città di Mostar). Nuova entrata nella sezione PAROLE E SENTIERI di INTRA I SASS.
L'amico e autore ligure,
da anni impegnato per l'accoglienza dei bambini bosniaci, ci regala
una perla di letteratura, sensibilità e impegno sociale, una perla che
conserveremo con cura nell'archivio letterario di intraisass.
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nota 15/02 del 23-01-02
ALPINISMO
23 gennaio 2002.
Pakistan: sono stati notificati ufficialmente agli inizi di
questa settimana gli incentivi per le spedizioni alpinistiche in
concomitanza con l'Anno Internazionale delle Montagne e a
seguito delle vicende politiche che hanno allontanato molti alpinisti
dalle affascinanti montagne pakistane. Tali incentivi, annunciati
recentemente dal Ministro Federale del Turismo
Col. S.K. Tressler, prevedono la riduzione del 50% delle
royalties precedentemente valide per le spedizioni. Ecco nel
dettaglio il costo dei permessi:
K2 (8611 m): US $6.000 e US $3.000 per ogni membro
aggiuntivo ai sette del permesso standard;
8001-8500 m: US $4.750 + US $1.000;
7501-8000 m: US $2.000 + US $500;
7001-7500 m: US $1.250 + US $300;
6000-7000 m: US $750 + US $200;
Sotto i 6000 metri non sono necessari permessi in zone di
libero accesso (mentre sono necessari, anche per i trekking, nelle
zone ad accesso limitato). Al momento attuale pochissime spedizioni
hanno confermato la prenotazione dei permessi (meno di cinque, tante
quanto le richieste arrivate per il K2 e non ancora confermate: tre
dalla Spagna, una dagli Stati Uniti e una dal Canada).
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nota 14/02 del 22-01-02
INFO
+ MV'S NEWSLETTER
22 gennaio 2002. Prima di annunciarvi la classica newsletter di
Marco Vasta, modello di informazione coraggiosa attenta ai valori
delle diversità culturali, permetteteci (malnati noi che non riusciamo
a tenere a freno la lingua) una rischiosa divagazione
sull'informazione vergognosa. Ci domandiamo, questa volta non in
silenzio, ma pubblicamente, perché certe riviste di mountain on
line che parlano di alpinismo (o pretendono di parlarne facendo
passare per alpinismo ciò che non è alpinismo) e scialacquano info su
info sull'Ice World Cup per raccontarci di un manipolo di
atleti che spiccozzano su una stalattite di legno e ghiaccio, tacciano
di certi argomenti? Perché queste riviste, che presumono di essere la
mecca dell'informazione sui generis, non parlano degli amici e
forti ghiacciatori Antenhofer e Ties deceduti nel pieno
della loro passione? Non basta dimenticarsi e obnubilare alpinisti e
imprese straordinarie compiute da persone davvero capaci ma fuori dai
circuiti commerciali. Perché mai riportare le gesta di un alpinista
nelle news di una rivista se questo non ha sponsor alle spalle da far
gola alla gestione commerciale della stessa? Prima il mercato dopo i
contenuti, commentava un nostro lungimirante amico. Non basta far
intendere pane per polenta e travisare i fatti con cui gli storici
compileranno le loro storie. Non basta. Anche la morte è poco
interessante, non merita la loro attenzione. La morte, il pericolo,
non porta grana, semmai grane. E allora tacciamo di ciò che può
turbare i lettori, altrimenti potrebbero scappare. Intanto la montagna
è sicura, anzi, noi la renderemo sicura, letteralmente on line,
l'attrezzeremo per bene, spitteremo le nostre coscienze, diremo che
tutto è solido e bene appigliato, che la polvere dei ripidi pendii
tagliati dai nostri irrispettosi pensieri non produce la morte, ma
potenza, rigogliosa e sicura potenza. Se così fosse, se veramente si
trascurasse ciò che non solo ci trans-cura, ma
irreversibilmente ob(s)-cura, primamente il nostro giudizio,
noi tutti ci alzeremo in piedi e diremo una sola parola: vergogna.
Domani magari sarà diverso, forse si starà preparando un articolo per
sottolineare quanto sopra paventato, le nostre parole parranno
ingiustificate. Ma troppo spesso non è stato così. Perciò perdonate (per-donare
o cum-donare, concedeteci il dono della vostra attenzione) le
nostre parole e andate a leggere la sempre interessante e ben curata
newsletter di Marco Vasta. E le Parole Verticali.
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nota 13/02 del 21-01-02
INTRA
I SASS 21 gennaio 2002. Nuova
entrata ne Le recensioni letterarie di
Intraisass, da ora disponibili nella nuova
pagina archivio. L'amico e
autore Flavio Faoro
ci invita alla lettura del libro che racconta
l'avventurosa vita di uno dei più originali alpinisti del mondo
anglosassone, Don Whillans.
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nota 12/02 del 21-01-02
ALPINISMO
21 gennaio 2002.
Alto Adige: la tragica notizia della morte di Patrick
Antenhofer e di Urban Ties, i due alpinisti guide alpine
deceduti venerdì scorso a causa del collassamento della cascata di
Cadino, notizia liquidata con facilità e superficialità dai media
nazionale, quasi fosse uno spot pubblicitario ripetibile per la fame
di sensazionalismo e di morte a cui oramai sono assuefatti gli
spettatori televisivi, questa triste notizia merita riflessione e
approfondimenti. Per quest'ultimi rimandiamo alle pagine dell'Alto
Adige dove sono comparsi un paio d'articoli:
Ultimo saluto agli alpinisti altoatesini -
«No, non siamo pazzi suicidi» I rischi del ghiaccio verticale
per Berhault e Merlier. Ed è leggendo il primo articolo,
soffermandoci sul rispetto, la costernazione e la paura degli amici di
Urban e Patrick, che ognuno di noi dovrebbe prendere
spunto per una propria personale riflessione, riflessione che deve
tenere le nostre coscienze ben lontane dall'assuefarsi alla morte.
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nota 11/02 del 18-01-02
TREKKING
18 gennaio 2002.
Primiero:
tra le iniziative extraeuropee della prossima stagione segnaliamo
l'interessante proposta comunicataci dai nostri amici di Primiero,
Angela Seracchioli (già
nostra autrice) e Narci Simion (tra i protagonisti della
spedizione
Makalu
2001). Per la primavera 2002 stanno organizzando un trekking al
Monte Kailash, l'affascinante montagna sacra del Tibet. Per
chi fosse interessato a partecipare alleghiamo la
pagina di presentazione.
Ricordiamo, per approfondire la storia della grande montagna, il
racconto di Alessandro
Pellegatta presente tra gli SCRITTI STORICI nella Sezione
ALPINISMO ANTE LITTERAM.
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nota
10/02 del 17-01-02
INTRA
I SASS 17 gennaio 2002. Sulle
orme di antiche magie di Tullio Simoni e Giuliana
Turra
(nonostante la neve stenti ad arrivare, mediante le suggestive
illustrazioni della primierotta Giuliana Turra, la guida alpina
Tullio Simoni, gestore del Rifugio Treviso in Val
Canali, ci accompagna alla scoperta di una figura mitologica
delle Pale di San Martino). Nuova entrata nelle NOVELLE
della sezione ALPINISMO ANTE LITTERAM di INTRA I SASS.
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nota 09/02 del 16-01-02
CULTURA
16 gennaio 2002.
Scozia: singolare iniziativa di "soccorso" nelle montagne scozzesi
annunciata in questi primi giorni di gennaio. Afferma Nigel Hawkins,
direttore del John Muir Trust: "Questo è un soccorso di
montagna con una differenza. Questa volta ad essere soccorso sarà la
montagna stessa piuttosto che un alpinista o un escursionista".
Traspare infatti dalle sue parole che il sentiero che porta sulla
vetta dello
Schiehallion -
la celebre
montagna conica del Perthshire - sia ridotto davvero male e
grandi sforzi si stanno facendo per riportarlo a condizioni
accettabili: il passaggio di migliaia di persone ha inciso il
fianco della montagna lasciando sul terreno una cicatrice di erosione
visibile da molto distante. Per approfondire la singolare iniziativa
che sta muovendo ingenti somme di denaro tra i fondi ambientalisti
della Scozia e per meglio conoscere l'importante associazione dedita a
Wild Places for Nature and People che prende il nome dal
pioniere della salvaguardia delle bellezze naturali, John Muir
(nato a Dunbar nel 1838 e trasferitosi negli Stati Uniti
in giovane età per poi trascorrere buona parte della sua vita nella
Yosemite Valley), entrate nel sito
www.jmt.org.
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nota 08/02 del 15-01-02
CULTURA
INTRA
I SASS
15 gennaio 2002.
Belluno: segnaliamo l'inizio delle manifestazioni per l'Anno
Internazionale delle Montagne con la mostra fotografica di
Fausto De Stefani allestita nell'aula magna dell'Istituto
Catullo. Ottanta scatti che raccontano la vita e le fatiche delle
popolazioni delle alte quote himalayane. Di notevole interesse
l'inconsueto programma di sensibilizzazione per i bambini delle scuole
che sarà portato avanti dal celebre alpinista mantovano, conosciuto
per aver salito senza troppi clamori tutti i 14 ottomila e apprezzato
per la dirittura di pensiero. A nostro giudizio, tra le molteplici
serate d'alpinismo a cui abbiamo assistito negli ultimi dieci anni in
Italia, quelle che propone Fausto sono le più significative
(propriamente, poiché lasciano il segno...) che abbiamo visto. Solo il
tono equilibrato della sua voce e l'accurata scelta delle musiche sono
indice di profondità di vedute e di esperienza vissuta. Non parliamo
delle immagini, immagini di un alpinista che ha sostituito il termine
"conquista" con il termine "esperienza". Una presentazione della
mostra e delle iniziative sopra citate è consultabile nella pagina
della cultura del Corriere delle Alpi:
Scatti di una vita in alta quota di Michela Canova.
Restando in tema di arti visive pubblichiamo un nuovo quadro di
Silvia Moiraghi che rappresenta una bufera di neve mai vista
quest'anno. La nostra
Galleria si arricchisce così di un nuovo quadro della pittrice
torinese (che sappiamo all'opera anche per Intraisass cartaceo) e
presto aprirà le porte anche a nuovi artisti della pittura e della
fotografia artistica.
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nota
07/02 del 14-01-02
ALPINISMO
14 gennaio 2002. Trieste:
è uscito in questi giorni per la Casa Editrice Nordpress "Il
mio sci estremo" di Mauro Rumez, libro che raccoglie gli
scritti del grande alpinista e sciatore estremo triestino
travolto da una valanga sulle pendici del Grosser Eiskogel,
nel Gruppo dell’Ortles, lo scorso inverno. La raccolta è
curata da Spiro Dalla Porta Xydias e dalla moglie di Rumez,
Manuela. Per ricordare Mauro, importante figura di
uomo e alpinista, vi invitiamo a leggere la bella pagina
apparsa sul Messaggero Veneto a firma di Luciano Santin,
pagina che si chiude con le seguenti parole: "Se n'è andato
lasciandoci le sue vie, e il suo modello di uomo con «la montagna
dentro», come ha lasciato scritto. Uomo capace di vivere, come ha
aggiunto Manuela «senza falsi atteggiamenti, indipendente dalle
aspettative altrui, vero e libero»".
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nota
06/02 del 11-01-02
INTRA
I SASS 11 gennaio 2002. Totenkirchl
- Specchio di un'evoluzione di Ivo Rabanser (KAISERGEBIRGE:
il prolifico alpinista gardenese, apritore di molti itinerari sulle
sue Dolomiti, ci accompagna in un viaggio transalpino sulle tracce di Dülfer
e nell'evoluzione dell'alpinismo, per meglio capire le successive
realizzazioni). Nuova entrata nei racconti d'alpinismo di INTRAISASS
- EUROPA.
Gentili amici, concedeteci una breve riflessione in margine al
racconto di Rabanser, uno degli alpinisti contemporanei che
meglio sa mettere in discussione le attuali tendenze dell'alpinismo.
In un nostro passato scambio epistolare con Ivo parlavamo della
visione d'insieme di un itinerario, spesso trascurata da chi pratica o
critica certe forme di alpinismo (o deviazioni) senza soffermarsi
sull'aspetto creativo di una nuova ascensione, da considerarsi nel suo
insieme e non solo nei dettagli, a volte esasperati per la ricerca
forzata di una prestazione sportiva (o più correttamente atletica).
Noi sappiamo quanto attento è Ivo alla natura della parete, rarissimo
è che egli utilizzi il punteruolo che conclude il racconto sopra
presentato, ed è proprio a motivo di ciò e dalle riflessioni che
possono scaturire nella mente del lettore che riportiamo anche la
seguente ed edificante notizia.
Nel novembre 2001, il fortissimo arrampicatore sudtirolese Oswald
Celva riesce a liberare la via Tartarin sur les Alpes sulla
parete Sud della Gran Piza da Cir nel Gruppo del Puez.
Tracciata il 18 luglio 1999, da Ivo Rabanser insieme al
fratello Edy ed il trentino Fabio Bertoni, la via sale
il settore di parete gialla a sinistra della via De Fransesch,
superando nell'ultima lunghezza un notevole strapiombo triangolare.
Dislivello 220 metri, difficoltà VII e nelle ultime due lunghezze A1.
Questi due tiri, si svolgono su parete gialla e fortemente
strapiombante, ma con buchi di varie dimensioni che hanno permesso a
Oswald di salire in libera con difficoltà che ha valutato di 7b
(penultima lungezza) e 7a (l' ultima lunghezza). Ed ecco le recenti
parole di Ivo: "Mi raccontava ieri Oswald, che il passaggio
chiave è in corrispondenza di un chiodo a pressione artigianale
(pensa che questo chiodo era di Marino Stenico; l'Annetta, sua moglie,
me ne ha dato un mazzo, da usare - solo in caso di necessità - mi ha
raccomandato!!), il cui buco è così piccolo che non tutti i
moschettoni passano e perciò Oswald ha dovuto prima passare un kevlar".
E Rabanser conclude: "Mi fa sempre piacere quando qualcuno
riesce ad 'interpretare' una mia via in maniera più pulita".
Perciò noi consideriamo esemplare la parsimonia nell'utilizzo di
mezzi artificiali modificanti la natura della parete da parte
dell'alpinista gardenese, quasi fossero leggere sbavature - spesso
impercettibili - nella grande opera di un maestro. Ciò che invece ci
fa preoccupare è il potenziale pericolo dei nuovi strumenti quando
finiscono in mano a dei neofiti dell'arte della protezione, arte
difficile, non immediata e ancora meno insegnata o coltivata, per poi
andare in giro ad assassinare pareti.
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nota
05/02 del 10-01-02
ALPINISMO 10
gennaio 2002. Chicago
(USA):
che taluni anziani uomini d'affari americani siano stravaganti ed
eccentrici, non è una novità, ma questa volta ne abbiamo pescato uno
che fa al caso nostro. Dovete sapere che Al Hanna, proprietario
di un'attività d'ipoteche bancarie e prossimo alle 72 primavere, si
sveglia ogni notte alle una (1 a.m.!), si veste meticolosamente in
modo sportivo e nei riguardi della stagione, indossa un bel scafandro
di zaino dal peso di circa 30 chilogrammi e s'immerge nell'incerta
notte metropolitana a prendere una bella boccata d'aria. Dove va? Se
l'uscita di Mr. Hanna si riducesse ad una semplice passeggiata
notturna, avremmo usato solo il primo aggettivo (extra-vagantis:
vagante fuori), abbiamo invece buone ragioni per credere opportuno
anche il secondo (ex-centricum: vedrete che le sue passeggiate
sono un po' "fuori centro"). Meta del nostro camminatore
solitario è infatti la cima di una piccola collina 'cresciuta' al
centro del Chicago's Lincoln Park. Raggiuntane la cima, la
ridiscende e ne risolca i fianchi sino all'apice per altre 50 volte,
ovviamente a day, ovvero 50 volte al giorno per 5 giorni alla
settimana dalle 2 alle 5 del mattino. Dopodiché se ne torna a casa,
si toglie gli indumenti e s'inoltra nuovamente nelle soporifere cure
del letto per altre due ore prima di andare puntualmente al lavoro.
Perché tutto ciò? - molti di voi si chiederanno al pari dei
frequentatori notturni (night crazies) del parco che non
di rado si avvicinano alla strana figura ornata da un vistoso
parallelepipedo sulla schiena che sale e scende un innocuo pendio,
quasi fosse un penitente di un contemporaneo girone dantesco. Pure le
torce stupite della polizia disturbano sovente il nostro amico
scalatore durante l'avvicinarsi al suo sogno. Già, perché nonostante
la meta prossima sia la cima della collina metropolitana, la meta
remota (il sogno che alberga nel suo animo durante le innumerevoli
brevi salite) è nientemeno che l'Everest. Al Hanna si
sta preparando - dopo due tentativi quasi riusciti - per diventare
l'uomo più vecchio del pianeta a toccare gli 8848 metri della Vetta
sopra gli Oceani (il nepalese Sagarmatha), superando per
sette anni di anzianità il connazionale Sherman Bull del
Connecticut che registrò l'ambito record all'età di 64 anni. Per chi
volesse approfondire l'originale personaggio ecco il link
al quotidiano statunitense da cui abbiamo tratto la storia, per chi
invece volesse scrivere una monografia sugli stravaganti allenamenti
degli alpinisti, ci sarebbe da fare. Noi tutti ne sappiamo qualcosa.
Aguzzate la vista, cari amici metropolitani.
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nota
04/02 del 09-01-02
CULTURA
9 gennaio 2002.
Trento: è
stato promulgato il regolamento del 50° Filmfestival di Trento
che si svolgerà dal 26 aprile al 4 maggio.
Molte novità per gli autori e cineasti in concorso: nell'Anno
Internazionale delle Montagne una nuova Genziana sarà
assegnata all'opera che meglio documenterà lo sviluppo sostenibile;
inoltre è stato istituito un premio
speciale per una sceneggiatura inedita ispirata alla montagna; in
concorso anche opere in digitale. Per approfondire i dettagli
della partecipazione ai vari concorsi vi invitiamo a leggere il comunicato
stampa del Regolamento 2002.
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nota
03/02 del 08-01-02
ALPINISMO
8 gennaio 2002. Gruppo
del Sassolungo: con molto piacere diamo la notizia di un'altra
prima salita invernale compiuta l'altro ieri da uno dei più preparati
alpinisti delle nostre montagne che da anni silenziosamente seguiamo e
di cui ammiriamo le gesta (v. nota 153/01).
Ivo Rabanser, in cordata con Patrick Runggaldier, ha
percorso il giorno dell'Epifania la via Goedeke al Campanile
di Venere (2987 m), itinerario tracciato lungo lo spigolo Ovest
da Richard Goedeke e Jutta Kühlmeyer il 17 luglio 1995.
Ma sentiamo le parole di Ivo per capire che la via "oppone
difficoltà di V su uno sviluppo di 450 metri; ripetuta pochissime
volte, offre un'arrampicata interessante su roccia sostanzialmente
sana ma ancora da ripulire, in ambiente grandioso. In parete non si
trovano chiodi. Dal Passo Sella siamo risaliti alla Forcella
del Sassolungo, da dove abbiamo raggiunto l'attacco. Condizioni
ottime nella prima parte, dove lo spigolo è dritto, mentre la lunga
frastagliata cresta finale era 'ornata' con cornici nevose, alcune
delle quali delicate da passare. Discesa lungo la via normale e
rientro al Passo Sella alle ore 17. In seguito siamo andati al Plan
de Gralba, per festeggiare... la nascita di Filip, il mio
secondogenito". Perciò davvero memorabile la giornata del 6
gennaio per l'alpinista e rinnovato padre Ivo Rabanser. Le
nostre felicitazioni. Preannunciamo che Rabanser entrerà
presto tra gli autori di intraisass
donandoci il racconto di una delle sue avventure verticali; dunque una
nuova importante entrata per il nostro spazio letterario dedicato
all'alpinismo, spazio che si sta confermando essere il libero punto
d'incontro per i giovani alpinisti italiani. Chiudiamo sottolineando
che a fine mese dovrebbe uscire la guida del Sassolungo (Guida
dei Monti d' Italia CAI-TCI), alla quale Ivo ha lavorato per ben
più di otto anni, da dove si potranno finalmente attingere più
notizie su questa austera "montagna gotica".
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nota
02/02 del 07-01-02
ALPINISMO
INTRA
I SASS 7
gennaio 2002. Inverno
2002: riapriamo gli aggiornamenti delle nostre news con un leggero
ritocco grafico all'interno delle pagine archivio del sito. Fate un
giro iniziando dalla home
page (pagina manifesto) e noterete subito un alleggerimento
grafico concentrato sul nuovo logo disegnatoci dal pittore vicentino Maurizio
Camposeo.
Ricominciando il consueto lavoro di selezione delle notizie nazionali
e internazionali legate all'alpinismo e al suo poliedrico mondo,
segnaliamo tre brevi fatti accaduti durante l'interruzione delle news.
I primi due riguardano l'alpinismo invernale. Molti di voi forse già
sapranno della notevole prima salita in solitaria invernale della via
Jori all'Agner da parte di Ivo Ferrari. Comunque
sia, ci teniamo sottolineare questa sua ultima impresa, anche perché
Ivo è già tra i nostri autori (Cuore
solitario) ed è uno dei massimi interpreti dolomitici di ciò che
noi definiamo alpinismo. Speriamo in un suo nuovo racconto.
Spostandoci in Himalaya da segnalare l'importante tentativo di
prima salita invernale alla gigantesca parete Sud del Lhotse
da parte di una spedizione guidata dall'esperto scalatore giapponese Osamu
Tanabe. La notizia del fallimento della difficilissima ascensione
è giunto in questi giorni. Ricordiamo che la Sud del Lhotse
è stata considerata per molti anni il plus non ultra
dell'alpinismo mondiale, parete che ha visto nel 1989 la morte
dell'insuperato himalyasta polacco Jerzy Kukuczka e il trionfo
nel 1990 dello sloveno Tomo Cesen (la prima invernale del
Lhotse per la normale è opera dell'altro "terribile"
polacco - degno erede di Kukuczka - Krzysztof Wielicki, nel
dicembre 1988). Per chiudere la triste
notizia della morte del figlio di Erhard Loretan.
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nota
01/02 del 04-01-02
INTRA
I SASS 4 gennaio 2002. Il
volo dell'aquila (terza e ultima parte) di Paola Arbia (termina
in un crescendo di significati il racconto
ambientato ai piedi del Monte Vettore). Nuova entrata nelle NOVELLE
della sezione ALPINISMO ANTE LITTERAM di INTRA I SASS.
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