11 |
|
la recensione letteraria di intra i sass |
|
|
Titolo: La
spia sul tetto del mondo |
La spia sul tetto sul tetto del mondo recensione di Mauro Mazzetti |
|
Il sottotitolo recita: “Himalaya 1955,
avventure tra i ghiacci ed intrighi internazionali”. A leggere questa
breve introduzione verrebbe da pensare che si tratti del solito libro di
avventura modello “La cruna dell'ago” o “Là dove osano le aquile”, una
spy story ambientata in montagna piuttosto che un racconto
‘alpinisticamente corretto’. Chi ha bazzicato la letteratura per
l'infanzia certo ha ben presente il libro “Kim” di R. Kipling, dove un
giovanissimo orfano di razza inglese viene infiltrato dallo spionaggio
britannico nel cosiddetto “Grande gioco”, al seguito di un monaco che
cerca il fiume del suo personale percorso spirituale. Anche nella “Spia
sul tetto del mondo” il meccanismo si muove pressappoco nello stesso modo,
avendo come obiettivo un duplice scopo: il gruppo di alpinisti dovrà
infatti sconfinare in Tibet, invaso dai cinesi, per verificare la
consistenza delle truppe di Maodzedong presso un centro abitato nevralgico
e strategico, con il pretesto di scalare una vetta di oltre 7000 metri mai
salita finora. Tutta la narrazione è condita di
umorismo e di “understatement”, termine inglese per indicare un modo di
raffigurare e di vivere la realtà con criteri obiettivi di valutazione e
di interpretazione, che non tengano conto di facili trionfalismi o di
false esagerazioni. Lo stile del racconto risulta così di profilo
apparentemente dimesso: la chiara matrice culturale dell'autore balza
evidente da come rappresenta e racconta singoli episodi, quali la fatica
sopportata nel primo attraversamento invernale di un passo alpino oppure i
crudeli interrogatori a cui è sottoposto in qualità di “cane lacché
dell'imperialismo fascista occidentale”.
|
|
Mauro Mazzetti
|
|
__________
copertina
Antersass copyright© 2002 intra i sass all rights reserved - http://www.intraisass.it
|