SENZA FUTURO ?
Florence >> The Wandering Cemetery turn into flowers
opera-azione
di
Alberto Peruffo + HRAnet + FRONTEdellaCULTURA friends
Firenze,
Fortezza Da Basso, 29-31 maggio 2009
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SENZA FUTURO ?
Florence >> The Wandering Cemetery turn into flowers
opera-azione
di
Alberto Peruffo + HRAnet + FRONTEdellaCULTURA friends
Firenze,
Fortezza Da Basso, 29-31 maggio 2009
Abstract
A Vicenza si
sta per costruire la più grande base militare d’Europa a 1,5 km dal cuore
di una città Unesco. I morti delle guerre sepolti negli altipiani scendono
simbolicamente in città per vedere come agiscono i vivi e approdano a
Firenze per trasformare il silenzio in fiori di futura pace.
Sintesi narrativa dell’opera originale
Strani
presagi si alzano dalla pianura veneta. L’aria è irrespirabile. Il tessuto
urbano fagocita il tessuto umano. Basi di morte sradicano fondamenta di
vita. I morti degli altipiani, decine e decine di migliaia, di molteplici
nazionalità, si svegliano. Decidono di scendere. Indagano. Vogliono sapere
come agiscono i vivi. Passano tra loro, di notte. Testimoniano e lasciano
ciò che resta per noi, di loro, e per loro, di noi: il silenzio.
The Wandering Cemetery a Firenze
Quando ci è stato chiesto di far passare il nostro percorso per Firenze,
all’interno del contesto di Terra Futura, miglior modo per far
“sbocciare” il messaggio della nostra opera-azione ci è sembrato subito
quello di creare una forte dissociazione fin dal titolo, per poi
trasformarla mediante un’azione finale di rete.
Incoraggiati dal network equo-sostenibile Zoes, di contrappasso a
una zona equo-sostenuta, la nostra installazione vuole suggerire
innanzi tutto “la memoria” di zone in-sostenibili come lo sono i
cimiteri di guerra, dove riposano vite, specie di giovani “assoldati” al
potere, privati del loro futuro.
Ecco il perché del titolo interrogativo Senza futuro? all’interno
di una Terra Futura, quasi a evocare un terzo paesaggio rispetto al
“dis-paesaggio iperumano” (quello in cui tristemente spesso viviamo) e al
paesaggio equo-sostenibile a cui aspiriamo. Una terra di mezzo, quella
“della memoria dei nostri errori”, memoria senza cui difficilmente
transiteremo verso la terra futura delle buone pratiche e delle convivenze
solidali.
La nostra opera-azione a Firenze si articolerà in due fasi.
Nella prima metteremo in opera un’installazione discreta e
silenziosa all’interno degli “spazi dimenticati” di Terra Futura.
Nella seconda chiameremo a raccolta artisti-giovani-visitatori mediante un
lavoro di rete diretto e indiretto per una performance finale dove
si inviteranno i convenuti a prendere la propria croce, ovvero sia a “far
fiorire”, a colorare-ornare-trasfigurare le croci bianche mediante
pigmenti naturali, fiori, materie riciclabili, profumi e incensi.
In sintesi: riportare la croce all’origine radicale del suo essere simbolo
di un futuro equo, mai convenzionale, rivoluzionario rispetto al cinismo
dei poteri forti. La croce colorata di un futuro di pace.
Grazie alla rete Zoes si auspica che il percorso di The Wandering
Cemetery possa proseguire per arrivare presto alla sua destinazione
finale, l’apparizione nel cuore di una nazione e di una città simbolo
della libertà esclamata, dichiarata, ma non ancora attuata fino in fondo,
New York, simbolo del consumo degli stessi simboli dell’Occidente.
A supporto di tale percorso saranno raccolte firme per l’istanza
Vicenza Fuori dall’Unesco e distribuite le cartoline
Mr Palladio
meets Lady Liberty.
Note tecniche
L’installazione prevede la messa in opera di circa 50 croci di legno
bianco a grandezza naturale, le stesse usate per l’opera originale. A
seconda della situazione, le croci saranno piantate su erba (senza alcun
danno per il manto erboso) o su vasi appositamente posizionati. Per la
performance finale, prevista per il tardo pomeriggio di domenica,
invitiamo tutti i partecipanti a portare colori naturali, fiori, materiali
adatti all’occasione e di segnalare eventualmente la partecipazione su
www.zoes.it nell’apposita pagina (v. link sotto) creata per l’opera-azione The
Wandering Cemetery turn into flowers.
>>
http://www.zoes.it/it/content/evento/senza-futuro
>>
http://www.zoes.it/it/content/blog/senza-futuro
>> http://www.terrafutura.it
photo
Enrica Cristoferi, Antonello Romanazzi, Dario Dalla Costa
setting & disjunction
Gianluigi De Grandi, Dario Dalla Costa
design & art support
Ester Chilese, Claudia Avventi
concept & works
Alberto Peruffo
>> uno speciale ringraziamento
a Roberto Mosca per i biocolori Spring Color >>
www.springcolor.it
a Maria Teresa Ruggiero e alla Fondazione Culturale Banca Etica per
l'invito >> www.bancaetica.com
a Andrea Tracanzan di Zoes per il net-supporto >>
www.zoes.it
a Curzio Gretter di Adescoop per il supporto logistico >>
www.adescoop.it
a tutti gli amici di Firenze e di altre parti d'Italia intervenuti alla
performance finale >>
www.terrafutura.it
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Percorsi di intersezione e sinossi
dell’opera aperta
[tratta da
GIRO DI VITE, Annuario geopolitico della pace 2008, Altra Economia e
Cart’armata edizioni 2008]
Opera-azione per
Vicenza. Sentire come chi guarda - Pensare come chi cammina
Articolata e diluita nel tempo, l’opera-azione artistica contro Vicenza
Militare ha inizio nel gennaio 2007 e compare la prima volta la
notte tra il 9 e il 10 giugno del 2007, quando 400 croci di legno
bianche portate da altrettante persone scivolano silenziose sotto lo
sguardo incredulo dei passanti, nel cuore della città [foto
1, 2, 3, 4] e degli automobilisti dell’autostrada
Milano-Venezia che all’alba della mattina seguente si vedono comparire un
cimitero geometricamente perfetto su una delle colline simbolo dei
Colli Berici [foto 5, 6].
Da rilevare, oltre le ragioni profonde dell’opera - l’invito a una ricerca
di senso mediante la parola più forte, il silenzio - lo
straordinario aspetto tecnico compositivo: la costruzione di una rete di
reti di persone profondamente motivate per
raggiungere gli alti obiettivi artistici e civili a cui l’opera mira. “The
Wandering Cemetery”, così si chiama l’opera originale, è un’opera
formalmente aperta e si manifesta sotto diverse espressioni: le sue
apparizioni, come la prima, avvengono in luoghi e in tempi non definiti o
definitivi. Suggestive l’installazione e l’apparizione durante l’evento
Beuys alla 52a Biennale di Venezia 2007 con approdo di una variante
dell’opera via mare [foto 7, 8, 9],
dopo aver circumnavigato il Cimitero di Venezia per portare nei luoghi
istituzionali dell’arte l’istanza civile di Vicenza. Qui si noterà la
costante e inquietante presenza della Digos, la polizia investigativa
dello Stato.
Altra imprevedibile variante del Cimitero Vagante, ovverosia dei morti
delle guerre scesi in pianura dagli altipiani per vedere come agiscono i
vivi, appare il novembre del 2007 sull’argine del Bacchiglione
[foto 10, 11], per sole 20 ore e anche
qui alla vigilia di un'altra ricorrenza delle guerre passate, il
bombardamento di Vicenza del 1944.
L’azione contro la Base si articola successivamente spostandosi, a seconda
degli obiettivi, più o meno con forza sul lato concettuale, sempre
presente e agente organico imprescindibile di tutte le opere, mai semplici
ed effimere azioni, ma piuttosto opere nomadi, non permanenti e
quindi non soggette a mercificazione.
Da ricordare l’azione esclusivamente concettuale
Il silenzio
libera la coscienza, azione di contro-regia elaborata per
l’inaugurazione del Nuovo Teatro voluto dal Sindaco Hüllweck,
azione che all’esterno del teatro ha visto comparire in modo spontaneo le
croci del Cimitero portate da una schiera di dissidenti e che all’interno
ha iniettato, in modo meditato e mediato, tra tutti i presenti, nel
silenzio della sala e delle loro coscienze, in attesa dell’emersione della
“parola annunciata” dalla contro-regia, abilmente mediatizzata, il nome
dei colpevoli del progetto della nuova Base.
Altra azione di richiamo e funzionale a ciò che è stato e a ciò che
sarebbe venuto, è la singolare apparizione del
FrontedellaCultura
durante la manifestazione del 15 dicembre con l’azione Uomini di
cultura perché tacete? [foto 12].
Così, per chiudere il cerchio, dopo aver appositamente deviato
l’attenzione su un piano internazionale con “The
Sad Smoky Mountains”, le Tristi Montagne Fumanti
per la violazione dei Diritti Umani, si
ritorna all’opera-azione per Vicenza concentrandosi sul Cinquecentenario
del Palladio, sottolineando con l’istanza Vicenza out of Unesco
la grande e insanabile contraddizione di una città Patrimonio Unesco con
la costruzione di una nuova base militare e il vergognoso silenzio degli
uomini di cultura.
Dopo il ritorno in città con il
Triste Palladio Fumante [foto 13], preceduto
dalle Pallide Menti di una Pallade Mente o di un Palladio che Mente
e annunciato dall’azione internazionale sulle montagne-città con Vicenza
per un giorno simbolicamente Triste Città Fumante, si chiude
il ciclo con una sintesi concettuale di tutto il percorso, ad ottobre del
2008, due giorni prima della dibattuta consultazione popolare contro la
Base: una conferenza nazionale dal titolo La Base o l’Unesco?
– Il sacrificio di un territorio, del suo patrimonio storico e culturale,
alle nuove economie di guerra, con l’intervento di illustri relatori,
seguita da un’Orazione civile collettiva
sul proscenio naturale delle scale di Palazzo Chiericati, sito Unesco,
dove si tiene la conclusiva Word Jam Session [foto
14].
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photo
Alessandro Pianalto,
Leonardo Tommasin, Luigi Cannella, Alessandro Colombara, Tita Stern
>>
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