17 MARZO 2011
MONTE SUMMANO
IL MONTE È FUMANTE. L'ITALIA S'È DESTA
dif/fusione -
mediante simboli e pensieri - della dignità costituzionale degli Italiani
performance
collettiva-appello concettuale
un'opera d'arte e un'azione civile
concepita e diretta
da
Alberto Peruffo
in collaborazione con il Comune di Santorso per le celebrazioni ufficiali
del 150° dell'Unità d'Italia
Sintesi originale dell'opera-azione
Sull'esperienza internazionale delle Tristi Montagne Fumanti, nel giorno
del 150° anno dell'Unità d'Italia, il Monte Summano, simbolo della memoria
sepolta nelle viscere di tutte le montagne di confine, manda un segnale di
risveglio alla pianura mutilata e fratturata dell'Italia contemporanea. Un
segnale di speranza e di unione per difendere i valori costituzionali, le
inalienabili bellezze, le capacità creative, i patrimoni culturali -
artistici, sociali e ambientali - che l'Italia possiede e che vede
continuamente messi in pericolo dalla immemore contemporaneità. Di fronte
a una Pianura Padana sempre più devastata dal cemento, invasa da spinte
secessioniste e anticulturali, affacciato sui soprusi anticostituzionali
perpetrati sul suolo italiano, il Monte Summano erutta gioioso i colori
della bandiera nazionale, simbolo dei valori e dei patrimoni inscritti
nella Costituzione Italiana, a difesa dei beni comuni.
Reportage
dell’opera-azione
Il reportage dell'operazione, con protagonisti Paolo Rumiz,
Marco Paolini, Enio Sartori e molti altri amici si trova nel
sito ufficiale costruito dal Comune di Santorso al seguente indirizzo:
http://summanotricolore.wordpress.com/
Più di 300 persone hanno raggiunto la cima del monte la mattina. Ancora di
più la sera all'Auditorium della Scuola, con l'intervento di Enio
Sartori, Nicola Brugnolo e Alessandra Bonotto.
Testi e altre testimonianze sempre nel wordpress ufficiale.
COMUNICAZIONE
UFFICIALE UTILIZZATA DAL COMUNE PER COMUNICARE L'OPERAZIONE
>>
apri il manifesto dell'operazione
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apri il volantino dell'operazione
Credits // La foto grande di apertura
è di Federico Stella. La sequenza sotto la foto grande sono scatti di
Giulio Malfer.