Adottiamo un rifugio
UN PROGETTO DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE, L'ESPERIENZA
DELL'ASSOCIAZIONE DELLE SEZIONI VICENTINE DEL CLUB ALPINO ITALIANO
Cari Lettori di
Intraisass,
con piacere accetto l'invito della redazione di scrivere una relazione
sul progetto ADOTTIAMO UN RIFUGIO.
Come ben sapete
l'alpinismo è un fatto culturale ed è, anche se non ne siamo sempre
consapevoli, specchio del suo tempo: Sausurre si portò sul Monte
Bianco un pesante barometro per giustificare il suo credo illuminista,
il romanticismo produsse un'idea di montagna come altro, come simbolo,
il nazismo e il suo tremendo mito del superuomo produsse la tragica
corsa all'Eiger…. il consumismo attuale, se da un lato ha innalzato
enormemente le performance degli arrampicatori, spesso ha ridotto il
simbolo montagna ad un lunapark, una sorta di Gardaland per il
villaggio globale. L'emergenza ambientale ha spinto gli alpinisti più
attenti e sensibili ad elaborare il progetto mountain wilderness.
L'attacco alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001 ha profondamente
intaccato il nostro modo di andare in montagna, spingendo un mito come
Cesare Maestri a salire UN OTTOMILA PER LA PACE. L'ATTUALE LOGICA
DELLA GLOBALIZZAZIONE ci ha portato e ci deve portare a dei progetti
di solidarietà e cooperazione internazionale, al di là del nostro
credo politico e religioso: andare sulle montagne del mondo per dare,
anziché per prendere è una delle più belle avventure umane ed 'alpinistiche'
che la vita ci possa riservare. Scendere da una grande montagna ed
accorgersi degli altri, dei campesinos delle Ande, dei contadini
indiani o pakistani è una grande occasione storica di confronto
interculturale alla quale non possiamo sottrarci.
IL PROGETTO
Nella bellissima estate del 2001 sono stato ospite della Escuela de
Alta Montagna Don Bosco en Los Andes di Marcarà, dell'Operazione Mato
Grosso di Padre Ugo de Censi nella Cordillera Blanca, Ande del Perù.
Ho vissuto un mese con i ragazzi, tra i più poveri della Cordillera,
aspiranti guide di alta montagna, ho visitato i loro tre rifugi e il
bivacco Longoni, a 5000 metri ed ho praticato lo scialpinismo, oggi lo
chiamiamo anche Free-rider, salendo il Pisco (5752 m), l'Ishinca (5530
m) e, sempre con i ragazzi de La Escuela ho esplorato il versante
ovest di Puntacuerno, un seimila remoto, salito una sola volta da est,
nell'ormai lontano 1983. Ho trovato in Giancarlo Sardini, il direttore
de La Escuela, nei volontari italiani, nei ragazzi peruviani degli
amici che generosamente, senza voler nulla in cambio, mi hanno aiutato
ed indicato un cammino.
In Italia abbiamo tentato di capire lo spirito che muove il progetto
ANDINISMO DELL'OPERAZIONE MATO GROSSO ed abbiamo lanciato, COME
ASSOCIAZIONE DELLE SEZIONI VICENTINE DEL CLUB ALPINO ITALIANO, in
occasione dell'Anno Internazionale delle Montagne, il PROGETTO
ADOTTIAMO UN RIFUGIO, raccolta di materiale alpinistico e fondi a
favore dei ragazzi de La Escuela.
Lo scopo di questa iniziativa di solidarietà e di cooperazione
internazionale tra Alpi e Ande è di aiutare i ragazzi a divenire guide
di alta montagna e gestori dei nuovi rifugi anche per frenare l'esodo
verso la tremenda megalopoli di disperati che sta divenendo Lima.
Inoltre tutto ciò che l'OMG guadagna con la gestione dei rifugi è
utilizzato in progetti di aiuto per i diseredati: fino a questo
momento sono state costruite 250 case per poveri ed anziani indigenti.
Il progetto ADOTTIAMO UN RIFUGIO è apparso più volte sulla stampa
nazionale ed è stato illustrato dallo scrivente all'Assemblea Generale
dei Delegati del Cai nella primavera scorsa a Bormio: DUE CERCHI, IL
CLUB ALPINO ITALIANO E L'OPERAZIONE MATO GROSSO CHE, IN OCCASIONE
DELL'ANNO INTERNAZIONALE DELLE MONTAGNE, SI INCONTRANO SULLE ANDE IN
UN GRANDE PROGETTO DI SOLIDARIETA' E DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE A
FAVORE DEI POVERI DELLA CORDILLERA BLANCA.
Per l'occasione abbiamo stampato 3.300 manifesti ufficiali, diffusi in
tutta Italia e nei principali paesi europei, per promuovere la
raccolta di fondi e materiale alpinistico PRO ANDES. A questa cordata
di solidarietà hanno aderito tutti e 9 i rifugi delle Piccole Dolomiti
e del Pasubio: sono state stampate 50.000 tovagliette con il logos
Adottiamo un rifugio per raccogliere fondi a favore de La Escuela
tra gli escursionisti e gli alpinisti.
Alla data attuale sono stati raccolti nei rifugi, durante le serate di
testimonianza e da donazioni provenienti da tutta Italia fondi per
12.000 euro e materiale alpinistico quantificabile in altri 13.000
euro.
Nell'estate 2002 la Sezione di Malo ha organizzato un trekking e una
spedizione alpinistica con l'appoggio logistico de La Escuela e ben 42
vicentini, guidati da Bruno Vajente, Presidente della Sezione Cai di
Malo, da Franco Brunello e da Tarcisio Bellò si sono recati nella
Cordillera per praticare l'alpinismo, in preparazione della spedizione
all'Everest programmata per la primavera del 2003, ma anche e
soprattutto per regalare il loro tempo ai diseredati: Franco Brunello
ha lavorato nella progettazione di 8 centraline idroelettriche, alcuni
hanno prestato la loro opera come medici, altri hanno lavorato come
falegnami-istruttori, altri ancora hanno insegnato a leggere ed a
scrivere ai bambini della cordillera in un pueblo lontano.
Lungo il cammino è nato un altro progetto: COSTRUIRE UN RIFUGIO,
RIADATTANDO DELLE BARACCHE ABBANDONATE DELL'IDRO ANDINA, POSTE SOTTO
L'ALPAMAYO ,E DI TRASFORMARLE IN UN RIFUGIO DA DEDICARE AL GRANDE
ALPINISTA ITALIANO RENATO CASAROTTO. Renato Casarotto, l'ultimo
alpinista romantico del ventesimo secolo, caduto sul K2 nel 1986 dopo
un tentativo solitario sulla Magic Line è ancora oggi molto ricordato
in Perù per aver tracciato in 17 giorni di arrampicata solitaria una
durissima via sulla parete Nord dello Huascaràn Norte. Goretta
Traverso, la vedova dello sfortunato alpinista, ha accolto commossa la
nostra proposta.
Il rifugio, dotato di centralina idroelettrica, sorgerà come
ricostruzione e sarà edificato, nello spirito con cui sono stati
costruiti i rifugi Pisco, Ishinca e Don Bosco allo Huascaràn, nel
pieno rispetto dell'ambiente, una sorta di isola ecologica in un
ambiente d'alta montagna oggi degradato e ridotto ad alcune baracche
abbandonate.
Il Rifugio Renato Casarotto sarà di proprietà dei giovani peruviani
dell'Operazione Mato Grosso di Padre Ugo de Censi e i proventi
derivanti dalla sua gestione saranno destinati a progetti di aiuto per
la popolazione della Cordillera Blanca, frenando l'esodo verso la
megalopoli di Lima.
Nel nome di una grande figura dell'alpinismo italiano, nell'Anno
internazionale delle montagne, sarà data un'opportunità di lavoro e di
un'educazione morale ai ragazzi peruviani e si cementerà una grande
amicizia tra L'Italia ed il Perù, tra il Club Alpino Italiano e La
Escuela, nello spirito di cooperazione internazionale auspicato
dall'ONU PER L'ANNO INTERNAZIONALE DELLE MONTAGNE e dal nostro
Ambasciatore a Lima Dott. Sergio Busetto.
Alla prossima suerte
Mariano Storti
Coordinatore del progetto " Adottiamo un rifugio " per L'ASSOCIAZIONE
DELLE SEZIONI VICENTINE DEL CAI
ALCUNE NOTE ORGANIZZATIVE
La Escuela de Alta Montagna Don Bosco en Los Andes ha bisogno
dell'aiuto di tutti. Chi vuole può organizzare spedizioni alpinistiche
nella Cordillera Blanca, acclimatandosi nei Rifugi OMG, usufruendo
dell'appoggio logistico delle Guide: basta mettersi in contatto con la
direzione della scuola:
giancarlosardini@virgilio.it.
Chi ha materiale alpinistico da regalare, purché in buono stato, può
inviarlo a Sez. CAI G. Soldà, casella postale 81 36076 Recoaro T.
(VI), utilizzando normali pacchi postali.
Chi vuole dare un contributo per il RIFUGIO RENATO CASAROTTO può
versare sul conto corrente n. 508/28 della BCI-INTESA, FILIALE DI
RECOARO TERME, ABI03069 CAB60670, SPECIFICANDO LA CAUSALE " RIFUGIO R.
CASAROTTO ".
Per serate e diaconferenze scrivere a
storti.mariano@katamail.com.