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 la recensione letteraria di intra i sass 

mcfarlane

Titolo: Come le montagne conquistarono gli uomini
Autore: Robert MacFarlane

Pagg. 304
Collana: Strade blu
Editore: Arnoldo Mondadori, Milano, 2005
Prezzo: € 17,00

 

Come le montagne conquistarono gli uomini recensione di Mauro Mazzetti

Un altro libro sulla storia dell'alpinismo. Un altro volume che racconta di vicende di montagna. Un altro tomo ponderoso [altrimenti detto “cattedratico”, ovvero “accademico”, ovvero “paludato”, in sostanza “palloso”], che discetta ed analizza, smonta e rimonta, parafrasa e metaforizza, cita e si cita, deduce ed induce, inferisce e sussume, concettualmente parlando – e sbadigliando.
Meno male che non è così.
Fortunatamente siamo di fronte a tutt'altro ed a ben altro. Abbiamo infatti davanti agli occhi, e dentro di noi, un sistema certo non nuovo ed innovativo, quanto piuttosto originale nel metodo e nell'impostazione. E proprio dalla mente, o meglio dalle Montagne della mente, titolo originale di questo saggio, partiamo per aggirarci tra le pagine di MacFarlane, curiosi e stupiti di come l'autore affronti una materia che ha mosso e scomodato generazioni di letterati, filosofi e uomini d'azione.
Dunque le montagne della mente, ossia la concretizzazione virtuale delle tre dimensioni psicoanalitiche dell'immaginario, del simbolico e del reale. Scritto così, sembrerebbe anche più “palloso” dei bersagli contro cui sopra abbiamo lanciato scandalizzati anatemi.
In realtà, possiamo giocare con le parole senza smentirci, tenendo peraltro bene a mente che il gioco è una cosa seria. I bambini imparano giocando, immedesimandosi in situazioni, interpretando ruoli e scoprendo il mondo attraverso prove, tentativi ed errori. Analogamente l'umanità si è posta [ed in alcuni casi continua a porsi] nei confronti delle montagne. Dapprima una assenza totale di contatto, quasi che i due mondi vivessero in universi paralleli, distinti e distanti; poi un titubante approccio, schermato e frenato da paure, fraintendimenti, ignoranza e superstizione; a seguire la scoperta di sensazioni positive, di vibrazioni scientifiche, di sussulti sportivi; infine l'amore/odio totale, sublimato dalle e sulle vette, salite per la prima volta o pensate solamente. In queste fasi, peraltro esemplificate all'eccesso e per difetto, ritroviamo così le scansioni dell'immaginario (la figura, l'apparenza, l'illusione), del simbolico (il mettere assieme la materia e l'astrazione, la verità e la fantasia), del reale (la cosa concreta, l'effettiva esistenza).
MacFarlane gioca [nel senso che si è specificato] con le montagne, ribaltandone ruoli e schemi. Non sono più gli uomini a conquistare le montagne, quanto il contrario; in ciò il titolo italiano del libro, almeno in questo caso, non è fuorviante rispetto al senso ed allo spirito del pensiero e dell'intendimento di MacFarlane.
Un libro portante ed importante, rigoroso nella ricerca ma leggero nell'esposizione, che affronta ed interpreta le tematiche principali dell'universo montagna con lo strumento significativo e pregnante dell'interdisciplinarità.

Mauro Mazzetti
Genova, ottobre 2005

 

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