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la recensione letteraria di intra i sass |
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Titolo: Confessioni di un
serial climber |
Il mio mondo verticale recensione di Flavio Faoro |
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«In
questo libro ho cercato di dimostrare quanto una mente disciplinata può
portare lontano un uomo che per sua natura non sia particolarmente forte,
né coraggioso». Questa è una delle ultime frasi del libro che propongo ai
lettori di Intraisass quest'oggi [giorno da ricordare per la nostra
redazione, N.d.r],un volume appena pubblicato dalla giovane e
attivissima casa editrice milanese Versante Sud. Si tratta di
“Confessioni di un serial climber” di Mark Twight, 236 pagine e 16 tavole in
bianco/nero, 17 euro. Mark
Twight è famoso anche in Italia come protagonista dell'alpinismo
estremo (e proprio così si intitola un suo fortunato manuale di
arrampicata) sulle grandi pareti, ma anche – o soprattutto? – per la sua
filosofia punk e ribelle, i suoi racconti visionari e ferocemente critici
del climbing star system, la sua aria non più hippy ma - come si
potrebbe dire? - acida e disincantata. Anche nel libro di Mark Twight c'è tutto questo, un punto di osservazione sull'alpinismo estremo e sulle scalate che in Europa (nella Vecchia Europa dei Club Alpini e degli Alpinisti Tradizionali) ben pochi conoscono. La musica punk, che fa da sottofondo musicale e testuale alle scalate, la mancanza di certezze professionali, affettive, relazionali (tutte sacrificate all'alpinismo estremo), l'alternarsi di stati di esaltazione e di profonda depressione, la lotteria di morti in montagna fra amici e conoscenti (ben quaranta, ci dice ad un certo punto!): tutto fa da base esistenziale ad un alpinismo in cui le scale normalmente utilizzate sono inadeguate a misurare un mix di alta velocità, difficoltà pazzesche, equipaggiamento leggero, arrampicata per giorni senza quasi mangiare e dormire, ecc. Potete immaginare quanto avvincenti, lucidi e feroci siano i racconti, spiazzanti non solo per gli alpinisti della domenica, con lavoro, famiglia e fondo pensione ben nutrito, ma anche per gli estremi di casa nostra, che partono per spedizioni blindate su montagne, temiamo, talvolta più famose che difficili. Ma
non aspettatevi una lettura facile e rilassante: sarà sorprendente –
ripeto –, intrigante, istruttiva come affacciarsi su un panorama noto da
un punto di vista completamente nuovo. Ma non divertente. |
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Flavio Faoro |
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copertina
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