26 

 la recensione letteraria di intra i sass 

Titolo: Legato ma libero
Autore: Patrick Berhault

Pagg. 243 foto b/n
Prefazione di Jean-Michel Asselin
Traduzione di Pietro Crivellaro
€  18,00
Editore: CDA & Vivalda, Torino 2002
Collana: "I Licheni"

Titolo: La grande cordata.
La traversata delle alpi di Patrick Berhault

Autore: Gilles Chappaz

Produzione: Migoo Production, Grenoble, France, 2001
Distribuzione:
CDA & Vivalda, Torino 2002
Collana: "I capolavori del Cinema di Montagna"
Durata: 50 min. – colore
Prezzo: € 18

 

 

La metamorfosi di Berhault recensione di Mauro Mazzetti

Questo Berhault è un vero e proprio spiritello, quasi un troll od un coboldo che si aggira tra le Alpi, fiutando e frugando tra le vie che hanno fatto la storia dell'alpinismo ‘vero’, quando per esempio si partiva per una parete armati solo di una cartolina e non di precisissime relazioni scaricate da internet.
Patrick  ha avuto un'idea geniale, quindi semplice: attraversare le Alpi da est ad ovest, concatenando monti e salite con il ‘cavallo di San Francesco’, con il ‘velocifero’ o con gli ‘ski’. Non a caso ho utilizzato termini un po' obsoleti o retorici; il sapore dell'impresa di Berhault ha infatti il gusto delle cose antiche, la filosofia perduta di una ricerca partecipe e rispettosa, sia nei confronti dei primi salitori, sia nei confronti dei lettori e degli spettatori.

E così, in compagnia via via di altri ‘pezzi grossi’ dell'alpinismo, da Humar a Gabarrou, ma anche di giovani e dotate new entries nel mondo della montagna, Berhault migra da oriente ad occidente, compiendo in una stagione (invernale!) triadi di assoluto impegno quali  le Nord di Eiger, Jorasses e Cervino, che rappresenterebbero per un alpinista ‘normale’ il coronamento di una intera carriera; oppure inanella in Dolomiti salite di roccia di difficoltà estrema; oppure ancora chiude la traversata sulle ‘sue’ Alpi Marittime, regalandosi una prima assoluta, solitaria ed invernale sulle creste del Monviso.

Quanto traspare dalla lettura e dalla visione è comunque un significativo dato caratteriale del personaggio Berhault, uno che non si prende più di tanto sul serio, convinto di non aggiungere molto di nuovo alla storia dell'alpinismo, e che eppure è innovativo nella scelta del progetto e nella sua esecuzione.

Nel libro il preciso e quasi ragionieristico aggiornamento quotidiano di sviluppi e dislivelli evidenzia più delle tante appropriate parole scritte la fatica e l'impegno necessari per portare a compimento l'impresa; ci sono poi intermezzi letterari di grande emozione e suggestione, quasi tratti di raccordo fra un momento di cronaca e l'altro, dove sembrano passare in secondo piano la grande fatica ed il costante impegno.

Tutto questo fa il paio con il divertito e scanzonato umorismo del video, dove anche un inconveniente in parete si trasforma in occasione per prendere per i fondelli il malcapitato compagno di cordata (vedi Edlinger incastrato in un angusto  passaggio mentre Berhault lo interroga sulle sue avventure galanti...). Abbinata ad una coinvolgente colonna sonora, la fotografia, con riprese effettuate dall'aereo ma anche dai protagonisti durante le ascensioni, regala a noi mortali spicchi di sogni, di cui ci nutriamo e che continuiamo a ricercare.

Il libro e la cassetta riflettono la way of life di una persona particolare, attenta a raccontare per scritto e per immagini una storia semplice nell'idea e nello sviluppo. Non è raro trovare commenti lusinghieri ed ammirati nei confronti degli apritori, segno del rispetto doveroso che deve nutrire chi si accosta alla storia dell'alpinismo ed ai suoi interpreti più genuini.

Peculiare è infine la metamorfosi di Berhault. Non a caso si parla di ‘metamorfosi’, titolo di un suo video degli anni Ottanta in cui l'anfibio arrampicatore migrava dalle rocce sottomarine, trasformandosi man mano in un arrampicatore terrestre. Il francese ha modificato negli anni il suo approccio al mondo della montagna: da free climber alfanumerico (settea, ottobi etc.), ad alpinista a tutto tondo su roccia, ghiaccio e misto; da scanzonato iconoclasta delle difficoltà e dei relativi gradi a rispettoso osservante dello stile alpino più puro e più vero. Senza scomodare le ‘ardue sentenze’ dei posteri e del poeta, a noi sembra che il cambiamento abbia fatto bene a lui ed all'alpinismo.

Mauro Mazzetti
Genova, marzo 2003


____________


 Archivio Recensioni  

 copertina
Home page  indice  info  special

Antersass
Casa Editrice

copyright© 2003 intra i sass

all rights reserved - http://www.intraisass.it