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la recensione letteraria di intra i sass |
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Titolo: Legato
ma libero |
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Titolo:
La grande cordata.
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La metamorfosi di Berhault recensione di Mauro Mazzetti |
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Questo Berhault è un vero e proprio spiritello, quasi un
troll od un coboldo che si aggira tra le Alpi, fiutando e frugando tra
le vie che hanno fatto la storia dell'alpinismo ‘vero’, quando per esempio
si partiva per una parete armati solo di una cartolina e non di
precisissime relazioni scaricate da internet. E così, in compagnia via via di altri ‘pezzi grossi’ dell'alpinismo, da Humar a Gabarrou, ma anche di giovani e dotate new entries nel mondo della montagna, Berhault migra da oriente ad occidente, compiendo in una stagione (invernale!) triadi di assoluto impegno quali le Nord di Eiger, Jorasses e Cervino, che rappresenterebbero per un alpinista ‘normale’ il coronamento di una intera carriera; oppure inanella in Dolomiti salite di roccia di difficoltà estrema; oppure ancora chiude la traversata sulle ‘sue’ Alpi Marittime, regalandosi una prima assoluta, solitaria ed invernale sulle creste del Monviso. Quanto traspare dalla lettura e dalla visione è comunque un significativo dato caratteriale del personaggio Berhault, uno che non si prende più di tanto sul serio, convinto di non aggiungere molto di nuovo alla storia dell'alpinismo, e che eppure è innovativo nella scelta del progetto e nella sua esecuzione. Nel libro il preciso e quasi ragionieristico aggiornamento quotidiano di sviluppi e dislivelli evidenzia più delle tante appropriate parole scritte la fatica e l'impegno necessari per portare a compimento l'impresa; ci sono poi intermezzi letterari di grande emozione e suggestione, quasi tratti di raccordo fra un momento di cronaca e l'altro, dove sembrano passare in secondo piano la grande fatica ed il costante impegno. Tutto questo fa il paio con il divertito e scanzonato umorismo del video, dove anche un inconveniente in parete si trasforma in occasione per prendere per i fondelli il malcapitato compagno di cordata (vedi Edlinger incastrato in un angusto passaggio mentre Berhault lo interroga sulle sue avventure galanti...). Abbinata ad una coinvolgente colonna sonora, la fotografia, con riprese effettuate dall'aereo ma anche dai protagonisti durante le ascensioni, regala a noi mortali spicchi di sogni, di cui ci nutriamo e che continuiamo a ricercare. Il libro e la cassetta riflettono la way of life di una persona particolare, attenta a raccontare per scritto e per immagini una storia semplice nell'idea e nello sviluppo. Non è raro trovare commenti lusinghieri ed ammirati nei confronti degli apritori, segno del rispetto doveroso che deve nutrire chi si accosta alla storia dell'alpinismo ed ai suoi interpreti più genuini. Peculiare è infine la metamorfosi di Berhault. Non a caso si parla di ‘metamorfosi’, titolo di un suo video degli anni Ottanta in cui l'anfibio arrampicatore migrava dalle rocce sottomarine, trasformandosi man mano in un arrampicatore terrestre. Il francese ha modificato negli anni il suo approccio al mondo della montagna: da free climber alfanumerico (settea, ottobi etc.), ad alpinista a tutto tondo su roccia, ghiaccio e misto; da scanzonato iconoclasta delle difficoltà e dei relativi gradi a rispettoso osservante dello stile alpino più puro e più vero. Senza scomodare le ‘ardue sentenze’ dei posteri e del poeta, a noi sembra che il cambiamento abbia fatto bene a lui ed all'alpinismo. |
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Mauro Mazzetti
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copertina
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