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 la recensione letteraria di intra i sass 

Titolo: Sulle montagne
Autore: Vittorio Foa
Pagg. 70 con fotografie b/n
€ 14,00
Editore: LeChâteau, Aosta 2002
Collana: "Sulle montagne"

 

Titolo: Il ponte dell'Erfolet
Autore: Franco Brevini
Pagg. 70 con fotografie b/n
€ 12,00
Editore: LeChâteau, Aosta 2002
Collana: "Sulle montagne"

 

Cogne mon amour recensione di Mauro Mazzetti

Lo sapevo: ci sono ricaduto. Quante volte mi sono detto che sarebbe stato meglio lasciar perdere? Ed invece no. Rieccomi in questa libreria di Cogne, dove lo sguardo corre irrequieto alla ricerca di nuovi amici sconosciuti e di vecchi compagni ritrovati. Dopo una giornata passata in mezzo al greve e verticale biancore del ghiaccio, smaltato e candito da un freddo siderale, l'occhio sosta volentieri sulle cornici verdi di due tranquille e riposanti copertine. Sulla prima campeggiano il Gran Paradiso ed il ghiacciaio della Tribolazione: la prospettiva suggerisce (e la didascalia interna lo conferma) che la foto è stata scattata dal bivacco Money. La seconda colpisce per la sua chiaroscurale semplicità: un ponte di legno, la cui silhouette gioca con ombre e luci di un caldo ed assolato pomeriggio in alta Valnontey.

Non è totalmente vero che Sulle montagne ed Il ponte dell'Erfolet siano libri che parlino solo di Cogne; certo è che questo paese ha costituito per entrambi gli autori un importante punto di riferimento e di stimolo.
Forse sarebbe meglio precisare che da Cogne i due autori hanno preso lo spunto e l'avvio per ragionare del rispettivo rapporto con le montagne in generale e con l'alpinismo in particolare. Da questa considerazione in poi, però, i sentieri concettuali di Vittorio Foa e di Franco Brevini si dividono.
L'uno (Foa) induce, ossia muove da premesse generali per spiegare il singolo fatto; l'altro (Brevini) deduce, cioè opera il procedimento inverso. In Foa ritroviamo così grandi temi culturali e politici, quasi lo spaccato di una certa aristocrazia di sinistra, illuminata ed illuminista ancorché intimamente e profondamente alimentata dall'idea marxista e gramsciana. In Brevini il percorso trae invece origine da radici cattoliche e forse più popolari (in senso atecnico), costruito su tanti fatterelli ed episodi che vanno man mano ad incastrarsi in un quadro complessivo.

Già dai titoli balza evidente questa differenza tra deduzione ed induzione. Sulle montagne potrebbe essere interpretato come “stare in” montagna, oppure come “parlare di” montagna; in entrambe le versioni predomina comunque il concetto assoluto e generale.
Il ponte dell'Erfolet non lascia spazio all'immaginazione; tralasciando le perplessità lessicali sulla trascrizione fonetica – Erfaulet e non Erfolet – la visione che di primo acchito si compone è quella del particolare, dell'elemento singolo.

A scorrere l'indice dei nomi di Sulle montagne, dai ricordi di Foa saltano fuori abbinamenti vari ed inusuali, strani e storicamente curiosi, dai Ginzburg padre e figlia a Nenni ed a Togliatti, in vacanza a Cogne divisi solo dalla larghezza della strada comunale, da Antonio Segni, allora sottosegretario del Ministero dell'Agricoltura a Renzo Videsott, ex cacciatore di caprioli ed alpinista in Dolomiti, poi direttore del Parco nazionale del Gran Paradiso.
Brevini invece ci parla di sé e del suo essere uomo ed alpinista attraverso lo zio prete don Giovanni ed i sacerdoti don Luciano e don Bianchi della casa salesiana di Cogne, passando per Domenich, vate laico delle Grigne e con un fugace accenno a Ben Laritti, meteora alpinistica alla cui corda si legò in gioventù.

Non si può azzardare un criterio omologatore dei due libri, per quanto se ne possa evidenziare il minimo comun denominatore della memoria.
Il ricordo nitido e lucido di avvenimenti e di persone, famose e non, sostanzia e sostiene le riflessioni dei due autori sui grandi temi dell'esistenza: ma, ancora una volta, le considerazioni speculative di Foa e di Brevini divergono, forse per l'appartenenza a differenti stagioni della vita, dimostrando come l'“addizione” passato + presente + futuro possa proporre risultati diseguali.
Eppure in questa alternanza di affinità e di diversità, in questo insieme alto e profondo di eventi e di individui, si ritrovano gli elementi tutti che costruiscono il vissuto degli autori. Per l'ennesima volta i due partono assieme per poi separarsi ancora, almeno fino a quando, di viaggio in viaggio, di riflessione in riflessione, ritornano a Cogne, partenza ed arrivo delle loro fatiche letterarie e del loro impegno di vita.

Mauro Mazzetti
Genova, febbraio 2003


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