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 la recensione letteraria di intra i sass 

Titolo: Il mio sci estremo
Autore:
Mauro Rumez
Pagg. 104 con tavole tecniche di discesa e 32 tavole fotografiche
€  15,50
Editore: Nordpress, Chiari 2002
Collana: "Campo Base"

 

Il mio sci estremo recensione di Paola Lugo

A tre anni dalla scomparsa di Mauro Rumez la moglie Manuela ne ha raccolto gli scritti, appunti, articoli, ricordi di discese e altro, per far conoscere, al di là del valore indiscusso delle imprese alpinistiche, il mondo interiore, le motivazioni profonde, il grande amore per la montagna e per l'avventura dello sciatore triestino.
Vi sono alcune parole chiave che ritornano nelle pagine, parole come creatività, avventura, libertà, alpinismo classico e romantico, che rendono la lettura del libro intrigante anche per chi non si dedica allo sci estremo, ma semplicemente vuole trovare nell'andare in montagna qualcosa di diverso dalla ricerca dell'exploit sportivo o del puro benessere fisico. Secondo Manuela per Mauro andare in montagna “era esplorare l'anima per lasciare emergere i significati della sua esistenza”. Questa esplorazione però diventa possibile solo se ci si lascia guidare dalla ricerca della libertà, “libertà di movimento, di inventare nuove soluzioni tecniche, nel tentativo di recuperare certi valori che lo sci di massa, lo sci degli ski-lift, dello stazioni sciistiche hanno soffocato”.
E' un alpinismo creativo, classico e romantico appunto, che vede nello sci estremo la sua massima espressione, perché vi è la libertà assoluta della ricerca della via ideale, e la gioia dell'aver creato una via unica in quanto effimera: «mi fermai a lungo guardando la lieve traccia che avevo lasciato in parete: la sentivo mia e mia soltanto. A conferma di ciò, dopo un po', vista l'ora ormai tarda e l'elevata temperatura, si staccò una slavina che come un colpo di spugna cancellò ogni traccia del mio passaggio. La maggior soddisfazione la ebbi forse allora, perché sapevo che, dopo quel crollo, chiunque l'avesse ripetuta non avrebbe potuto cogliere la mia discesa». E vi è un altro aspetto altrettanto intenso: Manuela, durante una serata, ricordava come Mauro nelle foto sorrida sempre, e questa gioia si legge tra le righe di ogni pagina. Quando in cima al Couloir Est del Pic de Neige Rumez si chiede chi glielo faccia fare, non finisce col darsi le solite motivazioni, il superamento dei propri limiti, o il desiderio di evadere da una vita di routine, ma sciando trova la miglior risposta possibile “Perché è troppo bello”. E se lo sci estremo è in crisi, (così come da più parti si dice per il grande alpinismo) è forse perché si è perduta la felicità che nasce dentro quando si scivola in libertà seguendo la propria fantasia, vivendo la solitudine dell'ambiente invernale non come privazione, bensì come un arricchimento emotivo impagabile.

Paola Lugo
Vicenza, gennaio 2003


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