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la recensione letteraria di intra i sass |
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Titolo:
Nemmeno il destino |
Nemmeno il destino recensione di Mauro Mazzetti |
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Una
bastonata in testa. Un nodo alla gola. Un pugno nello stomaco. Un calcio
negli stinchi. Una pugnalata alle spalle. Strano, vero? Non sembra proprio l'inizio della recensione di un libro che narra di vento e di sole, di roccia e di ghiaccio, di moschettoni e di chiodi. Proprio così. “Nemmeno il destino” non è un canonico libro di montagna, non è un acquerello con sfumati colori ad olio o a tempera, non è un epico ‘a solo’ di alpinismo lammeriano, non è una fotografia di ‘giorni grandi’. “Nemmeno il destino” continua a non essere, pur esistendo. A questo punto della lettura, il mio professore di
italiano avrebbe già segnato in blu questa recensione. Motivazione del
brutto voto: «Figure retoriche caoticamente affastellate. Reiterata ed
abusata utilizzazione della forma negativa, senza una neppur accennata
indicazione di elementi significativi, peraltro evidenti all'interno della
costruzione concettuale del testo». Dentro il libro troverete piccole cose: fatterelli insignificanti, comportamenti sgradevoli, un po' di microcriminalità, un rapporto struggente e maledetto fra un quindicenne ‘difficile’ e sua madre (ragazza madre) che perde giorno per giorno coscienza di sé e del mondo. Troverete il protagonista solo con il suo disagio sociale e morale, un ragazzo con una insufficiente attrezzatura psicologica, esposto e vulnerabile, attento e contento solo quando se ne va in montagna. Perdio, ci sono arrivato alla montagna! E' una liberazione: l'angoscia che mi si è creata dentro, pagina dopo pagina, si attenua nei racconti e nelle fughe lungo sentieri e vie ferrate delle Dolomiti. Solo lì il ragazzo trova un suo equilibrio, temporaneo ma stabile, che gli dà la forza di affrontare nuovamente un'esistenza intessuta di antichi e perduti amici d'infanzia, di stralunati conoscenti una volta mecenati delle sue estati, di attuali e stanchi educatori, di plumbei istituti metropolitani. La montagna rappresenta così l'elemento coagulante dello
snodarsi di fatti e di circostanze, di decisioni e di punizioni; la
montagna è lo stimolo ad andare avanti, nonostante tutto, nonostante
tutti.
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Mauro Mazzetti
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copertina
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