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special
Speculazione ambientale
3
febbraio 2003
Redazione Intraisass
L'idea vera è di fare solo villaggi turistici
tratto da
Bresciaoggi
- 30 gennaio 2003, pagina 19
BRENO Un
geologo ne dimostra l'irrealizzabilità: «L'idea vera è di fare solo i
villaggi turistici» Il trenino per il Gaver? «Un bluff» Franco Michieli
smonta il progetto
«Il trenino dovrebbe passare di qui. Vedete anche voi che è impossibile:
questa cresta innevata con pericolose cornici è larga solo cinquanta
centimetri. E attorno ci sono solo pendii ripidissimi». E' un passaggio
dell'intervento di Franco Michieli, alpinista, geologo e giornalista di
Bienno, che martedì sera, nel Museo di Scienze naturali di Brescia e
davanti a diverse centinaia di attentissime, ha proiettato le immagini
che ha raccolto per commentare il «Progetto di sviluppo del Gaver».
L'incontro, introdotto da Amedeo Barigozzi e organizzato da Legambiente
per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'inconsistenza di buona parte
del progetto in questione, ha visto la partecipazione del grande
alpinista Fausto De Stefani, di Damiano Di Simine, presidente della
sezione italiana del Cipra, di Sandro Leali, della sezione di Breno del
Club alpino italiano, e del già citato Franco Michieli. «Stiamo
chiedendo l'aiuto di tutti i cittadini per fermare questa pazzia - ha
detto Leali a nome del Comitato costituito dagli abitanti di Breno e
dintorni per difendere le montagne della zona». Mentre De Stefani senza
mezzi termini ha invitato «a non chiudere gli occhi di fronte agli
scempi ambientali che vengono proposti da tutte le parti, perché presto
ce ne pentiremmo amaramente. Non è giusto svendere la montagna per
l'arricchimento di pochi. La montagna è patrimonio di tutti, e non dei
gestori di villaggi turistici e di campi da golf le cui recinzioni di
fatto impediscono al pubblico di usufruirne».
Ma torniamo al trenino che, con capolinea il Gaver, dovrebbe collegare
il comprensorio con i paesi di fondovalle della Valcamonica e della
Valtrompia. Michieli l'ha descritto nel dettaglio calamitando
l'attenzione dei presenti con un intelligente e ironico raffronto tra le
immagini del progetto presentato a suo tempo al ministro dell'Ambiente e
le immagini vere delle zone in cui le rotaie dovrebbero passare.
«Si ha quasi l'impressione che lo stesso ministro Matteoli sia stato
preso grossolanamente in giro dai promotori dell'opera, che hanno
confidato probabilmente sulla sua scarsa conoscenza della zona».
Michieli è stato spietato; «e non vi ho fatto nemmeno rilevare tutte le
incongruenze e tutti i pressappochismi, perché ce ne sono tanti altri»,
ha detto dopo aver proiettato immagini illuminanti. I tracciati di
numerosi dei disegni dei progettisti si contraddicono l'un l'altro;
alcune montagne sono state «spostate» e cambiano di nome.
Ma «gli errori di toponomastica sarebbero solo dei peccati veniali»: le
quote di alcune montagne sulle quali dovrebbe passare il treno sono
riportate con errori anche di 200 metri. E «non occorre essere uno
scienziato per sapere che è proprio sui dislivelli che si basano i
calcoli ingegneristici di fattibilità, di sicurezza, di progettazione,
delle pendenze», ha continuato il geologo ricordando che «i trenini di
montagna in Svizzera, dove hanno quasi due secoli di esperienza nel
settore, superano pendenze al massimo del 25 per cento. Il tratto che
scende da Cadino al Gaver dovrebbe superare una pendenza del 100 per
cento. Inoltre, in vari punti le rotaie dovrebbero essere poste su
pendii sui quali sono tuttora in atto delle frane. Chi si fiderà a
salire su quei vagoni?».
Un progetto nato zoppo? Parrebbe di sì. «Zoppo anche dal punto di vista
del ritorno economico. In Svizzera tratte simili costano in seconda
classe oltre 20 euro. E oltralpe è possibile tenere bassi i costi anche
per le centinaia di migliaia di turisti che vanno a vedere alcuni tra i
posti più belli dell'arco alpino. E, pur con tutto il rispetto che ho
per le Prealpi bresciane, credo che se uno è disposto a pagare 20 euro
per vedere il Cervino, forse non è disposto a spendere altrettanto per
vedere il Passo Crocedomini».
«In realtà - è stata la conclusione di Michieli e di Leali - il treno è
solo un bluff; uno specchietto per le allodole. E' evidente che è
irrealizzabile, e che nessun finanziatore sarà tanto sprovveduto da
investire il proprio denaro in una impresa solo virtuale. Il vero scopo
sono i 16 villaggi turistici che dovrebbero sorgere un po' ovunque, da
Breno a Bagolino, dal Crocedomini al Maniva. Una irresponsabile colata
di cemento che rischierà di rovinare la bella zona in cui le tre valli
bresciane si danno idealmente la mano. Una zona in cui sarebbe più
intelligente costruire rifugi, realizzare piste da fondo, valorizzare i
sentieri. Un turismo che non deturpa e che quindi proprio per questo è
più lungimirante di faraonici e inconsistenti progetti».
Fausto Camerini
© www.bresciaoggi.it
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