14
dicembre
Hola amigos,
l'ultima mail della mia corrispondenza dall'altro capo del mondo.
Notizia buona per i lecchesi e la loro spedizione "anni ´70" che faranno
a gennaio: il team tedesco-ungherese (Tivadar, Berecz e un altro) con
obiettivo parete NW del Piergiorgio, nella zona della via
di Casimiro Ferrari, non ha neanche attaccato la parete perché il vento
li ha distrutto la portaledge da 3 persone. Stavano alla base dopo 2
giorni di trasporto dei carichi dalla Piedra del Fraile,
dormivano nel portaledge montato alla base della parete quando una
super-raffica di vento ha alzato il portaledge con dentro loro 3 e li ha
scaraventati 10 metri più in là. Fortunatamente nessuno si è fatto male
ma a quel punto, senza portaledge e con solo 250 metri di corde fisse,
la parete non si poteva più tentare. Si rafforza quindi l'idea che su
quella parete il tanto decantato stile alpino non credo sia una cosa
possibile, a meno che ti porti una casetta alla Salvaterra. Cenge per
bivaccare comodi non ce ne sono, quindi solo corde fisse. Il bello è che
quando ho incontrato Tivadar prima che andasse alla parete, gli avevo
detto di questo rischio del vento che su quel versante (NW, praticamente
il primo muro che il vento incontra proveniendo dal Pacifico) poteva
essere mostruoso. I portaledge in Patagonia sono stati utilizzati poco e
principalmente nei versanti Est dove si è maggiormente al riparo. Bueno,
ora via libera ai lecchesi e al tentativo di terminare la via del
Casimiro Ferrari.
Domani parto per Calafate e saro' in Italia martedi sera. Ieri sono
sceso dall'ultimo tentativo di un'ultima via. Siamo saliti in 3 (con una
guida americo-argentina e un argentino) alla Piedra del Fraile
dove ho incontrato Tivadar che mi ha raccontato la sua storia sul
Piergiorgio. Dopo un buon asado en la noche, la mattina prestissimo
siamo saliti al Passo del Quadrado e da qui fino alla base della "Supercanaleta"
dove gli argentini avevano preparato una buona cueva nella neve per
il tentativo (che non credo però verrà effettuato a causa della poca
motivazione del team di soccorso, guidato dallo spagnolo Pep Masip) di
recuperare e portar giù il corpo dell'amico belga Frank Van der
Herrewghe, caduto l'anno passato dall'uscita della via dei
Californiani del Fitz Roy ed ora ancora "incastrato" a due terzi della "Supercanaleta",
poco sopra il "bloque emportado". Frank era un amico di tutti qui in
paese, io avevo tentato una scalata con lui nel 1997 e trovate un mio
ricordo in go-mountain, nelle news varie di inizio anno. Nel pomeriggio
siamo saliti alla base del Cerro Pollone ed abbiamo individuato
una nuova linea di ghiaccio incollato alla parete S a sinistra della
goulotte "Mastica e sputa" (aperta da Lorenzo Nadali e Luigi Trippa nel
1996). Una notte in cueva, sveglia alle 3 del mattino e, classico e
puttagonico, il tempo si era deteriorato un bel po' obbligandoci a
desistere dal tentativo. Siamo rientrati ieri sera a Chalten dove il
forte vento aveva sfasciato i cavi dell'elettricità'...
Nessuna nuova spedizione è arrivata qui. L'altro ieri dalla base del
Pollone ho visto bene le condizioni della "Maestri-Egger" al
Torre e potete dire tranquillamente a Bubu che troverà una via di roccia
con pochissimo ghiaccio, praticamente una via nuova da fare. Non sono
certamente le condizioni che consentirono a Egger di salire dal colle
alla vetta, meglio tentare in inverno e dopo un lungo periodo di
maltempo e freddo, quando il vento ti spalma tutta la neve sulla parete
Nord.
Indi per cui, vi saluto da Chalten e se non cade l'aereo ci sentiamo al
rientro.
Buona domenica!
Luca Maspes Rampikino
P.S. 16 dicembre, ore 1.20 locali.
Ultima notizia, ieri sera ho
incontrato una spedizione Svizzera a Chalten che era appena arrivata da
un tentativo al San Lorenzo sulla stessa via che abbiamo tentato noi
sulla parete Nordest. Erano David Fasel e altri due, David è quello che
2 anni fa ha salito il Torre in invernale per la via dei Ragni insieme a
Sigrist, Ulrich e Crouch. Mi ha detto che anche loro si sono presi un
bel po' di scariche all'attacco e sono saliti solo per dieci metri prima
di capire che non era il caso di insistere. Eravamo tutti ubriachi (era
la mia festa di addio a Chalten, ora sono a Calafate) e magari andremo
insieme per un tentativo invernale, vedremo. Bueno, un salutone, ci
sentiamo dopodomani (spero, se il mio biglietto è ok).
Suerte
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