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 Extraeuropeo 

16 dicembre 2002
Redazione Intraisass

 

Patagonia

News

 

14 dicembre

Hola amigos,
l'ultima mail della mia corrispondenza dall'altro capo del mondo.

Notizia buona per i lecchesi e la loro spedizione "anni ´70" che faranno a gennaio: il team tedesco-ungherese (Tivadar, Berecz e un altro) con obiettivo parete NW del Piergiorgio, nella zona della via di Casimiro Ferrari, non ha neanche attaccato la parete perché il vento li ha distrutto la portaledge da 3 persone. Stavano alla base dopo 2 giorni di trasporto dei carichi dalla Piedra del Fraile, dormivano nel portaledge montato alla base della parete quando una super-raffica di vento ha alzato il portaledge con dentro loro 3 e li ha scaraventati 10 metri più in là. Fortunatamente nessuno si è fatto male ma a quel punto, senza portaledge e con solo 250 metri di corde fisse, la parete non si poteva più tentare. Si rafforza quindi l'idea che su quella parete il tanto decantato stile alpino non credo sia una cosa possibile, a meno che ti porti una casetta alla Salvaterra. Cenge per bivaccare comodi non ce ne sono, quindi solo corde fisse. Il bello è che quando ho incontrato Tivadar prima che andasse alla parete, gli avevo detto di questo rischio del vento che su quel versante (NW, praticamente il primo muro che il vento incontra proveniendo dal Pacifico) poteva essere mostruoso. I portaledge in Patagonia sono stati utilizzati poco e principalmente nei versanti Est dove si è maggiormente al riparo. Bueno, ora via libera ai lecchesi e al tentativo di terminare la via del Casimiro Ferrari.

Domani parto per Calafate e saro' in Italia martedi sera. Ieri sono sceso dall'ultimo tentativo di un'ultima via. Siamo saliti in 3 (con una guida americo-argentina e un argentino) alla Piedra del Fraile dove ho incontrato Tivadar che mi ha raccontato la sua storia sul Piergiorgio. Dopo un buon asado en la noche, la mattina prestissimo siamo saliti al Passo del Quadrado e da qui fino alla base della "Supercanaleta" dove gli argentini avevano preparato una buona cueva nella neve per il tentativo (che non credo però verrà effettuato a causa della poca motivazione del team di soccorso, guidato dallo spagnolo Pep Masip) di recuperare e portar giù il corpo dell'amico belga Frank Van der Herrewghe, caduto l'anno passato dall'uscita della via dei Californiani del Fitz Roy ed ora ancora "incastrato" a due terzi della "Supercanaleta", poco sopra il "bloque emportado". Frank era un amico di tutti qui in paese, io avevo tentato una scalata con lui nel 1997 e trovate un mio ricordo in go-mountain, nelle news varie di inizio anno. Nel pomeriggio siamo saliti alla base del Cerro Pollone ed abbiamo individuato una nuova linea di ghiaccio incollato alla parete S a sinistra della goulotte "Mastica e sputa" (aperta da Lorenzo Nadali e Luigi Trippa nel 1996). Una notte in cueva, sveglia alle 3 del mattino e, classico e puttagonico, il tempo si era deteriorato un bel po' obbligandoci a desistere dal tentativo. Siamo rientrati ieri sera a Chalten dove il forte vento aveva sfasciato i cavi dell'elettricità'...

Nessuna nuova spedizione è arrivata qui. L'altro ieri dalla base del Pollone ho visto bene le condizioni della "Maestri-Egger" al Torre e potete dire tranquillamente a Bubu che troverà una via di roccia con pochissimo ghiaccio, praticamente una via nuova da fare. Non sono certamente le condizioni che consentirono a Egger di salire dal colle alla vetta, meglio tentare in inverno e dopo un lungo periodo di maltempo e freddo, quando il vento ti spalma tutta la neve sulla parete Nord.

Indi per cui, vi saluto da Chalten e se non cade l'aereo ci sentiamo al rientro.
Buona domenica!

Luca Maspes Rampikino




P.S. 16 dicembre, ore 1.20 locali. Ultima notizia, ieri sera ho incontrato una spedizione Svizzera a Chalten che era appena arrivata da un tentativo al San Lorenzo sulla stessa via che abbiamo tentato noi sulla parete Nordest. Erano David Fasel e altri due, David è quello che 2 anni fa ha salito il Torre in invernale per la via dei Ragni insieme a Sigrist, Ulrich e Crouch. Mi ha detto che anche loro si sono presi un bel po' di scariche all'attacco e sono saliti solo per dieci metri prima di capire che non era il caso di insistere. Eravamo tutti ubriachi (era la mia festa di addio a Chalten, ora sono a Calafate) e magari andremo insieme per un tentativo invernale, vedremo. Bueno, un salutone, ci sentiamo dopodomani (spero, se il mio biglietto è ok).
Suerte

 

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