Dalla piattaforma
costiera, battuta dalle onde del Pacifico, all'altipiano, alla
Cordillera delle Ande, dove svettano i Vulcani: Pomerape, 6280 m,
Parinacota, 6340 m, Llullaillaco, 6739 m, Ojos del Salado, 6880 m, si
sviluppa l'Atacama, che i climatologi definiscono il deserto assoluto.
Vi sono lande desolate, simili al suolo di Marte, dove, forse da 10.000
anni, non è mai caduta una goccia d'acqua.
Solo un piccolo fiume, simile a modesto ruscello, riesce a raggiungere
l'Oceano Pacifico, è il Rio Loa, l'unico corso d'acqua per 1500 km. Il
viaggiatore per chilometri non scorge un filo d'erba, né un cactus, né
una lucertola, né un moscerino, tuttavia nulla marcisce, poiché non c'è
umidità, tutto si trasforma in un reperto archeologico, come le città
fantasma di Humberston e Santa Laura, legate all'epopea dello
sfruttamento del salnitro.
LA STORIA
L'aridità del clima è uno dei fattori che determinarono la nascita di
queste due città, oggi abbandonate e spazzate dal vento del deserto.
Nella metà del 1800 furono scoperti ingenti depositi superficiali di ‘caliche’,
un nitrato grezzo che impiega milioni di anni a formarsi e che l'aridità
assoluta ha lasciato intatto. La vegetazione lo avrebbe assorbito, le
piogge lo avrebbero dilavato; nel deserto, invece, gran parte della
superficie era ed è incrostata di oro bianco. Nel periodo del suo
massimo splendore, il salnitro cileno o nitrato di sodio e potassio
giunse a monopolizzare i mercati mondiali dei fertilizzanti e degli
esplosivi. Il Norte Grande si popolò, migliaia di lavoratori, spagnoli,
aymara, polacchi, italiani, russi, inglesi, croati, ebrei si riversarono
nelle 166 “oficinas salniteras” sorte nelle lande più desolate ed aride
del deserto de Atacama . Nacquero anche due città modello, Humberston e
Santa Laura.
Conosciuta come Oficina La Palma, quando fu aperta nel 1872, Humberstone
deve il suo nome all'amministratore inglese James Humberstone che
perfezionò la tecnica per estrarre una maggior quantità di salnitro dal
grezzo ‘caliche’ (strato di argilla). Con Humberstone arrivarono nel
deserto anche flemmatici ingegneri minerari britannici che insegnarono
ai dirigenti locali sia l'arte di timbrare il cartellino sia il
gioco del tennis e del basket. L'intera città venne costruita, in stile
vittoriano, con legname proveniente dal lontano Canada. Furono edificati
un teatro, campi da pallacanestro e da tennis, un'enorme piscina con il
ferro recuperato dal relitto di una nave affondata nel vicino porto di
Iquique. L'acqua veniva canalizzata dalle lontane Ande con un acquedotto
lungo 80 chilometri e, quando si aprivano i rubinetti, era ormai calda.
Le oficinas di nitrato presentavano molti pericoli per i
lavoratori. Un cartello ormai sbiadito ricordava agli operai che “un
incidente può distruggere tutte le vostre speranze”. Un altro cartello
avvisava che i contratti di lavoro proibivano ai minatori di offrire
ricovero a chiunque fosse estraneo alla compagnia, la quale forniva
l'alloggio, l'assistenza sanitaria, il vitto e gli articoli di prima
necessità (che normalmente potevano essere acquistati solo con “fichas”,
ossia con buoni acquisto sostitutivi del denaro contante e privi di
valore all'esterno). I sindacalisti non erano ben accetti.
La prima guerra mondiale fu “l'incidente che distrusse tutte le
speranze”, infatti la grande guerra combattuta nella lontana Europa
segnò anche l'inizio del tracollo del nitrato cileno.
Isolata dal blocco navale imposto dagli alleati, la Germania, principale
cliente del Cile, si trovò costretta a dedicarsi alla ricerca di
prodotti alternativi. Fu così che si arrivò a produrre, a prezzi
concorrenziali, il nitrato sintetico. Sulla strada intrapresa dalla
Germania si avviarono, alla fine del primo grande conflitto mondiale
anche gli altri paesi importatori; la produzione cilena entrò in crisi e
crollò, Humberstone e Santa Laura si trasformarono in due spettrali
città fantasma inghiottite nuovamente dal deserto di Atacama, il
deserto assoluto.
Gli operai, i tecnici, conobbero il dramma della disoccupazione e furono
costretti ad emigrare nuovamente, questa volta si spostarono in massa
nelle grandi città del sud del Cile, in particolare nella capitale,
Santiago. Nei loro volti, precocemente invecchiati dal sole del deserto
e dalla polvere del salnitro, si leggeva rabbia, delusione. Nelle
oficinas salniteras erano venuti in contatto con le idee ispirate al
conflitto di classe e nel 1970 appoggiarono in massa l'elezione a
presidente della repubblica di un medico socialista, Salvador Allende.
L'11 settembre 1973, esattamente trent'anni fa, il generale Augusto
Pinochet attuò un sanguinoso colpo di stato militare che portò alla
morte di Allende e al rovesciamento di una repubblica democraticamente
scelta dai cileni. I militari consumarono la loro vendetta, migliaia
di sostenitori di Allende furono incarcerati, torturati ed uccisi.
Vennero deportati nel deserto de Atacama, dove un tempo fioriva
l'industria dei nitrati, e barbaramente massacrati, ritornarono nel
deserto, molti anni dopo, ma solo per morire, davanti ad un plotone di
esecuzione. Sono migliaia i desaparecidos de Atacama.
Vorremo ricordarne uno, Fredy Taberna, il protagonista del racconto di
Sepùlveda: Le rose de Atacama.
«Il 16 settembre 1973… Un plotone di soldati lo condusse in un terreno
abbandonato nei dintorni di Iquique. Fredy riusciva a stento a muoversi,
gli avevano rotto varie costole e un braccio, e quasi non poteva aprire
gli occhi perché il suo volto era tutto un ematoma.
- Per l'ultima volta si dichiara colpevole? - Chiese un aiutante del
generale Arellano Stark, che contemplava da vicino la scena.
- Mi dichiaro colpevole di essere un dirigente del movimento
studentesco, di essere un militante socialista e di aver lottato in
difesa del governo costituzionale - rispose Fredy.
I militari lo assassinarono e seppellirono il suo corpo in qualche posto
segreto in mezzo al deserto».
Andrea Sartori
Mariano Storti
Malo,
05/08/2003
_______________________
La spedizione ATACAMA 2003 FREERIDER OLTRE QUOTA 6000 (CILE E
BOLIVIA) si è conclusa con la salita e discesa con gli sci del
PARINACOTA 6340 m e del POMERAPE 6280 m. Il Volcan SAJAMA
6540 m non era in condizioni, neve ghiacciata. E' stata pure disceso
con gli sci una grande duna di sabbia di 300 metri, situata nei pressi
di Iquique, il Cerro Dragòn, battuta dalle onde del pacifico. I
protagonisti ringraziano VALLI SPORT (Valli del Pasubio), HOBBY FOTO (
Malo), SKI-TRAB, ABBIGLIAMENTO TECNICO "MONTURA" e SCIOLINE SOLDA'.
copertina