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 Reportage Andino 

28 ottobre 2003
Testi e foto di Mariano Storti e Andrea Sartori

 

CILE: ATACAMA, IL DESERTO ASSOLUTO
11 settembre 1973: Golpe di Pinochet
LE CITTA' FANTASMA
 DI HUMBERSTONE E SANTA LAURA

“Finché ci sarà l'uomo, il deserto rifiorirà”
dal racconto
 Le rose de Atacama
di Luis Sepùlveda
scrittore cileno contemporaneo

SCHEDA GEOGRAFICA
Il tratto geografico più vistoso del Cile è senza dubbio la forma estremamente allungata: ben 4300 km, dal Deserto de Atacama alla gelida Terra del Fuoco. Nessun altro paese al mondo presenta una simile conformazione territoriale.
Lontano dall'immagine della Patagonia del profondo sud cileno, Il Norte Grande, il Deserto de Atacama, rappresenta uno spaccato aymara boliviano e peruviano in terra cilena. Una tempo, prima della Guerra del Pacifico (1879-83), scatenata per il possesso di territori ricchi di giacimenti di salnitro, infatti quest'area apparteneva ai vicinissimi Bolivia e Perù, ma era pressoché spopolata.
Le durissime condizioni climatiche del deserto erano riuscite a frenare anche l'avanzata dei conquistadores spagnoli, guidati da Pizarro.
Lungo più di 1500 chilometri, tra il confine peruviano e la città cilena de La Serena, il deserto de Atacama, il luogo più arido del mondo, è caratterizzato da una serie di ambienti senza vita. L'area si trova a cavallo del Tropico del Capricorno, un'area dominata da un perenne campo di alta pressione; inoltre una corrente marina fredda, la corrente di Humblot, impedisce la formazione di nubi sulla lunghissima costa del Cile settentrionale: piove sull'Oceano, mai sulla terra ferma. Infine i picchi andini condensano l'umidità proveniente dal bacino amazzonico solo sul settore orientale delle Ande.

  Città fantasma di Santa Laura
    Humberstone: una stanza
perfettamente conservata, con
la sua tavola apparecchiata
sembra aspettare i commensali
    Porta aperta su Santa Laura
    Piscina di Humberstone
    Chiesa di Humberstone
    Vecchio teatro di Humberstone
Tutto è pronto... manca solo
il pubblico. E' partito per sempre
    Deserto di Atacama
    Deserto di Atacama
    Deserto di Atacama
    Deserto di Atacama
    Mummia: il deserto è spietato
nell'uccidere ma misericordioso
nel conservare: ciò che viene
lasciato qui resta intatto
    I vulcani del deserto
1

Dalla piattaforma costiera, battuta dalle onde del Pacifico, all'altipiano, alla Cordillera delle Ande, dove svettano i Vulcani: Pomerape, 6280 m, Parinacota, 6340 m, Llullaillaco, 6739 m, Ojos del Salado, 6880 m, si sviluppa l'Atacama, che i climatologi definiscono il deserto assoluto. Vi sono lande desolate, simili al suolo di Marte, dove, forse da 10.000 anni, non è mai caduta una goccia d'acqua.
Solo un piccolo fiume, simile a modesto ruscello, riesce a raggiungere l'Oceano Pacifico, è il Rio Loa, l'unico corso d'acqua per 1500 km. Il viaggiatore per chilometri non scorge un filo d'erba, né un cactus, né una lucertola, né un moscerino, tuttavia nulla marcisce, poiché non c'è umidità, tutto si trasforma in un reperto archeologico, come le città fantasma di Humberston e Santa Laura, legate all'epopea dello sfruttamento del salnitro.

LA STORIA
L'aridità del clima è uno dei fattori che determinarono la nascita di queste due città, oggi abbandonate e spazzate dal vento del deserto.
Nella metà del 1800 furono scoperti ingenti depositi superficiali di ‘caliche’, un nitrato grezzo che impiega milioni di anni a formarsi e che l'aridità assoluta ha lasciato intatto. La vegetazione lo avrebbe assorbito, le piogge lo avrebbero dilavato; nel deserto, invece, gran parte della superficie era ed è incrostata di oro bianco. Nel periodo del suo massimo splendore, il salnitro cileno o nitrato di sodio e potassio giunse a monopolizzare i mercati mondiali dei fertilizzanti e degli esplosivi. Il Norte Grande si popolò, migliaia di lavoratori, spagnoli, aymara, polacchi, italiani, russi, inglesi, croati, ebrei si riversarono nelle 166 “oficinas salniteras” sorte nelle lande più desolate ed aride del deserto de Atacama . Nacquero anche due città modello, Humberston e Santa Laura.
Conosciuta come Oficina La Palma, quando fu aperta nel 1872, Humberstone deve il suo nome all'amministratore inglese James Humberstone che perfezionò la tecnica per estrarre una maggior quantità di salnitro dal grezzo ‘caliche’ (strato di argilla). Con Humberstone arrivarono nel deserto anche flemmatici ingegneri minerari britannici che insegnarono ai dirigenti locali sia l'arte di timbrare il cartellino sia il gioco del tennis e del basket. L'intera città venne costruita, in stile vittoriano, con legname proveniente dal lontano Canada. Furono edificati un teatro, campi da pallacanestro e da tennis, un'enorme piscina con il ferro recuperato dal relitto di una nave affondata nel vicino porto di Iquique. L'acqua veniva canalizzata dalle lontane Ande con un acquedotto lungo 80 chilometri e, quando si aprivano i rubinetti, era ormai calda.
Le oficinas di nitrato presentavano molti pericoli per i lavoratori. Un cartello ormai sbiadito ricordava agli operai che “un incidente può distruggere tutte le vostre speranze”. Un altro cartello avvisava che i contratti di lavoro proibivano ai minatori di offrire ricovero a chiunque fosse estraneo alla compagnia, la quale forniva l'alloggio, l'assistenza sanitaria, il vitto e gli articoli di prima necessità (che normalmente potevano essere acquistati solo con “fichas”, ossia con buoni acquisto sostitutivi del denaro contante e privi di valore all'esterno). I sindacalisti non erano ben accetti.
La prima guerra mondiale fu “l'incidente che distrusse tutte le speranze”, infatti la grande guerra combattuta nella lontana Europa segnò anche l'inizio del tracollo del nitrato cileno.
Isolata dal blocco navale imposto dagli alleati, la Germania, principale cliente del Cile, si trovò costretta a dedicarsi alla ricerca di prodotti alternativi. Fu così che si arrivò a produrre, a prezzi concorrenziali, il nitrato sintetico. Sulla strada intrapresa dalla Germania si avviarono, alla fine del primo grande conflitto mondiale anche gli altri paesi importatori; la produzione cilena entrò in crisi e crollò, Humberstone e Santa Laura si trasformarono in due spettrali città fantasma inghiottite nuovamente dal deserto di Atacama, il deserto assoluto.
Gli operai, i tecnici, conobbero il dramma della disoccupazione e furono costretti ad emigrare nuovamente, questa volta si spostarono in massa nelle grandi città del sud del Cile, in particolare nella capitale, Santiago. Nei loro volti, precocemente invecchiati dal sole del deserto e dalla polvere del salnitro, si leggeva rabbia, delusione. Nelle oficinas salniteras erano venuti in contatto con le idee ispirate al conflitto di classe e nel 1970 appoggiarono in massa l'elezione a presidente della repubblica di un medico socialista, Salvador Allende. L'11 settembre 1973, esattamente trent'anni fa, il generale Augusto Pinochet attuò un sanguinoso colpo di stato militare che portò alla morte di Allende e al rovesciamento di una repubblica democraticamente scelta dai cileni. I militari consumarono la loro vendetta, migliaia di sostenitori di Allende furono incarcerati, torturati ed uccisi. Vennero deportati nel deserto de Atacama, dove un tempo fioriva l'industria dei nitrati, e barbaramente massacrati, ritornarono nel deserto, molti anni dopo, ma solo per morire, davanti ad un plotone di esecuzione. Sono migliaia i desaparecidos de Atacama.
Vorremo ricordarne uno, Fredy Taberna, il protagonista del racconto di Sepùlveda: Le rose de Atacama.
«Il 16 settembre 1973… Un plotone di soldati lo condusse in un terreno abbandonato nei dintorni di Iquique. Fredy riusciva a stento a muoversi, gli avevano rotto varie costole e un braccio, e quasi non poteva aprire gli occhi perché il suo volto era tutto un ematoma.
- Per l'ultima volta si dichiara colpevole? - Chiese un aiutante del generale Arellano Stark, che contemplava da vicino la scena.
- Mi dichiaro colpevole di essere un dirigente del movimento studentesco, di essere un militante socialista e di aver lottato in difesa del governo costituzionale - rispose Fredy.
I militari lo assassinarono e seppellirono il suo corpo in qualche posto segreto in mezzo al deserto».

Andrea Sartori
Mariano Storti
Malo,  05/08/2003

 

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La spedizione ATACAMA 2003 FREERIDER OLTRE QUOTA 6000 (CILE E BOLIVIA) si è conclusa con la salita e discesa con gli sci del PARINACOTA 6340 m e del POMERAPE 6280 m. Il Volcan SAJAMA 6540 m non era in condizioni, neve ghiacciata. E' stata pure disceso con gli sci una grande duna di sabbia di 300 metri, situata nei pressi di Iquique, il Cerro Dragòn, battuta dalle onde del pacifico. I protagonisti ringraziano VALLI SPORT (Valli del Pasubio), HOBBY FOTO ( Malo), SKI-TRAB, ABBIGLIAMENTO TECNICO "MONTURA" e SCIOLINE SOLDA'.

 

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