Domenica scorsa, 7 settembre, un mio amico e
membro del soccorso alpino è venuto a trovarmi al rifugio e mi ha
comunicato che oltre 100 pecore ed una capretta erano incrodate su di
una cima a quota m 2850 circa.

Erano
già stati con l'elisoccorso della Provincia di Trento a fare un
sopralluogo. Qualcuno aveva detto di lasciar perdere o meglio di
lasciarle al loro destino. Credo tu sappia quanto sono importanti gli
animali per me e quindi subito ho chiamato il capo del soccorso alpino
di Pinzolo e poco dopo mi ha richiamato per dirmi che la mattina
successiva saremmo andati su a provare qualcosa. La mattina il tempo era
pessimo e quindi non si è fatto niente. Hanno parlato di rimandare a più
avanti ma io stavo male al pensiero di quelle povere bestie. Il martedì
sono quindi salito da solo a piedi finché ho sentito il lamento di una
capretta e quindi ho individuato un parte delle pecore smarrite.

A
fatica le ho raggiunte ma nonostante l'impegno non sono riuscito a fare
niente per farle scendere quindi con gli occhi pieni di lacrime sono
tornato a casa ed ancora mi sono sentito dire che gli elicotteri erano
impegnati fino a sabato e le previsioni del tempo si facevano brutte. Il
problema dell'elicottero era importante per poter portare su tutto il
materiale necessario: circa 500 metri di corde oltre al resto
dell'attrezzatura. Sono tornato al rifugio ed al mattino mi sono
permesso di telefonare in Provincia ed ho avuto la comprensione e
l'appoggio della Dottoressa Berasi, se non sbaglio Assessore
all'Ambiente. Al pomeriggio l'elicottero è passato a prendermi al
rifugio e con altri 5 membri del soccorso fra cui il Capo Maffei Martino
ci siamo fatti scaricare sulla parete.

Dopo
alcuni tentativi abbiamo individuato un posto attraverso il quale
saremmo potuti scendere con le pecorelle. Alle 19.30 un gruppetto di 14
erano finalmente molto più in basso a brucare l'erba. Ieri mattina
sempre con l'aiuto dell'elicottero e dei bravissimi piloti insieme ad
altri 5 del Soccorso, siamo tornati lassù e dopo avere traversato ed
attrezzato con corde fisse quasi 400 metri di parete abbiamo cominciato
a spingere il gregge verso la salvezza. Mentre gli altri continuavano
con le pecore in due siamo scesi dalla capretta che con il suo belare,
non simile ma uguale ad un lamento di un bambino, ci ha permesso di
raggiungerla. Non riesco a descriverti i posti in cui quei poveri
animali sono passati, molti dei quali a noi ci sono voluti tutti ferri
di bottega per passare. Si è anche messo a nevicare e vedere gli animali
scivolare era per me un cosa tristissima. Purtroppo negli oltre dieci
giorni trascorsi da loro su quella montagna circa venti sono cadute
dalla parete ma ieri sera con altre 84 pecore e la capretta siamo
riusciti a raggiungere i pascoli. Sai, questo per me è stato sicuramente
il mio soccorso più impegnativo e gratificante della mia vita. Sono
anche molto contento che ho trovato persone molto sensibili anche nella
nostra cara Provincia di Trento.
Ti
mando un caro saluto, ciao Ermanno


copertina