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 Patagonia 2003 

24 marzo 2003
Agnese Wisniewska
Kayland

 

Cerro Torre
Gruppo del Fitz Roy

Parete Sud

Fuga dal Cerro Torre

In data 14/3/2003 una breve schiarita del tempo ci ha incoraggiato ad effettuare l'ennesimo tentativo di scalare il Cerro Torre. Raggiunta in serata la base della parete Sud, Bubu e Riccardo hanno pernottato nel portaledge.

Circa 70 centimetri di neve fresca caduta sul ghiacciaio hanno rallentato notevolmente la marcia di salita sia per il maggiore pericolo costituito dai crepacci coperti e nascosti, sia per la necessità di battere nuovamente la pista.
In pochissimo tempo le condizioni meteorologiche sono mutate ed a metà del ghiacciaio si è scatenata una tempesta di neve che ha poi continuato ad imperversare per tutta la notte.

La maggiore preoccupazione era costituita dal continuo movimento della massa nevosa che con slavine e sassi minacciavano la nostra linea di salita. Solo a metà del mattino seguente siamo riusciti ad uscire dal portaledge scoprendo con stupore l'enorme quantità di neve ammassata sul ripido cono di accesso alla crepaccia terminale.

Risalito il cono nevoso in direzione delle corde fisse poste sui tiri saliti nei giorni precedenti, abbiamo scoperto che queste erano state completamente sommerse dalla neve rendendo impossibile il loro uso.
Il materiale collocato all'inizio delle corde fisse era scomparso.
Con rabbia, volontà e notevole fatica abbiamo scavato per otto ore ininterrottamente circa 12 metri nella neve alla ricerca del materiale; il sopraggiungere della notte ha impedito la prosecuzione della ricerca e costretti a ritirarci nel portaledge abbiamo sperato nel miglioramento del tempo, ma... invano!

L'unico posto sicuro era per noi il portaledge, visto che dalla parete Sud del Torre e dai pendii del Cerro Adela continuavano a cadere pericolose valanghe.
Per tutta la notte ed il mattino seguente la bufera ha imperversato sulla montagna; molte volte siamo dovuti uscire per spalare la neve che cresceva a vista d'occhio minacciando di sommergere il portaledge stesso, inizialmente fissato sulla parete a circa 8 metri dalla base del ghiacciaio. Alle ore 12 l'angolo del portaledge a monte è stato colpito da una slavina.

In quel momento abbiamo realizzato di essere in pericolo e di non avere più un luogo sicuro ove ripararci, era indispensabile fuggire! La fuga comportava però altri grossi rischi: neve fresca alta oltre un metro e mezzo, continue minacciose valanghe da attraversare, e violente raffiche di vento.
La nostra sicurezza era seriamente minacciata.

Dopo circa 7 ore di faticosa e rocambolesca discesa dal ghiacciaio in cui siamo sfuggiti a due slavine, sopravvissuti ad un volo di oltre 50 metri ed a una raffica di vento che ci ha scaraventati a terra per oltre 20 metri, abbiamo raggiunto la tendina del campo intermedio alle ore 22,30 mentre il ghiacciaio era spazzato da una violentissima bufera. Ci stringiamo la mano guardandoci negli occhi consapevoli di avere sfiorato la morte.

Il giorno seguente alle ore 13 arriviamo al campo base ove medichiamo gli acciacchi e facciamo il conto dei danni subiti.

Il maltempo solo dopo alcuni giorni ci permette di riportare al campo base i materiali restanti con l'aiuto di altri alpinisti, un inglese ed uno svizzero.

Il volo di rientro è fissato per il 26 pv.

Felici di essere in vita, con il grande rammarico di essere stati beffati per oltre due mesi dal mal tempo e dalla sfortuna, si chiude anche questa spedizione.

Saluti a tutti
 
Patagonia Expedition 2003 The New Challenge
Bubu Bole - Riccardo Milani - Paolo Schiavo

pagine extra correlate: http://www.intraisass.it/extra10.htm  http://www.intraisass.it/extra9.htm

 

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