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Comunicato stampa
15 DICEMBRE 2003
Luciana Rota
Club Alpino Italiano – ufficio stampa
LA MONTAGNA VISTA/VISSUTA DALLE DONNE
Paola Peila, direttore generale del Club Alpino Italiano, è intervenuta al
Convegno Internazionale "Matriarcato e Montagna" portando una
testimonianza importante nella gestione di un'Associazione che nel 2003 ha
festeggiato i suoi 140 anni e riunisce oltre 300 mila soci in Italia.
Sardagna (Trento), sabato 13 dicembre 2003 - Si è svolto, sabato 13 e si
concluderà domenica 14 dicembre, presso la sala conferenze del Centro
Congressi Panorama, a Sardagna (TN), il V Convegno Internazionale
"Matriarcato e Montagna: la montagna è donna", ideato dalla
antropologa
Michela Zucca. Tra le relazioni piu' applaudite, nell'affollata sala
conferenze del Centro Multipolare per lo Sviluppo Sostenibile, quella del
Direttore Generale del Club Alpino Italiano, Paola Peila, sul tema "Il
CAI: donne che vanno in montagna". Al Convegno è intervenuta fra l'altro
il vice presidente della Provincia Autonoma di Trento Wanda Chiodi.
Dopo aver svolto un interessante percorso storico sulla presenza della
figura della donna in montagna e dopo avere illustrato i numeri che
riferiscono della ancora scarsa presenza femminile a livello dirigenziale
e organizzativo nel mondo del CAI e in generale della Montagna, Paola
Peila, prendendo spunto anche dall'esito di un sondaggio - 'La donna e il
CAI' - pubblicato sullo "Scarpone" (mensile del CAI), ha sottolineato come
"le donne si stanno avvicinando in diversi settori a questo mondo,
cogliendo le innovazioni, proponendosi in maniera attiva ad esempio
nell'alpinismo giovanile, nei contesti dei comitati scientifici, culturali
e medici, con grande attenzione alle nuove opportunità che proprio la
Montagna ci offre, soprattutto in un momento in cui si avverte molto il
bisogno di recuperare spazi di respiro, evadere dalle città e portare un
contributo che sia un valore aggiunto ad un movimento sino ad oggi
fortemente caratterizzato dalla figura maschile".
"Dal sondaggio fatto si segnala in effetti una difficoltà da parte della
figura femminile alla partecipazione e all'inserimento in un ambiente a
predominanza maschile. Tuttavia, il dato più significativo risulta essere
la consapevolezza generale che specifiche opportunità, date da competenze,
identità, sensibilità femminili vengono a mancare per l'organizzazione e
l'attività del CAI come conseguenza della scarsa partecipazione delle
donne all'interno dell'associazione. Si tratta evidentemente di innescare
un processo di costruzione di nuovi modelli di frequentazione, di
conoscenza e di sviluppo dell'attività in montagna diversi da quelli
tradizionali improntati sulla figura maschile, dove le caratteristiche e
le identità del mondo femminile trovino una loro collocazione, un adeguato
spazio di convivenza e di confronto".
"Per raggiungere tale obiettivo - continua il Direttore Generale del Cai -
è indispensabile che le donne siano presenti nelle attività, nei ruoli
istituzionali, negli organismi preposti alla definizione e decisione dei
modelli organizzativi, culturali e formativi del Club Alpino Italiano. E'
auspicabile dunque la promozione di condizioni che favoriscano una
maggiore partecipazione delle donne che vanno in montagna perché la
diversità possa rappresentare una reale opportunità".
Club Alpino Italiano – ufficio stampa
prim@next
tel. 02 70004735 luciana.rota@primanext.it
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