NEPAL - DICEMBRE 2003
Apeiron onlus
Baluwatar, Kathmandu - Nepal
Tel . 00-977-1-443520
E-mail:
silviadelconte@virgilio.it
www.apeiron-aid.org
La nostra posizione in questa
divulgazione di notizie rimane quella di testimoniare le grosse violazioni
dei diritti umani provocate da entrambe le parti: Governo e maoisti.
Da pochi giorni a Kathmandu è scattata una nuova ordinanza che permette
all’esercito di perquisire a loro scelta le case dei cittadini nepalesi,
le librerie e i negozi che possano avere libri sul Comunismo o tematiche
affini che sostengano le teorie della Rivoluzione del Popolo.
Questa situazione l’abbiamo constatata anche personalmente entrando nelle
librerie e chiedendo l’ultima edizione del libro di Baburam Bhattarai,
l’ideologo del movimento del Popolo, “The Nature of Underdevelopment and
Regional Structure of Nepal”, il quale era stato tolto dalla vetrina per
motivi di sicurezza.
Molti nepalesi si sono visti violare il proprio diritto alla privacy.
Ad ogni ora del giorno, per alcuni giorni, esercito e polizia militare,
hanno perquisito le case in diverse aree della città, in cerca di “prove”
che potessero bastare a incriminare le persone di “atti di terrorismo”.
Giovedì 6 Novembre una macchina di un cittadino nepalese ha urtato
leggermente un autobus che trasportava i bambini di una scuola
dell’esercito, il responsabile della scolaresca, un militare, è sceso
dall’autobus e ha sparato all’autista che aveva provocato un graffio sulla
fiancata dell’autobus, uccidendolo, aveva solo 21 anni, ed era
proprietario di un negozio di stoffe a Kathmandu. Un militare
dell’esercito Reale nepalese che dovrebbe garantire la sicurezza e
l’incolumità dei cittadini, ne ha appena causata la morte.
Prachanda, Presidente del partito Comunista del Nepal (Maoista) e
Comandante dell’Esercito di Liberazione Popolare del Nepal, ha rilasciato
un’intervista sull’intensificarsi della guerriglia, ha parlato
dell’amministrazione dell’attuale governo, che si trova relegata ai
Quartieri Generali di ogni distretto, quando nelle aree rurali del paese
ne rimane solo una traccia nei frequenti scontri dell’esercito Reale
contro i ribelli.
Oggi l’autorità del governo nepalese è riconosciuta nelle aree urbane,
mentre nelle aree rurali prevale il “Governo del Popolo”, questa
situazione ha portato il Partito (Maoista) a ridefinire concretamente la
sua strategia di azione in un piano di “ricostruzione e distruzione”, come
è stato definito. Mentre fino a pochi mesi fa la strategia era stata
quella di colpire le infrastrutture governative costruite con
finanziamenti stranieri, soprattutto americani, in un’ottica di
“distruzione”, oggi sembra rovesciarsi, nei villaggi dove predomina la
presenza dei maoisti sarà avviata la fase di “ricostruzione”, mentre nelle
aree urbane, dove è ancora forte la presenza dell’esercito e del governo
del Re, comincerà la “fase di distruzione”. Ancora non è chiaro in che
modo.
Dall’intervista emerge la difficoltà dei media a fornire informazioni e a
rimanere obiettivi nei loro giudizi, viste le troppe pressioni da entrambe
le parti. Le notizie arrivano con difficoltà al pubblico, comunque in
maniera distorta, provocando un’illusione nelle persone sulla reale
situazione del Paese.
La generalità del pubblico, la comunità degli intellettuali e i gruppi
politici, dovranno in futuro fare sentire ancora di più la loro voce e la
loro presenza e responsabilità, anche a livello internazionale.
Si legge nell’intervista a Prachanda che i Maoisti denunciano dal giorno
del massacro della Famiglia Reale una degenerazione del governo del paese
in un “fascismo militare”.
E’ con la progressiva militarizzazione del paese da un lato e
l’aspirazione delle persone a un cambiamento totale dall’altro, che è
stata più volte richiamata l’attenzione di tutti i maggiori partiti del
Parlamento sulla situazione politica, ma quello che ne è emerso è stata la
loro prevalente preoccupazione di mantenersi al potere, senza preoccuparsi
di lavorare per il benessere della Nazione.
Nel frattempo la situazione è precipitata con lo stato di emergenza, la
dissoluzione del Parlamento, la delegittimazione del Primo Ministro e per
ultima la dichiarazione del Re del 4 Ottobre di centralizzare l’autorità
dello Stato totalmente nelle sue mani, e la decisione di fare arrivare
esperti americani in armamenti, finanziamenti per l’acquisto di armi dai
Governi occidentali, strategie politiche che hanno fatto spostare quasi
l’intero budget previsto per lo sviluppo del paese, per l’istruzione e la
sanità, nell’acquisto di armi, il tutto in un’ottica di “soluzione
pacifica” della crisi.
L’uccisione di un grande numero di maoisti in realtà non è esatta perché
molti dei morti non erano Maoisti, ma civili innocenti, rimasti uccisi
negli scontri a fuoco tra esercito e ribelli.
Oggi 72 distretti su 75 sono sotto il diretto controllo dei Maoisti e di
questi tra i 24 e i 30 hanno già i propri governi popolari, questo
significa che stanno ricreando un apparato di governo che è parallelo al
governo “fantasma” nepalese, attualmente in carica.
L’invasività dell’intervento straniero negli affari interni del Nepal ha
fatto molto discutere, soprattutto quando “atti di terrorismo” perpetrati
sia dai maoisti che dall’esercito Reale sono sostenuti dai governi
occidentali, sia con la vendita di armi al Governo che con l’invio di
personale addestrato nel paese, come per il caso dell’America, che ha già
mandato circa 150 dei suoi uomini.
Ecco perché la guerra civile ha preso il carattere di guerra nazionale.
In questo clima di confusione e di conflitto tra le diverse parti,
l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha dimostrato un vivace
interesse per la situazione politica del Nepal, proponendosi come
mediatore nei dialoghi di pace tra Governo e i Maoisti, per il
raggiungimento di una soluzione pacifica. La sua posizione neutra è vista
positivamente, e potrebbe essere una valida presenza per risolvere
l’attuale crisi in Nepal.
I Maoisti pensano che “l’ONU dovrebbe fare sentire la sua presenza e
confrontarsi con l’egemonia degli Stati Uniti, in favore della pace e del
diritto delle Nazioni all’auto-determinazione”.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha sempre
sottolineato l’importanza di un ruolo propositivo dell’ONU nel risolvere
pacificamente il conflitto tra il regime monarchico feudale e una vera
democrazia del popolo, e creare le premesse per il fondamentale diritto di
ogni popolo verso l’auto-determinazione.
I diritti umani fondamentali non possono essere garantiti e assicurati da
un governo che si ostina a rappresentare il Paese nonostante abbia perso
completamente la fiducia della gente e tutta la sua Autorità, mantenendosi
in carica senza una regolare elezione e senza riuscire a garantire la
sicurezza ai propri cittadini in tutto il Paese.
Purtroppo in Nepal è difficile trovare persone, giornalisti e
organizzazioni disposte a parlare o scrivere anche poche righe sui crimini
inumani come le uccisioni, gli arresti arbitrari di civili, gli stupri di
gruppo e i crudeli assassini di donne, disposti a denunciare le feroci
torture e la scomparsa quasi quotidiana di persone, crimini all’Umanità
perpetrati a danno della popolazione civile sia dai Maoisti dichiarati
terroristi che dall’Esercito Reale nepalese, preposto alla “sicurezza”.
Silvia Del Conte
Redazione di Apeiron Nepal
^UP^