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 Comunicati stampa 

30 aprile 2003
Comunicato Stampa
Marco Benedetti
51° Filmfestival Città di Trento

 CONSEGNATI AL CASTELLO "I CARDI" DELL’ITAS

Conferiti i premi agli autori e agli editori scelti dalla Giuria presieduta da Mario Rigoni Stern

Si è svolta questo pomeriggio, nella cornice del Castello del Buonconsiglio, la cerimonia di consegna del Premio Itas del Libro di montagna.“Questa edizione, la numero 32, ci ha particolarmente soddisfatto" ha esordito il presidente Edo Benedetti dopo aver ringraziato autori, editori e autorità. "I riconoscimenti assegnati dalla giuria, ha proseguito Benedetti, toccano un ventaglio molto ampio delle tematiche in concorso. Ci preme soprattutto affermare l’alto profilo delle opere che sono state presentate in concorso e ci piace che questa cerimonia sia l’occasione per dare visibilità a tutti questi libri e agli editori”.Come presidente della giuria Mario Rigoni Stern ha voluto soffermarsi sulla giovinezza e la freschezza di spirito che il Premio Itas ha conservato in questi tre decenni: “Sono stati premiati libri che trattano di aspetti non remoti dell’alpinismo e del mondo della montagna – ha affermato Rigoni Stern – segno della freschezza del premio letterario”. Quindi si è passati alla consegna dei riconoscimenti ad autori ed editori. Sono stati segnalati e premiati tre libri.

Tibet l’altra metà del cielo” di Maria Antonia Sironi, Hildegard Diemberger e Soman Tsomo (Giorgio Mondatori editore) frutto di ricerche e interviste che racconta l’alpinismo femminile tibetano.

Cervino” di Henry Maldiney (Tararà Edizioni, Verbania) che riprende antichi miti del Cervino e li interpreta secondo una concezione moderna.

Camosci” di Stefano Unterthiner e Luciano Ramires (Musumeci Editore – Quart) che con scientifica precisione racconta del nobile abitante delle vette.

Un premio speciale agli autori è stato conferito a “Sorride l’aurora” di Fortunato Turrini e Guido Moretti (Edizioni Tipoarte). Si tratta di un volume che raccoglie e illustra le immagini di saggezza popolare tratte da piccoli dipinti del Settecento.

Il Cardo d’argento (corredato da 2600 euro) per le opere che rivelino interesse nel campo dell’ambiente di montagna è stato assegnato a “Dalla villeggiatura alla clandestinità” di Bruno Guglielmotto Ravet e Marino Pernotto (Lanzo Torinese Editore). Una ricerca storica sul salvataggio di 600 persone ebree nelle valli del Lanzo, l’occasione per mettere in risalto una storia sconosciuta, hanno sottolineato gli autori.

Il Cardo d’argento per la saggistica (con 2600 euro) è stato assegnato a tre guide: “Piante e erbe nelle Dolomiti”, “Guida enogastronomica del Trentino” e “Guida al folclore del Trentino” di Silvia Vernaccini (Artimedia - Trento). Emozionata e felice l’autrice ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato con lei e in particolare i fotografi le cui immagini corredano le tre guide.

Ultima, ma solo in ordine cronologico, la consegna del Cardo d’oro (con 5200 euro) allo scrittore polacco Zbigniew Umidajewicz per il suo “Un’estate a Chamonix” edito dal Centro Documentazione Alpina.

L’avventura di alcuni scalatori polacchi, negli anni Ottanta quando ancora per uscire dall’Est e aver modo di conoscere il mondo Occidentale occorreva perlomeno avere un fine sportivo, è raccontata nel libro con brio e umorismo. “Ci sentivamo come Cavalieri della montagna" – ha raccontato l’autore aiutato per la traduzione da Mirella Tenderini curatrice della collana “Le Tracce” di cui fa parte l’opera. "Cercavamo il modo di far esplodere la nostra voglia di libertà. E come tutti gli alpinisti eravamo un poco buffi. La motivazione che mi ha spinto è stata l’amore per la montagna. Ma non sono io il protagonista del libro. E non vi svelo altro, vi lascio questo mistero da scoprire” ha concluso Zbigniew Umidajewicz.

In chiusura una considerazione di Mirella Tenderini: “Quando si dice che un filone sia finito, nello specifico la narrativa italiana di montagna, è l’ora che si risveglia la fantasia e non muore. Si è detto tempo fa che con le nuove tecnologie il libro sarebbe morto. Ma il libro è molto vivo”. (b.f.)

Trento, 29 aprile 2003

L'Ufficio Stampa

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