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 Comunicati stampa 

28 aprile 2003
Comunicato Stampa
Marco Benedetti
51° Filmfestival Città di Trento

 UNA “MONTAGNA DI LIBRI” PER LA RASSEGNA INTERNAZIONALE APERTA NEL CUORE DELLA CITTA’

Sotto il tendone di Piazza Fiera, con 700 opere, oltre 110 riviste specializzate, e l’omaggio a Giuseppe Mazzotti inaugurata  la 17° mostra dell’Editoria di Montagna

Domenica pomeriggio si sono aperte, ufficialmente, le danze. E non solo in senso metaforico. E' stata  infatti l'esibizione  del  Gruppo Folk e dalla Banda di Praso (il paese della Valle del Chiese, con cui il Festival quest’anno ha stretto una sorta di gemellaggio) ad accompagnare l'apertura ufficiale del 51° Filmfestival internazionale di Trento.
Un intrattenimento di alcune decine di minuti per inaugurare  in modo simpatico  il  più importante appuntamento mondiale dedicato all’editoria specializzata di montagna e, naturalmente, il Filmfestival che l’ ha fatta nascere  17  anni  fa. Musica e danze popolari prima di entrare nel tendone di Montagnalibri per  inaugurare  questa 17° rassegna internazionale dell’Editoria di montagna, per ascoltare i discorsi ufficiali e scoprire le novità di questa edizione.
All’assessore alla cultura del Comune di Trento Micaela Bertoldi è toccato il saluto al pubblico, davvero numeroso e subito interessato a sfogliare le centinaia di volumi in mostra.
“Trento è orgogliosa .- ha detto l’assessore – di ospitare questa realtà culturale che tratta delle nostre montagne, ma non solo. Parla delle montagne del mondo. La capacità di essere dentro l’attualità di ciò che accade intorno alle montagne e sulle montagne, il Filmfestival l’ha dimostrata già dall’anno scorso con "Montagne di Pace", un progetto che entra nel dibattito, si assume lo sforzo della conquista (della pace)”.
Con un accenno ed un ringraziamento allo sforzo del nuovo consiglio direttivo, ai nuovi vertici del Festival, l’assessore Bertoldi ha lasciato la parola al nuovo presidente Italo Zandonella Callegher.
“Ci fa bene sentire sul collo l’affetto del Comune di Trento e del pubblico. Ci obbliga, in un certo senso, a fare di più” ha esordito il presidente. Quindi, con un entusiastico “diamo inizio alle danze” ha ricordato come sotto il tendone di Montagnalibri ci si sente immersi nella cultura mondiale della montagna. “Ed il merito – ha aggiunto rivolgendosi alla curatrice della rassegna – è di Luana Bisesti che quasi da sola fa tutto questo”.
700 volumi, 114 riviste specializzate sono i numeri di questa 17° edizione della mostra del libro di montagna che per la prima volta ha al suo interno uno stand del Club Alpino Italiano ed uno anche del Soccorso Alpino, accanto ad uno stand sulla storia della Sat.
Ma tra le centinaia di libri (dalle guide ai manuali, dai romanzi ai libri fotografici) c’è anche una esposizione speciale dedicata alla figura di Giuseppe Mazzotti.

“La montagna tra mito e oggetto” è il titolo di questa mostra che vuole essere una rilettura del messaggio del sacerdote -  alpinista. Cultore dei valori e delle risorse del territorio montano, Bepi Mazzotti aveva lanciato  già settant’anni  fa un forte grido  di  allarme sul futuro della montagna.
“Volendo rileggere il messaggio di Mazzotti – ha spiegato Francesco Cetti Serbelloni, presidente dell’associazione del premio letterario che ha voluto e curato la mostra   - credo che potremo esprimerlo in questo modo: la montagna è di tutti, ma la dobbiamo restituire ai montanari che da sempre la curano e la vivono, anche nei momenti più difficili”.
Ha sottolineato l’evoluzione del Festival, Giacomo Santini parlamentare europeo che ha portato il saluto del Presidente del consiglio europeo, Pat Cox, che per la prima volta ha  concesso il suo alto patrocinio alla manifestazione trentina. “Quello di Trento è diventato nel corso dei decenni un punto di riferimento per tutti ha saputo dare alla gente ciò che chiedeva” ha commentato Santini.
La  Banda e il  Gruppo  Folk  di Praso  sono  sfilati quindi  lungo via Santa Croce verso il Centro  S. Chiara, mentre il pubblico già affollava il tendone in cerca del libro preferito,  per un'altra  inaugurazione ufficiale,  quella del "Campo base" del  Filmfestival. (b.f.)

 

 PRIMI COLPI DI SGORBIA ALLE SCULTURE DELL'EVEREST AL "CAMPO BASE" DEL FILMFESTIVAL 

Da domani fino a sabato 3 maggio gli allievi della Scuola del Legno  di Praso al lavoro. Si arrampica con le guide alpine sulla struttura del free climbing point " La Sportiva".

Sono stati l'assessore alla cultura del Comune di Trento Micaela Bertoldi, quindi l'europarlamentare Giacomo Santini e il presidente del Filmfestival Italo Zandonella Callegher a incidere per primi le sgorbie affilate nei blocchi di legno di cedro offerti dalle aziende della Sezione Legno dell'Associazione degli Industriali di Trento che da domani, nelle esperte mani degli allievi della Scuola del Legno di Praso e sotto la guida dei due maestri Mario Ricci e Nicola Cozzio, incominceranno a trasformarsi in due sculture dedicate all'Everest.
Allegria e aria di festa sotto il tendone del campo base affollato di gente, che è stato inaugurato ufficialmente nel pomeriggio alla presenza della Banda e del Gruppo Folk di Praso. Attorno ai blocchi di legno di cedro una serie di tabelle spiegano il percorso che la comunità di Praso ha intrapreso da alcuni anni per la riscoperta culturale delle proprie radici, un percorso che passa attraverso la Scuola del legno, attiva da otto anni, i gruppi folcloristici, la Banda, il coro femminile Arnica. Accanto ai blocchi di legno, altri blocchi, quelli delle paretine artificiali del Climbing Point La Sportiva, l'azienda trentina leader mondiale nelle scarpette da arrampicata. Qui si può arrampicare sotto la sorveglianza e assicurati da una guida alpina tutti i giorni dalle 11 alle 21. Nella giornata di venerdì 2 maggio sulle paretine del climbing point si esibiranno alcuni dei più forti arrampicatori del team La Sportiva e il pubblico potrà testare gli ultimi materiali nati nell'azienda di Ziano di Fiemme.
Il Campo Base quest'anno non offrirà il servizio di ristorante, un compito affidato al "Rifugio del Filmfestival" che sarà aperto domani alle ore 12 nella Mensa universitaria del Centro S. Chiara, ma offrirà fino a sabato 3 maggio servizio di bar e di ristoro dalle 10 alle 2 della notte.

 

 IMMAGINI CHE PARLANO, PIU’ DELLE PAROLE 

Inaugurate le quattro mostre aperte fino a domenica 4 maggio nello spazio Foyer del Centro Santa Chiara. Tre percorsi fotografici ed uno pittorico per salire  in cime alle vette del mondo e tra le  loro popolazioni

Una bella immagine, si sa, a volte può dire più di tante parole. E’ così per tutte le foto e gli acquerelli esposti da oggi al Foyer del Centro Santa Chiara  per l'intera settimana del  51° Filmfestival.
Il Foyer dell'Auditorium ospita quest'anno quattro mostre, tre fotografiche, una pittorica, inaugurate contemporaneamente questo pomeriggio  dal presidente Italo Zandonella Callegher e dal direttore Roberto Bombarda.
Scelte non casuali queste quattro esposizioni “danno un senso di universalità” così il presidente che ha aperto la breve cerimonia  alla quale erano presenti anche artisti e curatori.
“Sulle montagne in punta di pennello” è una antologica di Carlo Ghe, pittore, generale degli Alpini, che ha sempre cercato di cogliere i riflessi più seducenti dei luoghi di montagna. I paesi, i prati, i fiori e le occupazioni degli uomini sono raffigurati con le cime nei quadri luminosi di Ghe, pittore per ottant’anni della sua vita.
“Bernina” è il titolo della carrellata di  foto di Luca Merisio, figlio d’arte. Ripidi versanti carichi di neve, illuminati o resi oscuri dalla luce e dalla sua assenza. L’azzurro del cielo che contrasta con il candore o il verde dei pendii, il rosa dell’alba o del tramonto. Il passaggio dell’uomo e i segni del tempo. Tutto queste emozioni si vivono osservando gli scatti di Luca Merisio, colorati quanto basta, e  tutti focalizzati sul Bernina, il monte più amato.
Nelle fotografie di Giancarlo Pavan (eclettico artista e musicista, per il quale l’esperienza più grandiosa è quella della montagna) sono le cime dolomitiche ad essere colte dall’obiettivo. “Luci e silenzi sulle Dolomie” propone foto  a colori, accanto  ad altre in bianco e nero dedicate alle guglie più note e a quelle meno famose. Con il buio delle notte che arriva e con la luce del giorno che inizia le Dolomie cambiano aspetto, e proprio questa particolarità il fotografo ha saputo cogliere. Molto suggestive quella manciata di immagini di chiesette alpine, segno tangibile del passaggio dell’uomo, delle sue devozioni, in un certo senso del rispetto per chi ha creato le montagne.
Ci sono tanti visi, tante espressioni, molti sorrisi e qualche volto più serio nelle fotografie di Carlo Meazza, tornato con orgoglio a Trento sua città universitaria. “Gente del Tibet “ fa scoprire i visi dei bimbi in posa per uno scatto, le usanze di un popolo,  quello  tibetano  appunto, in bilico tra la tradizione e la modernità. Fanno sorridere e riflettere, i cartelli pubblicitari, i centri urbani, i negozi vecchi (che vendono lana) accanto a quelli nuovi (che propongono moderni schermi tv). Sono emozionanti le immagini della gente intenta nella preghiera  o immersa nella meditazione. Tutte rigorosamente  in bianco e nero, le fotografie di Meazza (la  mostra  è  stata  realizzata in collaborazione con  Eco-Himal) colgono e riportano le differenze di generazioni.
Vale la pena, davvero, di visitare queste quattro esposizioni, diverse ma accomunate dal pensiero di fondo che le montagne, è vero, dividono, ma sanno anche unire.
Le mostre al Foyer  dell'Auditorium  S. ChIara sono aperte tutti  i giorni fino a domenica 4 maggio.  Orario: 10-12 e 15-19. (b.f.)

Trento, 27  aprile 2003

L'Ufficio  Stampa

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