DOMENICA 9 NOVEMBRE 2003
17°MANIFESTAZIONE DI ALPINISTI ED AMBIENTALISTI IN DIFESA
DELL’ANTICA FORESTA DEL CANSIGLIO,
INCONTRO TRA VENETI E FRIULANI A
FORCELLA PALANTINA
Anche
quest’anno e per la diciassettesima volta avrà luogo la ormai tradizionale
“Marcia di alpinisti ed
ambientalisti in difesa dell’antica foresta del Cansiglio”.
Anche quest’anno i motivi per proporla non mancano:
- è un
appuntamento consolidato che serve a ribadire, di anno in anno, che il
Cansiglio è un’area importante e per Cansiglio si intende non solo la
Piana e la Foresta, ma anche le cime circostanti, dal Pizzoc-Millifret
fino al Col Nudo-Cavallo, sia in Veneto che in Friuli
- è un
evento che dimostra come l’attenzione dell’opinione pubblica e del mondo
alpinistico ed ambientalista non cala ma è sempre vigile
- è
l’occasione per far sapere a tutti gli abitanti del Veneto e del Friuli,
di anno in anno, che cosa succede in Cansiglio, sia in senso positivo che
negativo.
Con questa manifestazione le Associazioni ambientaliste chiedono, sia alla
Regione Veneto che alla Regione Friuli Venezia Giulia, l’istituzione di
due Riserve Regionali contigue sui rispettivi demani regionali, come
primo passo per ritrovare una forma di gestione unitaria e la creazione di
una futura area protetta che occupi anche i territori circostanti: Monte
Pizzoch, Torrion, gruppo del Col Nudo-Cavallo.
Anche quest’anno esistono dei motivi di seria preoccupazione:
- con
la pubblicazione definitiva dell’elenco dei beni potenzialmente vendibili
dallo Stato, la cosidetta cartolarizzazione, siamo ora certi che nessuna
area del Cansiglio è in svendita (sembrava che lo fosse la Riserva
Biogenetica gestita dal Corpo Forestale dello Stato), ma la notizia era
stata anticipata da fonti autorevoli, quindi la vivace levata di scudi ha
forse fatto depennare la voce Cansiglio dall’elenco
- in
comune di Farra d’Alpago continua l’asportazione di carbonato da quell’enorme
voragine che si chiama Cava di Col de Vi. E ormai da qualche anno i
cavatori chiedono l’ampliamento a raddoppio della cava sul versante
trevigiano, in comune di Vittorio Veneto.
- ma il
mal della cava sembra aver colpito altri comuni dell’Alpago e
l’epidemia si sta diffondendo. In comune di Chies è stata aperta una nuova
cava in zona Malga Cate, all’uscita della Val Salatis e la ferita nella
montagna si vede ormai da Belluno.
Ma
anche il comune di Tambre ha autorizzato una nuova cava (gli
amministratori la chiamano “recupero”, ma trattasi di una vecchi cava
piccolissima, ormai quasi invisibile…)
e ne autorizzerà un’altra. Nel frattempo uno dei grossi imprenditori del
carbonato, già operante sia sul versante friulano che su quello veneto,
sta acquistando più terreni possibile attorno all’area che includerà le
tre cave ed il gioco è ormai noto: per qualche anno caveranno i piccoli
imprenditori locali, poi arriverà il “pesce grosso” e imporrà una cava da
7-800.000 o forse un milione di metri cubi. Per chi conosce la Val Salatis
capisce al volo lo scempio che ne uscirà, ma la proposta di recupero è già
pronta: nell’area selvaggiamente massacrata da questa nuova cava si farà
una nuova Zona Industriale o artigianale di circa 24.000 metri quadri…
sembra una presa in giro, invece è questa la proposta di cui si sta
parlando. Ci si augura che l’amministrazione di
Tambre abbia la sensibilità e la capacità di resistere a questi progetti
speculativi e non svenda il proprio territorio in cambio di un ritorno
economico comunque non paragonabile al danno ed alla ferita all’ambiente
che rimarranno per sempre.
-
sappiamo che per Pieve d’Alpago, Comune “escluso” dalla grande abbuffata
delle cave, ci sono degli imprenditori (o forse sempre il solito…) che
stanno proponendo di riservare all’area “almeno”il frantoio per macinare
il materiale cavato
- a
Tambre un imprenditore locale chiede una nuova strada per poter
“sviluppare” l’area della Casera Palantina, con un progetto apparentemente
innocuo di ristrutturazione della casera e della stalla e l’avvio di un
agriturismo. Ma il sospetto è che si voglia poi prolungare quella strada
per creare un collegamento con il Friuli, questo in una delle aree più
belle e più importanti naturalisticamente dell’intera foresta regionale.
- il
Comune di Farra d’Alpago sta valutando la costruzione di una seggiovia o
cabinovia tra il lago di Santa Croce e Mezzomiglio, per portare
rapidamente i turisti in quota. Qualcuno sta addirittura parlando di un
grande impianto a fune per collegare direttamente il Nevegal con
Mezzomiglio !…Siamo costretti ad usare il condizionale poiché sono
progetti non ancora ufficializzati, di cui si sta discutendo a livello
locale, ma se le informazioni che ci hanno riferito dovessero essere vere
ci troviamo veramente davanti ad imprenditori ed amministratori dotati di
una fantasia senza limiti, soprattutto quando si tratta di usare fondi
pubblici o finanziamenti comunitari.
- come
se tutto questo non bastasse, l’Alpago è interessato dalla proposta di
passaggio del grande elettrodotto Cordignano-Lienz da 380.000 volt, con
piloni alti fino a 60 m. e dal percorso ancora indefinito, ma che comunque
creerebbe un impatto paesaggistico inaccettabile. Almeno in questa grave e
pericolosa situazione tutti i sindaci dell’Alpago si sono dichiarati
contrari a quest’opera, per cui si tratta, in questo caso, di sostenere le
loro posizioni e di verificarne continuamente la coerenza e la reale
determinazione
- infine,un
problema che si pensava morto e sepolto come quello del collegamento con
impianti sciistici tra l’Alpago ed il Pian Cavallo attraverso Forcella
Palantina ,è invece TORNATO ALLA RIBALTA!
-
tra l’altro in un modo che ha
sorpreso tutti: il neo eletto presidente della Regione Friuli, Riccardo
Illy, nel suo programma di governo ha inserito anche il collegamento tra
Pian Cavallo e l’Alpago! Ci si augura che Illy sia stato mal consigliato e
che non abbia raccolto tutte le informazioni necessarie prima di
sbilanciarsi in questa affermazione.
-
ci auguriamo anche che
il 9 novembre prossimo, quando gli ambientalisti e gli alpinisti di Veneto
e Friuli V. G. si incontreranno in Forcella Palantina, sarà presente
anche il Presidente Illy per poterci confrontare direttamente con lui.
Ci auguriamo, come
associazioni, che Illy venga a portare proposte di collegamento tra Veneto
e Friuli V. G., però non di impattanti, costosi ed inutili impianti di
risalita, ma di scambi culturali, di collegamento e scambio di
informazioni tra i comuni per creare una rete e dare l’avvio ad uno
sviluppo che sia veramente sostenibile e compatibile, basato sull’utilizzo
intelligente delle risorse naturali. Se sarà possibile ritrovarsi su
posizioni comuni tenteremo di instaurare un rapporto con il Presidente
Illy e la sua giunta, se invece la Regione Friuli V. G. seguirà la via del
collegamento sciistico e dello sviluppo pesante, le associazioni
continueranno a svolgere la loro funzione di denuncia e sensibilizzazione
per tentare di fermare il degrado ambientale. Si vuole inoltre ricordare
che la creazione e il continuo ampliamento di Pian Cavallo e delle sue
strutture è avvenuto utilizzando un’enorme quantità di denaro pubblico e
penalizzando pesantemente tutti gli altri piccoli comuni della pedemontana
friulana: è stata finora una situazione di pesante e non più accettabile
disparità che deve finire.
Hanno
aderito tutte o quasi le Associazioni ambientaliste ed alpinistiche:
delegazione CAI Veneto, WWF Veneto , Legambiente Veneto e Friuli, LAC-Lega,
anti Caccia
Veneto, Mountain Wilderness, Italia Nostra, Comitato Fadalto, Comitato per
il Parco del Cansiglio, Ecoistituto del Veneto Alex Langer, FMACU-Amici
dei Tesori del Mondo dell’UNESCO