Domenica 28 settembre sarà il cinema il
grande protagonista di Oltre le vette 2003.
Si inizierà alle 17, al Teatro Comunale,
con la proiezione dell’attesissimo cortometraggio Il Postino di
montagna, di Adolfo Baruffi, con il soggetto di Dino Buzzati.
Proiezione molto attesa anche dagli studiosi del grande scrittore, visto
che in pratica dagli anni cinquanta il film era considerato smarrito e non
era più stato visto da nessuno. E’ stata la Cineteca Italiana di Milano a
recuperare fortunosamente l’opera e, dopo il restauro, quella di Belluno
sarà la prima proiezione assoluta. Il film è stato individuato fra i
18.000 titoli dell’archivio della Cineteca, in particolare si tratta di
uno dei molti documentari provenienti da laboratori di sviluppo e stampa
falliti negli anni cinquanta. Si tratta in genere di materiale "in
negativo" che deve essere restaurato e reso di nuovo proiettabile.
L’aspetto notevole del film consiste nel
fatto che il soggetto dell’opera è di Dino Buzzati e che la pellicola è
stata girata a Colle Santa Lucia. Un avvenimento dunque di assoluto
rilievo, questa prima assoluta, molto atteso da studiosi ed appassionati.
Lo stesso giorno tornerà a Oltre le
vette il cinema muto con commento musicale dal vivo con il film La
valanga, del 1923. Il regista del film è Michael Curtiz, conosciuto
dai più come regista del notissimo Casablanca, con Humphrey Bogart e
Ingrid Bergman. Il commento musicale del film sarà eseguito al pianoforte
dal maestro Francesca Badalini, una musicista con un’importante curriculum
e specifici studi sulla partitura di questo film. Torna quindi a Oltre
le vette il grande cinema muto con commento musicale dal vivo, un
genere che, dopo i successi delle scorse edizioni, ha un crescente
pubblico di estimatori.
La sera, appuntamento con il film
vincitori al Filmfestival di Trento 2003: tra le opere in programma,
assolutamente imperdibile Your Himalayas, del basco Alberto
Inurrategi, un toccante film sull’avventura umana e alpinistica dei due
fratelli Alberto e Feliz, e quest’ultimo non tornerà da una delle loro
scalate agli Ottomila himalayani. Il film è un’opera molto particolare,
presentata in un efficace bianco e nero, con un testo straordinario,
commovente e poetico. La giura di Trento ha riscosso l’applauso generale
del pubblico premiando quest’opera profonda, un film che si stacca in modo
stridente dalle consuete pellicole di alpinismo e, nello stesso tempo,
rende con grande efficacia il senso esistenziale e la passione dell’andare
per le montagne. Il testo inglese del film e stato tradotto direttamente a
Belluno e sarà letto in sala, in diretta con le immagini, da un attore.
Altro premiatissimo film (ma con
consensi non altrettanto unanimi) Omo – Journey of primaeval Age,
del regista slovacco Pavol Barabas. Questo giovane regista negli ultimi
anni ha collezionato con i suoi film premi e riconoscimenti nei maggiori
festival internazionali del cinema di montagna, sia in Europa sia in Nord
America. Il suo stile efficace e l’intensità delle avventure che descrive
conquistano pubblico e giuria di mote manifestazioni, e meritatamente.
Anche Oltre le vette ha già presentato, qualche anno fa, un suo
film (118 giorni prigionieri dei ghiacci) e quest’anno saranno due
le sue opere in programma, questo film e, l’8 ottobre, l’altrettanto
celebre Mustang.
Omo racconta
la discesa in gommone dell’omonimo fiume in Etiopia, alla scoperta di
popolazioni che vivono ancora completamente isolate e che, almeno fino
all’incontro con il regista e la sua troupe, non avevano mai incontrato
bianchi occidentali. Da rimarcare anche la colonna sonora registrata in
presa diretta, con effetti spesso molto particolari. Anche in questo caso
il testo è stato tradotto dallo staff di Oltre le vette e ne sarà
data lettura durante la proiezioni delle immagini.
Ultimo film della serata Non la
vogliono capire... della equipe svizzera di C. Frutiger, C. Kopp e T.
Hulrich. Bel filmato questo, leggero e originale, pur trattando un
argomento non nuovo. E’ infatti la storia di una spedizione invernale al
Cerro Torre, in Patagonia, spedizione guidata dal fortissimo Thomas
Hulrich, in cui si intrecciano le testimonianze di Cesare Maestri e di
Cesarino Fava, grandi protagonisti dell’epopea del Torre. Ma il film è
anche un omaggio ad un grande dell’alpinismo che, pochi mesi dopo le
riprese, se ne è andato colpito da una feroce malattia, quel Casimiro
Ferrari che nel film vediamo ancora viaggiare per la sua Patagonia (e sono
le sue ultime immagini). Pur con la tristezza per l’addio a Ferrari, il
film finisce bene, in tono antieroico e, per una volta, anche il Cerro
Torre si dimostra benevolo. Il titolo? E’ una frase di quel vero
personaggio che è Cesarino Fava (che fra l’altro sarà a Belluno per il
convegno sulla letteratura di montagna il 4 ottobre) che così commenta il
fatto che qualcuno, sul Torre, si intestardisce a tornare, a tornare, a
tornare...
^UP^
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Ricordiamo che il programma dettagliato
della rassegna è disponibile anche sul sito
www.oltrelevette.it mentre ulteriori informazioni si
possono ottenere telefonando ai numeri 0437 27013 oppure 0437 913442