Valle d'Aosta a fil di cielo
due guide lungo i confini della
regione
Le Alpi sembrano non offrire più spunti
agli alpinisti, "obbligati" a cercare terreno di gioco altrove. Se si
cercano sulle montagne vicine imprese di grande respiro, le speranze di
trovare itinerari di avventura sono apparentemente poche.
Le guide valdostane Claudio Bastrentaz
e Paolo Comune, zaino in spalla, hanno trovato la formula per
vivere una grande avventura uscendo dalla porta di casa. Si sono avviati
a piedi il 28 giugno da Pont-Saint-Martin verso la dorsale che divide la
Valle d'Aosta dal Piemonte, per seguire la linea di confine della loro
regione.
Lo spartiacque passa dapprima su dorsali
erbose, poi sempre più rocciose, fino sulle cime del Monte Rosa lungo il
confine con il Vallese, per salire sul Cervino lungo la cresta di
Fürggen (traversando verso l'Hörnli prima degli strapiombi terminali,
per le incrostazioni di ghiaccio). Dopo la Dent d'Hérens, Claudio
Bastrentaz e Paolo Comune hanno affrontato la Valpelline, superando
altri tratti impegnativi, come la cresta della Sengla, e la traversata
dei Molari di Valsorey.
Sempre sulla linea di confine con il
Vallese, i due valdostani, dopo la discesa dal Mont Velan, hanno
attraversato in canoa il lago del Gran San Bernardo, giungendo per
creste non difficili allo snodo del Col du Grand Ferret, dove comincia
il massiccio del Monte Bianco e il confine con l'Alta Savoia. La
traversata integrale del massiccio, (comprensiva di Mont Dolent,
Aiguilles de Triolet, de Talèfre, de Leschaux, cresta des Hirondelles
alle Grandes Jorasses, cresta di Rochefort, Tour Ronde, Mont Maudit,
Monte Bianco, Dôme du Goûter, Aiguilles de Bionassay, de Trélatête e de
Glaciers fino al Col de la Seigne), è stata da loro percorsa per la
prima volta. Calata un po' la tensione con le difficoltà maggiori alle
spalle, si è messo il maltempo a perseguitare i due, e il gruppo del
Ruitor è diventato impegnativo. Hanno poi dovuto scalare Punta Fourà,
Testa del Grand Etret, Denti del Broglio, Becca di Monciair e Ciarforon.
Un'ultima difficoltà è venuta da una gastroenterite, che ha debilitato
Paolo Comune, facendolo così optare per la via normale del Gran
Paradiso, anziché per la via Oggioni della cresta sud. Le ultime
fatiche sono state nuovamente lungo il confine con il Piemonte: la Torre
del Gran San Pietro, la Torre Lavina, e poi giù a chiudere il cerchio a
Pont-Saint-Martin il 21 agosto, attraversando a nuoto la Dora Baltea.
Il bilancio: 55 giorni, di cui 43
effettivi di lavoro e 12 di riposo, 52mila metri di dislivello (più
quelli saliti e scesi o per sbaglio nella nebbia o in fuga da fulmini)
350 chilometri (più i su e giù per le riprese per un programma
televisivo della RAI), 173 vette al disopra dei 3000 metri, 32 oltre i
4000 metri, quasi ogni giorno difficoltà fino al V.
Le guide alpine Claudio Bastrentaz e Paolo
Comune sono disponibili per serate con il film "Valle d'Aosta a fil di
cielo" e diapositive in dissolvenza.
Per informazioni
p.giglio@jumpy.it
o tel. 39+3356208357