Lettera dalla tenda gialla
Presidio Permanente
Marmolada
23 MARZO 2003 – 30 MARZO 2003
Riflessioni sul silenzio
di Carlo Alberto Pinelli
L'incontro con la
montagna, quando assume il valore di un'esperienza autentica, capace di
provocare, in chi la vive, una vera crescita interiore, non può
prescindere da due condizioni gemelle: la solitudine e il silenzio.
Solitudine e silenzio non sono corollari marginali, facoltativi, come
alcuni stoltamente credono; ma rappresentano i perni indispensabili su
cui s'incardina qualsiasi rapporto significativo tra gli esseri umani e
i grandi spazi incontaminati della natura.
Il silenzio non è l'opposto del suono, ma del rumore.
Violenta e uccide il silenzio, il rumore aggressivo della musica che
fuoriesce dagli altoparlanti o dagli auricolari.
Violenta e uccide il silenzio, il rumore arrogante degli elicotteri e
degli aerei da turismo.
Violenta e uccide il silenzio, il rumore barbarico dei gatti delle nevi,
dei cannoni spara-neve, delle motoslitte, dei mezzi fuoristrada a
quattro o due ruote.
Violentano e uccidono il silenzio, le grida e i richiami umani, quando
essi non siano assolutamente necessari.
Il silenzio non è vuoto di suoni, tutt'altro. In esso vibrano e filtrano
nel nostro animo le mille voci segrete della natura: la musica degli
astri notturni, il sibilo del vento tra i rami o le rocce, il grido
dell'aquila e del gipeto, il cinguettio dei passeri, il bramito del
cervo e dello stambecco, il tuffo della rana, l'eco della valanga
lontana, lo scricchiolio del seracco; ma anche il battito accelerato del
nostro cuore e il ritmo del nostro respiro.
Gli esseri umani troppo spesso attraversano gli spazi naturali avvolti
in una nube di rumore: scafandro sonoro che li rende irrimediabilmente
avulsi da quanto li circonda; rozzi astronauti, capitati per caso su un
pianeta estraneo e incomprensibile, incapaci di decodificare il
messaggio della natura. Quel messaggio eterno che vive e parla
attraverso la voce del silenzio.
Se i rumori si aprono la strada violentemente, anche contro la nostra
volontà, attraverso l'organo dell'udito, i suoni della natura entrano in
noi – e si depositano gentilmente in noi – attraverso tutti i sensi.
Impariamo ad ascoltare il silenzio. E ad amarlo, come si ama un
insostituibile tesoro.
Carlo Alberto Pinelli, regista e docente
universitario, è accademico del CAAI e fondatore di Mountain Wilderness
International, associazione nella quale è anche garante. Oggi ricopre la
carica di coordinatore delle politiche dell'associazione nella catena
himalayana.
Approfondimenti:
www.tendagialla.it