Regione Autonoma Valle d’Aosta
Assessorato dell'Istruzione e della
Cultura Direzione Attività Culturali
Da Cima a Fondo
Tour Fromage, Teatro romano, Aosta
22 MARZO 2003 – 1 MAGGIO 2003
La MoNTAGNA DISINCANTATA
Wim Delvoye Kosmo Minovich Corrado Sassi Massimo
Vitali Luigi Ghirri Mike Kelley e Paul McCarthy PARADISET DDB Letizia
Renzini
Sabato 22 marzo 2003 inaugura la mostra
LA MONTAGNA DISINCANTATA,
terza esposizione delle cinque previste dalla rassegna DA CIMA A
FONDO, nell’ambito del Progetto Valle d'AostArte, che si
susseguono alla Tour Fromage di Aosta fino a settembre 2003.
LA MONTAGNA DISINCANTATA,
a cura di Lucia Minunno, è focalizzata su come alcuni artisti
contemporanei abbiano usato l’immagine della montagna e spesso proprio i
clichés ad essa riferibili per rovesciare la sua idea stereotipa, che è
progredita di pari passo con l’allontanamento degli esseri umani
dall’elemento naturale. Le opere della mostra documentano la decadenza
della magia della montagna: l’aspetto sublime e terribile della natura,
infatti, è andato riducendosi fino a comprimersi entro le dimensioni
rassicuranti del luogo comune a causa dell’impulso ormai automatico alla
semplificazione, alla schematizzazione, alla compressione della
complessità delle cose entro termini acriticamente accessibili.
Ne è un esempio la serie di immagini in cui Wim Delvoye riproduce
l’effetto di grandiosa espressione naturale delle montagne per poi
contraddirlo bruscamente con l’inserimento di iscrizioni dal contenuto
più prosaico quali Mum, keys are you know where (1996), oppure Honey,
lasagna in the fridge. Love you, la cui più ovvia collocazione sarebbe
il post-it. L'artista belga (nato nel 1965) ha partecipato alla Biennale
di Venezia nel 1990 e nel 1999, a Documenta IX, Kassel (1992). E' stato
invitato, inoltre, a Post Human, Musée d’Art Contemporaine, Fondation
Asher Edelmann, Losanna (1992) e a Cocido y Crudo al Museo Nacional
Centro de Arte Reina Sofia di Madrid (1994).
Un’operazione simile è quella compiuta da Kosmo Minovich, artista
bratislavo che nella serie di paesaggi montani Ansia di finito (2000)
colloca figure in posa per fotografie con fondale fittizio. La spiaggia
affollata di una metropoli tutta grattacieli per la figura del giovane,
un campetto da calcio in periferia per il ragazzetto, sono
inaspettatamente collocati in un contesto naturalistico mozzafiato,
ottusamente ignorato dai protagonisti. Kosmo Minovic è un giovane
artista (nato nel 1967 a Bratislava) che vive e lavora tra l’Inghilterra
e la Slovacchia. Ha esposto nella Project room, Exchange Gallery,
Sheffield (1996), alla Triennale di Rio de Janeiro (1999) ed a Neue
Kunst aus Slowakei, Galerie Weissman a Vienna (2001).
Tipologie umane sono anche quelle descritte in Clan (2001), la serie di
boules de nièges giganti realizzate da Corrado Sassi. La montagna
figura tra gli attributi iconografici dello Snowboarder, l'opera
presente in mostra, ed è ridotta a mera icona, a far da sfondo a una
scena il cui protagonista rappresenta quella rumorosa umanità in vacanza
troppo concentrata su se stessa per nutrire sentimenti panici di fronte
alla grandiosità della natura. L'artista romano (nato nel 1965) ha
esposto all'International Center of Photography, New York (1995), a
Sipari, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma (1999), ed a Tutto
normale, Villa Medici, Accademia di Francia a Roma (2002).
E' ancora la presenza umana a snaturare la scena di una distesa innevata
nella fotografia in mostra di Massimo Vitali. Trasformata in
pista da sci e disseminata di sciatori e piloni della seggiovia, la
montagna è sparita, è un nulla bianco su cui si stagliano nettissime e
colorate centinaia di figure: la moltitudine chiassosa davanti
all’obiettivo muto. Vitali (nato nel 1944 a Como) vive e lavora a Lucca.
Tra le principali esposizioni cui ha partecipato si ricordano la sua
personale alla Photographers Gallery di Londra (1998), Tempo! al Palazzo
delle Esposizioni di Roma (2000), al PS1, New York (2000), XLIX Biennale
di Venezia (2001).
Nelle fotografie formato cartolina di Luigi Ghirri la montagna è
invece panorama, quieto contesto per passeggiate domenicali, la natura
addomesticata del civile turismo invernale. In Salisburgo (1977) le
montagne compaiono davanti agli occhi di un gruppo di turisti sotto
forma di cartine diffuse nei rifugi o negli stabilimenti sciistici a
indicare toponomastica e itinerari per le escursioni: tutto ha un nome,
tutto è percorribile, tutto è reso comprensibile agli occhi di chiunque
si soffermi a osservare la cartografia prima di affrontare la vera
montagna. Tra le principali esposizioni di Luigi Ghirri (nato nel 1943 a
Fellegara, Reggio Emilia, è morto a Roncocesi nel 1992) si ricordano la
personale al Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università
di Parma (1979), la personale a Palazzo Magnani – Chiostri di San
Domenico, Reggio Emilia / Palazzo della Fontana di Trevi, Roma (2001);
le collettive Art as Photography Photography as Art, Kassel (1975),
Luigi Ghirri – L’impossibile paysage, in Septembre de la Photo. 1er
Biennal Internationale Nice 1989, Nizza (1989).
Mike Kelley e Paul McCarthy si divertono a corrompere il
candido immaginario collegato al mondo alpino presente nel video Heidi
(1992), che illustra i rapporti pervertiti tra il saggio nonno e la
buona nipotina, simboli dei sani valori della gente di montagna. I due
noti artisti americani hanno lavorato in più di una occasione a quattro
mani, presentando i loro lavori alla Biennale del Whitney Museum of
American Art, New York (1997), a Sod and Sodie Sock, Secession, Vienna
(1998) e alla Biennale di Venezia del 1999.
Un’idea simile è quella che sta alla base di Alp Village, un video
pubblicitario del 1994 preparato per la campagna di comunicazione della
Diesel e realizzato dall'agenzia svedese PARADISET DDB (direttore
Joakim Jonason). Esso presenta una carrellata di luoghi comuni montani,
tutti iconograficamente corretti, ma semanticamente rovesciati:
latte/orina (sano nutrimento/sgradevole scarto fisiologico, deiezione),
paradiso montano/inferno sado-maso, ecc.
Quello di Letizia Renzini è un lavoro fatto di suoni e immagini
della natura che è stato ideato appositamente per LA MONTAGNA
DISINCANTATA. L’artista ripropone in chiave sintetica (elettronica)
l’idea di montagna, attraverso il campionamento di suoni che sono ad
essa collegati, come lo scricchiolare dei passi sulla neve o il soffiare
del vento sulle cime. Letizia Renzini (nata nel 1970 a Montevarchi,
Arezzo) vive e lavora a Firenze. Tra le principali esposizioni cui ha
partecipato si ricordano Soundscapes a Palazzo delle Papesse di Siena
(2001), Boom, Manifattura Tabacchi di Firenze (2002), Radical Shock,
SESV Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze,
2002), Sumptuous, Officina Giovani – Cantieri Culturali, Ex Macelli,
Prato (2002).
A La montagna disincantata seguiranno altre due esposizioni: dal
31 maggio al 13 luglio 2003 sarà presentata VETTE D’ASTRAZIONE a
cura di Guido Comis e dal 19 luglio al 7 settembre 2003 LA
MONTAGNA RICREATA a cura di Cristiano Giulio Sangiuliano. Tra
gli artisti invitati si trovano Giulio Paolini, Anish Kapoor, Amedeo
Martegani, Walter Niedermayr, Michele Culpo, Martino Coppes, Paula
Abalos e Zhang Huan.
Ciascuna delle cinque mostre è corredata da un catalogo, pubblicato da
Artshow Edizioni. Al termine del progetto verrà pubblicato un
volume che conterrà le immagini ed i testi di tutte le mostre.
Coordinate della mostra:
Titolo: LA MONTAGNA DISINCANTATA
Curatori:
Antonella Crippa (Ideazione e coordinamento)
Lucia Minunno
(22 marzo–1 maggio 2003)
LA MONTAGNA
DISINCANTATA
Inaugurazione:
22 marzo 2002 ore 18
Periodo:22 marzo 2003 - 1
maggio 2003
Sede:Tour
Fromage, Teatro romano, Aosta
Orari:
9,30/12,20;
14,30/18,30. Lunedì chiuso
Ingresso:
gratuito
Catalogo:
Artshow Edizioni, prezzo € 8
Info:
tel. 0165 27 59 02
www.regione.vda.it,
e-mail:
u-mostre@regione.vda.it
Uffici stampa:Andrea
Andruet, tel 0165273246, fax 0165273275,
a.andruet@regione.vda.it;
Alessandra Santerini, tel/fax 011 812 3180 - 335 6853 767,
santales@tin.it; Ilaria
Gianoli, tel/fax 02 51 44 06 - 333 6317 344,
ilariagianoli@tin.it