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Mercoledì 19 Maggio 2004
TREGNAGO. Un successo lo spettacolo dedicato dagli studenti delle medie all’alpinista scomparso nel 1944 «Un amore infinito» per la montagna Castiglioni rivive nel teatro dei ragazzi

Tregnago. «Un amore infinito» era quello di Ettore Castiglioni per la montagna ed è il titolo che gli studenti di terza media, sezione B, guidati dall’insegnate di lettere Aldo Ridolfi, hanno dato alla rappresentazione teatrale ricostruita sui suoi diari. Accademico del Cai, uno dei più promettenti alpinisti degli anni Trenta, autore di sei insuperate guide ai Monti d’Italia, è morto nella tormenta sul ghiacciaio del Forno, in alta Valmalenco, il 12 marzo 1944, dopo essere sfuggito seminudo alla prigionia delle guardie di frontiera svizzere. Trentacinque anni di vita intensa condensati in 40 minuti di dialoghi e monologhi, per lo più tratti dalle pagine di diario che Castiglioni ha steso minuziosamente, in parte anche a Tregnago, a Villa Adelia, dove spesso veniva a trovare la sorella Fanny, ad arrampicare con i nipoti Saverio e Alessandro Tutino, a riposare dopo l’ultimo grave incidente sulle Mesules. Allora se la cavò grazie all’aiuto di un anonimo alpinista austriaco, ma lassù, come scrisse nel diario, «per me fu un sogno, un’estasi, due ore di luce e felicità, che non avranno parallelo nella mia vita». Non può immaginare la tormenta del Passo del Forno, ma noi possiamo immaginare che lassù, nella posizione composta in cui fu trovato tre mesi dopo la morte, abbia provato la stessa «esuberante felicità del giorno delle Mesules, quando è bastato un tramonto luminoso per rendermi matto dalla gioia».
Castiglioni non è una figura facile da presentare a teatro né da affidare a ragazzi adolescenti, ma l’operazione è riuscita. È rimasta in ombra l’attività di antifascista, quella stessa che lo ha messo nelle condizioni che lo hanno portato alla morte. «Ho lasciato appositamente da parte l’aspetto politico», riconosce Ridolfi, «anche perché ho notato che gli studenti erano più attratti dagli aspetti eroici e romantici della sua figura». «Qualcuno si chiederà perché affidare a dei ragazzi una storia così triste: perché la vita di Castiglioni non è triste, ma quella di un eroe che può essere di esempio anche per i ragazzi d’oggi», avverte.
Il testo, steso in canovaccio dall’insegnante, è stato rielaborato dagli studenti. «Ho cominciato esponendo la sua vita in classe e tutti mi hanno ascoltato arrivando a conclusione che si trattava di una vita interessante», aggiunge Ridolfi. Così 18 alunni interpretano 18 ruoli diversi, alcuni legati alla realtà, come i familiari e gli amici di scalate, altri alla finzione scenica, come il fantasma del tempo, espediente trovato per segnare le tappe della vita. «È stato un lavoro duro mandare a memoria le parti, ma ci è servito per imparare a stare insieme», commenta Daniele, uno degli attori, e riconosce di aver appreso dell’esistenza di Castiglioni per questa occasione, «ma è una figura che non dimenticherò mai», conclude.
«Ho imparato la grandezza della libertà», aggiunge Martina, «ed è l’aspetto che più mi è piaciuto della vita di Castiglioni, perché come lui bisogna andare avanti per la propria strada, credere fino in fondo nelle proprie idee». Dietro le quinte, a fine rappresentazione, c’è stata la catarsi con abbracci e pianto collettivo: «Come se Ettore fosse stato uno di noi e noi la sua famiglia», conclude Arianna.
«Spettacolo edificante», lo ha definito il sindaco Marco Pezzotti; «commovente la lettura degli avvenimenti di ieri, che sono gli eroismi a cui potremmo essere chiamati noi un domani», ha aggiunto Tonino Bussu, sindaco di Ollolai, che ha assistito alla rappresentazione con i ragazzi sardi in visita. L’interpretazione ha emozionato gli spettatori e Roberto Piccoli, presidente della sezione tregnaghese del Cai intitolata a Castiglioni, ha ringraziato insegnante e studenti. (v.z.)


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