Sul filo del rasoio (o forse oltre...)
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di Fabrizio Fabio | |
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15
Gennaio 2000. Al
bar ci hanno detto che la prima sosta è a circa 60 metri, probabilmente
non riusciremo a raggiungerla, ma non è un problema, faremo una sosta
intermedia. Qualche
istante dopo il cordino si apre... il chiodo è dentro di un paio di giri...
Gio non è in equilibrio sui ramponi, mi preparo allo strattone... sto
sudando freddo, il primo chiodo è una decina di metri più sotto...
sembra ci sia una mano che lo tenga su... termina di avvitare e
rinvia... pericolo scampato! Il ‘divertimento’ è appena iniziato... Il
ghiaccio si appoggia un poco, ma la corda sta per finire. Il nodo in
coda a quella da 50 metri è molto vicino. Faccio qualche passo e
guadagno un paio di metri, ma Gio ha solo un chiodo e non vede la sosta. Non
so più che fare... devo arrampicare con il mezzo barcaiolo teso in
vita, usando una piccozza sola e nel modo più veloce possibile: Gio sta
facendo un traverso su verglass e turf... Finalmente arriva il ‘molla tutto’ liberatorio e tiro il fiato: due metri sotto di me c'è il primo chiodo, il capo della corda vecchia è in alto una decina di metri e scende verticalmente dall'ultimo rinvio prima del delicato traverso finale. Per un attimo mi domando cosa sarebbe successo se... non è importante, è andata bene, fra poco toccherà a me. Gio
mi dà il comando e parto; mi accorgo subito che qualcosa non funziona,
i ramponi non mordono bene il ghiaccio, sto salendo solo di braccia. Ad
un tratto... sbaglio un movimento, una picca esce e vado giù. Non
so quanti metri faccio, sicuramente di più di quelli che mi aspettavo...
ma ricordo che Gio aveva detto che la sosta non era affatto buona: deduco che
per non sovraccaricarla ha lasciato un po' di lasco. Un
attimo dopo mi grida che devo fare il possibile per non cadere. Riparto,
arrivo ad un altro chiodo, ma la parete è verticale, non riesco a
progredire. Una
voce mi chiede chi me lo fa fare... non so cosa rispondere, o meglio
evito di rispondere dicendomi che devo pensare solo a salire! Provo
a ripartire, faccio qualche metro e cado nuovamente, mi assale lo
sconforto. Grido a Gio che non ce la faccio più... Grido inutile, la
risposta è scontata: devo salire! Respiro
profondamente, mi appendo e riposo. Il tempo passa inesorabile, mi calmo
e tento di recuperare la concentrazione. Dopo
qualche minuto riparto ancora... è solo un metro... due passi e sono
fuori. Il
pendio alla mia sinistra è appoggiato, ma la corda mi tira verso destra,
non ci sono più chiodi, ora vedo anche Giovanni. Faccio
il traverso ed arrivo da Gio. Non è ancora finita. Dobbiamo scendere. Prepariamo
la discesa ed inizio la doppia, facendo il possibile per non appendermi:
la sosta è peggio di ciò che immaginavo. Mentre
sistemiamo il materiale ci domandiamo perché facciamo queste cose,
perché ci cacciamo nei guai... Non lo sappiamo nemmeno noi! Non
lo so, dopo quasi quattro anni non lo so ancora, e non so se un giorno riuscirò
a capirlo. Una cosa è certa: fra 6 o 7 giorni, meteo permettendo,
saremo di nuovo in ballo, forse non proprio sul filo del rasoio come questa volta,
ma sicuramente non molto lontani.
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Gennaio 2000 | |
Fabrizio Fabio
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